Un'antica profezia dell'oracolo
di Delfi aveva parlato chiaro: "Non costruite mai il Canale di Corinto e
non scavate l'istmo!" Zeus, infatti, aveva creato le isole dove voleva e il
Peloponneso era una penisola, non un'isola. Gli uomini, però, per questioni
pratiche nonchè economiche, hanno sempre tentato di dimenticarsi delle
profetiche avvertenze e di tagliare la lingua di terra che separa il
Peloponneso dall'Attica, ricongiungendo il Mar Ionio con l'Egeo, evitando
così di fare il periplo del Peloponneso stesso. Ma tentativi ripetuti, dal
VI sec. a.C. al tempo di Nerone, fallirono. Solo l'imperatore romano riuscì
ad iniziare i lavori, scavando la metà del Canale (3.300 m) ma poi tutto si
arenò. La 'Pizia' aveva avuto ragione? Solo alla fine del XIX sec. d.C.-
dopo numerose prove- venne ripreso il progetto di Nerone e portato a
termine. Ma problemi geologici non trascurabili fanno ritenere che l'oracolo
di Delfi avesse ragione: frane e crolli di roccia hanno determinato
frequenti chiusure del Canale, anche per lunghi periodi. Attualmente è
comunque navigabile e presenta i suoi innegabili vantaggi...
(testo tratto da
http://www.clubdelgommone.it/storia/canalecorinto.html )
Nell'antichità, la
città di Corinto era fra le più
importanti del mondo conosciuto. La sua posizione geografica la rese famosa
come importante centro navale, commerciale e culturale. A quei tempi le navi
che provenivano da e per le isole dell'Egeo verso il Mediterraneo
Occidentale avevano una sola possibilità di rotta: circumnavigare il
Peloponneso doppiando i temuti Capo Maleas e Capo Matapan.
Le difficoltà di navigazione e dei trasporti mercantili via terra spinse nel
602 a.C. il Tiranno di Corinto Periandros, uno dei
sette Saggi dell'Antichità, a costruire il famoso diolko, la
pista lastricata ricoperta di tavole di legno, unte di grasso, sulla quale
le navi venivano trainate per attraversare l'istmo da una costa all'altra,
mentre le merci venivano trasportate con animali da soma. Per questo
"passaggio" le navi pagavano un pedaggio che costituiva una fonte di
finanziamento molto importante per la città di Corinto.
Fu lo stesso Periandros il primo a progettare l'apertura di un canale che
congiungesse i due mari. Idea che abbandonò, per paura di provocare la
collera degli Dei, in seguito alla profezia della sacerdotessa di
Delphi, Pythia,
che diceva " Istmon de mi pirgoute mid' oryssete. Zeus gar etike nisson i
evuleto", cioè: "Non costruire e non scavare l'Istmo. Giove pose
l'isola dove voleva".
Probabilmente il motivo principale che ha obbligato Periandros ad
abbandonare il progetto non fu la collera divina di per se, ma le difficoltà
enormi di esecuzione e gli interessi finanziari di Corinto, che desiderava
mantenere la posizione privilegiata del "portachiavi" del transito
commerciale del Mediterraneo.
Inoltre, il "passaggio" delle navi via "diolko" non presentava problemi
particolari, giacché le navi erano piccole e la forza muscolare degli
schiavi e degli animali in quell' epoca erano sufficienti e a buon mercato.
Tre secoli dopo, nel 307 a.C. il Re di Macedonia, Dimitrios
Poliorkitis, tentò di nuovo la realizzazione dello scavo dell'istmo, ma
quando gli ingegneri Egiziani chiamati a progettarlo gli prospettarono che
la differenza fra il livello del Mare di Corinto e quello del
Golfo Saronicos era tale da far sì che, con l'apertura del canale, le
acque del mare di Corinto avrebbero inondato l'Isola di Egina e le
coste del Golfo, lasciò perdere.
Quasi tre secoli dopo, durante l'epoca Romana anche Giulio Cesare e
Caligola progettarono l'apertura dell'istmo senza però dar luogo alla
realizzazione.
Su quei progetti si basò Nerone, quando nel 66 d.C. decise di
intraprenderne l'esecuzione.
I lavori iniziarono nel 67 d.C. da entrambi i lati dell' istmo
(Corintiacos-Saronicos), e vi furono impiegati circa seimila schiavi.
L'inizio dei lavori fu inaugurato dall'imperatore stesso dando il primo
colpo nella terra dell'Istmo, con un'accetta d'oro. Nerone, dopo aver
promesso l'autonomia a tutta la Grecia, dovette ritornare a Roma per
affrontare l'insurrezione del Generale Servio Suplicio Galba.
