|
TEMATICHE: Due passi nell'Italia nascosta Simbologia e Cultura Orientale UTILITY: Ricerca veloce titoli per argomento SERVIZI:
|
Avendo riservato anche altre sezioni ad alcuni dei 'misteri' che animano tuttoggi questo sito,in questa pagina fornirò una succinta galleria soprattutto fotografica dei punti più 'salienti',culturalmente parlando,e che possono riservare anche stupore in coloro che ritengono che la costiera Adriatica sia solo meta di turismo marittimo e di divertimento notturno.Avevamo già parlato di Rimini,nel 2004,e quest'anno ci spostiamo più a sud,al confine con le Marche.Un territorio aspramente conteso nel Medioevo/Rinascimento dalle due signorie 'locali', i Malatesta e i Montefeltro (duchi di Urbino). Cattolica è l'ultima località costiera della Romagna e dista soltanto 3 chilometri da Gradara, dove ancora il borgo dominato dal castello riecheggia della triste sorte di Paolo e Francesca;da Pesaro 16 Km;da Urbino 35 Km;da Rimini 19 e da San Leo 49 Km.La repubblica di San Marino si trova a 38 Km. Come è nostra consuetudine, dunque, affrontiamo la visita con l'animo dei 'piccoli esploratori', desiderosi di fare la conoscenza di luoghi nuovi e che, nell'entroterra, conservano ancora un impianto urbanistico di stampo medievale. Questa è stata la patria della Signoria dei Malatesta, che avevano a Verrucchio (Val Marecchia) il loro 'quartier generale' (la 'dinastia' pare iniziasse proprio da lì) e dove ancora oggi si può ammirare l'imponente Castello e visitare la necropoli, che in pochi sanno che esiste (Verruchio è chiamata la Pompei romagnola).Venuta alla luce nel 1893, scavi e scoperte sono ancora inedite.La 'finestra' che si apre, è sullo scenario dell'Età del Ferro (dal IX al IV sec.a.C.),periodo di massima espansione, in questa zona, della civiltà Villanoviana. Un itinerario da non tralasciare!
Nonostante i molti sforzi, non si è giunti ad una traduzione,un po' come la curiosa epigrafe di Barga e di Pisa o le molte altre che attendono ancora una decifrazione... In epoca romana fu con ogni probabilità una statio o mansio,vocazione che conservò anche nel Medioevo e oltre, tanto da farla appellare 'contrada di taverne' (sappiamo che- per i dati archeologici- di Cattolica c'è un 'buco' di vari secoli, vedasi la sezione in cui se ne è parlato)costituendo un luogo di ritrovo per pellegrini,viandanti che percorrevano l'asse Bologna-Ancona-Roma (per raggiungere i Santuari di Loreto,nelle Marche, o San Pietro nella capitale).Da qui poi si ha notizia di pellegrinaggi fino a San Giacomo di Compostella. C'era sicuramente un Ospitale dei Pellegrini ,costruito tra il 1584-'85(probabile però che un primo 'ospitale' vi sorgesse precedentemente), oggi in parte modificato ovviamente;l'area su cui doveva sorgere era quella occupata attualmente dal Museo della Regina(foto) L'Ospitale dei Pellegrini aveva,annessa,la Chiesa di Santa Croce(oggi Galleria di S.Croce che ospita eventi diversi). La strada su cui si affacciavano i principali edifici del centro storico,ieri e oggi. La chiesa che si vede sul fondo,con l'alto campanile,è quella di S.Apollinare,eretta probabilmente alla fine del 1200(viene però ufficialmente attestata dal 1313).Attualmente è un rifacimento del 1782. Il Museo della Regina (così chiamato perchè Cattolica è definita la regina dell'Adriatico) ospita sia l'Antiquarium,con i reperti archeologici di epoca preromana e romana(al primo piano) e il museo della Marineria (al secondo piano),dove sono documentate le tecniche,gli usi e i costumi della vita marinaresca dei lidi adriatici.Una menzione meritano gli occhi di Cubia,che venivano posti sulle prue delle imbarcazioni per favorire il viaggio in mare. Usanza che risale a tempi remotissimi,già in voga presso Egizi,Greci,Romani,e che si è perpetuata nel bacino Mediterraneo e in altri mari(anche nell'Oceano Indiano!), fino ad oggi. In genere sono dei fori dove scorre la catena dell'ancòra e attorno ai quali vengono dipinti dei cerchi concentrici simili a occhi. A seconda delle culture,pare comunque che il senso comune a tutte sia quello magico-protettivo:si riteneva che con gli occhi la barca potesse seguire meglio la rotta,evitare gli incerti della navigazione e schivare o proteggere dai pericoli.Una sorta di 'antidoto' per i marinai,psicologicamente utile,e forse-simbolicamente-ancora più profondo. Testimoniando una continuazione dell'antica tradizione,gli occhi di Cubia sono diventati l'emblema della città di Cattolica. 'occhio di Cubia' originale,conservato nel Museo della Regina. In via Verdi,di fronte al mare, si può ammirare la villa dove soggiornò(dal 1893 al 1895) in età giovanile Guglielmo Marconi,che proprio qui ha condotto i primi esperimenti di telegrafia senza fili(oggi la villa è di proprietà privata).
