Macrocosmo e microcosmo (di Marcello
Fumagalli - seconda parte)
Il Colore-Luogo della Luce
Parlare di colore in un’incisione può sembrare improprio. Sarebbe più giusto parlare di bianco e di nero o di elementi in nero e in bianco. Il concetto duale del credo alchemico è stato trasferito nell’opera con grande tecnica dall’autore, che ha sfruttato la contrapposizione tra i due colori assoluti per rendere visibile l’inizio,
nigredo, e la fine dell’opera,
albedo.
La tecnica della contrapposizione tra luce e ombra, tra nero e bianco fu impiegata in varie opere d’arte il cui intimo significato aveva, alle volte, sfondo alchemico. Infatti i due colori possono essere posti all’estremità della gamma cromatica divenendo assenza o somma di tutti gli altri, loro negazione o loro sintesi. La negazione diventa, in tal modo, associabile alle tenebre primordiali, all’ora di Saturno che con le proprie influenze negative conferisce agli uomini gli umori della tristezza, della melanconia. L’affermazione è invece il colore messianico ottenuto per «sublimazione» della materia.
Un esempio di contrapposizione bipolare, in cui una parte inizia quando finisce l’altra, è il simbolo cinese del
Tao, yin-yang (nero yin, bianco yang). In esso le singole unità sono perfettamente integrate senza alcuna prevalenza dell’una sull’altra e la linea curva mediana rilascia la sensazione della ciclicità e delle due metà dell’Uovo del Mondo.
I due poli, che si toccano e che si condensano in un unico "Uno", trovano corrispondenza nel passo della
Tavola di Smeraldo
«Sali dalla Terra al cielo e dal cielo ridiscendi alla
Terra» e il nero saturnino diventa così preludio di una nascita, perpetuando la ritmica successione del Microcosmo a quella del Macrocosmo. Il simbolo preso a prestito cela anche un altro significato; quello della circoambulazione
(1) che nell’alchimia, diventa l’opus circolatorium. Infatti la materia era sottoposta ad una continua lavorazione e rilavorazione(2
) al fine di raggiungere un grado di purezza assoluta, generatrice degli elementi più semplici ovvero della Quintessenza.
Note:
1)-La circoambulazione ha soprattutto un valore cosmico, è l’imitazione dei cicli astrali che assicurano l’armonia del Mondo adattandola a quella dell’Universo. Nei più differenti riti religiosi la circoambulazione ha una sua precisa collocazione. Ad esempio nei riti cattolici il prete gira attorno all’altare incensandolo prima di iniziare la Santa Messa.
2)-Nel trattato, come in altri, sono riportate immagini delle apparecchiature di laboratorio che comunemente venivano impiegate nei lavori e l’alambicco che meglio permette di comprendere l’opera circolatoria è quello chiamato i
gemelli
L’Agnello e la Colomba
Innegabilmente l’Alchimia e gli alchimisti hanno attinto dalle Sacre Scritture e dai dogmi della Chiesa cristiana analogie e simboli per la loro opera. Così l’immagine dell’Agnello con il vessillo acquisisce il significato del Cristo Redentore, l’«Agnus
Dei» sacrificatosi per la liberazione dell’umanità. Nella vasta riproduzione iconografica dei Padri della Chiesa, l’Agnello è il divino Pastore che conduce il suo popolo alla Resurrezione sconfiggendo la morte, il peccato. Il simbolo affonda le sue origini nell'arcaico mondo mediterraneo e fu diffusamente impiegato come motivo figurato sia nel paganesimo che nel cristianesimo. L’Agnello è dunque il Figlio di Dio, che nell’opus alchemicum è lo stato di purezza assoluta, il
secretum secretorum di San Domenico che, secondo una tradizione medievale, avrebbe scoperto la perfezione terrena, cioè la Pietra Filosofale. L’Agnello diventa quindi un parallelo tra
Lapis e
Cristo che C. G. Jung affermò essere uno dei temi centrali dell’alchimia. Gli alchimisti si misero al posto di Cristo non per megalomania religiosa, ma perché l’Alchimia ne suggellò il parallelo.
La Colomba è la purezza giudeo cristiana, è l’armoniosa semplicità, è lo Spirito Santo simbolo del «vento del sud» asciutto e caldo. In alchimia il vento è associato al processo della sublimazione, del riscaldamento della storta contenente la materia prima da tramutare. Nell’opus alchemicum la colomba assume il ruolo sinonimo dell’albedo, del fuoco ardente ed esaltante i principi costituenti la materia; un sole sorgente. Dal corvo nero nasce una colomba bianca, dalla materia putrefatta esce l’anima.(-continua-)
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