TESORI DELLA V A L C A M O N I C A
(immagini e appunti di
viaggio di Marisa Uberti)
Una splendida giornata
di sole, in questo febbraio 2005, sembra l'anticipo di Primavera e,con esso, la
voglia di ritornare in Valle, quella dei Camuni.
Vi eravamo stati nel settembre 2002,per visitare
il Parco delle Incisioni Rupestri di Ceto-Cimbergo-Paspardo, famose in tutto il
mondo; recentemente, i Camuni sono stati protagonisti di un' altra
sezione di questo sito,che a loro ho voluto dedicare. Ogni volta è una
scoperta meravigliosa, sulle tracce di un passato che continuamente si 'evolve',
è strano a dirsi eppure è così, perchè le nostre conoscenze su di loro sono
costantemente in 'aggiornamento', in base ai ritrovamenti,agli scavi e agli
studi che vengono effettuati conseguentemente.La terra dei favolosi Camuni ci
continua a regalare emozioni, restituendoci poco per volta ciò che custodisce
gelosamente da secoli e da millenni.
Non si può entrare nel
mondo della civiltà Camuna se non si è visto,almeno una volta, l'ambiente
naturale in cui hanno vissuto. Non solo:nel 16 a.C. la Valle venne conquistata
dai Romani,che hanno lasciato testimonianze importantissime e sulle cui orme
oggi ci intratterremo, per poi spostarci -come in una affascinante 'macchina
del tempo'- al periodo Medievale, di cui ancora restano incantevoli baluardi
che ci dicono come questa zona fosse altamente ambita in ogni tempo, oltre per
la posizione di privilegio(naturalmente protetta dalle montagne e ideale snodo
di comunicazione), per ciò che forniva,per la vita materiale e
spirituale,soprattutto in relazione alla sacralità delle sue acque,mai
considerata spenta e i suoi misteri millenari. Ambiente in cui l'uomo aveva da
tempi remotissimi stabilito un contatto intimo con la Natura e con le Forze che
la governavano, un ambiente geografico straordinariamente suggestivo,che parte
dal lago di Iseo e si inerpica, risalendo fino all'origine del fiume Oglio,
all'Adamello(e viceversa). Un percorso che è ricchissimo di bellezze naturali e
paesaggistiche, di storia, di arte, di sapori e di colori, di Simboli
e tradizioni culturali, in cui convivono- tutt'oggi - antichi culti
'pagani' accanto a quelli cristiani.
Lascio alle immagini il compito di guidare
il lettore attraverso un percorso di visita semplice ma gratificante per chi,
come me, ama ritrovare le tracce del nostro passato e, perchè no, qualche
angolo 'insolito' dove ficcare il naso! Sapete, infatti, come le mie visite
siano rivolte soprattutto a questo e devo ammettere che di alcuni angoli
presentati qui, a priori non sapevo nulla, ed è stata una scoperta
entusiasmante e stimolante. Li ho trovati, osservati, mi hanno incuriosito e li
ho 'immortalati'. Speriamo che-a posteriori- si possano ritrovare notizie
aggiuntive.
Ho inserito alcuni dati
essenziali per avere la possibilità di sapere dove mi trovavo quando ho
scattato la foto e, per chi lo
desiderasse,tramite alcuni collegamenti ipertestuali, si
troveranno alcune notizie di approfondimento. Una pagina di
ricerca che è destinata ad evolversi, grazie anche al vostro desiderio di
condividerla.
.
1 Il lago
d'Iseo.Il paesaggio cambia quasi senza accorgersene e ci si ritrova affondati
tra una corona di montagne,che accompagneranno tutto il viaggio.
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3.Museo
Archeologico Nazionale di Capodiponte(BS):nel parcheggio sono 'sistemati'
innumerevoli pezzi di varia foggia,probabilmente provenienti da scavi romani
nei dintorni.Sono visibili capitelli e basi di colonne,oltre a lastre e altri
reperti litici. Il Museo si trova sulla Strada Statale e conserva, insieme a
qualche reperto pervenuto da altre località della Valcamonica,
4(clicca
per ingrandire), soprattutto pezzi di epoca romana venuti alla luce in
questa cittadina, l'antica CIVITAS CAMUNNORUM,che
i romani avevano eletto come Capitale Amministrativa della Valcamonica durante
la loro dominazione.Il percorso si snoda su tre aspetti:il territorio,la città,i
culti e le necropoli.