Seguendo la nostra brava mappa, ci spostiamo nell'entroterra di Cattolica, nella VALCONCA, splendida terra tra colline e mare, dove si respira ancora un'aria che non smette di essere alimentata dagli echi del passato, cruento o dolce che possa essere stato.
Un luogo altamente suggestivo,dal quale si gode un panorama magnifico(si vede anche il litorale), che mi resterà sempre impresso nella memoria. Imponente borgo, con la bella Rocca Malatestiana che -all'interno-conserva un angolo di preistoria(vi è una raccolta di fossili risalenti ad oltre un milione di anni fa:lische di pesce,ossa di squalo,reperti trovati per la maggioranza da appassionati locali; vi si trovano anche minerali e zolfi appartenenti al Dipartimento di Scienza Mineralogica dell'Università di Bologna).Nella casa parrocchiale sono invece,singolarmente per il luogo!, raccolti circa 3.500 reperti della II Guerra Mondiale(armi,munizioni,elmetti,divise e perfino un motore stellare di una 'fortezza volante' dell'aeronautica degli USA.E' aperto solo la domenica pomeriggio.Per info padre Ivo:0541/980045).Per le vie,si incontra il mestiere tradizionale dei vasai. Sotto la Rocca,qualcuno farebbe risalire il sito su cui sarebbe sorta la perduta città di Conca.
Epigrafe latina e traduzione, apposta all'ingresso della Porta Marina a Saludecio,che ne spiegano la possibile origine etimologica. Conserva ancora la cinta muraria e parte della rocca Malatestiana, ma ha subito gravi danneggiamenti dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.Sono stati ritrovati in loco oggetti(steli,capitelli,epigrafi al dio Silvano e monete di epoca romana),il che fa ritenere come vi fosse un insediamento in tale epoca.Fu considerato in epoca Cinquecentesca uno dei centri più importanti del territorio riminese,la 'capitale'della Valle del Conca. Nella Settecentesa Chiesa,ma sorta su ben più antica costruzione,è allestito,nei locali della sagrestia,il museo di Saludecio e del Beato Amato,una figura cardine per il paese,che lo venera fin dalla sua morte,avvenuta il 1292. La cassa originale in cui fu rinvenuto il corpo incorrotto del Beato(è in corso la causa per la Santificazione,essendo stato riconosciuto almeno un miracolo,nel 1949).Un doveroso ringraziamento lo voglio fare al 'sagrestano d'altri tempi'della Parrocchiale di Saludecio,che ho avuto il privilegio di avere come esclusiva guida della chiesa,dei locali della sagrestia/museo e della cripta(conosce ogni suppellettile presente e la sua storia!)e che ha voluto rendere indimenticabile la mia visita facendomi dono di un libro sul paese e sul Museo del beato Amato Ronconi. Non lo dimenticherò quel luogo ricco di fascino e di devozione secolare.
Su un'alta collina della Valconca,dove un tempo pascolavano i daini e sorgeva un tempio dedicato a Diana,nacque un paese. I Romani ricordavano un Vicus Dianensis, l'insediamento da cui trasse origine il paese, Mons Dainus,il Monte dei Daini,che sarebbe diventato Mondaino. Il centro storico è racchiuso in una cinta muraria nella quale è incastonata una porta(porta
Marina) con arco a pieno sesto. La piazza semicircolare è la più interessante
tra quelle risalenti all' '800, e vi si innesta la via centrale del paese
conferendo all'insieme una forma tondeggiante,tant'è che il popolo definisce la
piazza 'piazza padella'.Questo è il cuore di Mondaino e da qui parte il Palio
del Daino.. Come ogni castello "che si rispetti", anche questa ha
una sua 'leggenda'legata alla presenza di fantasmi (abitatori
usuali di rocche e antichi manieri!) che periodicamente si farebbero sentire dai torrioni."La presenza scomoda di un fantasma che si diverte a movimentare le tranquille giornate dei mondainesi (pensate che è stato addirittura promosso un gemellaggio con alcuni castelli scozzesi). Nel 1516 venne infatti assassinato, sulla via di casa, da un marito tradito, il poeta Giovanni Muzzarelli, personaggio di spicco alla corte di Guidubaldo da Montefeltro, protetto dal Bembo e
