|
Tematiche: Simbologia e Cultura Orientale Utility: Servizi:
|
Il Nodo di Salomone, oggi ieri domani.. (di Marisa U.) Premessa. Questo lavoro si propone di raccogliere e pubblicare i simbolismi legati al nodo e alle sue varianti, che ho colto (e continuo a raccogliere)durante le mie visite in vari luoghi. Per dare un taglio storico-simbolico dell'argomento,però, ho ritenuto utile dare un'impostazione cronologica, avvalendomi di fonti che possono anche non essere le mie personali e per le quali viene data esplicita menzione a fondo pagina. Qualora la fonte dovesse risultare diversa da quella indicata, si prega cortesemente di volerlo comunicare. Oggi A cosa vi fa pensare un nodo? Devo dire che,da quando ho iniziato la Ricerca sulla Colonna Annodata, mi ritrovo circondata da nodi! Forse perchè, adesso, vi presto attenzione. Poichè la mia ricerca non credo possa disgiungersi dal simbolismo del nodo in generale, ho affrontato nei paragrafi precedenti vari aspetti ad esso inerenti. Abbiamo visto infatti, nella sezione precedente, come i nodi facciano parte della nostra vita quotidiana, ma non costituiscono probabilmente per noi un elemento cui prestare eccessivo peso, tranne quando siano d'intralcio alle nostre attività, materialmente parlando,perchè sono sicura che sotto un aspetto "interiore", ciascuno di noi si considera 'legato' comunque a qualcosa, a una persona, ad un oggetto,a un ricordo... Per chi i nodi li usa in un determinato ambito, hanno un significato ben preciso, che viene riconosciuto ed utilizzato da coloro che lo comprendono, divenendo cioè un 'linguaggio' silenzioso, come un segnale stradale, che immediatamente -colto dallo sguardo- perviene al nostro sistema di decodifca cerebrale, il quale ce ne rimanda il senso, creando un circuito di azione-reazione, di imput>output. Se osserviamo i disegni dei bambini, nei primissimi anni dell'infanzia, ci accorgiamo come siano costituiti da 'scarabocchi', spesso tracciati circolari che si intersecano, si inseguono senza capo nè coda, ai quali non si conferisce alcun senso, eppure la loro mente è priva di quei condizionamenti che 'assillano' gli adulti. Nel subconscio, forse c'è in ciascuno di noi il retaggio di un 'legame' con 'qualcosa' di ineffabile, di 'trascendente', il bisogno di sentirsi uniti ad un origine di cui abbiamo perso ogni traccia. Tutto, nel mondo che ci circonda, è in realtà in relazione costante. Tutto ciò che esiste nell'universo è costituito dagli stessi elementi fondamentali, dall'aria che respiriamo all'acqua, al fuoco,alla terra. Gli elementi cambiano semplicemente disposizione elettronica, assumendo varie forme, ma ciò che permette questo è il legame che si stabilisce tra di essi, sia a livello microscopico che macroscopico. L'individuo (indiividus=indivisibile) è un sistema energetico che appartiene al 'tutto', una particella infintesima dell' Immensità. Noi non possiamo consideraci 'separati' da quanto ci circonda. Se lasciassimo per un momento da parte le nostre frenesie quotidiane e dedicassimo un Pensiero alla Natura attorno a noi, troveremmo quell'Armonia che gli Antichi avevano saputo coagulare nel quotidiano, trasferendola nelle opere d'arte che in molti contesti sono pervenute fino ai giorni nostri e che con grande fatica ci sforziamo di comprendere. Compito dell'uomo è cercare di affinare i propri sensi per sondare quel Mistero che ci separa dall'interpretazione dei miti, delle metafore,delle allegorie, dei simboli, che sono stati usati per parlarci, per lasciarci un messaggio invariato attraverso i secoli e i millenni e che, un Tempo appannaggio di ognuno, è poi diventato pertinenza di una sempre più ristretta 'elite'. Oggi gli studiosi riscoprono conoscenze già note ai grandi Filosofi dell'Antichità, ad esempio come tra suono e numero vi siano delle precise corrispondenze 'armoniche', alla base di molte costruzioni architettoniche; ma chi potrebbe pensare- guardando un monumento- che esso si possa trasformare in suono? Tutto è energia e tutto vibra su una frequenza ben precisa. L'Armonia è una condizione sperimentabile, una sensazione di benessere che pervade tutto il nostro Essere, e che ci permette di percepire una dimensione 'ultraterrena' quando ci troviamo in determinati luoghi, davanti a determinati stimoli o simboli, determinati colori o suoni, quando ci 'sintonizziamo' su un determinato 'canale', quando sentiamo di 'ricollegarci' al 'divino', con la parte più intima di noi stessi. Il Nodo di Salomone, tanto per restare in tema, simboleggia nella sua valenza originaria proprio l'unione profonda dell'Uomo con la sfera del divino. Eppure, oggi, è difficile trovare una correlazione con il suo significato primitivo, quando lo vediamo occhieggiare nell'insegna di alcune banche, o usato come decorazione di tappeti, rivestimenti civili e industriali, o come soggetto di manufatti di oreficeria o bigiotteria... (1.Le due C sembrano ricordare molto il nostro 