Tra i reperti più notevoli,frammenti di mosaico
pavimentale molto ben conservato,provenienti da un edificio pubblico che si
trovava vicino alle TERME (I-II sec.d.C.). Si noti la
geometria e il Nodo di Salomone, elemento
simbolico largamente presente nella Valle Camonica.
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Paiolo con attacco dell'ansa a croce latina e tracce di antichi restauri(bronzo,II-I
sec.a.C.). Come non
notare la somiglianza con la chiave della vita Egizia(anck)? Deformazione
mia personale?
Tra i vari oggetti conservati nel Museo,molti oggetti in
terracotta,di cui diamo un esempio
10,che
riportano un 'marchio di fabbrica'.Alcuni reperti recano iscrizioni in un
alfabeto forse retico.Sono altresì presenti bolli laterizi da località
varie della Valcamonica;le sigle corrispondevano a marchi di fabbrica e
attestavano la provenienza di un pezzo da una determinata fornace.
11Su
questo pezzo forse una sigla in alfabeto retico?
12 La statua
della MINERVA è un gioiello che qui si conserva e proviene dagli scavi
tuttora in corso in località Spinera, tra Breno e Cividate Camuno.
E'alta 190 cm ed ha il capo cinto da un elmo attico con figura di sfinge.Si
ritiene che sia la più bella replica di epoca romana(ne esistono solo tre al
mondo) di un originale greco del V sec.a.C., raffigurante Athena Hygieia. La dea
era protettrice della città, dea della salute legata alle acque, il cui culto
era diffuso in tutto l'Impero Romano..La dea,ritrovata nel 1986-87 priva delle
braccia e senza volto(oggi ricostruito), era venerata in un Tempio,
che doveva essere come si vede nella ricostruzione
13.Possiamo
soltanto immaginare quale dovesse essere l'atmosfera di 'sacralità' respirata
in questo Tempio,che era stato eretto in un luogo già in precedenza
sfruttato(dai Camuni) per virtù considerate sanatrici; sorgeva ai piedi
della Montagna 'sacra', dalla quale sgorgava una fonte di acqua naturale,
che andava ad alimentarlo direttamente. In questo periodo, presso il Museo, è
allestita anche una mostra(3^rassegna espositiva"Cibi e sapori
nell'Italia Antica'), che evidenzia il rapporto degli antichi con i doni
della terra e quale fosse il significato di offrire il cibo agli dei
venerati nel territorio Camuno all'epoca romana. I reperti provengono in larga
parte dal Santuario di Minerva di Breno(tegami,vassoi,incensieri,brocche,coppe
databili tra il I e il IV secolo d.C.).La pratica dell'offerta del cibo
agli dei passava per una serie di cerimonie,che andavano dalla processione,alla
purificazione e alla libagione rituale sempre accompagnate dalla preghiera alla
divinità. Sull'ara antistante l'ingresso del Tempio,avveniva il sacrificio
rituale dell'animale prescelto e offerto alla divinità.
14.Sacrae mensae
15(cliccare per ingrandire)
16.
Plastico del Santuario di Minerva a Breno,come è
oggi
Senza spostarci da Cividate Camuno,ci trasferiamo
nell'area del teatro e dell'anfiteatro Romano(Parco Archeologico),portati
alla luce rispettivamente nel 1972 e nel 1984.
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Questa vista, dalla strada che passa superiormente ai resti, offre una
spettacolare visione sia dell'impianto che del paesaggio naturale che lo
circonda.
Quando mi sono trovata direttamente all'interno
dell'area archeologica, ho provato una sensazione di benessere inspiegabile,come
se la corona di montagne all'intorno mi avvolgesse in un affettuoso abbraccio.E'
stato molto significativo.
