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Una adeguata
comprensione critica dell'accostamento 'arte/alchimia' è stata
effettuata solo da tempi relativamente recenti, coincidente con la
pubblicazione di un testo fondamentale che è "Psicologia
e Alchimia",uscito nel 1944 e
tradotto in lingua italiana solo nel 1950.L'autore è quel Karl
Gustav Jung che, pur non mettendo in stretta relazione le due cose,
riscontrava "le analogie dell'immaginario alchemico con l'
inconscio collettivo"(1),
contrappondendolo
all'inconscio individuale esplorato in chiave del tutto diversa da Freud.
E 'ipotizzabile, quindi, l'esitenza di determinati
archetipi,
sopiti nel nostro inconscio collettivo di 'umanità',
momenti e simboli ricorrenti nell'immaginazione, dal mito all'arte.
Fu tuttavia solo negli anni '60 che questo campo venne ulteriormente
indagato, ad opera soprattutto di italiani.
I Filosofi o Alchimisti si sono sempre compiaciuti di celare nelle
Poesie, nelle Favole, nelle Opere Musicali, i segreti del Magistero
Alchemico.
Tutta questa componente di mistero e di occultazione, è dovuta
principalmente al fatto che l'alchimista ricerca la decifrazione e la
conoscenza delle Leggi della Natura, delle norme che la regolano, che la
trasmutano, in quell'incessante flusso che va dall'Uno al Molteplice e
viceversa. Il più Grande Mistero dell'Uomo e del senso della vita.
Per fare questo, egli ha fatto ricorso ad un vocabolario espressivo
che ha attraversato i millenni e che, in Occidente, risale per la
maggior parte ed iconograficamente ai codici tardomedievali, che sono
giunti fino ad oggi in varie copie compilate dai pazienti amanuensi.
Trattati greci e siriaci molto antichi, probabilmente derivati da
influssi Egizi, vennero tradotti dai filosofi e da studiosi Arabi che,
nel XII secolo li diffusero in trattati alchemico-neoplatonici. Gli
stessi che, nel XV secolo, giunsero poi in tutta Europa, soprattutto
manoscritti egizio-ellenici(ad opera dei sapienti bizantini).
La cultura classica e la 'branca' cristiana più attenta all'esegesi
simbolica delle Scritture, trasmisero a quella umanistica e
rinascimentale la convinzione che l'antico Egitto costituisse un punto
di riferimento indissociabile dalla genealogia delle conoscenze umane.
In questo contesto assunse sempre maggiore spicco la figura di
Ermete
Trismegisto, il tre volte grande,
considerato il padre fondatore del sapere e scriba degli dèi, per molti
collegabile al dio egizio
Toth, inventore dell'alfabeto, depositario
di tutte le Conoscenze.Divenuto Ermete per i Greci e i latini, che gli
attribuivano l'invenzione delle arti e delle scienze, venne citato come
autorità dottrinale anche da alcuni Padri della Chiesa come Tertulliano
e Lattanzio, che lo definì "perfettamente dotato di ogni sapere".
Ad Ermete Trismegisto, personaggio sospeso nel mistero del tempo,
sacerdote, filosofo, legislatore, mago, alchimista(nel pavimento del
duomo di Siena, dove la sua figura campeggia su una tarsia marmorea del 1482,
è scritto che egli fosse 'contemporaneo di Mosè') ma più di tutto un
"semidio", si fa risalire un trattato chiamato "Corpus
Hermeticum"(2)in
realtà collocabile tra il II e il III sec.d.C.(un tempo ritenuto molto
più antico), composto da 14 trattati che vennero diffusi in Europa
grazie alla loro traduzione ad opera di Marsilio
Ficino (3)negli
anni 1463-64. E' il periodo in cui la magia, le scienze occulte,
la riscoperta dei grandi filosofi dell'antichità vive un momento di
grandissimo splendore. Ad Ermete viene attribuito anche un trattato-cult
di tutta la Scienza Ermetica:la
Tabula
Smaragdina o Tavola di Smeraldo, costituita da 10 punti in cui tutti noi
dovremmo trovare uno stimolo alla riflessione. La Tradizione narra che
Ermete stesso incise le parole con la punta di un diamante sulla lastra
di smeraldo(verde).
