La collina del Montjüich offre
un panorama della Barcellona costiera veramente incantevole. E pensare che
è una delle zone più vecchie della città,in cui si fa originare il
primo nucleo della città stessa(vedi mito
di fondazione). Leggenda e storia non sono sempre discordanti: alla
falde del monte sono state ritrovate infatti vestigia di una
popolazione Ibera (Celtiberi) che viveva in villaggi disseminati attorno alla pianura
che si estendeva tra i fiumi Besos e Llobregat. Questa
popolazione si occupava di agricoltura e risale a vari secoli prima della
nostra era, ma di essa si sa poco, commerciavano con i Fenici e poi con i
Greci. E' solo grazie alle fonti che certi autori latini raccolsero dai
Greci che sappiamo qualcosa di loro: ad esempio nel IV sec. Avieno
ci parla di villaggi circondati da muraglie e situati nel territorio
corrispondente alla "Llaietania".
Al tempo dell'imperatore Augusto fu
colonia romana con il nome di COLONIA JULIA/ FAVENTIA AUGUSTA /PATERNA
BARCINO. Pare che Barcino fosse il nome latinizzato dell'indigeno
Barkeno; i primi coloni ( di origine faventina )si raggrupparono alle
falde del Montjüich. Romani e Iberici pare vissero pacificamente insieme
prosperando e allargando la città, fino al 260 - 270 d.C. quando,
sotto Valeriano, la zona fu invasa dai Germani e distrutta.
Venne subito riconquistata e ricostruita. La città fu divisa in quattro
parti da due vie principali perpendicolari al centro, cioè a forma di
croce, e venne costruita una muraglia in forma di circuito turrito. Ognuno
dei quattro vertici della croce aveva una porta. Dell'epoca romana sono
state ritrovate condutture di acqua e una piscina. E'oggi possibile vedere
la torre dell'antica porta romana(in Piazza Nuova, Plaza Nueva, vicino
alla cattedrale) e le rovine del tempio di Augusto, che sono
inglobate nel Centro Escursionista della Catalogna, un
edificio che sorge in Via Paradiso (Calle Paradís), così
chiamata perchè per lungo tempo esistette un giardino che doveva essere 'edenico'!.
I Visigoti costruirono, nel
medesimo luogo un Acropoli e una basilica paleocristiana,
scoperta negli anni Ottanta durante gli scavi. Era stata distrutta
probabilmente nel 986 dalla terribile incursione araba di
Almanzor; sono pervenuti resti di pavimenti, colonne marmoree e altri
materiali, e verosimilmente i due capitelli che sostengono la mensa
d'altare nella cattedrale. Nel 1046 venne cominciata la cattedrale
romanica in luogo di quella antica basilica e si costruirono altri
edifici, tutti in stile romanico sobrio però con influenze moresche e
francesi. La città si estese oltre le mura nel XII sec., e vi
sorgeva un ospedale molto importante, quello della Santa Croce.
Nella parte fuori le mura, sorsero monasteri e si costituirono distinti
nuclei urbani periferici al Barrio.
La città era a quel tempo una Contea;
si trasformerà in Casa Reale in epoca gotica, con il matrimonio
del Conte Ramon Berenguer IV con la principessa Petronilla d'Aragona.
Sappiamo molto poco della cattedrale romanica che era di stile" lombardo
"; si pensa fosse ubicata in parte sul luogo dell'attuale
cattedrale e in parte nella piazza antistante la facciata principale. Si
sa che il 1° Maggio del 1298 si collocò la prima pietra della
nuova cattedrale di cui resta la lapide che lo attesta ( regnavano Jaime
II e la moglie Bianca d'Angiò ). I monumenti gotici finirono a poco a
poco per celare i precedenti.
