Accanto alla
straordinaria cattedrale di Toledo,e a molte altre chiese,vi sono leggende
che narrano di oscuri 'riti' nella città delle lame e dei
coltelli!
Varietà di spade in un negozio
specializzato.Le tecniche di produzione provenivano dalla Persia,importate
dagli Arabi,da cui gli spagnoli le mutuarono.
La città dei 'cabalisti' per antomasia,è
accompagnata da una caterva di leggende,di storie di passaggi
sotterranei,di scienza e alchimia,di magia e occultismo,di tesori
spirituali e non, nascosti per timore che finissero in mani sbagliate...
Non ci è potuto sfuggire infatti il
nome di una Via, Callejon del Diablo, cioè traversa
del Diavolo, nel cuore della città.
Ma esiste anche un'Vicolo
dell'Inferno', e un tempo pare vi fosse la Torre dei Diavoli,oggi
scomparsa, che secondo alcuni era situata sulla collina del Bù.
Nei registri del catasto comparirebbe
anche una Locanda del Diavolo, del 1751 e numerose sono le
leggende messe in relazione ai toledani e al demonio, nei secoli passati.
Forse per la marcata presenza di eretici
e i fuochi dell'Inquisizione? L'eresia era infatti 'marchiata'come opera
del Diavolo dagli ultracattolici. Però sembra che al tempo del massimo
sviluppo delle pratiche negromantiche, al tempo delle 'streghe' e dei
maghi, vi fossero più religiosi che abitanti a Toledo!
Ricercando notizie su questa
singolare traversa del Diablo, che avevamo visto e immortalato, abbiamo
scoperto che potrebbe essere una reminiscenza, comunque, dei roghi
dell'Inquisizione.Infatti nel libro 'Toledo insolita', di
R.Bausà, si racconta che era ('macabra' ) usanza esporre gli abiti dei
condannati al rogo nella parrocchia del defunto, per ulteriore oltraggio e
umiliazione della sua famiglia,mentre nel caso in cui non si sapesse la
provenienza del reo, i vestiti venivano stesi alle finestre della casa in
cui viveva.Questi indumenti all'epoca si chiamavano 'saubenitos' e
potevano recare immagini di diavoli o fiamme.
A quanto è dato sapere, gli Inquisitori
avevano un bel daffare a Toledo, poichè la città era letteralmente 'infestata'
da quelli che venivano ritenuti stregoni, negromanti, falsi
veggenti,spiriti 'maligni' e non si sa se i frequenti simboli presenti in
molti angoli delle strade siano stati messi per spaventare i visitatori
oppure per indicare una sapienza che dietro i 'bestiari medievali'
nascondeva ben altro significato.
Nel secolo XII, sotto il re Alfonso VIII,
il centro culturale più importante e la famosa scuola di traduttori si trovavano
a Toledo, che era il maggior polo per tradurre i testi arabi e
apprenderne l'Arte. E',guarda caso, il periodo Templare
in cui l'Ordine viene a contatto con il mondo islamico attraverso le Crociate.
A Toledo c'era una corte di astrologi,
astronomi, matematici, filosofi,letterati,
botanici esperti nella conoscenza delle erbe e nella loro preparazione, al
pari di altre città spagnole, come Saragozza e
Valencia,per citare alcune di quelle toccate dal nostro viaggio.
La città conosce in questo periodo il
suo massimo splendore, che comincerà a decrescere dal 1561, quando
Filippo
II sposterà la capitale a Madrid.Dobbiamo
ancora capire perchè lo ha fatto, questa decisione non ci è ancora
chiara (ma indagheremo e prima o poi lo scopriremo...)
Siti interessanti (in lingua spagnola):
Vergini
Nere e Templari
Almunia
de San Miguel (un locale dove mangiare,nel Barrio de Los Templarios,il
quartiere che fu dei Templari)
Entorno
Toledo (tour
di 2 ore con guida,in luoghi insoliti)
La
scienza Hispano-araba |
|
Toledo,
nella regione di Castiglia la Mancia, è una magnifica città,
dove ogni pietra è un frammento di storia (carpetana, romana, visigota,
araba, ebrea, castigliana...).Ha la magia della città che
ha conosciuto la gloria di essere capitale,scalzata poi dal suo scranno
(quasi inspiegabilmente da Madrid)
ma che ha saputo conservare integralmente un fascino impressionante che
prorompe delle sue stradine,dalle case arroccate sulle salite impervie del
centro medievale, dalle sue mura ancora in gran parte intatte,dalle sue
innumerevoli porte e splendide chiese, dal suo fiume, il Tago, che
la circonda e la abbraccia come un innamorato cinge la propria amata. E,
in cima a ogni cosa, la fortezza araba o alcazar, divenuto reggia con Carlo V
imperatore e distrutta più volte da molte calamità.
Toledo, crogiolo di diverse
culture e religioni.
