Apriamo questo nostro
reportage di visita con il pannello che si trova nei locali del Museo
Storico di Gradara(1), la cui cortesissima signora della biglietteria
ci ha detto che si poteva fotografare ciò che si desiderava senza alcun
problema.Di questo la ringraziamo, perchè la conoscenza deve essere
divulgata e portata all'attenzione di tutti gli interessati.Nel Castello
di Gradara, non si può fotografare e non c'è alcuna menzione di
queste gallerie sotterranee, nessuna notizia utile, perciò tutto quello
che abbiamo potuto ricavare si trova nel Museo Storico,
fonte che diviene preziosa, lo si capisce. Esso è situato poco prima di
giungere al Maniero, sulla salita che conduce ad esso, sulla destra.
Riteniamo utile che i nostri lettori sappiano che c'è questa
possibilità:prima di visitare il Castello, famoso soprattutto perchè vi
si sarebbero compiute le 'gesta'dei due amanti per antonomasia, Paolo e
Francesca (2), al tempo della Signoria dei Malatesta, fermatevi
per una capatina nei locali di questo piccolo museo (ingresso 4 euro). Si
potranno vedere alcuni strumenti di tortura usati nel Medioevo (ma anche
ben oltre), la ricostruzione degli ambienti del castello (in miniatura),
il mondo della tessitura e della civiltà contadina; gli episodi
illustrati della tragedia di Paolo e Francesca e altre informazioni utili
sui castelli esistenti o già scomparsi presenti nella zona ma,
soprattutto, si può accedere all'unica delle dieci grotte che sono
state individuate nel sottosuolo del territorio e che dipartono da...già
da dove? In un primo momento abbiamo pensato "quasi certamente dal
castello", che è situato nella parte più alta.Ma se è vero che gli
ipogei risalgono al V secolo d.C., dovevano già essere stati
scavati da secoli quando la Rocca fu eretta. I cunicoli
-come avrete letto nel pannello che abbiamo riportato in apertura- non
hanno ancora una adeguata spiegazione tecnica e una cronologia definita.Forse
alcuni sono più antichi, altri coevi al castello (XIII sec.)? Per alcune
gallerie,le distanze dal maniero sono notevoli. C'è un piccolo problema
temporale:il 'castrum' di Gradara inizia ad essere menzionato dal 1182,
ma gli ipogei risalirebbero a cinque o sei secoli prima, stante la
datazione che abbiamo letto;inoltre se erano 'centri di eresie' (per
riunioni segrete?) come accennato nel pannello, sono stati trovati indizi
tangibili per supportare questa teoria? Sarebbe necessaria una
chiarificazione da parte degli esperti e confidiamo di trovarla o di
poterla ricevere. Tra l'altro i nostri lettori ricorderanno che anche a
Cattolica, distante appena tre chilometri da Gradara, vi è una serie
di gallerie ipogee, di cui avevamo parlato in un'apposita sezione (cfr.
giugno 2005:Le misteriose
gallerie ipogee di Cattolica).Ambienti sotterranei sembrano frequenti
tra la Romagna sud-orientale e le Marche (vedasi ad esempio anche
Sant'Arcangelo od Osimo,). Sembra che in questi territori la gente amasse
molto vivere più sotto che...sopra!
Prima di scendere nella galleria, la numero 10 (numerazione
attribuita dagli studiosi) , l'unica aperta al pubblico, si legge
un'indicazione:grotte del V-VI secolo d.C. Antichissime.
Sicuramente reimpiegate in epoca successiva, come dimostrerebbe la loro
lavorazione, piuttosto curata soprattutto nelle volte, la presenza di
alcuni simboli, che non sono presenti in questa specifica
grotta, ma che abbiamo potuto vedere sulle fotografie scattate dagli
studiosi in altre grotte, ad esempio nella numero 1, che è anche
la più vicina al castello,la quale mostra evidenti una stella a
otto punte e una croce patente.Dettagli che
potrebbero anche indicare una presenza Templare a Gradara. Vi sono
anche dei graffiti, rilevati in un'altra galleria, come abbiamo potuto
sapere sempre attraverso questa 'mostra didascalica' molto
interessante presente nei locali del piccolo museo storico.
Ingresso alla galleria sotterranea n.10
Immagini dei particolari rinvenuti nella
grotta n.1
Particolare della stella a otto
punte(galleria 1)
e della croce patente (galleria 1).Sono
situate entrambe, da quanto di evince, sulle volte.
Di seguito, le immagini
scattate da noi all'interno del cunicolo n.10, l'unico aperto alle
visite del pubblico:E' costituito da un corridoio in discesa,su cui si
aprono delle nicchie senza aperture ma con dei sedili.In fondo la galleria
termina (almeno apparentemente)in una camera abbastanza vasta, di forma
irregolare, su cui si aprono altre aperture, con porte, chiuse, che
probabilmente conducono in altri ambienti.Parrebbe certo che questi locali
fungessero da prigione all'epoca medievale. Mentre in origine?