18.Le cime in parte innevate,le ombre proiettate dalle montagne poste dal lato
opposto,la pieve romanica con il suo campanile,il cielo azzurro e terso,mi hanno
convinto che questa terra da sempre sa come farsi amare.
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23.
Il
teatro romano di Cividate Camuno fu eretto nella seconda metà del I sec.d.C.e
vi si rappresentavano opere di grandi poeti greci e latini,tragedie e
commedie.SI svolgevano anche assemblee cittadine,processi per omicidio e
punizioni che dovevano essere d'esempio.L'edificio è stato recuperato solo
per un terzo:il resto giace sotto case e giardini di proprietà privata.
L'anfiteatro fu eretto poco dopo il teatro ed era
destinato ai giochi e ai combattimenti di gladiatori.Oggi è possibile
distinguere l'arena,i gradini in pietra grigia destinati agli abitanti più
importanti della città;i due passaggi che permettevano di accedere direttamente
al teatro;i due corridoi uno destinato alle belve e l'altro agli inservienti;il
sacello,che qui vediamo bene nella foto
24,era
un ambiente dove si ritiene che i gladiatori si ritirassero a pregare affinchè
la divinità gli conferisse forza e protezione. Nel piccolo vano a volta si
pensa dovesse essere custodita la statua della divinità(non è stata mai
rinvenuta) e,sul lato sinistro,c'è una rientranza nella parete,dove si ritiene
venissero poste mensole per riporre materiale consacrato.
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32 In un punto dell'edificio,in prossimità della parte rivolta verso la
montagna,sgorga dell'acqua.Alcuni corsi del muro si sono bagnati e presentano
una colorazione più scura,tendente al rosso.
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La parte addossata alla montagna,che faceva da limite naturale alla
porzione terminale dell'edificio romano.Sopra,transita una strada panoramica che
offre una veduta di estrema bellezza.
Ancora più sopra,un luogo di culto di epoca
carolingia,anche se rimaneggiato nel '700, sicuramente sorto su resti di un
edificio ben più antico.La zona è uno degli esempi più importanti di stratificazione
archeologica di tutta la Valcamonica,in cui sono state messe in evidenza
frequentazioni dall'età preistorica,come attesta un'indicazione di visita (che
ho dovuto per il momento rimandare,essendo questo sito chiuso da un cancello e
visitabile solo contattando la proloco).Si possono vedere i resti di una domus
romana,dalla strada, che doveva essere addossata alla montagna, di cui ci
sono solo i resti di due ambienti; dopodichè una scala in granito a te rampe
conduce nelle strutture ubicate in posizione più sopraelevata.
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Suggestiva la Torre,che costituisce l'edificio più importante di epoca Medievale(fine
XII secolo)
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La
Torre faceva parte di un insedimanento signorile che comprendeva anche la
casa,il cortile,due portali e e mura.
37.Ingresso
alla Torre;essa subì varie demolizioni e ricostruzioni,usando pietre e
materiale provenienti dal teatro e anfiteatro romani(sigh!).
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39Una 'curiosa'scritta che ho
immortalato mentre scendevo verso la Torre Medievale (da via Palazzo).Non so a
cosa possa alludere,reca la data 1493.E'situata nell'architrave(probabilmente di
reimpiego) di un ingresso di civile abitazione.
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Sembra un paesaggio da fiaba,invece è uno dei tanti
meravigliosi scorci che si incontrano passeggiando per Cividate Camuno.Sotto lo
strapiombo della montagna,scorre il fiume Oglio. L'immancabile 'chiesetta
medievale' o pieve(sicuramente rimaneggiata in secoli più recenti) fu eretta in
una posizione incantevole,sicuramente con un preciso intento. La chiesa era
chiusa;ho potuto vedere che, sull'architrave del portalino della facciata
anteriore(opposta al fiume per capirci), reca vari simboli interessanti e
iscrizioni in doppia lingua(latino e -forse-greco).Un particolare che andrà
ulteriormente approfondito. La chiesina ha un piccolo giardino e delle scalette
la collegano direttamente al fiume.