'nodo';2. Mosaico moderno;3.Orecchini d'oro-arte moderna) Si direbbe che il simbolo abbia subìto una degradazione, nel suo senso purissimo,relegato a fare da cornice in contesti che nulla hanno a che vedere con esso. Non si interpreti questa asserzione come uno sminuire il lavoro odierno di chi produce manufatti artistici! All'interno di ogni gruppo sociale, sono sempre esistiti personaggi che -per la loro capacità di conoscere profondamente sè stessi e quindi le leggi della Natura- hanno padroneggiato il simbolo, che nel corso del tempo ha avuto molta diffusione, venendo talmente 'inflazionato', da perdere la sua ancestrale 'forza' e sacralità. L'uso indiscriminato dei simboli, infatti, non è stata parallela all'evoluzione spirituale dell'umanità,che oggi si ritrova confusa dinanzi a quanto il passato lascia filtrare. Possiamo solo, se siamo dotati di sensibilità e buona volontà, darvi un'interpretazione a 'posteriori', che non sarà mai totalmente aderente al Pensiero di chi quel simbolo l'ha inciso, l'ha disegnato, l'ha consegnato alla pietra, o ad altro veicolo di trasmissione, suo silenzioso complice La nostra sensibilità deve portarci a penetrare nel significato del simbolo, e per farlo è necessario indagare nel passato, per ritrovare l'Armonia e tutto il suo fascino, ad interrogarci sul perchè esso sia stato uno dei temi più ricorrenti e mirabilmente ricercati in varie forme, colori, aspetti in varie parti del mondo. Provo sempre una grandissima emozione quando mi ritrovo dinanzi a una colonna annodata, ai meravigliosi mosaici di epoca romana o medievale, in cui trionfano intrecci, nodi, spirali,croci, fiori della Vita o labirinti, per ricordarne alcuni. Perchè in un certo senso è come 'fondersi' con l'energia che ha ispirato i loro autori e rivivificarla. Emozione che rasenta la commozione e che conduce mente, cuore e anima verso le più alte mete della Perfezione, alla Ricera dell'Immanente e dell'Assoluto. Ieri Il Nodo di Salomone potrebbe ricollegarsi ad altri simboli 'onnipresenti' e 'ubiquitari' (alcuni esempi nella foto 4), quali la (o il) Swastika (la ruota cruciforme che allude al dinamismo cosmico), la spirale o evoluzione ciclica, i fiori, l'edera (immortalità), la treccia, la croce, la stella a sei punte (o Sigillo di Salomone), che alludono all'unione della Terra con il Cielo, alla circolarità del Tempo, visto come ciclico e non lineare, in cui prevale la necessità di avere un'Ordine.. Così l'uomo, osservando il ciclo della Luna e del Sole,l'alternanza giorno/notte, delle stagioni,della Natura, quindi della vita, ha sempre raffigurato questo susseguirsi circolare di eventi: la nascita, la crescita, l'evoluzione e la morte, per poi riprendere il medesimo ciclo.. Anche se il corpo fisico subiva una lenta degradazione, la speranza o la consapevolezza che lo 'spirito' sopravvivesse, ha fatto sì che egli adottasse una forma di rispetto verso quella dimensione invisibile a cui ha conferito una valenza 'sacra', 'magica'.Investendo i segni (secondo le culture) di un potere particolare, in grado di stabilire un 'ponte' tra la sua dimensione 'umana' con quella divina, assicurava per sè stesso o per i propri cari una protezione sovrannaturale, che poteva anche garantirgli l'immortalità dell'anima. 4
NELL' ARTE RUPESTRE: E' forse la raffigurazione più antica, poichè è una delle prime forme di espressione che l'uomo ha adottato per comunicare concetti, sia astratti che materiali. Nelle incisioni rupestri della Valcamonica (BS), ritroviamo un patrimonio importantissimo a questo riguardo, e non manca certo il Nodo di Salomone, che è visibile sulla Roccia n. 6 a Campanine di Cimbergo,in cui vi sono quattro nodi completi, tra i quali uno è stato eseguito con cura, ed è costituito da anelli a dodici fasce. Il fatto che in uno di questi nodi sia stata posta,in epoca posteriore al nodo, una croce, forse ci indica che questo luogo è stato insignito di una 'risacralizzazione' in epoca cristiana.Potrebbe anche significare che la croce e il nodo siano equivalenti, nel loro significato di 'salvezza' e di unione tra mondo terrestre (il piano orizzontale)e Celeste (verticale,ascensionale). I graffiti in questione vengono datati ad una tarda epoca, post -romana e probabilmente alto Medievale. La 'Rosa Camuna', di cui le incisioni
rupestri abbondano (simbolo adottato dalla Regione Lombardia), lascia
intravedere comunque una 'parentela' con il nostro nodo. O no? Tra l'altro si
confronti questa incisione con un bellissimo
nodo di Salomone ritrovato nei mosaici pavimentali della Domus dell'Ortaglia a
Brescia (oggi parte del complesso museale di Santa Giulia) 5. A Campanine di Cimbergo, il nostro simbolo è presente anche sulla Roccia n.22 e a Foppe di Nadro sulla Roccia n.27. L'arte rupestre svela il nodo di
Salomone anche presso Lipici (Montenegro) e sul passo del Maloja (Alpi Centrali,
Svizzera), di cui foto 6
Sono censiti nodi di Salomone anche nell'arte rupestre africana.
