Con il simbolismo intricato e introverso, gli alchimisti avevano tentato di sondare e descrivere per secoli il mistero del Mondo. Non a caso l’autore ha posto al centro di tutta l’opera un’iconografia che, in forma condensata, rispecchia tale tentativo. Osservando con occhi diversi, si ritrovano tutta la storia e le idee del misticismo esoterico dell’Alchimia e l’intreccio dei differenti significati dei simboli presentano un fascino enigmatico proprio dell’itinerario verso Dio, unico creatore. La bellezza, che emana dall’inestricabile insieme, è di proporzioni imponenti e il suo splendore diventa la sua trasparenza e più preciso è il suo carattere simbolico.
La sua decifrazione impone un impervio cammino tra le conoscenze cabalistiche e la comprensione dei concetti di intere generazioni di filosofi, di esoterici, di alchimisti che, alle loro conoscenze oggettive e razionali, aggiungevano esperienze spirituali determinate dal vissuto individuale e della comunità. Così il cerchio per l’Alchimia rappresenta il
serpente dragone che si morde la coda e che racchiude in sè l’Uno da cui proviene il
Tutto, criptato nella figura geometrica del triangolo che, per la tradizione cristiana, aderisce all’immagine di Dio Uno e Trino e che per la visione cabalistica è invece il sistema costituito da
Keter, Binah e Hockmah
(1), cioè la lotta tra il principio attivo e passivo, generatore del movimento dal quale emana la vita. Il punto posto al centro di tutta la figura è l’origine, è l’essenza segreta in cui Luce e Tenebre sono allo stato di
Caos e non si possono identificare.
Accanto al Triangolo, ma sempre all’interno del cerchio cosmico, i simboli del Fuoco e dell’Acqua che si interpenetrano, dando come risultato la
stella a sei punte del Sigillo di
Salomone, somma del pensiero ermetico, dell’anima umana, dei principi attivi e passivi, della evoluzione e dell’involuzione. L’interpretazione dell’esagramma permette di scoprire l’esistenza al suo interno della materia che forma l’Universo, cioè il Macro e il Microcosmo interagenti. E così il triangolo con la punta verso l’alto è il
Fuoco, quello con la punta riversa verso il basso è l’Acqua, quello con la
punta tronca verso l’alto è l’Aria e quello complementare è la
Terra.
Le quattro punte sono le proprietà essenziali della materia che si combinano nei differenti modi, producendone la molteplice varietà. L’emblema è così l’anfiteatro della sapienza eterna, della natura, del Cosmo nella sua forma unica e nel contempo complessa. Nel Sigillo si possono ritrovare anche i
sette metalli e gli analoghi sette Pianeti. Sulla base di tali analogie, la lettura del pensiero ermetico si fa semplice, poiché tutto quello che sta al limite estremo è l’imperfetto e ciò che corrisponde alla perfezione è al centro ove si trova il segno dell’Oro-Sole. Il lavoro alchemico fu infatti il ridurre i multipli all’unità simboleggiante il Principio Originatore, la Pietra Filosofale.(continua)
Nota:
1)-Nel sistema sefirotico Keter è la Corona, Binah l’ Intelligenza e Hockmah la Sapienza, ragione sovrana.
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