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42 Alla base della roccia,anfratti e grotte che contribuiscono ad aumentare il
fascino del 'mistero'che questi luoghi rivestono.
S O S T
A
A B R E N O
43 Il Castello
di Breno domina l'abitato. Sorge direttamente sulla roccia,occupando la
parte più alta della rupe. Certamente sito consacrato in tempi remoti,fu scelto
dai Franchi per erigervi la Rocca,quando elevarono Breno a centro
principale della Valle. La cittadina è situata sulla sponda sinistra
dell'Oglio,al centro della Valcamonica e considerata una delle località più
ricche di testimonianze umane da tempi antichissimi. Oltre ad incisioni
rupestri,una necropoli e reperti di epoca romana,conserva tesori da scoprire
passo dopo passo...
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Qui mi trovo ad una 'curva' del sentiero che conduce al castello,sullo sfondo la
corona di cime attorno alla Valle. Arrivare al castello prevede una
salita a piedi,abbarbicandosi per un' erta salita che progressivamente ci
allontana da un mondo per catapultarci un un altro, fatto di un eloquente
silenzio,che va 'ascoltato', di folta vegetazione,di fruscii che provengono
dalle foglie secche e dai rami degli alberi.Sono gli abitatori dei
boschi,piccoli animaletti e uccellini che si sentono disturbati dai primi
visitatori "fuori stagione". Infatti, il castello è chiuso
adesso, poichè la sua apertura è nella stagione estiva,quando rimane
aperto fino alle 24. Il percorso, infatti,è provvisto di lampioni che
facilitano il passaggio. Deve essere sicuramente suggestiva la passeggiata 'notturna'!
Del castello,divenuto fortezza militare nei sec.XIV-XVI d.C.) restano tre torri
e parti della cinta muraria.
45.Ritornando
sulla strada statale,si può osservare questo grandioso edificio,di stile
arabo, villa Gheza (XX sec.).Ecco altre immagini
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47 Sigilli
di Salomone sui parapetti che circondano dall'esterno il parco.
48.Simbolo inciso su una piccola lastra(di cui ignoro la provenienza e la
datazione), murata nella facciata della chiesa di S.Antonio,che ha
un bel portale del XV secolo. L'incisione pare raffigurare un motivo
ricorrente nell'arte rupestre di queste zone, un essere umano stilizzato, ma non
un orante,che in genere ha le braccia rivolte verso l'alto. E allora? E cosa
rappresenta il simbolo più piccolo inciso sulla destra? E perchè questa pietra
è stata murata proprio qui? Mistero(per ora!).
49 Quando il culto cristiano mantiene caratteristiche pagane...Transitando per
le vie del centro storico,ci si può imbattere in vari curiosi 'angoli',come
questo. Tra quelle che sembrano case di civile abitazione,su una delle
pareti esterne è stato addossato un altare,trasformando questo cortile
in un vero e proprio luogo di culto,cui la devozione popolare è ancora
viva e presente,in quanto reca ceri accesi e omaggi floreali. L'intenzione
nacque,come dice la didascalia presente sul quadro a sinistra,per confidare
nell'aiuto del Santo e della Madonna per sconfiggere il 'morbo asiatico'
che probabilmente colpì la zona nell' '800. Non saprei dire se in precedenza
questo luogo fosse già venerato(in genere è frequente la sovrapposizione di
culti nelle varie epoche).Si noti la cura con cui viene 'gestito';è stato
dipinto in azzurro perfino il soffitto del portico,al centro del quale campeggia
un 'trionfo della Madonna' con il suo monogramma. Il tutto tra la vita
quotidiana che qui si svolge.
50.Ancora
più curioso è il portavaso centrale,presente sull'altarino,che reca
impressa un icona chiaramente di richiamo orientale,con draghi alati
rivolti verso l'idolo al centro.
51Campanile
della chiesa di San Salvatore(il duomo di Breno),alto 65 metri.La chiesa è del
'600 e rappresenta uno degli esempi più importanti del barocco Camuno.Presenta
molti volti animaleschi(felini)lungo il corso orizzontale dei blocchi di pietra.