Graffiti presenti in un'altra grotta e
documentati dagli studiosi (immagine presente sui pannelli allestiti nel
museo storico)
Immagini di un'altra grotta.
Le gallerie sembrano possedere schemi
distributivi diversificati e i
locali interni sembrano presentare variazioni anche notevoli tra loro.
.
Sarebbe veramente
interessante poterle visitare tutte, documentandone i simbolismi
eventualmente presenti, il materiale che è stato probabilmente ritrovato,
insomma, avere un quadro più easuriente della situazione.Da chi sono state
realizzate e perchè? Che uso se ne faceva? E fino a quando sono state
utilizzate? Furono dimenticate e solo recentemente riscoperte? Ogni
castello che ' si rispetti' era dotato di 'vie di fuga', come è
noto; questo faceva parte della strategia stessa della vita di un
fortilizio:in caso di necessità, si poteva fuggire attraverso passaggi
sotterranei e raggiungere le sponde dei fiumi, il mare, oppure altri
castelli vicini, o luoghi sicuri di rifugio.Ma perchè sedici gallerie?
Sono un numero enorme.Dieci sono ancora 'agibili' - s'è detto- e anche
dieci gallerie sotterranee sono tante:forse alcune erano 'false vie di
fuga'? Per chi,non conoscendo la pianta del castello, poteva rimanere
'fregato' da una mossa azzardata, tentare di fuggire per una delle botole
presenti (e ben evidenti ancora oggi) nelle stanze del maniero,sperare di
raggiungere la libertà e ritrovarsi invece intrappolato in una delle
segrete,che non portava da nessuna parte...Chissà cosa successe in questi
antri bui...
Uscendo dal Museo
Storico, siamo ancora pensosi e comunque molto entusiasti di aver potuto
vedere un ambiente 'insolito' e di cui conoscevamo poco o nulla.Ora la
nostra curiosità è alle stelle ma al castello resteremo delusi:non c'è
nulla che faccia conoscere maggiormente questi ambienti sotterranei!
Comunque una visita è d'obbligo e non perchè la leggenda dei due amanti
clandestini rintuzzi romanticismi d'altri tempi, ma perchè il castello di
Gradara è una splendida opera architettonica, frutto di un restauro molto
accurato, che l'ha riportato agli antichi splendori. Gradara è un centro
medievale incantevole, situato nella provincia di Pesaro-Urbino,accoccolato
tra il mare e la collina.
Ingresso al borgo medievale di Gradara:Porta Firau. Le mura che lo
circondano risalgono al 1300 e proseguono fino alla Rocca(o
Castello)
Residui di affreschi policromi(dettaglio)
sotto l'arco della Porta Firau
Mascherone (uomo verde?)
con iscrizione laterale, presente all'ingresso del Castello.
Nel verde del fossato
antecedente il maniero, si scorge un ingresso sotterraneo:forse conduce
proprio ad una delle dieci gallerie ancora agibili di cui si parlava
sopra.
Bellissimi scorci
dell'antico maniero e del paesaggio in cui è immerso.
Il primo Castello o Rocca
di cui si ha menzione risale al 1200;di quel periodo la storia è
piuttosto avara di notizie, che cominciano a diventare un po' meno
nebulose quando passò ai Malatesta,
nel 1300.Di questa famiglia ci siamo già occupati,in questo sito,quando
abbiamo parlato di uno dei suoi rappresentanti più illustri, Sigismondo,
che ha un busto dedicatorio anche qui fuori dalla porta Firau e che
all'interno delle sale della rocca di Gradara ha lasciato molti suoi 'simboli'
araldici e non, tra cui l'immancabile SI
sul quale pendono ancora
significati incerti (seppure la guida di Gradara dica con certezza che
significano Sigismondo e Isotta, la sua amata sposa).La
sigla è onnipresente anche nel Tempio
Malatestiano di Rimini, in cui appare anche 'al rovescio', come in
uno specchio, ad aumentare la valenza misteriosa di queste iniziali.A dire
il vero, questo monogramma di Gradara appare più un rimando al Caduceo
di Mercurio che a due semplici lettere dell'alfabeto!
Ingresso della Rocca(ponte
levatoio)
Vasca (malconcia)per la raccolta dell'acqua (fossato)
Il percorso di visita
comprende vari ambienti:- il cortile d'ingresso, con
interessanti reperti all'aperto da osservare; -la camera della
tortura, dove c'è una lugubre fossa coperta da una grata, in cui
si immagazzinava l'acqua piovana.Durante scavi settecenteschi pare sia
stato ritrovato il cadavere di un cavaliere, ancora con la sua armatura e
legato con una catena sul fondo. Brividi!