MOSAICI PAVIMENTALI- EPOCA ROMANA E PALEOCRISTIANA
6.1 A partire dal I sec.d.C., troviamo il nodo di Salomone(ma non solo: esso è spesso 'combinato' con i simboli menzionati sopra, stelle, spirali,intrecci vegetali,fiori, swastiche o in geometrie lineari e severe) in profusione sui mosaici pavimentali, sotto l'Impero Romano, ma esso può essere una trasposizione simbolica che tale popolo attinse altrove. C'è da sottolineare che i motivi musivi dei PRIMI SECOLI furono in bianco e nero e solo successivamente policromi. In Italia ve ne sono moltissimi esempi, sparsi in ogni regione e,da qui, hanno valicato i confini delle Province Romane. Per questo motivo troviamo i medesimi motivi in tutto il territorio dell'Impero, pur rielaborati dal gusto e dalle tendenze locali. Ma il significato simbolico rimane immutato. 12 14 17
I Romani amavano il mosaico,tecnica antichissima utilizzata già dagli antichi Sumeri, che impiegavano esigui corpi fittili per decorare con semplici colori pareti e colonne. Si hanno modelli anche nelle culture Meso e Sudamericane, dove venivano impiegati materiali molto diversi, costituiti da pietre dure dai colori magnifici, madreperle, metalli e scaglie di rettili. Gli Antichi Egizi utilizzavano questa tecnica smaltando anche mattoni che poi venivano inseriti in una determinata costruzione,rendendo così le figure di un rilevante aspetto policromo. Gli Elleni o Greci, realizzarono i primi mosaici con scene soprattutto faunistiche,realizzate con ciottoli che levigavano perchè rendessero meglio nell' intento,anche estetico. Il Mosaico conosce quindi una propria evoluzione, divenendo progressivamente raffinato, da realizzarsi con materiale di pregio sempre più ricercato (onici,paste vitree,pietre preziose).Il Mosaico pavimentale di epoca romana, ripreso nel Medioevo, ci fornisce una sublime visione della ricerca dell'Armonia tra l'Uomo e la Creazione. Abbiamo visto poc'anzi (foto n.5) un magnifico 'nodo di Salomone',con gli anelli obliqui, e un altro (foto n.7), ritrovati a Brescia durante gli scavi della cosiddetta 'Domus dell'Ortaglia' , una complesso abitativo di epoca romana (chiamata così,poichè nel Monastero femminile di S.Salvatore, costruito in epoca longobarda, furono effettuati lavori di recupero nell' hortus delle monache), che fu liberata dalla sua sepoltura secolare in due campagne di scavo, quella del 1968 e quella del 2001 e oggi- caso unico nel panorama italiano- i visitatori possono passare dalle sale del museo di S.Giulia (allestito nell'ex monastero benedettino) direttamente nelle abitazioni di epoca romana. Circa quaranta ambienti terrazzati (disposti su livelli diversi, perchè eretti sul colle Cidneo), che mostrano pavimenti a mosaico (esempi nelle foto -15-16-19) e affreschi parietali secondo schemi decorativi tipici di Roma e Pompei, ma presenti anche nelle altre regioni dell'Impero. A Brescia e provincia, il nodo di Salomone (così come gli altri menzionati), è attestato in numerosissime zone.In particolare, nel Santuario della Minerva a Breno, esso sembra potersi associare ad una valenza magico-taumaturgica, connessa alla dea e all'acqua curatrice, valore che verrebbe rinforzato dal fatto che soprattutto nei secoli seguenti, esso sarà un motivo frequentissimo nelle Terme Romane.
La più antica rappresentazione del nodo di Salomone che ci sia nota,almeno per il momento, su pavimento musivo, si trova nella villa dei Volusii Saturnini, presso il Lucus Feroniae a Roma, ambiente 12, databile al I sec.d.C.., ovvero il bosco sacro alla dea Feronia (pendici del Monte Soratte-Capena) Si è già detto che ,a partire da questo momento in poi, il nodo ha una diffusione enorme. In questa sede si propongono solo alcuni esempi dei numerosissimi esemplari conosciuti fino a oggi,che speriamo di arricchire con sempre maggiori ricerche e magari con le vostre gradite segnalazioni! Pompei (foto 14, pavimento musivo raffigurante un labirinto con un motivo centrale a scacchiera, simbolo del destino), dove già negli anni compresi tra il 50 e il 79 d.C.(anno dell' eruzione vulcanica che la seppellì) è attestato il nodo di Salomone come tra i simboli più comuni e connotati nel repertorio musivo delle case private,insieme a pelte (scudi),svastiche,spirali,scacchiere,edere ed acanti...). Aquileia, dove sono numerosi
i simboli provenienti da oriente e si possono trovare sia in abitazioni civili
che in edifici religiosi.I simboli che più di frequente appaiono nei mosaici
sono la Swastika ed il Nodo di Salomone, che in questa immagine appaiono