Con la morte di Nerone -
avvenuta poco dopo il suo rientro - il progetto fu di nuovo abbandonato, gli
scavi erano arrivati a 3.300 metri di lunghezza per 40 di larghezza.
Leggende e superstizione narrano che scavando l'istmo sia emerso sangue
umano. Il sangue della madre di Nerone, Agrippina, da lui assassinata.
Fenomeno dovuto alle acque sotterranee che passando attraverso diversi
strati di terreno e roccia rossastri, ne acquisivano il colore rosso,
giacché anche quando secoli più tardi, i Veneziani tentarono di tagliare
l'istmo, si ripetè lo stesso fenomeno.
La conferma del tentativo di Nerone è testimoniata dal fatto che durante
l'apertura definitiva del canale, nel 1882, furono trovati 26
pozzi sperimentali di 10 metri ciascuno.
Dopo Nerone, Erode Attico cercò di continuare il canale ma i suoi
tentativi, come quelli dei Bizantini in seguito, si fermarono subito.
Dicevamo, anche i Veneziani tentarono di aprire l'istmo, cominciando
gli scavi dalla parte del mare di Corinto. Le grandi difficoltà incontrate
portarono all'interruzione quasi immediata dei lavori.
Secoli dopo, la fine dell'occupazione Ottomana trovò la Grecia alla
soglia dell'epoca industriale.
Le condizioni dell'apertura dell'istmo erano molto più favorevoli e l'allora
capo di Governo, Ioannis Capodistrias, prevedendone una grande
importanza per lo sviluppo del paese, cercò di reperire sul mercato
monetario internazionale la somma di quaranta milioni di franchi d'oro,
giudicati necessari per la realizzazione dei lavori, senza riuscirvi e fu
ancor meno possibile pensare che la somma fosse messa a disposizione dal
magro Bilancio dello Stato Greco. Così, il tentativo del Primo Ministro
Capodistrias fu abbandonato.
Con la Rivoluzione Industriale del 19° secolo e 2400 anni dopo l'epoca del
Tiranno di Corinto Periandros, il progresso tecnologico permise di ritornare
sull'antica idea di apertura del canale. L'attraversamento dell'istmo
offriva ancora due vantaggi importantissimi alla marina commerciale:
sicurezza ed economia.
Evitare la circumnavigazione del Peloponneso e il passaggio dei temuti
Capo Maleas e Capo Matapan non solo avrebbe ridotto i rischi di
incidenti marittimi, ma anche il costo del trasporto (premi assicurativi,
combustibile, tempo).
Dopo l'apertura del Canale di Suez (1869), il governo di Thr.
Zaïmis, nel Novembre del 1869, approvò una legge apposita "per
l'apertura dell'Istmo di Corinto".
Con questa legge, il governo concedeva ai privati la possibilità di
costruire e sfruttare il canale di Corinto.
.
Nel 1881, il governo
greco aggiudicò l'appalto per la costruzione al Generale Ungherese
Stefano Tyrr emerito aiutante di campo di Vittorio Emanuele Re d'Italia,
con il privilegio di sfruttamento del Canale per 99 anni.
Un anno dopo, Tyrr costituì una società con denominazione "Diethnis
eteria Thalassiou Diorigas tis Corintou" (Società Internazionale del
Canale Marittimo di Corinto).
Lo studio del progetto fu
eseguito dall'Ungherese B. Gerfer, Capo Ingegnere del Canale
Francesco in Ungheria e dall'Ingegner Daujats, Capo Ingegnere del
Canale di Suez. Fra i vari tracciati proposti, si decise di adottare lo
stesso iniziato dall' Imperatore Nerone risultato il più corretto ed
economico.
Furono stabilite anche le
dimensioni del canale: 22 metri di larghezza sul fondo, 24 metri a livello
del mare e 8 metri di profondità.
Alla presenza di Re
Giorgio I° di Grecia, i lavori ebbero inizio ufficialmente il 23
Aprile 1882.
Otto anni dopo nel 1890, purtroppo, la società di Tyrr interruppe i
lavori per difficoltà economiche, fallì e fu dissolta.
I lavori continuarono con la denominazione "Società del Canale di Corinto",
di Andreas Syngros, che completò l'opera. L'impresa titanica per quei tempi,
impiegò 2.500 lavoratori ed i più avanzati mezzi tecnici dell'epoca,
durò 11 anni, con l'estrazione di 12 milioni di metri cubi di terra e
roccia.
L'istmo fu tagliato in linea retta su una lunghezza di 6.346 metri
per una larghezza a livello del mare di 24,6 metri e sul fondo di
21,3 metri, mentre la profondità oscilla tra 7,50 a 8 metri.