Così come la leggiamo oggi, si può dire che risale all'incirca al
IX secolo, di matrice islamica redatta su fonti precedenti, e fu fatta
circolare da personaggi dei quali si fanno i nomi più svariati, a
cominciare da Alessandro Magno, che ne sarebbe entrato in possesso
tramite un suo soldato che l'avrebbe rinvenuta in una delle piramidi di
Giza.
Ma cos'è l'ermetismo? Si differenzia
dall'esoterismo? E dalla
religione? Perchè l'uomo porta con sè una "Conoscenza", una
"gnosi", da dove essa deriva? Chi gliel'ha data e perchè
tutte le Tradizioni l'hanno in comune?
Vediamo di
riflettere
su queste cose, senza pretesa di riuscire a rispondere!
Alla base di tutto c'è il rapporto del 'sacro'con l'anima
umana.Tutte le religioni si occupano di fondere questo connubbio dal
momento che -conoscendo il sacro- l'essere umano può trasformare sè
stesso in un essere spirituale e che oltre la materia esiste qualcosa di
impalpabile e di indicibile, di immortale.Ma possiamo affermare che
l'unità trascendentale delle religioni è l'unità dell'esoterismo, il
cui significato etimologico è 'nascosto,segreto', così come l'anima è
invisibile e interiore.
L'esoterismo è una dottrina, una Scienza che spiega i misteri
dell'universo e i suoi fini e che articola due livelli di sapere, quello
trasmesso oralmente (base della Tradizione, la Parola, ilVerbo) e in
maniera scritta (il Testo Sacro, che conserva i misteri occultandoli
sotto un linguaggio ambiguo (decifrabile con un'apposita chiave di
lettura), che va debitamente interpretato.L'esoterismo ha una vocazione
universale e, in quanto 'gnosi', ha un linguaggio universale:
sintetizza i simboli e i miti presenti in ogni Tempo, riunifica le
religioni stesse in una comune Origine, che è la Rivelazione
primordiale.
Dio, o gli dèi, l'hanno posseduta da sempre e i Profeti, i Maestri
l'hanno portata avanti quale retaggio ancestrale. La comprensione non
del tutto semplice di questo concetto porta l'uomo ad una profondissima
riflessione interiore, in cui cercare la propria conoscenza e la propria
natura 'divina', quel 'germe'che aspetta di crescere e fiorire dentro
ognuno di noi.
Socrate, il grande filosofo greco vissuto
tra il 470/469 e il 399 a.C, ha rivelato la chiave della scienza delle
corrispondenze:"Conosci te stesso e conoscerai l'universo degli
dei".
L'esoterismo comincia con l'origine delle razze, umane, con l'origine
delle lingue, ha una storia ed una archeologia. Ha un suo linguaggio
che, di volta in volta, è stato codificato e cifrato nelle varie
Culture e Civiltà (geroglifici Egizi, lingua sanscrita, Cabala ebraica,
araba, Testo Biblico…ognuna conosce le chiavi di una linguistica del
sacro, che traduce i messaggi ispirati).Così gli dèi della mitologia
"prendono forma" ovvero non sono più-a questa
luce-"delle semplici immagini ma proiezione di esperienze
significative delle forze concepite direttamente nell'uomo, nella natura
o nell'aldilà"(5).