sovrapposti Si può ipotizzare l'intenzione di rappresentare le quattro Forze della Natura ( Fuoco, Acqua, Cielo, Terra) che "girando in senso antiorario sviluppano la grande energia presente nell’universo; nel senso contrario, invece, ne raccolgono l’essenza.Nei mosaici aquileiesi sono presenti ambedue le direttrici rendendo unica la simbologia di queste forme". La foto n.20 ritrae un frammento musivo venuto alla luce negli scavi nell'area delle Arche Scaligere a Verona. Il Nodo lo ritroviamo anche nello splendido complesso di Villa Adriana a Tivoli (RM), dove è presente insieme ad altre simbologie che in questo periodo (foto 17-18) -tra il III e il IV sec.d.C.- si ammantano di uno spiccato significato magico-apotropaico, religioso ed esoterico. Si assiste ad una intensa riproduzione figurativa, quasi ossessiva (si pensi che in uno stesso edificio il medesimo segno si ritrova ripetuto decine e centinaia di volte!). Così come nell'Antica Arte Egizia, e di molti altri popoli, al simbolo viene attribuito un potere e spesso lo troviamo correlato alle divinità, raffigurate singolarmente o in coppia. L'Uomo -quale rappresentante di dio sulla Terra- trova posto in questo linguaggio mitico e allegorico: il nodo è visto come nodo d'amore, di legame sacro e indissolubile, oppure correlato ai cicli stagionali, alle attività umane, alla vita animale, soprattutto acquatica. Nelle foto 9 e 10 possiamo ammirare il Nodo di Salomone(mentre la n.11 mostra la Svastica,conosciuta anche come 'croce uncinata' ), ritrovato nella sala denominata "H", nella domus dei Coiedii (dal nome della gens senatoria omonima) a Suasa, vicino a Senigallia (AN); osserviamolo in due contesti apparentemente diversi tra loro: nella prima è inserito in uno schema geometrico (rombo e quadrato,contornati da trecce) e nella successiva è inserito in una serena scena faunistica (si vedono un volatile e un delfino), comunque inserita in un sistema di geometrie e con l'immancabile motivo ad intreccio.La Villa è da datarsi tra il I e il II sec.d.C. .e occupava un'area di tremila mq.e il mosaico è costituito da undici file di sei formelle, figurativamente alternate. Vi compaiono:nodi di Salomone, il fiore della Vita, la Svastica, la stella a sei punte e altre due figure, che si ripetono con un'armonia matematica tale che-diagonalmente- si ottengono file uguali (con lo stesso segno).In totale i simboli sono 66. 22 Anche la Rimini Romana ebbe i suoi splendidi mosaici,come quello che si vede nella foto n.12,proveniente da un frammento di mosaico pavimentale di Palazzo Diotallevi,risalente al II sec.d.C.. Il nodo di Salomone è stato rinvenuto anche in contesti a carattere funerario, sia italiane che straniere. Proseguendo una lettura 'cronologica' del nostro simbolo,e con esso i suoi 'colleganti', arriviamo al declino dell'Impero Romano d'Occidente, nel 476 d.C.. Si assiste ad un periodo di cambiamenti politici,religiosi,ideologici e sociali. I 'culti misterici' pagani, devono scontrarsi con l'avvento della nuova religione, il Cristianesimo, che comunque non soffocherà il vigore dei simboli, che infatti si manterranno, reinterpretati e rivisitati dagli artisti di epoca cristiana. In questo si deve vedere comunque il messaggio 'esoterico' del simbolo che,come un camaleonte, sa trasformarsi e cambiare pelle in base alle mutate situazioni,ma non cambia nella sostanza di "Messaggero Universale", apportatore e prosecutore di quella Consocenza che va sotto il nome di 'Tradizione'. E'soprattutto nelle grandi Aule Teodoriane, ad Aquileia,
e nelle Venezie (Trieste, Grado e tutta la zona limitrofa che
accolse una moltitudine di 'profughi' che fuggivano dopo l'invasione di Attila),
che si hanno le maggiori rappresentazioni dell'arte paleocristiana, nei secoli IV
e V d.C., che sono come 'libri pavimentali' in cui il nostro 'nodo di
Salomone' gode di una riconsacrazione, venendo adottato come simbolo cristiano e
come modello tra i più autorevoli anche per i secoli seguenti. Così lo vediamo
insieme ai consueti intrecci,alle croci,alle pelte, ai fiori, ai motivi
vegetali,ai cicli stagionali, con gli angeli,i personaggi del Vecchio e del
Nuovo Testamento, ma anche personaggi mitologici, e spesso con l'agnello
crucifero che campeggia come motivo centrale o il Buon Pastore (figura che però
non è esclusiva dell'iconografia cristiana,come per tempo si è ritenuto).La
Basilica (il Capitolo) di Aquileia:la costruzione originale risale
23 24 24 a. d.. E'anche probabile che, per i primi cristiani perseguitati, l'arte musiva costituisse un'opportunità per veicolare il nuovo messaggio cristologico, in cui è invariante il concetto di legame tra Dio e l'Uomo, tra Spirito e Materia, che conduce alla ricostituzione dell'Unità. Una testimonianza di nodo in ambiente termale, ci perviene dalle cosiddette Terme di Agrippa (ad egli attribuite per via di un frammento di epigrafe, che fu inglobato successivamente nell' altare maggiore della Chiesa di S.Pietro, a Montebuono al Muricento-Rieti). In questo luogo sono stati rinvenuti (sotto il vano di calpestìo) resti di una villa romana, con pavimenti musivi e ambienti affrescati 25.0.
Dal 402 d.C. era divenuta capitale dell'Impero d'Occidente la città di Ravenna, che anche con la conquista da parte Bizantina continuò a rivestire un'importanza speciale e ad essere la culla di una cultura musiva che ancora oggi può farci immaginare lo splendore del suo aspetto originario. Nella foto n.2 un nodo di Salomone. Nella foto n.13 ci troviamo invece in Carnia,
a Colle Zucca, dove è stato rinvenuto (tra il 1972- '74) un
complesso archeologico
di inestimabile valore storico.
