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(di duepassinelmistero)

 

Atene è celeberrima in tutto il mondo per i suoi templi classici, ma possiede un patrimonio di chiese bizantine ragguardevolissimo. Una di esse, campionessa di fascino arcano- sorge silenziosa, all'ombra della cattedrale attuale (Megalo Mitropoli, grande chiesa metropolitana. che è la chiesa ortodossa greca arcivescovile di Atene).  Entrambe si trovano nel cuore della capitale, in piazza Mitropoleos. Tra le due, le dimensioni non si possono confrontare: l'una sembra un topolino accanto ad un elefante. Eppure è proprio la 'little cathedral', la piccola cattedrale ortodossa medievale che batte in importanza storica e in armonia la moderna cattedrale di Atene (realizzata tra il 1839 e il 1863).

Conosciuta anche come Mikri Mitropoli (piccola chiesa metropolitana), è dedicata alla Vergine Maria; localmente è la Panagia Gorgoepikoos, dedicazione a cui è stato accostato (nel 1863) un altro santo, Eleftherios (nome completo della chiesa: 'Panagia Gorgoepikoos e Agios Eleftherios').

Qui, in questo stesso luogo, sorgeva anticamente un tempio pagano dedicato -secondo alcune tesi - ad Iside, cui si sovrappose il culto alla dea Eileithyia, dea della fertilità e del parto. Torniamo ad osservare un elemento fisso nella sovrapposizione dei culti nei millenni: quello primigenio verso la Madre Terra o Universale, cui sono state associate diverse divinità e, in epoca cristiana, la Vergine Maria.

Su tutte e quattro le facciate dell'edificio è presente una concentrazione di simboli che la rendono unica:infatti- sebbene le chiese di casa nostra ne possono mostrare molti e differenti- qui raggiungono l'apogeo, il massimo possibile.

La sua particolairtà, infatti, è che sono inseriti in essa, costituendone di fatto i paramenti murari, rilievi simbolici e lastre di marmo Pentelico provenienti da monumenti più antichi, sia di matrice classica che di epoca cristiana. I blocchi inferiori non sono decorati, se non con qualche eccezione in facciata (sempre di reimpiego); la parte superiore è invece letteralmente ricoperta di blocchi in rilievo (una novantina) appartenenti al periodo greco antico (si data al IV sec. a.C. il fregio sopra il portale principale, che dovrebbe rappresentare i Mesi (calendario Attico),  a quello romano, paleocristiano e bizantino. Nel fregio dei Mesi è inclusa una scena che ritrae Herakles (Ercole) con sua moglie Hebe (ultima figlia di Zeus ed Hera, pronipote di Gea, la Terra, e di Cronos; era la protettrice dei bambini e della gioventù ma anche dell'Ambrosia, il nettare degli dei. Sposò Ercole dopo che l'eroe ascese come dio all'Olimpo). Ma i lapicidi che hanno lavorato alla chiesa in epoca medievale, hanno aggiunto il simbolo della croce, come per tentare di cristianizzare un tema chiaramente 'pagano'.

Alcuni dei blocchi scolpiti sono stati riutilizzati in un senso simile alla loro funzione originale, mentre altri potrebbero essere stati usati come mere decorazioni simboliche (difficile operare una lettura omogenea e coerente tra tutti questi pezzi, non conoscendo il criterio con cui vennero scelti e impiegati nelle posizioni attuali). In alcuni punti, come nell'apertura delle bifore, sono andati parzialmente distrutti alcuni elementi, che dovevano essere già presenti sull'edificio quando le bifore stesse furono realizzate.

 

Troviamo una varietà di elementi estremamente interessante e, in parte, a noi nota e cara: colonnine annodate, Fiori della Vita, intrecci vari, dischi e ruote solari, croci di diversa foggia, stile e dimensione, motivi fito e zoomorfi (del bestiario medievale cristiano), l'albero della Vita, ma anche epigrafi in greco, sfingi,  quadrati concentrici scolpiti. Un vero 'nettare' per noi...

La costruzione che ammiriamo oggi  risale al tempo del vescovo Michael Choniates (1180-1204), che ne ordinò i lavori. Durante il periodo ottomano la chiesa fece parte del palazzo episcopale ed è stata chiamata “katholikon".

Quando si decise che era divenuta troppo piccola per la nuova capitale e si provvide a costruire la nuova cattedrale, venne adibita a Biblioteca Nazionale, dove vennero accumulati i libri donati all'orfanotrofio (palazzo del governo greco) di Egina (una delle isole del golfo di Saronico, appena fuori Atene). Restaurata nel 1863, in quell'occasione venne accostata la dedicazione di San Eleftherios a quello della Madre di Dio.

La splendida costruzione ha pianta cruciforme(a croce greca), una cupola, su un alto tamburo ottagonale, un ingresso in facciata e due laterali. La cupolina -sostengono gli esperti- è l'esempio più caratteristico e bello del suo genere, in Atene, per questo molto importante. L'illuminazione dell'interno è dosata e assicurata dalle caratteristiche bifore e dalla traforatura della cupola. Risulta essere tra le più piccole chiese-cattedrali del mondo, infatti le sue misure sono indicative in tal senso: appena 11, 54 m la sua altezza, 7, 62 m la lunghezza mentre il diametro della cupola è di 2, 74 m. All'interno, come abbiamo accennato nella sezione generale dedicata ad Atene, vi sono quattro pilastri che sostengono la navata e, nell'Iconostasi, quattro gruppi di colonne annodate che contornano due rispettivi affreschi (a destra e a sinistra). Una piccola formella, simile a quelle presenti su tre delle quattro facciate, riprende il motivo delle colonnine annodate sorreggenti un arco, che delimita una croce terminante con due volute, che nell'intenzione simbolica va a sostituire la figura di Cristo-sirena, la cui coda bicaudata ricorda la sua doppia natura. E' dunque un simbolismo veramente interessante.

                                                     

Una leggenda la indica fondata dall'imperatrice bizantina Irene (Irene di Atene, 752-803), madre di Costantino VI e moglie di Leo IV; alla morte del marito, mantenne il trono in nome del suo giovane figlio e, più tardi, lo spodestò, divenendo la prima imperatrice (797-802). Irene ristabilì il culto delle icone, che era stato proibito nell'impero bizantino sotto Leo III (ricorderemo l'iconoclastia, cioè la distruzione delle icone di Gesù, Maria Vergine e dei santi). L'imperatrice viene ricordata per la sua attiva politica estera e la sua indole caritatevole, mentre non azzeccate furono le sue politiche finanziarie, che a lungo andare provocarono un danno pubblico. Niceforo I, nell' 802, la fece esiliare a Lesbo.

 

                                      
 

Per approfondire:

Arcidiocesi di Atene
http://it.wikipedia.org/wiki/Arcidiocesi_di_Atene
http://www.athensinfoguide.com/wtschurches/panagiagorgoupekous.htm
http://atlasofchurch.altervista.org/chiesaortodossa/grecia.htm
http://larapedia.com/religioni-cristianesimo-ortodosso/Cristianesimo-ortodosso.html
http://atlasofchurch.altervista.org/chiesaortodossa/cronoconsta.htm

 

Sezioni correlate in questo sito:

Tour Grecia
Meteore
Il santuario di Delfi e l'oracolo di Apollo
Atene
Acropoli
Agorà romana
Epidauro, il santuario di Asclepio e il teatro
Il Canale di Corinto
Micene e la Tomba di Atreus
Olimpia antica e il santuario di Zeus

 

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