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Diciamo 'altra' perchè a visitare le rocce rupestri siamo andati più volte (di cui una- in gruppo- documentata in una nostra sezione, nel 2002) ma mai in compagnia di una guida d'eccezione come la nostra amica Liliana Fratti. Che è un'esperienza decisamente diversa: 'sapere' cosa si guarda, l'interpretazione che ufficialmente viene data dagli studiosi ai diversi petroglifi, conoscere l'ambiente circostante, la sua storia, le vicissitudini che ha attraversato, è veramente un'altra musica. Inoltre, anche noi dal 2002 abbiamo fatto un po' di strada, accumulato studi ed esperienze, siamo 'cresciuti' e vediamo le cose che osserviamo in maniera più oculata, collegandole meglio in relazione ai contesti che conosciamo. Per chi - pochi immaginiamo- non sappia a quale cultura ci stiamo riferendo, consigliamo di sfogliare la nostra pagina dedicata ai Camuni, i primi abitatori di questa Valle bresciana, che hanno lasciato qualcosa come 300.000 rocce incise di motivi diversi, a carattere antropomorfo (personaggi e animali), flora e fauna, abitazioni, 'mappe' topografiche o forse anche celesti (costellazioni?), utensili di vita quotidiana o simbolici, elementi geometrici di vario tipo e ancora non del tutto decifrati. Un'arte rupestre che ha conosciuto il proseguimento in età celtica, romana, alto medievale e per tutto il medioevo, fino ad avere manifestazioni ancora in epoche recenti. Ovviamente con caratteristiche diverse, motivazioni diverse, a seconda dell'influenza di nuove migrazioni di popoli, con la loro cultura precipua. Il patrimonio di arte rupestre è protetto in diversi parchi, di cui avevamo già illustrato quello di Ceto-Cimbergo-Paspardo; quello oggetto della nostra odierna escursione è il Parco nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane, istituito nel 1955, che costituisce un vero e proprio museo all'aperto tra i più importanti al mondo di questo genere; seguito da una breve visita al Parco archeologico comunale di Seradina e Bedolina, istituito nel 2005.
Tutta la zona ha comunque una valenza sacra ancestrale, dovuta alla collocazione naturale particolarmente 'ideale' (la verticalità della montagna ha sempre ispirato un sentimento di ascendenza verso l'immanente) e alla presenza dell'acqua, considerata fonte di fecondità e di vita, nonchè dei boschi, della flora e della fauna, dell'osservazione dei cicli solari e lunari. Il Parco di Naquane è molto vasto e vi si possono ammirare 104 rocce incise; all'interno non vi sono aree ristoro perciò non portate zaini. Non staremo naturalmente ad elencare ogni roccia che abbiamo visto (ciascuna reca centinaia di petroglifi!), che per la maggior parte presenta un'attività incisoria che va dal Neolitico (IV millennio a.C.) fino all'Età del Ferro (I millennio a.C.), ma quanto ci ha interessato di più, anche tenendo conto delle ricerche in atto nel nostro sito: prima fra tutte quella relativa alla Triplice Cinta o 'Filetto' che dir si voglia.
Nei pressi della roccia n.1 appena vista, girandosi si noterà una costruzione a due piani in cui è stato allestito un piccolo Antiquarium, di cui è permesso l'ingresso solo alle due salette al pianterreno. Oltre a pannelli esplicativi sulle tecniche incisorie, sono esposte (solo momentaneamente) le stele dell'Età del Rame (III millennio a.C.) contrassegnate come Cemmo 3 e 4 rinvenute tra il 1981 e il 1983 nell'area del Santuario megalitico di Pian delle Greppe a Cemmo. Una presenta due individui stilizzati con le braccia alzate e circondati da una serie di puntini disposti a cerchio, sopra il quale vi sono tre segmenti verticali; dei cervi sono incisi al di sotto, fuori dal cerchio; un altro segmento più lungo e verticale è situato a destra del cerchio, e termina con un punto marcato attorno al quale c'è un cerchio di maggiori dimensioni. L'altra stele appare cosparsa di uomini e animali e la sua particolarità e che è incisa fronte- retro (infatti uno specchio ne permette l'osservazione). Le scene descritte potrebbero avere una valenza spirituale o magico-rituale. C'è poi un piccolo masso con un'iscrizione alfabetica, che testimonia l'uso protratto nel tempo del santuario anche in epoca etrusca, celtica e tardo-romana, fino a quando il cristianesimo -che faticava a sradicare gli antichi culti 'pagani' della valle- sotterrò le stele (spesso ridotte a frammenti) decretando la fine del santuario stesso, di cui cominciarono a riemergere indizi soltanto all'inizio del XX sec. della nostra era. Nella seguente immagine, abbiamo 'riunito' i tre pezzi in un mosaico fotografico:
Approfittando di essere in quest'area, visitiamo le interessanti stele e i massi incisi, che sono situati sull'area limitrofa, all'aperto. La loro provenienza è da scavi eseguiti in aree circostanti la Valle Camonica e risalgono ad epoche diverse. I soggetti incisi sono variegati: dai cervi ai pugnali, agli antropomorfi. Di particolare suggestione la rappresentazione di un sole con raggi al quale sono stati 'scostati' i due raggi della parte inferiore per far posto alla testa dell'individuo con le braccia allargate che sta al di sotto: finezza e intento profondamente simbolico dell'anonimo artefice camuno da non perdere!