In città vivevano molte
confraternite(ordini Mendicanti) e l'Ordine
Cistercense aveva tre importanti monasteri nella Catalogna 'nuova',
quella della Reconquista:quello del Poblet, Santa Croce e Villabona
de las Monjas. Si iniziarono le opere delle cattedrali di Tarragona e
Lerida (Llejda) e a ripopolare le 'marche spagnole'.Furono anni di
febbrile lavoro per le attività costruttive, che si fondavano su tre
principali elementi:i monasteri con le loro proprietà,come antichi
signori feudali;le cattedrali,organizzate in un modo molto simile ai
monasteri e,finalmente,il popolo,concentrato in piccoli villaggi che
andavano acquisendo sempre maggiore importanza al riparo della Carta de
Poblacion y Privilegios de Franquicia che le concesse i loro re.
Barcellona conobbe tre secoli d'oro
dal XII al XIV, in cui di integrarono il potere militare,
ecclesiastico e popolare,che si riflettè innegabilmente sull'arte. Fu nel Barrio Gotico che si concentrarono gli
organismi rettori della città: civili, reali e religiosi, così
come le loro corrispondenti residenze personali.
Un aneddoto dice che Cristobal Colon
fu presentato a sua maestà nella Sala Maggiore dell'antico palazzo reale,perchè
nella città risiedeva la corte e proprio nella cattedrale
venne Cristobal Colon (noto come Cristoforo Colombo) al ritorno
dalle Americhe e vi si battezzarono gli Indios che aveva portato con sè.
Con i re cattolici il
Barrio Gotico entra in un periodo di decadenza perchè la corte si
sposta da Barcellona. Il palazzo reale diventa sala di udienze, residenza
del Santo Uffizio e archivio della cancelleria del re.
Nel XVI sec. il Barrio ritrova un
certo splendore con la creazione di edifici in stile rinascimentale e in
seguito attraversa le vicende storiche che accompagnano la Catalogna.Nel
XIX sec. subì le bombe lanciate dal Montjüich, in cui vennero
distrutte alcune parti della già devastata muraglia e altri edifici. Dopo
il 1850 si aprirono nuove vie e nel XX sec. il Barrio
conosce una grande popolarità assumendo grande valore, soprattutto
all'Esposizione Internazionale.Si restaurano vecchi edifici e si
rivalorizzano le antiche vestigia, curandosi dell'urbanizzazione
archeologica.
Il Barrio oggi ci appare un pò nascosto
tra una rete di strade che conservano il loro percorso antico, sinuoso,
stretto e che contrastano con le linee rette e le vie perpendicolari della
Barcellona moderna.
Dal monumento a Cristoforo Colombo
( foto sopra ) situato alla fine della Ramblas che sfocia verso il
mare, si raggiunge Placa de Cataluña e da qui si imbocca la Av.
Puerta del Angel che condurrà nel cuore del Barrio, non tralasciando
di osservare sul percorso i simboli della " Barcellona
ermetica ".
In questa sede ci limiteremo a
descrivere sommariamente la cattedrale e, in una pagina apposita, la
chiesa di Santa Maria del Mar,seppure
essa non faccia veramente parte del 'Barrio'.
Prima di entrare,uno sguardo sopra il
portale.Troverete una scritta nota..."Domus Dei et Porta Coeli":casa
di Dio Porta del Cielo. Tra le parole, tre puntini...(a lato, l'immagine)
La cattedrale è dedicata a Sant'
Eulalia, la martire dodicenne il cui corpo è conservato nella cripta
in un sarcofago sorretto da otto colonne dal fusto diverso e lavorato,
realizzato nel 1327 da uno scultore italiano ignoto. Nella
parete di fondo è incassato il primitivo sepolcro del IX sec. Tra
le figure alla base del sarcofago di Sant'Eulalia, si trova Ercole
coperto con la pelle del leone di Nemea, possibile allusione all'origine
mitica della città di Barcellona. Non si può entrare nella cripta ma
ci avremmo molto tenuto poichè sapevamo esservi una
Triplice Cinta incisa verticalmente (o due).