Questo complesso cultuale tardo-antico, protetto da una grande tettoia in
ferro-plexiglas, è costituito dai muri di: In Oriente, durante l'impero Bizantino, soprattutto, si sviluppò il simbolismo del Nodo di Salomone, specialmente tra il IV e il VII sec.,dove lo si ritrova accanto a motivi iconografici cristiani, quali il monogramma di Cristo, oppure come motivo centrale di iscrizioni dedicatorie,preghiere,iscrizioni elevate a Dio.Spesso accompagnato dai simboli già visti. Nella Basilica della Natività,a Betlemme, è conservato forse uno dei pezzi più emblematici per comprendere questo simbolo,che si trova in un riquadro,accanto ad una svastica e alla scacchiera; al centro sta l'iscrizione cristologica IX0YC. Il Nodo è stato evidenziato in Anatolia, in Libano, in Giordania, Transgiordania, a Cipro, in Israele, in Siria, Tunisia; in Europa: in Francia, Germania, Pannonia,Ungheria,Gran Bretagna, Grecia,Svizzera, Austria... Nelle sinagoghe di Bova Marina, IV secolo d.C. (RC) e di Husifah (Israele), V-VI sec.d.C., è affiancato alla Menorah,candelabro a sette braccia (per inciso:esistono Menorah anche a otto braccia), uno dei simboli biblici più noti e importanti,rappresentazione dell'albero della luce risplendente fino a Dio. In ambito ebraico, il nodo di Salomone, potrebbe rivestire una particolare funzione di unione e di Alleanza, fra Dio e il suo popolo, la Legge e la Fede. Splendidi mosaici pavimentali policromi (di epoca romana) sono stati portati alla luce nella cittadina di Matelica(MC),segnalati e fotografati dall'amico Danilo Baldini,che ce ne ha inviato gentilmente le foto: Nella prima immagine,il
Nodo di Salomone 'contorna'un'immagine centrale,in un disegno prospettico
geometrico,in cui si alternano vari simboli.Nella foto successiva lo vediamo al
centro di un quadrato(rombo)in un intreccio 'doppio'.Nell'ultima della serie si
vede bene nel dettaglio il Nodo di Salomone in una cornice doppia
quadrata,collegata 'idealmente'simbolicamente a tutto il resto del disegno
e,sotto,un motivo a intreccio che ricorda molto quelli presenti ad Aquileia
(foto 22-24) ma in generale si può osservare come lo stile e la tipologia sia
sovrapponibile in numerosi contesti indagati. I colori predominanti sono
l'arancio,il verde,il bianco e il nero. I mosaici provengono dalla Corte del
Palazzo Ottoni a Matelica e uno in particolare è in ottimo stato
conservativo,dopo tanti secoli.Furono 'salvati' appena in tempo:sul sito doveva
sorgere una centrale termica! Sempre a Matelica,nel Museo Archeologico di Palazzo Finaguerra,abbiamo trovato un altro bellissimo mosaico pavimentale(proveniente dall'ex Palazzo Chierichetti),ma sicuramente più antico di quelli visti appena sopra,perchè costituito da tessere bianche e nere,come tradizione romana antecedente.Infatti è datato al I sec.d.C. E'anche curioso -e lo facciamo notare- perchè gli unici motivi non geometrici sono costituiti da Fiori della Vita che si ripetono.Sono inscritti in esagoni regolari,scanditi da una stella a sei punte o esagramma(Stella di Davide o Sigillo di Salomone),a sua volta inscritto in esagoni concentrici.Anche qui la prospettiva conferisce all'insieme un effetto 'tridimensionale',bellissimo! 25.4 25.5 DALL'ARTE LONGOBARDA AL MEDIOEVO Dalle 'ceneri'dell'Impero Romano doveva risorgere (se mai fosse morta) l'arte sublime degli antichi Maestri dell'Arte edile, con i Longobardi, che nel VI secolo discendono in Italia dalla regione della Pannonia (stando alle fonti), i quali seppero esprimere forse più di altri quel fenomeno di integrazione fra la tradizione latina e quella greco-bizantina. Ricca di intrecci e annodamenti, di stilizzazioni zoomorfe e antropomorfe, l'arte dei "barbari" (come venivano chiamati" Burgundi,Alamanni, Avari,Goti,Vandali, Eruli,Turingi,Winili (cioè Longobardi),mantiene il simbolo del nodo di Salomone nel repertorio di arte germanica. Lo ritroviamo un po' ovunque, dall' ambito funerario (profondo significato spirituale, unione di due dimensioni), ai finimenti da guerra (in questo contesto potrebbe vedersi una sua valenza di magia apotropaica, di forza e protezione al guerriero), e -da segnalare - un caso unico: un anello alamanno che reca inciso il nodo di Salomone (VI- VII sec.d.C.). Ciò induce ancora una volta a riflettere sul grande valore simbolico assunto da questo emblema, poichè l'anello (simbolo di eternità) è di per sè rappresentativo di unione,alleanza e fedeltà, congiunzione di destini e può assumere risvolti magici. La presenza del nodo di Salomone potrebbe indicare il potenziamento di questi significati. Dai mosaici pavimentali romani e paleocristiani, i simboli migrano sulle lapidi,sui plutei,sulle lastre, sugli oggetti preziosi,come possiamo ammirare in questa breve galleria di immagini: 25 28 31 34 Foto 25:lastra detta 'di san Paolino' con i simboli degli Evangelisti Luca e Giovanni (Cividale del Friuli,Ducato del Friuli- Museo Cristiano): n. 26:frammento di pluteo con intrecci e fascia di nastro (museo Nazionale di C.d.F.): n. 27:pluteo detto di Sigualdo (particolare della croce con treccia,rosette,palme);n. 28: frammento lapideo di età longobarda, dal chiostro della Basilica di S.Zeno (VR); n.29:Pluteo con raffigurazione di uccelli,motivi vegetali,croce e nodi di Salomone (museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli), n.30: frammento di pluteo con simboli solari,motivi vegetali e tralci di vite,gigli stilizzati disposti a formare una 'croce di S.Andrea' ( dal Tempietto Longobardo, di Cividale del Friuli); n.31:timpano di ciborio con foglie d'acanto,simboli vegetali,solari,al centro due animali che si volgono alla corona centrale, con motivi annodati(Museo Cristiano di Cividale); n.32:particolare della lastra posteriore detta 'delle reliquie',dall'Altare di Ratchis" (museo Cristiano di C.d.F.);n.33 Fronte posteriore di altare longobardo (S.Pietro in Valle-Ferentillo.Ducato di Spoleto); n.34:particolare della fronte anteriore dello stesso manufatto.Si notino i simboli solari, spirali,fiori della Vita,nodi e simboli legati al mondo vegetale.Tutti i pezzi sono databili tra il VI e il VIII secolo d.C.; n. 35:frammento di pluteo che raffigura un pavone,simbolo cristiano ma anche esoterico (non visibile nell'immagine)inserito in un contesto di motivi vegetali,uva e nodi (Museo di S.Giulia,proveniente dall'ex Monastero Longobardo, Brescia). Il termine 'pluteo', deriva dal latino PLUTEUM che significa 'parete di difesa', riparo, sorta di balaustra a lastre massice che ricinge un settore interno della chiesa, come il Presbiterio,la Schola Cantorum. E' una soglia, poichè separa due zone distinte:quella 'profana'da quella sacra. Per questo hanno molta importanza i simboli che venivano incisi su queste lastre di separazione. Un esempio lo abbiamo ancora oggi nella Basilica di S.Sabina,a Roma,dove la Schola Cantorum è costituita da un meraviglioso recinto di lastre datate al IX sec.,completamente rivestite di incisioni e motivi assai simili a quelli appena visti.Eppure l'epoca cui viene attribuito è posteriore a quella Longobarda,essendo che -nel IX secolo, i Carolingi hanno preso il potere,con Carlo Magno che ha fondato il Sacro Romano Impero, ambito in cui si accresce il carisma della Chiesa di Roma. Fervono cantieri un po' ovunque, dalle piccole pievi di campagna alle chiese urbane. I nostri simboli sono ora sparsi su capitelli,archi,mensole,pilastrini delle Abbazie,su plutei,architravi... 36 41 44
Iniziamo a vedere anche nodi variati nella struttura,pur restando legati al nostro modello (foto n.41 in alto a sinistra e foto 45 (due nodi ai lati dell'archetto sopra la porta d'ingresso dell'Abbaziale di Castel S.Elia- VT- IX sec.).
45 46 L'Arte Celtica d'Irlanda-che
notoriamente è maestra in fatto di intrecci e annodamenti- in questa epoca
prolifica.L'Impero Romano non potè mai conquistarne il territorio, che
conservò le proprie tradizioni; nell'epoca post-romana, assistiamo(con l'arrivo
dei primi MONACI CRISTIANI apportatori del nuovo messaggio Evangelico),ad un
processo duplice, in cui il cristianesimo capì che non poteva operare
nessuna 'conversione' e mediò con la 'trasposizione' dei preesistenti culti
mentre, da parte dei locali, non vi fu difficoltà a investire di determinati
'poteri' (anzichè gli 'spiriti'),i Santi. L'arte cristiana irlandese risalta
per la magnificenza e la raffinatezza mutuati dall'arte celtica. Dal V al X
secolo le croci scolpite si ammantano di nodi, intrecci,si sviluppa l'arte della
Miniatura, di cui l'esempio migliore è il Libro di Kells, un evangelario che è
ritenuto il pezzo più prezioso d'occidente,dove un nodo multiplo è nel busto
di un personaggio sacro del Vangelo di S.Marco, un altro nel decoro della M a
fianco del viso di un monaco, un terzo origina dalle capigliature intrecciate di
due enigmatiche figure nell'incipit del Vangelo di S.Giovanni, in cui sono
ripetute continuamente le varianti delle triskele(o triskelion) spiraliformi
Intorno al Mille (tra il secolo XI e XII), vi sono grandi cambiamenti negli assetti politici dell'Occidente cristiano,e di conseguenza ne risente anche l'arte, che in questo periodo inizia a caratterizzarsi con uno stile che verrà appellato,in seguito, Romanico, poichè ricorda quello dei romani. C'è infatti la riscoperta (per quanto riguarda ovviamente il nostro simbolo e i suoi compagni) del MOSAICO come veicolo di ricerca del bello e del narrativo. L'impronta cristiana non esclude che -come sempre è accaduto- gli artisti o i loro committenti abbiano voluto inserire nel contesto Vetero e Neotestamentario anche elementi 'pagani', per comunicare il messaggio ermetico che,è stato detto più volte, è universale, travalica le religioni, le filosofie, i confini geografici e spazio/temporali! Attraverso le Crociate, pare accertato che l'antica Sapienza orientale refluì in Occidente e con essa quella corrente esoterica che con i Templari, probabilmente, accelerò il passo verso l'Europa e l'Italia.
Il Simbolo prosegue e accentua la propria presenza, ora soprattutto nelle Basiliche,nelle Chiese rurali e cittadine, nelle Abbazie che ad opera dagli ordini monastici dei Benettini prima e dei Cistercensi poi, comunicano lo slancio supremo verso il Trascendente, la dimensione Spirituale che è ricerca di salvezza dell'uomo e della sua realizzazione su questa terra. Il nostro nodo continua ad essere uno dei motivi più presenti ed engimatici in vari contesti, quali i
Abbiamo il nodo su mosaici medievali anche a Ravenna,presso la Chiesa di S.Giovanni Evangelista e in Provenza.