In effetti l'individuo che si osserva -bellissimo e dinamico- è palesemente in movimento, tiene nella mano sinistra un oggetto imprecisato e sul capo ha dei raggi (o un copricapo raggiato), come spesso se ne incontra su queste rocce. Veramente impressionante la leggiadria di questa figura, ben delineata e dall'aspetto 'nobile'. Altre importanti rappresentazioni sulla medesima roccia, molto grande anch'essa, sono le abitazioni a capanna (in primo piano nella foto seguente), la cosiddetta Scena del fabbro (a sinistra in alto nella foto sotto), due duellanti armati (in alto a destra) e altre innumerevoli figure tutte da scoprire. Abbiamo creato un 'collage' fotografico di alcuni soggetti presenti su questa sorprendente roccia:
Ammiriamo, mentre procediamo, l'ambiente naturale in cui è immerso il Parco, un tempo territorio selvaggio ma familiare per il popolo che lo ha abitato per millenni, amato e considerato sicuramente 'sacro':oltre all'esaltazione dello spirito e del genio, forniva nutrimento con la sua flora e la sua fauna ed era al contempo una fonte di pericolo e di estasi poichè è scientificamente provato che crescevano funghi allucinogeni (mortali ad alte dosi), da taluni messi in relazione con lo stato alterato di coscienza di sciamani e guaritori tribali. Abbiamo trovato un bel fungone anche noi sul percorso e per fortuna il nostro amico Gianluca Toro, un vero esperto, ci ha consigliato di lasciarlo dov'era...(pare sia apparentato con le Amaniti che proprio mangerecce non sono!).
L' acqua, fonte di vita, curiosamente non veniva mai rappresentata, o meglio non sappiamo come la rappresentassero (mancano le classiche 'onde' o segmenti dentati che spesso la identificano simbolicamente in altre culture). Forse, ci è stato detto, perchè qui l'acqua si formava negli anfratti naturali delle rocce, nelle concavità delle pietre e non c'era bisogno di rappresentarla?
Lasciando il parco, percorrendo la discesa che porta al parcheggio delle auto, veniamo a sapere che nuove rocce sono state scoperte e identificate come iscritte, ma non sono ancora state rese pubbliche perchè devono essere ancora studiate e classificate. Quanti millenni di storia stiamo attraversando!
Bedolina presenta invece una delle più interessanti serie di petroglifi, identificata come una 'mappa topografica' del paese stesso di Bedolina (la prima della Valle!), sulla roccia omonima. Da rilevare anche la presenza della Rosa Camuna, tipico ed enigmatico simbolo con cui si identifica la regione Lombardia. Ne abbiamo parlato nella sezione dedicata ai Camuni, ponendola in relazione con il Nodo di Salomone...Ma non andiamo troppo lontano perchè la nostra prossima meta è qui vicino: il Santuario della Minerva a Spinera, frazione di Breno, che ha finalmente aperto al pubblico. Potremo così aggiornare la nostra sezione con nuove notizie, che attendevano dal 2005 di essere rinnovate. Lasciamo il distretto di Capo di Ponte con un 'collage' delle cime del Pizzo Badile e della Concarena (al centro della fotografia il monastero romanico di san Salvatore) da noi preparato apposta per i nostri amici del mistero. Alla prossima giornata in Valcamonica!
Sezioni correlate in questo sito:
I Parchi delle incisioni rupestri attualmente aperti al pubblico in Valle Camonica sono:
LINKS utili:
www.duepassinelmistero.com Avvertenze/Disclaimer Luglio '08 |