Ancora passegiando tra la chiesa di S.Antonio
e il Duomo,ci si può imbattere in una piccola piazzetta,su cui tra
l'altro prospetta anche l'edificio delle suore messicane.Nella piazzetta si
trova un interessante 'vasca',che probabilmente era un antico
battistero,una vasca battesimale, in quanto la forma circolare e i simboli
presenti su di esso,me lo hanno fatto supporre.
52 Oltre al 'monogramma di Cristo' di tipo Costantiniano,vi sono l'alpha, il
pesce, e altri simboli interessanti.
Su un edificio prospiciente la vasca,ho trovato molti
elementi di 'reimpiego' come si nota dalla loro struttura architettonica ben
più antica dal resto della costruzione(colore,materiale,foggia sono
chiaramente diversi e forse di epoca longobarda?) Mi è stato impossibile non
notare le due colonnine pseudo-annodate,che immediatamente rimandano alle
'mie'colonne
ofitiche,anche se qui non c'è un nodo ma
comunque mi pare di osservare l'intento di creare un intreccio tra i due
elementi, che sono combacianti e ulteriormente 'fusi' in una sorta di X.
Sarebbe molto utile conoscere la provenienza di questi manufatti, la loro
datazione e possibilmente le maestranze che le eseguirono(anche se lo stile è
vicino a quello Comacino, Maestranze che peraltro lavorarono molto in
Valcamonica, come vedremo anche più avanti).
53 Colonnine
viste da una prospettiva est;
54.Colonnine
viste da ovest(sono più deteriorate da questa parte)
55Altro angolo suggestivo,che ho trovato 'passeggiando'per le vie che sanno di
antico,a Breno. Si tratta di un passaggio che conduce in un cortile di civile
abitazione,ma sicuramente singolare! La struttura conserva ancora il tessuto
architettonico forse addirittura di epoca romana,con inserti (capitelli e
architrave) forse di epoca medievale(i capitelli sono istoriati).
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Sul lato destro, un portale ad arco è stato murato, ma è ancora ben
distinguibile; nicchie, mensole,l'insieme, testimoniano l'antichità del
sito,che resta da capire cosa fosse. Forse chi ogni giorno deve transitarvi per
raggiungere la propria abitazione, sa dirlo? Speriamo legga questo
lavoro,allora!
S OS T
A
A CAPODIPONTE/ CEMMO
Proseguendo il nostro itinerario, raggiungiamo il
piccolo centro di Capodiponte, in cui la Valcamonica è dominata dal
massiccio della Concarena e dove si trova la maggiore concentrazione di incisioni
rupestri lasciateci dai Camuni (racchiuse nel Parco Nazionale
omonimo).Oggi andiamo alla ricerca di reperti di epoche più vicine, ma non
dimentichiamo che in questo luogo -la Valle Camonica- si sono avvicendate
culture di tutte le epoche, pertanto un edificio medievale nasconde sicuramente
un substrato più antico, che ragionevolmente si può affermare affondi le
proprie radici più profonde nella Preistoria locale. Abbiamo
imparato,comunque,che questa 'prassi' (riconsacrazione di un determinato luogo)
è comune un po' ovunque e attraverso le nostre 'visite',
ne abbiamo trovato spesso le conferme.
Ecco come appariva il paese nel 1911
57 Si nota
il ponte sull'Oglio,che unisce le due sponde e,in alto, la pieve di S.Siro,forse
la prima pieve cristiana della Valle...poi ci arriviamo!
58
58
Immediatamente prima di accedere al ponte,per raggiungere la pieve e il paese di
Cemmo, si trova questa monumentale fontana che non passa
inosservata: reca simbologie esoteriche,e termina con un CADUCEO di
Mercurio/Hermes.
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La pieve di S.Siro appoggia direttamente alla roccia.Non so se vi sono strade
alternative,ma io l'ho raggiunta percorrendo un tragitto a piedi,lasciando la
macchina nel parcheggio del cimitero.Un percorso bellissimo,a contatto
con la Natura.Per la verità, sono stata attratta da pannelli lignei
(moderni)che indicavano la direzione da seguire per raggiungere l'archeometro.