La cattedrale è immensa! Presenta uno
stile gotico che, specialmente in facciata, ricorda una cattedrale
francese di Note Dame.Noi l'abbiamo trovata, purtroppo, coperta da
impalcature ma nella foto n.1 è possibile ammirarla in tutta la sua
bellezza. C'è da dire che il 'gotico' Catalano non è come quello
europeo, avendo uno stile personale e unico che se ne discosta. Così,
all'interno delle cattedrali spagnole, è frequente trovare la navata
centrale occupata da un enorme coro (Toledo,Valencia per quel che abbiamo
potuto vedere, ne hanno uno).
La visita alla cattedrale di Barcellona
deve essere personalizzata:ciascuno deve e può trovarvi il fascino che
emana,passando dal fragore e dalla luminosità dell'esterno al silenzio e
alla penombra dell'interno, a tre navate (misure 79 x 25 m). Nei suoi
contrafforti sorgono una quarantina di cappelle (40 cappelle!), tra
cui quella dedicata a Nostra
Signora del Pilar, a N. S.di
Monserrat, a Maria Maddalena. Sotto il presbiterio si trova la cripta, cui
si accede tramite una scalinata le cui pareti presentano sculture
parietali interessanti, come una serie di teste femminili.
Il ciborio non si alza sopra la crociera
fino sopra i piedi della croce,alla entrata della cattedrale per la porta
principale. Simbolicamente, questa situazione è relazionata con la figura
di Cristo, dal momento che forma un triangolo con le due
torri-campanile. Questo è un'allegoria alle tre chiavi:le due torri
rappresentano le mani, e il ciborio, i piedi. Sembra di intravedere
l'intenzione di dare all'edificio un' aria di mistero che le è peculiare.
Il chiostro è un gioiello e l'abbiamo
trovato assolutamente 'unico' nel suo genere.Mai prima d'ora avevamo visto
nulla di simile:anzichè superficie pavimentale, nel centro c'è un
laghetto in cui vengono allevate per 'trazione'delle oche e dei cigni
attualmente. Crescono palme altissime nel chiostro, che è contornato da
una serie di cappelle chiuse da inferriate, come quelle dell'interno! Una
di esse è adibita a rivendita di ricordini, libri, etc. Il pavimento del
chiostro è costellato di lapidi(probabilmente tombali) incise di
vari periodi, alcune devono essere particolarmente antiche(solo per vedere
adeguatamente queste, bisognerebbe sostare ore).Dei quattro lati del
chiostro, solo tre hanno cappelle; il quarto è la continuazione della
facciata principale della chiesa, e vi stava l'antica Sala Capitolare.
Un elemento facciamo solo notare, in
questa superficiale descrizione, una raffigurazione che in terra spagnola
abbiamo incontrato almeno due volte e che per la sua rarità è
straordinario, infatti se ne contano solo cinque esempi al mondo:la
morte di Adamo. Abbiamo trovato l'iconografia con la storia della sua
morte qui e nella cattedrale di Toledo. La morte di Adamo è un
tema trascurato nel Vecchio Testamento, il quale ci dice che il padre
dell'umanità morì a 930 anni di vecchiaia. E' solo in Testi apocrifi
che si danno maggiori dettagli e si innesta tutta un'allegoria simbolica
che collega la tradizione del peccato originale con la Croce della
Redenzione.
La cattedrale di Barcellona non è
soltanto un'opera architettonica splendida e che ha visto i lavori
susseguirsi fino ai nostri giorni,quasi,ma rappresenta uno dei massimi
tesori della Catalogna e anche luogo di sepoltura di svariati personaggi
che hanno caratterizzato la sua storia,a partire dal conte Ramon
Berenguer I e sua moglie Almodis,i principali protettori della
cattedrale romanica che precedeva l'attuale.
Ogni domenica mattina, sul sagrato della
cattedrale, si svolge la tipica danza catalana, la Sardana, che si esegue in
cerchio tenendosi per mani, le cui origini sono molto antiche, e che è
divenuta popolarissima (tutti possono unirsi a ballare) come inno di
fratellanza. Sulla collina del Montjüich c'è un monumento ad essa
dedicato.