dall'Ariosto". Questa lapide è custodita all'interno della parrocchiale di Mondaino e ha una storia singolare.La lapide,scolpita probabilmente nel 186 d.C. venne realizzata in onore di Vindice, alto ufficiale romano al servizio dell'imperatore Commodo. Era originario di Urbino e combattè a lungo in Renania. Forse la lapide contornava un monumento equestre andato perduto (nell'epigrafe compare la parola 'bigae').Lo studio della lapide ha permesso di capire come questo territorio appartenesse al collegio elettorale romano 'Stellatina', che invece si era sempre ritenuto appannaggio dell'Umbria, una parte dell'Urbinate e al massimo al territorio di Sarsina. La lapide fu rinvenuta casualmente tra un cumulo di macerie,in una discarica,in località Pieggia di Mondaino. A ritrovarla fu il sig.Osvaldo Zucchini, di Mondaino, nel 1987. La scoperta fu straordinaria poichè di questa lapide si avevano notizie da un codice del XV secolo, sul quale un umanista aveva diligentemente copiato per intero l'iscrizione ma che poi, durante il Rinascimento, andò perduta. La scoperta di questo frammento ha permesso di ricostruire esattamente l'impaginazione originaria. .Nella zona sorgeva un Ospitale per i Pellegrini. In un vicoletto del paese è appesa questa gabbia di tortura,con tanto di ragnatele,che la fanno sembrare un vero reperto medievale usato per infliggere una morte lenta al malcapitato(ovviamente è un manufatto 'moderno' che si utilizza quale scenografia per le rievocazioni storiche che si svolgono a Mondaino). Il paese è noto per il suo Museo Paleontologico,dove migliaia di fossili raccontano come nel riminese, milioni e milioni di anni fa, c'erano i tropici e nel mare nuotavano squali di 30 metri! Nel 1990 alcuni studiosi hanno riscontrato tracce di DNA(fossile) in un pesce lanterna rinvenuto in località Sant'Apollinare;ciò ha permesso di identificare tre diverse bande di DNA. Sensazionale il pesce mummia. Per maggiori informazioni www.mondaino.com
Al confine tra Valle del Conca e Valle del Foglia(tra Marche e Romagna) sorge uno dei castelli meglio conservati della provincia di Rimini,Montegridolfo. L'accuratezza della ristrutturazione,la sua posizione incantevole, permette di ricavarne un effetto di grande benessere. Le sue origini sono oscure,forse anticamente si chiamava Monte Lauro(altro nome dell'alloro, che cresceva rigoglioso in zona);il nome attuale gli deriva invece dalla famiglia dei Gridolfi che,nel XIII secolo,stabilirono qui la loro sede e fondarono un castrum Gredulphus. Successivamente conquistato dai Malatesta,venne consolidato e ampliato. Per ulteriori informazioni www.montegridolfo.com E,ancora, le sorprese non sono finite.Se si prosegue per Gemmano,si potrà incontrare il Parco Naturalistico di Onferno e,nella pieve del XII secolo, vetrine e diorami raccontano di una fauna ancora sconosciuta. Questa è la zona delle misteriose grotte che Dante alighieri pose a porta dell' Inferno:si chiamava proprio così questa meraviglia geologica, ma nel 1810 il vescovo Gualfardo di Rimini preferì cambiarlo in Onferno perchè non gradiva che nella sua diocesi vi fosse una località con un simile nome...diabolico! L'appellativo di 'porta degli inferi' gli era stato affibiato a causa delle frequenti fuoriuscite di vapori dai recessi più oscuri,ancora oggi visibili nelle ore notturne,specie d'inverno. I vapori,oggi si sa,sono provocati dalla differenza termica tra interno ed esterno della grotta. Nel 1916 lo speleologo bolognese Lodovico Quarina entrò per la prima volta,almeno ufficialmente,nelle grotte,facendo 'partire' il primo studio scientifico sistematico che superava le credenze popolari che la intendevano come un luogo inquietante e inaccessibile,una vera "porta dell'Inferno"! Chi poi ha 'dimestichezza'con i... fantasmi,può fare una capatina in Val Marecchia, alla Rocca di Montebello che racchiude nelle sue stanze e nei suoi cunicoli spicchi di autentica vita medievale e i segni di oscure tragedie.La corte è ornata di singolari reperti archeologici provenienti dall'epoca di Roma Imperiale e dalla remota Antiochia...I Malatesta costruirono l'ala Rinascimentale nel XV secolo e qui oggi vi si conservano pezzi artistici e artigianali di stampo italiano databili tra il XV e XVII sec. "Quando l'alba dell'anno Mille illumina la Valmarecchia, le torri della fortezza di Montebello (Mons Belli)sono già là, poderose, a sfidare nei secoli i nemici della Romagna. Arcigna come il sasso su cui sorge e di cui è fatta, la Rocca dei Guidi è ancora integra e narra le cento storie di assalti,di tradimenti,di tragedie,di gloria e morte, scritte sulle sue mura millenarie.Il pallore dolce della luna fa da cornice alla corte quando si popola dei mille personaggi che l'hanno abitata.I fantasmi truci dei suoi soldati e dei suoi briganti fanno ala ai fantasmi gentili di Orabile Beatrice e di Azzurrina. I balestrieri dei Malatesta e dei Montefeltro si mescolano agli Indiani 'Ghurka'della ottava Armata Inglese,tutti morti sugli spalti nell'inutile assalto della fortezza mai conquistata". Per avere maggiori informazioni sull'itinerario della Signoria dei Malatesta,è possibile consultare il sito web: www.larivieraromantica.it
Informative generali tratte da:
Sezioni correlate in questo sito: |