Il 25 Luglio 1893
avvenne l'inaugurazione con particolare solennità.
La composizione geologica delle pareti del canale è diversa ed è
attraversata da una serie di fratture nella roccia molto verticali con
direzione Est -Ovest, che formano un angolo acuto con l'asse del Canale.
Questa particolare composizione del terreno ebbe come conseguenza la caduta,
negli anni, di grandi volumi di roccia, causandone la chiusura per lunghi
periodi. In tutto, dall'inizio fino al 1940, diverse frane hanno causato la
chiusura del Canale per circa quattro anni. La frana di maggiore rilevanza
fu quella del 1923, di oltre 41.000 metri cubi di roccia, il Canale restò
chiuso per due anni.
Verso la fine della Seconda Guerra Mondiale nel 1944, i tedeschi in
ritirata minarono il canale causando una frana di 60.000 metri cubi
di terreno. A completare il sabotaggio, prima dell'esplosione, vi
affondarono numerosi veicoli ferroviari per rendere ancora più difficile
l'opera di riapertura che durò cinque anni (1944 - 1949).
La "Società del Canale di Corinto" sfruttò il canale fino al 1906,
quando, per via di problemi finanziari, fu liquidata. Dopo la vendita
all'asta, la Banca Nazionale acquisì la società e costituì la "Nuova
Società per Azioni del Canale di Corinto"
Il 1° Novembre 1980, il governo Greco riprese in proprio lo
sfruttamento del Canale, costituendo la "Società per Azioni del
Canale di Corinto". Nel Gennaio del 2001, il Ministero
dell'Economia Nazionale ha organizzato un concorso internazionale per la
selezione di un Concessionario per i Diritti del Canale di Corinto per un
periodo di trent'anni. La Società Sea Containers Services L.t.d.
ha firmato il 18 Maggio 2001, insieme alla società Periandros
S.p.A., il Contratto di Concessione per lo sfruttamento dei diritti del
Canale di Corinto. Il Contratto di Concessione è entrato in vigore il 10
Settembre 2001.
Qualche notizia sul Canale
- Il Canale di Corinto costituisce un nodo internazionale di comunicazioni
marittimi e agevola navi di ogni nazionalità.
- Ogni anno più di 12.000 navi di oltre 50 nazionalità attraversano il
canale.
- Nel canale il livello di marea ha un'escursione intorno ai 60 centimetri.
La corrente che vi si crea cambia direzione ogni sei ore e ha una velocità
di 2 nodi e mezzo e in alcuni casi supera anche i tre.
- Il canale è operativo 24 ore su 24 per tutta la settimana escluso il
Martedì quando rimane chiuso dalle 6 alle 18 per manutenzione, inoltre nei
festivi il pedaggio è soggetto ad un supplemento di circa il 30%, anche il
porto di provenienza e di arrivo influiscono sul costo del pedaggio, ma in
questo caso dipende anche dal tonnellaggio. Nell'ultimo nostro passaggio del
13 Agosto 2006 (era Domenica, sic...) per un gommone di 7 metri e mezzo
abbiamo pagato 85,00 Euro tasse comprese.
- La velocità massima consentita è di sei nodi, pertanto bisogna mettersi
l'animo in pace e godersi, visto il costo del pedaggio, per una buona
mezz'ora lo spettacolo che offre questa imponente opera dell'uomo.
- Il traffico si svolge a senso unico alternato, a seconda delle unità in
attesa e a volte può succedere di aspettare anche parecchie ore.
- Il via libera viene dato con semafori verde e rosso. Ma, forse per
tradizione, anche con delle bandiere su delle aste collocate agli ingressi:
bandiera blu ingresso consentito; bandiera rossa ingresso vietato.
- Le comunicazioni con il posto di controllo avvengono con il VHF canale 11
e al di là delle luci e delle bandiere saranno loro, via radio, a indicarvi
il momento per passare.
- Sia all'ingresso Est, sia all'ingresso Ovest a livello del mare, vi è un
ponte stradale che in prossimità dell'arrivo delle imbarcazioni viene ...
affondato.
- Tutto il canale viene monitorato con telecamere 24 ore su 24.
- Il pedaggio si paga ormeggiando al posto di controllo che è situato
all'ingresso Est, dalla parte di Atene. La banchina per l'ormeggio è una
gettata di cemento su pilastri a circa 80 cm dall'acqua e con bassa marea,
per un gommone, c'è il pericolo di bucare il tubolare infilandosi sotto.
- Per il rifornimento carburante bisogna chiamare, dal posto di controllo,
la vicina stazione di servizio e ... aspettare.
(V.G. Parte del testo è tratta dal sito ufficiale del Canale di Corinto:
www.periandros.gr e dal sito
www.rai.it)