L'unità dell'esoterismo risiede nella struttura sacra della natura
umana, nel fatto di partire dalla concezione fondamentale che l'uomo è
una creatura divina, da un UNO proveniente e a Lui somigliante in tutto
e per tutto.Chiamare 'Dio', UNO o 'Tutto', o 'Principio' questa
'struttura originaria' è ininfluente ai fini della comprensione che
esiste una Coscienza Superiore, alla quale ognuno può arrivare
attraverso l'iniziazione, la meditazione, l'ascesi...Ognuno deve
volgersi a riscoprire ciò che in ogni Tempo i Maestri, i Santi, i
profeti ci conducono:la nostra 'riunficazione'con il Tutto, la fusione
del microcosmo con il macrocosmo.
La Rivelazione originale si perde nella notte dei tempi ed è
segnalata solo dal riferimento alle nomenclature mitologiche L'ermetismo
o'scienza di Ermete'(Trismegistos) è miticamente riferito alla
rivelazione del dio egizio Thot(ellenizzato in Ermete-Thot), divenuto un
archetipo culturale del nome patronimico del Dio di tutte le
iniziazioni.
Cosa
significa questo? Che è un 'polo', come una calamita del nostro
inconscio, che genera in noi (o dovrebbe generare) un ricordo, attirare
una memoria simbolica vivente, un linguaggio, uno stile di pensiero.Per
questo quando abbiamo parlato di alchimia abbiamo parlato di 'immaginazione',
proprio perchè si tratta di mentalità simbolica.Alchimia ed ermetismo
sono coincidenti e in definitiva possiamo assimilare l'ermetismo con
ogni forma di tradizione esoterica.
Una curiosa analisi del termine "Ermete", ci dicono i
Saggi, si riferisce al linguaggio propriamente detto: "hermeneus"
equivale ad interprete, messaggero (ed Hermes era Mercurio per i Greci,
il messaggero degli dèi), borsaiolo, commerciante e "che froda con
le parole", cioè colui che 'trama con la parola', che la
padroneggia e simula agli altri, che non la comprendono per quella che
è realmente (il profano non capisce il linguaggio degli inziati)e non
vanno oltre. Ermetismo, pertanto, inteso come funzione esoterica del
linguaggio. L'ermetismo restituisce alla cultura il senso delle sue
mitologie, delle metafore, delle allegorie religiose, ci apre l'accesso
al mondo degli dèi e dei simboli.
Ermete incarna il 'vecchio
saggio', l'Archetipo cui si riferiva
K.G.Jung.
Dal
XV e XVIII
secolo, l'iconografia eremetica si arricchisce con immagini simboliche
di provenienza sia neopagana rinascimentale sia da una sintesi proposta
dai libri di emblemi e di imprese.Ma cosa indicano esattamente questi
ultimi termini?
Nel 1531 esce un lavoro, ad opera di
Andrea
Alciato (6),dal
titolo "Emblemata"(Emblematum Liber), in cui
compaiono per la prima volta questi 'accostamenti':da un lato c'è una
figura,un'immagine(chiamata "corpo") che ha valenza
allegorica, dall'altro delle parole che esprimono un motto,(chiamate
"anima") .Possono essere accompagnate da brevi frasi in
versi o prosa che tentano di dare una spiegazione di tale accostamento.
In genere sono costituiti da fini incisioni che le ornano(in genere sono
conosciuti più per queste ultime che per altro).L’Intelligenza deve
portare a superare l’apparente dicotomia per rintracciarvi
l’intenzione simbolica unficatrice.
Il prototipo degli "emblemata" può farsi risalire agli
" Hyerogliphica"
di Horapollo,
un trattato breve che risale ai primi secoli dopo Cristo, in cui vengono
spiegati i geroglifici usati dagli Antichi Egizi in base al loro senso
morale e simbolico, tramite una lettura ideografica e che giunse in
Europa per mezzo di una copia acquistata nel 1419 nell'isola
greca di Andro e da lì portata a Firenze,dove iniziò a destare
notevole interesse nell'ambiente neoplatonico di Marsilio Ficino.Gli
umanisti vi scorsero,infatti,la testimonianza di un linguaggio arcano in
cui c'era un tramite tra l'immagine e la parola, che non potevano essere
disgiunte.
