Macrocosmo e microcosmo (di Marcello
Fumagalli - terza parte)
La Struttura centrale
Il diagramma centrale a cerchi concentrici rappresenta, secondo la visione neoplatonica, la gerarchia celeste e l’organizzazione degli elementi cosmici che influenzano il percorso dell’alchimia. Dal sesto secolo dopo Cristo al Rinascimento, tale concezione ebbe una considerevole influenza nella schematizzazione cristiana del Cosmo e delle relazioni tra il superiore e il «mundus elementaris». Nel concetto cabalistico esoterico alchemico, la struttura è l’albero della
pansofia, in cui nasce l’unione tra il macrocosmo e il microcosmo: «omnia ab uno» e «omnia ad unum». Il modello è l’immagine della coppia attiva cielo-natura i cui principi elementari si trovano nell’Ouroboros, il serpente che si morde la coda, nella ruota della vita, nello Zodiaco(
1).
Il primo anello è infatti occupato dalla
cintura dello Zodiaco sintesi del Cosmo, delle stelle fisse e delle dodici costellazioni in cui si muovono gli astri erranti, ovvero i Pianeti. Nella parte inferiore del medesimo anello sono riprodotti i simboli dei Pianeti-metalli stabilendo che tra
Astrologia e
Alchimia esiste una relazione come esiste la connessione tra Cielo e Terra. L’inferiore somiglia al superiore. Ai cinque Pianeti che si possono vedere a occhio nudo, gli alchimisti unirono il Sole e la Luna nel tentativo di porre, per l’ennesima volta, in risalto il dualismo tra Oro e Argento, tra spirito ed anima.
Alcune pagine della Basilica Philosophica sono dedicate alla relazione tra i Pianeti e i metalli che maturavano sotto il loro influsso, celati in seno alla Terra. L’elemento grafico per la dimostrazione è la
stella a sei punte inscritta in un cerchio in cui sono riportati dei numeri ai quali Mylius fa corrispondere un Arcangelo. La correlazione è ordinata secondo un metodo arcano dal quale nasce poi l’abbinamento finale tra Angeli, Pianeti e metalli. Una successiva immagine riproduce le orbite dei Pianeti in maniera concentrica tenendo conto della distanza dalla Terra del corpo celeste, delle affinità con il metallo corrispondente e delle analogie con gli altri corpi astrali.
La prima, la più ampia, è quella di Saturno a cui fa riferimento il
piombo, padre di tutti i metalli e da cui l’opera dei filosofi partiva per la preparazione dell’oro e della
Luna che è il corpo celeste più vicino alla Terra. L’associazione Saturno-Luna trae origine dalla concezione cabalistica per cui Saturno, il pianeta più lontano dalla Terra e quindi dal Microcosmo, simboleggia la ragione, l’intelletto in antitesi allo spirito vitale, anello di congiunzione tra anima e corpo, associato alla Luna più vicina alla Terra ovvero al Microcosmo. Tra i due poli tutte le altre orbite planetarie simulano la graduatoria delle molteplici distanze dalla Terra e delle conseguenti facoltà umane.
Il punto di origine è il Sole-Oro il cui simbolo è il cerchio con un punto nel mezzo. Il disegno di Mylius è pure un tentativo di rendere evidente la
gerarchizzazione dei pianeti e dei correlati metalli ponendo alcuni pianeti-metalli in posizione attiva ed altri in posizione passiva. L’illustrazione intende ritrarre il Cosmo nell’Unità essenziale e in quella materiale, così come solo nell’uomo perfetto l’immagine e la somiglianza con Dio si manifestano in un unico spirituale.
Il concatenamento tra Astrologia e Alchimia fu di grande importanza nell’apprendimento della convinzione che esisteva un’influenza delle costellazioni e delle congiunzioni planetarie sulla natura terrestre. Ogni regno, animale, vegetale, minerale, godeva di tale effetto che poteva essere benigno o maligno a
seconda delle posizioni e delle combinazioni degli astri. Questa opinione fu molto diffusa e venne applicata in numerosi campi. Per esempio nella preparazione dei farmaci(
2).
La Grande Opera non potè esimersi da questo convincimento e ogni operazione doveva essere quindi avviata soltanto in un preciso momento dell’anno, del mese, del giorno, poichè solo in quell’istante il flusso planetario e delle stelle avrebbe garantito il successo. Il movimento dei Pianeti attraverso le costellazioni, contenute nelle dodici Case celesti del Sole che dividono lo Zodiaco, è altrettanto una visione mediata dell’opus circolatorium alchemicum, tentativo della riproduzione microcosmica delle strutture dell’Universo con il loro formarsi e riformarsi a partire dal Tetragramma divino. Le dodici divisioni sono i dodici «stadi» in cui era previsto che la materia dovesse passare prima di raggiungere la consistenza adeguata dell’ultima fase ed è pure il numero perfetto risultante dal prodotto di
quattro per tre, cioè dei quattro elementi per i tre principi.
Note:
1)-Zodiaco deriva dal Greco Zoe (vita) e Diakos (ruota).
2)-La Teriaca, antichissimo farmaco usato nella cura delle patologie umane sin dai tempi romani, era preparato solo nel periodo astrologico più propizio al fine di conferirle caratteristiche eccellenti scaturenti dagl’influssi astrali.(-continua-)
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