Alcuni 'strumenti'nella
camera suddetta
Proseguendo la visita, si
accede alle stanze 'padronali', con arredamenti per la maggior parte non
originali;-la sala della Giustizia, detta anche “sala del tribunale”, dove si celebravano le udienze e chi era ritenuto colpevole poteva raggiungere la camera di tortura
direttamente...Infatti qui era ed è ancora collocato un condotto a sezione quadrangolare, molto ripido, con lame che uscivano dalle pareti, che conduceva diritto nella camera delle
torture.In quali condizioni ci arrivasse il malcapitato, in detta camera
di destinazione, è tutto da intuire...! Dopo un percorso tra lame
taglienti...Comunque gli speleologi dicono che con autorizzazioni, imbrago e la consona attrezzatura si potrebbero filmare e documentare le lame ancora infisse.
Di aspetto sicuramente
più tranquillizzante è la Sala del Consiglio;
e poi la camera di Francesca, la più ambita dal pubblico!
Della triste storia di Paolo e Francesca abbiamo parlato nella
sezione relativa ai Malatesta.
Dante Alighieri citò le gesta dei due amanti nel Canto V dell' Inferno
nella Divina Commedia. Oggi si vede solo una camera arredata con la
sua bella botola sul pavimento, da cui si narra che Paolo fosse fuggito
quando lui e la sua amata furono sorpresi dal marito di lei, Gianciotto.
Francesca rimase uccisa per salvare la vita di Paolo, la cui fuga sarebbe
comunque stata breve, perchè sarebbe stato catturato (forse quella era
una delle gallerie 'cieche'che non portavano da nessuna parte?!) e ucciso
a sua volta dagli uomini di Gianciotto Malatesta, che pure era suo
fratello.
Interessante è la Cappella,
al pianterreno, dove c'è il cortile.Oltre ad una bella maiolica
attribuita ad Andrea della Robbia o alla sua Scuola, abbiamo avuto
una sorpresa:due delle colonnine che reggono l'altare presentano una serie
di nodi a mezza altezza!
I capitelli di dette
colonnine sono istoriati con motivi di intreccio, fito e zoomorfi e
ricordano l'arte longobarda, poi ripresa nel medioevo dai Comacini.Sollevando
la tela che ricopre l'altare, abbiamo visto una croce inscritta in un
cerchio, ma il manufatto non sappiamo a quale epoca risalga, se sia copia
recente di un originale antico.Certo è che queste colonnine 'annodate'
sono molto curiose e nel nostro censimento
relativo alle colonne ofitiche
non avevamo ancora annoverato simili esemplari.Chi cerca...trova.
La Rocca di Gradara fu
proprietà anche della famiglia Sforza, dei Della Rovere, dei Farnese
(3).
Uscendo dal Castello, su
una panca di pietra che si trova a destra, abbiamo creduto di rintracciare
la 'sagoma' di una triplice
cinta, che-se lo fosse- appare comunque quasi indistinguibile.
Proponiamo sia un'immagine del graffito così come si trova sulla panca,
sia una nostra 'ricostruzione grafica' delle parti che si possono
distinguere.Al lettore sagace un parere.E' o non è una t.c.?
Dulcis in fundo, una
visita alla chiesa parrocchiale attigua alla Rocca si impone.Lo
stile attuale è quello conferitole da un restauro settecentesco.
All'interno vi è un Crocefisso ligneo scolpito da Fra
Innocenzo da Petralia(1591-1648) che colpisce perchè presenta tre
'diverse espressioni del S.Volto', a seconda che ci si posizioni a destra,
al centro o alla sinistra del manufatto (seguire le postazioni indicate
nella chiesa e vedrete) e che corrispondono 'prodigiosamente' alle tre
ultime fasi della Passione:Il Cristo sofferente, agonizzante e morto.
Sul muro controlaterale,
cogliamo un'immagine emblematica:
Prima di imboccare Porta
Firau per uscire dal borgo, tutto invaso da negozietti e botteghe tipiche,
molto caratteristiche, è consigliabile un bel giro lungo il camminamento
di Ronda, per assaporare quell'atmosfera medievale carica di
storia e mistero che ammanta questi fortilizi.
I nostri due passi nel
mistero anche qui possono dirsi conclusi, per questa volta. Chissà magari
prossimamente ritorneremo qui e troveremo delle novità. Perchè lo scopo
della Ricerca è di non fermarsi mai e aggiungere sempre un granello di
sapere alla nostra conoscenza.
Note:
1)- http://www.gradara.com/museo/
2)- http://www.gradara-medievale.com/ci/3197.aspx
3)- http://www.gradara-medievale.com
Sezioni correlate in
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