Si recuperò la sacra Sapienza Egizia dopo che era caduta nell'oblìo
per quasi dieci secoli (l'ultimo tempio 'pagano’ in Egitto, a Philae,
in cui perdurava il culto della dea Iside, fu chiuso nel 560 per ordine
dell'Imperatore Giustiniano,che ne fece portare le statue del culto a
Costantinopoli e incarcerare i sacerdoti presenti).La scrittura
geroglifica ammette una frattura tra il senso primario di un testo
religioso(fonetismo) e il suo significato profondo(il glifo inteso come
simbolo vivente). La parola diventa quindi 'Sacra' (o il sacro si
articola alla parola) e diventa simbolismo esoterico, ovvero
comprensibile a colui che lo padroneggia, tanto che per tutti gli altri
è impenetrabile senza l'apposita 'chiave'di lettura.
J.Francois
Champollion(7),
nel suo "Precis de systeme hieroglyphique'
:distinse infatti tre tipi diversi di scrittura del nome del
Sovrano:fonetico, figurativo e simbolico. Gli Egizi adottavano una
scrittura per i testi sacri e un'altra per i libri contabili,
opportunamente celata dall'utilizzo di simboli che indicavano il
significato 'divino'('rivelazione, materia prima) della prima o il
carattere materiale della seconda scrittura.
Naturalmente possiamo ritenere che tutti gli antichi testi contengano
una duplice chiave di lettura e di interpretazione(nell'inno 10.71 dei
"Rig Veda"( 8)sono
riassunte le idee dei Rishi sul linguaggio:"La parola
sacra è un'invenzione degli antichi saggi...solo l'eletto è chiamato a
‘vedere'.L'iniziazione passa da un apprendimento attraverso la lettura").
Nel 1499 venne pubblicato a Venezia il più celebre libro
illustrato rinascimentale, opera di Francesco Colonna( 9),dal
titolo "Hypnerotomachia
Poliphili", che nel 1600 venne
ristampata a Parigi in una versione diversa firmata da Bèroalde de
Verville (10),che
intese rivelarne i contenuti alchemici(e che pare rifarsi ad un
precedente lavoro di Jacques Kerver del 1546) .Verso il 1540
Nostradamus (11)scrisse
"Interpretation des hièroglyphes
de Horapollo".
La strada era ormai tracciata(dal '500 all' '800 prolifereranno gli
emblemi su base mitologico-pagana) e molti alchimisti si riferiranno nei
loro scritti appunto a questi, nei quali il segno sacro diventa
rappresentazione della presenza delle forze cosmiche, in cui sono insite
le geometrie nascoste della Natura, con i suoi Numeri, Pesi e Misure.
Nel 1588 viene pubblicata a Roma un’ opera,di Principio
Fabrizi ,intitolata " Delle
allusioni et emblemi sopra la vita,opere et attioni di Gregorio XIII",
in occasione della celebrazione del Papa. Le incisioni sono chiaramente
di ispirazione pagano-alchemica.
Nel 1612 viene stampato il primo grande trattato alchemico sui
miti greci ed Egizi, " Arcana
Arcanissima", dovuta ad un
paracelsiano e rosacroce, medico e segretario privato dell'Imperatore
–alchmista Rodolfo II a Praga: Michael Maier(12)1568-1622).
In quest'opera l'autore colloca la mitologia pagana quale allegoria
ermetica dell'Antica Scienza Alchemica, opera che diverrà un caposaldo
per tutti gli alchimisti dei tempi seguenti. Nel corso del 1600 vedono
la luce altre opere fondamentali per l'iconografia ermetica: l' Atalanta
Fugiens,
sempre del Maier, costituita da cinquanta incisioni eseguite dal maestro
tedesco Matthaus Merian il Vecchio,e il Viridarium
Chymicum, di Daniel Stolcius(13),
costituito da centosette incisioni.