60
61 in cui
è 'ricostruito'un villaggio preistorico(che era chiuso).
62 Proseguendo ancora sul sentiero, tra la vegetazione ho scorto un campanile
e ben presto sono arrivata davanti ad una meraviglia,che sorge tutta isolata: la
pieve di S.Siro.
63
64.
Per arrivare all'ingresso,si deve scendere da una scalinata un po' sconnessa.
Non esiste una facciata, poichè la parte a occidente (su cui normalmente si
aprono gli ingressi degli edifici cultuali cristiani) è incassata nella roccia.
L'ingresso fu dovuto essere aperto a meridione,in questo punto,perchè la
geomorfologia non ne permetteva alternativa. Il campanile fu eretto però
solo nel 1447 e prima cosa c'era al suo posto? Alla torre campanaria si può
accedere tramite un'apertura che è detta Cà del Rumit, forse in origine dimora di un eremita.
Qui sorgeva anticamente un luogo di culto dedicato a
divinità pagane Camune, poi vi fu eretto un tempio di culto dai Romani;
in seguito,con il periodo Longobardo,circolò la leggenda che le reliquie
di S.Siro, patrono di Pavia,capitale del loro impero,fossero state donate
dalla regina Teodolinda e qui trasportate. Nell' VIII secolo pare che qui
sorgesse un piccolo tempio con ornamentazioni longobarde(forse coincidente
con l'attuale cripta?),mentre la pieve così come la vediamo nella sua
struttura imponente, assunse queste forme nel Mille.Dei precedenti
edifici, resterebbero frammenti che sono stati incorporati e inglobati nei muri
della costruzione,tra cui "fra gli altri, un frammento marmoreo di gusto longobardo in una delle monofore aperte nella parete meridionale della navata centrale..."(citazione
dal testo di A.Galbiati "Romanico-San Siro e San Salvatore in Capo
di Ponte").Ma si può trovare anche un frammento epigrafico di epoca
romana,inglobato nella monofora sinistra dell'abside centrale,forse questo
che ho immortalato:
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(la foto andrebbe ruotata di novanta gradi ma lasciata così si può leggere la
scritta in maniera corretta).
66
67
68(clicca
su tutte e tre per ingrandirle)
Particolari del portale,che
reca interessanti simbolismi,tra i quali, nodi di Salomone(69), un 'fiore della
vita'(foto 70), sotto l'archivolto del portale di questa sperduta pieve,
in questa immensa Valle...la solita 'coincidenza'?).
69HINC
DS INTRANTES AD TE BNDIC PROPERANTES. Particolare dell'epigrafe incisa
nella lunetta e che A.Galbiati così traduce "Benedici, o Dio, coloro
che entrano da qui per avvicinarsi a te". Sulla scheda
della pieve ho trovato un'interpretazione
leggermente diversa,che invito a leggere.
Mi domando perchè sia stato scritto 'DA QUI'
entrano e non 'QUI' entrano. In fondo dovrebbe essere il luogo che
conta,l'interno della chiesa, perchè fu così importante evidenziare questa
porta,questo ingresso? Tra l'altro, noi non siamo entrati da questo accesso,che
era chiuso,ma da un'entrata più laterale,a destra,che immette direttamente in
una delle absidi. Varcata la soglia, il mistero divino si impossessa del
visitatore!Mi sovviene l'immagine di un santuario all'aperto,la cui
presenza si perde nella notte dei tempi,in cui il Sole nascente sarà stato
celebrato forse proprio in questo punto,a lui fatte offerte per il dono e la
continuità della vita, dell'Ordine,del ripetersi dell'alternanza
giorno,notte,delle stagioni,dei raccolti. Un culto proseguito ed esteso alle
varie divinità 'pagane',comuni alle molte genti che popolavano l'area (Camuni,Celti,Romani,Longobardi,
assimilate e fuse sotto nomi e icongorafie diverse,ma sostanzialmente simili).