50
52
Miniati:
Nei Codici, il nodo è rappresentato in diverse tipologie e con valenza simbolica in miniature,Evangelari,traduzioni di Epistole Paoline (particolarità: nel Codice Pentaglotto,conservato nella Biblioteca Ambrosiana di Milano, su cinque colonne diverse,corrispondenti a cinque lingue diverse ossia la etiope,la copta,la siriana,l'araba e armena,viene invariabilmente riprodotto,all'inizio, il nodo di Salomone=unità e sacralità del messaggio nella pluralità dei linguaggi).
Ha avuto, sicuramente,anche valore ornamentale (in questi casi la sua presenza potrebbe essere rilevata sui bordi delle pagine delle miniature, all'interno di lettere miniate o in testi di argomenti generali).
(particolare
della pergamena:si notino,tra l'altro,i curiosi "simboli"a corredo del
testo,tra cui spicca un evidente Nodo di Salomone)
Altri
nodi continuano ad essere raffigurati a profusione in contesti diversi,ad
esempio questo magnifico nodo 'a otto',o disteso, 54 55 56
57. Geometrie che si rincorrono e si annodano negli splendidi mosaici pavimentali della Basilica di San Crisogono in Trastevere(XII sec.), per lo più originali,spettacolari e tra i meglio conservati di Roma 58. 59 60 60.1 61
NEL RINASCIMENTO E OLTRE... La società europea,preda delle guerre,carestie,pestilenze, subisce nel '400 un periodo di Rinnovamento in molti campi.La mente umana ha desiderio di muoversi,di creare nuove forme del bello ma,al contempo,di tornare al classico;i simboli geometrici sembrano perdere la loro onnipresenza, per lasciare il posto -in apparenza- a forme meno 'rigide'.Ma in realtà, gli artisti continuano a inserire, più o meno velatamente, gli stessi simboli,che ritroviamo ad esempio nei dipinti di artisti 'minori',nelle piccole pievi rupestri o nelle chiese periferiche,montane soprattutto,dove forse il retaggio di un culto 'pagano' continuava ad essere in un certo qual modo radicato nella devozione popolare,pur se adattato al credo cristiano,soprattutto Mariano. 63 64 Se gli amanuensi avevano inserito nelle splendide miniature di epoca precedente,annodamenti vari in forme variegate, ora-con l'avvento della stampa a caratteri mobili- anche il simbolo del nodo subisce una 'stilizzazione',e lo ritroviamo spesso 'riquadrato' (anzichè curvato).Si ha anche un riaffiorare del simbolo del nodo di Salomone nella produzione ebraica di alcuni codici miniati;ma anche su elementi di corredo militari (elmi ,scudi,alabarde,etc.) forse a significare una radicalizzazione di valenze magico-talismaniche,propiziatrici di forza e coraggio.Usato anche dai grandi artisti rinascimentali,come Raffaello (Accademia Carrara di Bergamo,Raffaello Sanzio, S.Sebastiano,1501-1540,Cacciata di Eliodoro al Tempio,1511-'12,Stanze Vaticane),Piero della Francesca(Madonna con Bambino e Santi,1470, Milano,Brera),Parmigianino...
In questo periodo,caratterizzatodalla traduzione da parte degli 'umanisti' alle corti signorili, di testi classici ed ermetici, si assiste all'associazione del nodo con quello remoto del labirinto,identificato con un percorso iniziatico teso alla conquista di un 'centro', il nocciolo divino che -addentrandosi nelle profondità dell'anima (e della materia in un duplice cammino alchemico)- porta alla Rinascita. Alcune chiese rinascimentali vengono edificate seguendo una pianta a croce greca che ricorda molto un nodo di Salomone(del resto il braccio orizzontale è assimilabile alla terra,e quello verticale al cielo,nel 'centro',si verificala perfetta unione tra le due 'parti' ,in cui si realizza l'Uomo Perfetto e,per estensione, il Regno di Dio, la Gerusalemme Celeste).Studi di questo tipo,furono intrapresi da Donato Bramante e suoi allievi e da Leonardo da Vinci.