Poeti, archeologi, filosofi, storici
e teologi hanno scritto su di lei e ognuno cercando di decifrarne gli
svariati aspetti, senza mai però riuscire completamente nell'intento,
perchè altrimenti Toledo non sarebbe Toledo! Il suo fascino è restare
avvolta dal mistero nascosto nel labirinto dei suoi vicoli, delle sue
fonti d'acqua, del suo sottosuolo ricco di passaggi, della storia sepolta
e che forse solo pochi conoscono. Non certo i poveri visitatori come noi,
che in un giorno da turisti ci illudiamo di arrivare almeno a poter dire
qualcosa.
Ma cosa?
D
La città ci è rimasta nel cuore, dal
primo momento che l'abbiamo vista, con le sue porte che sanno di antico,
le sue mura merlate,i ponti...
Toledo ha ben nove porte,di cui citeremo
la:
Porta di Bisagra vecchia
(Bab-Sagra=porta bionda) che è stata chiamata così per distinguerla
da un'altra e presenta dettagli visigoti e certamente arabi; quella di Bisagra
Nuova (ma quale delle due è la più antica?Gli storici non sono
concordi!) di cui si sa che esisteva nel 1085; la Puerta del Sol (Bab-al-Mardum=Porta
del Cristo della Luce) del 1375-99; la Porta del Cambron (
Bab al - Yahud= porta degli Ebrei, esistente già nel XII sec.).
A Toledo vi sono vestigia della presenza
Templare, ma la maggior parte delle notizie non è scritta.
Storicamente si sa che un tempo abitarono il quartiere di San Michele.Nella zona medievale c'è la Chiesa
templare di S. Michele l'Alto, con la torre Mudejar (oggi San Tomè);
vicino si trovava la casa templare trasformata nel bar "El
Temple"; c'è anche l'Almuina de San Miguel, un
ristorante che è ubicato nello stesso luogo che fu dei Templari.Inoltre
possedevano il castello di San Servando, in posizione
elevata.
Si dice che a Toledo vi siano ben cinque
Vergini Nere, di cui abbiamo potuto vederne una nella chiesa di
S. Tomè, forse proveniente dal monastero di Monte Sion.
La Cattedrale
Il mistero comincia dal suo
architetto.Fu il (supposto) francese Martin o Petrus
Petri? Un documento menziona nel 1227 il primo mentre una
lapide dichiara che il secondo era 'Magister ecclesia...qui presens
templum construxit".Di nessuno dei due si conoscono gli
antecedenti.Venuti dal nulla? Si pensa che Martin avesse influenze
francesi perchè la cattedrale mostra la tecnica impiegata in quella
terra, specie a Le Mans. Petrus Petris forse Pedro Perez, si
ritiene legato alla terra toledana, per il marcato accento mudejar della
galleria del triforio.
La costruzione è in stile gotico ed è
la seconda della Spagna dopo quella di Siviglia in questo stile. La prima
pietra fu posta dal re di Castiglia e Leon, Fernando III, nel 1226
e i lavori durarono fino al 1493. Ha una superficie di 6500 mq.(
includendo gli annessi e il chiostro la sup. supera i 10000 mq:),
suddivisa in cinque navate. E' lunga 120 m. ed ha una larghezza massima di
60 m.; l'altezza va da 12 a 32 m.La guglia della torre arriva a 92 metri.
Entrando dalla simbolica porta laterale,
l'unica aperta di primo pomeriggio, si resta incantati dalla grandiosità
dell'edificio; la prospettiva è interrotta dal recinto del coro,
situato al centro della navata centrale, che interrompe la visione
dell'altare,come succede nella maggior parte delle cattedrali spagnole.
E' impossibile
descrivere questo complesso: non è solo una chiesa ma museo, importante
pinacoteca con 18 tele di El Greco, Zurbaran, Bellini, Raffaello,
Rubens, Velasquez; è necropoli reale di quasi tutti i sovrani della
dinastia di Castilla e Leon; conserva i sepolcri anche di insigni
funzionari e nobili; ha un interessante tesoro cattedralizio, tra cui la Bibbia
di San Luigi del XIII secolo. E statue ovunque, decorazioni barocche,
cappelle, 88 colonne a sorreggere le volte a crociera, 750 vetrate che
riuscirono a essere salvate dalle distruzioni, ognuna preziosa
testimonianza storica e religiosa, oltre che politica, perchè nella parte
superiore recano lo stemma del prelato che era a capo della diocesi in
quel dato periodo; vi sono inoltre le figure di spicco di ogni epoca di
lavorazione (cavalieri, dame, sovrani, monaci e vescovi, appunto).
Vi è anche l'eccesso, che risulta stucchevole, per chi scrive.