Un culto radicato che il cristianesimo faticò ad estirpare e che comunque
trasfuse nel Cristo-Helios(Cristo-Luce/Sole),in quel mistero Trinitario che
racchiude l'essenza della valenza Universale di un' Origine Divina delle cose.
70
Altare. I raggi del sole proiettano un fascio di luce sulla parete
che si offre a chi entra (erano circa le 15.30).Un sapore antico, una esperienza
di riflessione,il piacere dell'austera semplicità delle forme,che trasudano
passato da ogni parte,nonostante le numerose ristrutturazioni.
71Particolare
dei capitelli istoriati che sorreggono la tavola d'altare in pietra
massiccia.
72
Capitello di una delle colonne delle navate,che richiama i motivi
presenti sia su quelli della foto precedente che quelli sul portale d'ingresso. L’attuale chiesa è edificata a tre navate, chiuse da tre grandi absidi che svettano a strapiombo sul fiume Oglio
73
Monofora dell'abside centrale,che è volta a est,al sorgere del Sole:si
osservi come inquadra perfettamente la sottostante chiesa che oggi è la
Parrochiale(e che ha sostituito,per importanza, questa Pieve).Un tempo-forse- si
trovava un altro tempio.Più in alto,sullo sfondo,il massiccio della Concarena.
La cornice in cui si inserisce questa costruzione è veramente suggestiva.
74
Fonte battesimale in calcare, nella navata settentrionale.Fu ricavato da
un recipiente per le olive di epoca romana.Dato che la Pieve presenta una
curiosa 'gradinata' sul lato ovest, ricavata direttamente dalla
roccia su cui sorge, si pensa che vi dovessero sedere coloro che attendevano una
benedizione o il battesimo(catecumeni).Poi, una volta ricevutolo per immersione
nel fonte,uscivano all'esterno(c'era un'apertua che oggi è murata)ad asciugarsi
ai raggi solari(Rinascita simbolica ad una vita nuova).
75
il fondo della vasca battesimale.
Le pareti dovevano essere affrescate con opere del
1400,di cui oggi restano alcuni esempi
76
Particolare del 'Battesimo nel Giordano',con un S.Giovanni
Battista che porta una veste chiusa in vita dalla 'solita' corda annodata
vistosamente sul davanti; e questa Madonna in Trono
77
dell'artista 'minore' Giovanni Pietro da Cemmo,che sapevo essere qui
custodita (e che sono stata contenta di aver trovato),anche perchè reca -in
basso- vari simboli legati al Nodo
di Salomone
78(clicca),
testimonianza che questa 'continuità' simbolica non conosce praticamente
soluzione.
Il tipo di suolo su cui sorge la Pieve, ha costretto le
Maestranze (Comacine) ad usare diversi livelli su cui porre le strutture,tant'è
che il presbiterio sorge ad una altezza superiore rispetto alle navate,anche
perchè -al di sotto dei presbiteri(che corrispondono alle tre absidi)- c'è la
CRIPTA.
79Scendendo
degli scalini sotto il presbiterio meridionale,si giunge nella parte più
profonda e più antica dell'edificio:la cripta,luogo altamente
suggestivo e che necessiterebbe di una prolungata visita. A mio modesto avviso,
queste colonne non terminavano certo così, senza una base; in effetti terminano
direttamente sul pavimento, risultano troppo corte', stonate! Ma come
potevano proseguire,e soprattutto dove, se siamo a contatto con la viva roccia?
Ricordate dove ci troviamo? Guardiamo la foto dell'esterno vista da est:
80 Le monofore superiori appartengono alle absidi,mentre quelle inferiori
dovrebbero appartenere alla cripta sottostante. Ma a me francamente è
sembrato,trovandomi all'interno di essa, che l'altezza tra base del pavimento e
monofora non rispecchi quella che si intuirebbe osservando l'esterno,cioè
dentro lo sviluppo in verticale sembra minore di quanto appaia fuori.
81
Particolare di Capitello istoriato,che riprende lo stile longobardo,di
una delle colonne della cripta.
82 Una delle monofore della cripta
83 Un affresco della cripta,con colori ancora molto vivi.Sulla parte a
destra,invece,entrando nella cripta,c'è invece un dipinto assai rovinato.