L'Età dei Lumi sembrò portare un affievolimento progressivo dell'utilizzo del 'nostro'simbolo, che sicuramente a livello sotterraneo,per una certa 'elite' ha continuato ad assumere la valenza di sempre.Sono poche,per quanto sono le nostre conoscenze attuali, le rappresentazioni del nodo di Salomone tra il XVII e il XVIII secolo,se non per un 'guizzo'di rinverdimento nella sua presenza soprattutto in Francia e in ambito ecclesiastico(chiese,rifacimenti o ricostruzioni,a volte prendendo a 'modello' ciò che si trovava in loco precedentemente,come nel pavimento musivo di Sorde l'Abbaye (Landes),realizzato tra il 1893 e il 1900 da un artista italiano,che riproduce i motivi classici del nodo di Salomone fra volute d'edera,come probabilmente aveva visto nei vicini pavimenti paleocristiani. In Italia sono segnalati vari
luoghi in cui si 'risveglia'l'utilizzo di questo simbolismo tra '800 e
'900(facciata della chiesa di Sant'Eustorgio a Milano,mensole laterali
del portale dei Ss.Vitale ed Agricola a Bologna,nel complesso basilicale
di Santo Stefano;attorno al sarcofago di S.Colombano,a Bobbio,cripta
dell'Abbazia,nel pavimento rifatto;lacerto musivo del II secolo,riposizionato
nel 1923 presso l'altare di S.Maria della Consolazione a Este(PD); nel
portale della sinagoga (1910)di Trieste...).Un esempio che ho potuto
rilevare personalmente, in ambito non religioso, è sul monumento ad Arnaldo
da Brescia,che prospetta sull'omonima piazza,nella fascia sopra le
colonnine,in marmo rosso. Vengono segnalate presenze di nodi Salomonici su portoni di abitazioni civili nell'alto comasco,o su steli recenti in Bretagna: farebbero ipotizzare un legame con una tradizione legata alla magia apotropaica? 72 E...DOMANI? La risposta nel passato? Dopo aver ripercorso la presenza del 'nostro' nodo(singolarmente o unito ad altri simbolismi) nel nostro 'ieri' e nell' oggi, diamo una veloce occhiata a cosa ne potrebbe essere di lui. Quanti di noi oggi,guardando l'insegna di una banca o di un bel pavimento in casa propria o altrui,riproducente le fattezze di un Nodo di Salomone,sanno realmente cosa sia? Quanti corrono con il pensiero a queste, seppur scarne, testimonianze di un glorioso passato,che lo ha visto protagonista attraverso la storia, a volte utilizzato in modo profondo(unione del terrestre con il celeste, il piano materiale con quello spirituale),altre volte (è indubitabile) a semplice scopo decorativo,altre ancora copiato senza forse conoscerne nemmeno il simbolismo,quando il tempo ne abbia affievolito il ricordo...Noi abbiamo tentato di penetrarlo,come sempre, facendo i nostri consueti 'due passi' in questo mistero millenario. Osserviamo questa immagine: Una nuova branca dell'astronomia,l'archeoastronomia,sta cercando oggi di precisare alcune informazioni in merito ad alcuni reperti antichi,quali le incisioni rupestri,i megaliti,i Castellieri, le tombe, le piramidi,le cattedrali,i santuari...Lo sta facendo utilizzando i programmi astronomici, che ci dicono come si dovesse trovare il 'cielo',con le sue stelle e i suoi pianeti,il Sole e la Luna,in ben determinate epoche storiche,per verificare se questo meraviglioso filmato all'aperto possa aver destato nei nostri predecessori la necessità,il desiderio e la capacità di 'impressionare' -come su una pellicola fotografica- precisi eventi astronomici, per immortalare forse per sempre sulla terra ciò che vedevano nel cielo. Uno studio abbastanza recente,che prosegue, a quanto mi consta, attualmente,e che ritengo interessante,è quello del prof.Brunod, il quale ha stilato un'ipotesi di "Tridimensionalità e prospettiva bidimensionale nei grafi astronomici degli antichi camuni".In quest'ottica,il nostro simbolismo troverebbe forse(è doveroso usare il condizionale) una genesi nella primitiva 'rosa quadrilobata' (e,ancor prima,in una forma a U letta astronomicamente) e una spiegazione(che non esclude affatto le altre) legata alla ciclicità dell'astro più importante,un tempo come ora,apportatore di luce,di calore,di vita.Alternanza e Ciclicità e,conseguentemente,del tempo,dei giorni,delle stagioni,dell'esistenza umana. Genesi dei segni astronomici(estratto dallo studio di G.Brunod) "[...]Queste figure erano adattate alla bisogna per fungere da trascrizioni bidimensionali di un movimento celeste ad archi. I moti celesti infatti avvengono per trasferimento degli astri da Est ad Ovest; essi sono trascrivibili in una semicirconferenza. Aggiungendo che nel corso del tempo essi si spostano anche da Nord a Sud. La trascrizione bidimensionale in uno schema senza prospettiva di questi moti complessi che si svolgono nello spazio e nel tempo può aver generato figure altrettanto complesse come il Nodo di Salomone. Già da ora si può immaginare ed ipotizzare un percorso genetico che dalla ceramica Vucedol porta alla "rosa" quadrilobata assegnabile all'età del Bronzo per arrivare da questa alla "rosa" a "svastica" e al Nodo di Salomone".
http://www.domusortaglia.it/welc.htm (per la Domus dell'Ortaglia-BS) http://www.pompeiisites.org/database/pompei/pompei2.nsf/pagine/i%20siti%20archeologici?OpenDocument (per Pompei) http://www.avocebassa.it/storia_aquileia.htm (Per Aquileia) http://www.giovannirinaldi.it/ (per Suasa) http://digilander.libero.it/MontebuonoOnLine/spietro.htm (per Montebuono al Muricento) http://www.comune.ra.it/turismo/storia/storia_pav.htm (per Ravenna Antica) http://www.cjargne.it/giacimenti/collezuca.htm (per complesso romano in Carnia) http://www.comune.verona.it/scaviscaligeri/scaviscaligeri.htm (per scavi Arche Scaligere a Verona) http://www.scuolaborgogna.it/smaria/mosaici.htm (per mosaici medievali a Vercelli) http://linux.lettere.unige.it/briquet/tipi/101.htm (per le filigrane genovesi) http://www.mondellolido.it/pagine/cenni%20storici/lo%20cascio/nodo%20di%20salomone.htm(interessante sito relativo al nodo di Salomone in terra di Sicilia) http://www.tabvlarasa.com/cgi-local/SoftCart.exe/online-store/scstore/p-kitsalomone.html?E+scstore (per 'costruirsi un Nodo di Salomone'!) http://www.adamart.it/inserti.htm (studio di vetrate artistiche e mosaici moderni sullo stile Antico) www.silvanodanesi.org (per approfondire la presenza del nodo di Salomone in Val Saviore) Bibliografia essenziale:
|