Per queste
ragioni non ci è possibile descriverla in modo adeguato; ci limiteremo a
fornire alcune curiosità che reputiamo stimolanti.
| Cappella Mozaraba. Normalmente
chiusa al pubblico o di difficile accesso è questo un luogo della
cattedrale in cui si continua a celebrare quotidianamente l'Eucarestia
in questo celebre rito di origine visigotica, Mozarabo, conosciuto
anche come Isidoriano, gotico, cisneriano, rito conservato dalle
comunità cristiano - cattoliche che furono tollerate in Spagna
durante la dominazione musulmana e che soppravvissero dopo la
Reconquista cristiana nonostante l'imposizione del nuovo rito latino. |
| Nella cappella maggiore della
cattedrale, viene curiosamente reso omaggio ad una figura singolare
per una chiesa cristiana, l'alfaquì (capo della comunità mussulmana)
Abu Walid, vissito ai tempi del re Alfonso VI. |
| Il trasparente. Si tratta di
"uno sfondamento del soffitto" della volta di una cappella,
nel punto chiave della chiesa, rompendo l'equilibrio e correndo il
rischio di un crollo delle volte stesse; il tutto realizzato per
illuminare con la luce solare l'altare barocco(in un' ora precisa).
L'opera è stata vituperata da alcuni e lodata da altri, si data dal
1721 al 1732 ed è attribuita a tre componenti della famiglia Tomè,
insieme al canonico operaio Fernando Merino. |
| La morte
di Adamo. Nella parete a destra del coro, insieme a storie della
Bibbia dell'Antico Testamento, troviamo un tema che abbiamo già visto
nella cattedrale di Barcellona
(chiostro) e che è contenuto in testi apocrifi: una delle cinque
versioni esistenti sulla morte di Adamo. Qui la rappresentazione è
infatti diversa da quella di Barcellona ed è un caso unico in Europa,
condiviso unicamente con una rappresentazione simile di una chiesa di
una piccola località tedesca.La storia è inserita perfettamente tra
altre che la precedono e la seguono.contenute nella
Bibbia Canonica,segnale che a quel tempo,in quel contesto, si
conosceva molto bene il contenuto deii Testi
apocrifi. |
Allontanandoci dalla città e lasciando
la regione della Castiglia la Mancia, pensiamo ai tanti paesini che non
possiamo visitare ma che sappiamo custodire tesori grandiosi, nel
fantastico deserto che a tratti irrompe nel paesaggio.Ci tornano alla
mente il matto cavaliere Don Chisciotte e il suo fido scudiero Sancho
Panza le cui avventure Cervantes ambientò proprio qui, nella
provincia Toledana."A Toledo ogni pietra è storia;ad ogni passo
t'imbatti nella favola".
Arrivederci....
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Porta di Bisagra (nuova)
Puerta del Sol
Porta vecchia di Bisagra(o
di Alfonso VI)
Mura e torrioni
Sotto:la stella di
Davide(o sigillo di Salomone) che indica che siamo nel quartiere
anticamente abitato dagli Ebrei. A Toledo sono convissute per secoli e
pacificamente tre confessioni religiose:cristiana, ebrea, musulmana.Fino
all'arrivo dei 'Re Cattolici'...
Sopra:la 'Posada della
Hermandad",con gli stemmi di Isabella di Castiglia e di Ferdinando
d'Aragona,il cui matrimonio unificò ufficialmente la Spagna ma di fatto i
due
Un passaggio coperto e
una croce appesa al muro,qui c'era il quartiere cristiano antico
Sotto, un bellissimo
scorcio della guglia della cattedrale,da un vicoletto del centro storico
La cattedrale:è
considerata uno dei massimi templi della cristianità
Sopra e sotto:il recinto
del coro.Sul muro a destra un dipinto enorme di San Cristoforo
Scorcio dei bei pilastri
chiari e delle vetrate policrome(XIV-XVI sec.). Sotto, il 'trasparente'
Sopra:ancora il
trasparente. A sinistra si notino la ricchezza della decorazione e
simbolismi come il 'caduceo', occultati fra tutto il resto.
Magnifica Madonna detta 'Bianca':di
scuola frncese,è realizzata in un solo pezzo di marmo bianco e
dipinto.Madre e Figlio si sorridono teneramente ed enigmaticamente
Il funerale del signore
di Orgaz(Don Gonzalo Ruiz,che non fu mai conte), opera di El
Greco,conservato nella cappella omonima,prima di entrare nella chiesa di
San Tomè.Il nobile toledano è morto nel 1323.Il dipinto è famosissimo e
riprende la tradizione secondo cui,all'atto della inumazione,scesero dal
cielo Sant'Agostino e Santo Stefano per deporlo nel sepolcro,nel luogo in
cui si troverebbe ancora oggi,ai piedi del quadro.Una curiosità:il
ragazzino a sinistra che segnala la scena centrale era il figlio del
pittore e sul fazzoletto c'è la sua firma,ma anche una data:1578.A cosa
corrisponde? Non all'esecuzione del dipinto,che fu fatto nel 1586.Si pensa
alla data di nascita di suo figlio Giorgio Manuele,quello ritratto.
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