84 Un vano imprecisato della cripta,che termina forse con una
porta inaccessibile.Il dislivello nel pavimento è notevole(resti di roccia ma
anche di pietre squadrate,forse gradini).Si trova nella parete sinistra
percorrendo la cripta in direzione nord.
85
86 (cliccare). Lastre
epigrafiche di epoca imprecisata,appoggiate alla parete controlaterale alla
precedente.
87(clicca)
88(clicca) Il vano più a nord,rischiarato da una monofora,in cui si
trovano residui di materiale litico,forse dovuti a crolli.La zona è
sicuramente da rivisitare con una guida che possa esaudire le molte domande che
sorgono spontanee.
89.
Si
torna all'esterno:veduta dello strapiombo, visto dal parapetto della
scaletta che conduce all'attuale
ingresso.
90.
Sotto, scorre il fiume Oglio.
91
Veduta del tetto dal sentiero
92
I 'massi
di Cemmo'
93
Caratteristica morfologica del massiccio roccioso che si staglia
davanti al visitatore che percorre il sentiero.
94
Un anfratto lungo il percorso: incuriosita,sono andata all'interno,ma
esso termina quasi subito,a sinistra(a destra la parete termina), con una
sorta di blocco di pietra,che sembra inequivocabilmente essere
stata 'ritagliata' appositamente per chiudere l'ingresso. Ma a cosa? A
una galleria o similari?
95
96(clicca)
Ci sono tracce di
materiale cementante soprattutto nell'angolo superiore destro,forse
qualcuno(studiosi.etc.) ha già visitato la zona e a titolo precauzionale la si
tiene sigillata. Ulteriori ricerche potranno fornire risposte più chiare
97(clicca) Ciò
che comunque appare strano è che sotto la roccia informe (quindi si
deduce naturale),che delimita il 'grottino', vi sono delle pietre
che sono state tagliate da mano umana,da un attrezzo, e che sarebbe interessante
capire quando, perchè e come.
98
Questo sembra un muro a secco,forse baluardo di un' antica fortificazione
di epoca Camuna? Si narra che qui ci fosse anche un castello, che poi fu
distrutto da Federico Barbarossa nel 1163 e in seguito ricostruito.Ora
verserebbe in statodi rudere. Non saprei se le due cose sono collegate in
qualche modo.Mi sembra più un reperto di epoca molto precedente. Durante il
percorso,non è infrequente incontrare resti di muri,forse di contenimento.
99
100.
Ma, oltre che guardare in basso, volgiamo uno sguardo anche in alto...
Si lascia la Valle,si gode ancora un paesaggio molto
bello che ci ricongiunge di nuovo al lago d'Iseo
101:è
il tramonto.
Nei pressi di Pisogne(BS), località lacustre molto
interessante, è quasi d'obbligo fermarsi per visitare almeno un paio di
chiese in cui si trovano reperti artistici di notevole importanza e di cui ci
sarà modo di parlarne prossimamente.
102
A chi appartengono questi sette teschi, per esempio? Li ho
visti (sbirciando attraverso una finestra) in una teca all'interno di una strana
cella della chiesa di S.Maria in Silvis,che conserva tra l'altro un altro
dipinto di G.Pietro da Cemmo, una 'Madonna in Trono' che -in basso-
dovrebbe avere gli stessi 'simboli' di quella che il pittore affrescò nella
Pieve di S.Siro a Cemmo di Capodiponte.La chiesa di S.Maria in Silvis è
attualmente chiusa per lavori di ristrutturazione e, pertanto, la visita è
rimandata e, quindi,per ora, anche la risposta relativa ai 'nostri' teschi.
La nostra visita si conclude qui,ma ricordate quando ci
trovavamo a Cividate Camuno? C'è rimasto in sospeso molto e, lassù, qualcosa
attende di essere rispettosamente (come è nostro solito) ammirato.
103
104(cliccare)
Alla prossima,con i nostri due passi ...
105.
(l'immagine è realmente presente su due gradini della chiesa di S.Maria
della Neve a Pisogne).
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