In essi,il concetto di 'emblema'comunemente inteso, viene
'trasferito'sul piano alchemico e alle varie fasi dell'opus alchemico e
sul modo in cui procedere.
Contemporaneamente anche molti scritti filosofici vengono recuperati
o interpretati, segno che gli alchimisti vogliono discutere della loro
scienza.
Nel 1593 compare una
Iconologia,
di Cesare Ripa(14),
che vedrà la prima pubblicazione illustrata
nel 1603, in cui vi sono schedate ed elencate varie figure cui
potranno riferirsi stereotipatamente gli alchimisti seguenti, e nel 1686
appare un 'opera costituita da incisioni in-folio,"Escalier
des Sages ou la Philosophie des Anciens",
composta da Barent Coenders van Helpen(15).
Nel 1758 A.Joseph Pernety, compilerà"Les
fables egyptiennes et grecques dèvoilèes",l''ultimo
e più completo trattato sull'argomento, che gli era stato ispirato
dall'opera di Mair, "Arcana Arcanissima".
La cosa di fondamentale importanza è che
l'iconografia alchemica che compare nel primo '600, rappresenta la
saldatura, di natura iconologica, di due basilari aspetti della cultura
europea del 1400 e del 1500: la rivisitazione dei miti pagani e la
ricerca filologica di stampo umanistico sulle immagini geroglifiche.
Molti artisti rinascimentali, che respirarono questo clima , quantomeno
furono attratti dall'Arte Regia, quando non si accostarono direttamente
ad essa (i colori usati per molti dipinti furono preparati con
procedimenti alchemici) ed intesero trasporne i contenuti
occultandoli (a volte neanche troppo) nelle loro opere.Di questa visione
e volontà di trasmettere un messaggio preciso non si è ancora tenuto
debito conto, in quanto ancora poco indagato il significato alchemico
contenuto in molti dipinti e sculture, che purtroppo vengono ancora
viste dai più attraverso un canale puramente estetico.
Il momento della riflessione sul simbolo deve essere quello della
conversione dello sguardo su sé e sul mondo. Assistiamo attualmente ad
un’ epoca in cui c’è molto bisogno di riconciliarsi con il Sé,
inteso come Universo e le sue manifestazioni.Quindi, dobbiamo riuscire a
trovare nei simboli la funzione unificatrice. Gli Antichi lo sapevano ed
erano in grado di farlo ‘vivere’ per armonizzare il ‘grande’con
il ‘piccolo’, il Cielo con la Terra, lo Spirito con la Materia.
Mi sia consentito citare un passo di Micheal Mirabail ( 16):"
Il tempo unificatore del simbolo non ha mai disertato la temporalità
dell’esperienza umana, soggetta ai cicli evolutivi e non ripetitivi
delle mitologie, nel momento stesso in cui crede, dopo il XIX secolo, di
poter spezzare il modello ellitticco dell’evoluzione a favore della
storia lineare, sintomo della frattura tra significante e significato,
tra senso e linguaggio, delle nostre culture schizofreniche".
NOTE:
1)-Carl Gustav Jung,"Sulla psicologia
dell’inconscio",Boringhieri,Torino." Vivendo tale
archetipo (Ermete,n.d.a.), il moderno fa l’esperienza della
modalità più antica di pensiero,come attività autonoma di cui si
è l’oggetto.Ermete Trismegisto o il Thot della letteratura
ermetica,Orfeo,Pimandro,e il Pimen(Pastore)di Hermas che gli è
apparentato,sono altre formulazioni della stessa esperienza.A tale
archetipo converrebbe anche il nome di Lucifero, se tale nome non
fosse così compromesso".Jung aggiunge anche che questo
archetipo di ‘vecchio saggio’è associabile a Zarathustra, ed è
l’"archetipo del senso".
(2): L’opera è stata analizzata in
modo rigoroso da Festugière in "La Rèvelation d’Hermes
Trismègiste", 4 volumi, Gabalda, 1944-54.
(3)Marsilio Ficino (1433-1499), filosofo e letterato italiano che è
considerato il principale esponente dell’Umanesimo; dedicò la propria
vita alla traduzione di testi classici( i dialoghi platonici,gli inni
attribuiti ad Omero e Orfeo,la Teogonia di Esiodo,ecc.) che gli
permisero di ‘conciliare’ la filosofia classica con la religione
cristiana in una concezione ‘armonica’dell’universo, nel quale
l’essere umano è contemporaneamente centro e mediatore tra l’Uno
(Dio)e la molteplicità delle Sue manifestazioni.
(5)Veda,Marabout
Universitè,vol.I,pag.14.
(6)Andrea
Alciato(1452-1550) illustre giurista
lombardo che prestò la propria professione di insegnante ad
Avignone,Bruges,Bologna e Pavia ma che ha lasciato una celebre opera di
stampo filosofico,"Emblematum Liber",in cui raccolse
epigrammi latini accompagnadoli con figure allegoriche in cui emerge la
sua notevole conoscenza della classicità antica.Vi ricorrono
riferimenti mitologici,simbolici e favolosi.L’opera venne ripubblicata
ben 180 volte nell’arco di duecento anni e fu tradotta in varie
lingue.
(7) J.F.Champollion (1790-1832)è considerato
il moderno decifratore dei caratteri geroglifici Egizi dandone
l’interpretazione fonetica ed ideografica.
(8)Raccolta di 1070 testi di incerta datazione( almeno prima del 1600
a.C.)che rappresentano il più antico trattato della letteratura
indiana. I "Veda’ completi sono costituiti da altre tre
raccolte di documenti scritti.
(9)Francesco Colonna è famoso per il più
celebre libro illustrato rinascimentale(in italiano "La
Battaglia d’amore in sogno di Polifolo"),edito da Aldo
Manuzio.Personaggio misterioso,viene identificato con un omonimo frate
veneziano ma è più probabile che possa trattarsi del protonotaro
apostolico nonché patrizio romano,Francesco Colonna, signore di
Palestrina.
(10)Bèroalde de Verville,nome vero Francois
Brouard(1566 ca.-1629 ca.) fu medico, dedito all’alchimia, poligrafo,
umanista, abiurò il protestantesimo. Fu autore di molte opere.
(11)Michel de Nostredame(1503-1566) era
provenzale e fu medico ed astrologo alla corte del re Carlo IX, protetto
dalla regina Caterina dè Medici, sua madre e reggente. Con lo
pseudonimo di Nostradamus scrisse le famose ed enigmatiche "Centurie"profetiche.
(12):M.Maier: godette nel ‘600 grande
notorietà,in parte per i libri dei suoi emblemi(oltre all’Atalanta
Fugiens,ricordiamo "Symbola Aureae Mensae"), in cui per
la prima volta rivisita in modo organico i miti pagani, interpretandoli
in chiave ermetica.
(13) Daniel Stolcius fu alchimista alla corte
dell’imperatore Rodolfo II(1552-1612).
(14) C.Ripa(ca. 1500 –1620 o forse 1625)
intese riferirsi costantemente ai miti pagani e l’opera citata ha
costituito uno dei repertori figurativi più seguiti da poeti,pittori e
scultori fino al 1800.
(15)la sua identità non è nota, anonimo
scrittore di alchimia del 1600.
(16)M.Mirabail, docente di psicopedagogia e studioso di esoterismo,
nel 1976 ha fondato un Centro di Ricerche Esoteriche in Francia.
Bibliografia consultata per la ricerca:
"Atlante storico della filosofia", Nikolao Merker- I
Edizione, 2002-Editori Riuniti
"Dizionario dell’esoterismo-Le 50 parole- chiave",Michel
Mirabail-Arnoldo Mondadori Editore
"Arte e Alchimia",Maurizio Calvesi, Mino Gabriele -
Art Dossier-1986-Giunti Editore
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