Secondo la
tradizione, sarebbe il telo che avrebbe avvolto il corpo di Gesù dopo
che fu deposto nel Sepolcro, ma a tutt'oggi non c'è una risposta
precisa di come l'immagine abbia potuto formarsi. Certamente però gli
scienziati sono in accordo che non si tratti di un'immagine dipinta ma di
un'ossidazione superficiale della cellulosa contenuta nelle fibre del
lino. Un corpo umano ancora vivo ma in seguito deceduto, è stato avvolto
in questo lenzuolo, che misura
436 cm x 110 cm.
Nel corso dei secoli ha subìto molte
vicissitudini.
E' conservata nella cattedrale di San Giovanni
Battista a Torino, presso la
Cappella costruita dal Guarini, che le ha saputo imprimere un significato
simbolico, specialmente nella originale cupola "a petali".
Essa è rivestita di
marmi neri. Naturalmente,
quello che si vede nella mia foto è ciò che viene esposto normalmente
nella Chiesa, una copia del famoso Telo perchè Esso viene mostrato al
pubblico solo in occasioni speciali e, in genere, durante il Giubileo
proclamato dal Papa. Pochi sanno che la prima ostensione della Sindone
nella città di Torino avvenne nella Real
Chiesa di San Lorenzo, situata in piazza Castello, di cui ci
siamo occupati in questo sito, sempre opera dell'architetto Guarino
Guarini.
La Sindone è stata datata con il
Carbonio 14 intorno al 1260 e il 1390 ma
queste analisi sono risultate inattendibili perchè i lembi
di tessuto analizzati sarebbero stati prelevati da pezzi di lino usati
per il rattoppo medievale. E' noto, però, come la Sindone 'inizi' a
circolare in Europa attorno al XIV secolo.
Il sudario di OVIEDO compare nella
storia documentata già intorno alla fine del 600/700 ma se questo telo e
la Sindone sono riferiti allo stesso corpo che avrebbero avvolto, non si
spiega perchè la Sindone inizi a circolare molto più tardi. La teoria dell'irraggiamento si basa su studi condotti da fisici che
hanno elaborato un modello matematico che spiega come è "teoricamente"
possibile che, nello scindersi, una piccola parte dei neutroni e protoni
presenti nel corpo umano, possa generare un flusso di particelle
che porterebbero a due conseguenze :
la prima è stata quella di
IRRADIARE il telo della Sindone che, impregnato di aloe e mirra al
buio di un sepolcro, era diventata come una pellicola fotosensibile in
una camera oscura.
la seconda è stata quella di
"ringiovanire" lo stesso tessuto ( per gli attuali metodi di datazione
al C14) di circa 600 anni.
Se il sudario di OVIEDO è dunque più
giovane di circa 600 anni ci troviamo ampiamente nel periodo storico di
Gesù.
Altra particolarità curiosa è che le
tracce ematiche sono riconducibili ad un soggetto di gruppo AB, sia
venoso che arterioso. Importante è che si tratta di sangue di individuo
prima e dopo la morte. Il sangue risulta dello stesso tipo di quello
presente nel miracolo di Lanciano(CH) e del sudario di Oviedo,come accennato.
LE 'TRASFERTE'
della Sindone
E' ipotizzabile che la
sindone, sia stata tenuta nascosta dai primi cristiani…" in
quanto considerata dagli ebrei oggetto impuro, poiché
"contaminato" dal sangue stesso del condannato. I primi
cristiani, già oggetto di repressioni e discriminazioni, non avevano
certo bisogno di mostrare in pubblico una reliquia così
"compromettente", strettamente legata al loro capo spirituale.
In seguito, nel secondo secolo si parla già di un "Volto Santo"(ne
abbiamo parlato occupandoci di Manoppello),
conservato a Edessa, quello che solo successivamente verrà identificato
come "Mandylion", cioè un’immagine "achiropita"
(non dovuta a mani umane), molto probabilmente la stessa Sindone che
vediamo noi oggi ma piegata in più strati, al fine di mostrare solo il
volto, celando così il resto del corpo di Gesù torturato e crocifisso.
Nel 944 il "Mandylion" viene traslato a Costantinopoli (per
preservarlo dai saraceni) e nel 1147 è documentata la visita a
Costantinopoli di Luigi VII di Francia, durante la quale può ammirare
la Sindone.
Nel 1204 la Sindone scompare dall’area mediorientale (ad opera
dei crociati, dopo la quarta crociata e la riconquista di
Costantinopoli) e, ricompare solo 150 anni dopo, a Lirey,
in Francia nel 1354.
E qui nascono le ipotesi "templari".
La Sindone riappare in mano di tale Goffredo di Charny, il quale aveva
un fratello proprietario di alcuni feudi in terra greca (e qui il
"passaggio" della Sindone da Costantinopoli verso l’Europa
tramite la Grecia) ma soprattutto era strettamente imparentato con un
certo Goffredo di Charny (o Charnay per alcuni), maestro templare di
Normandia, il quale finisce, nel 1314, bruciato sul rogo assieme a
Jacques de Molay.
Altro indizio è la venerazione, da parte dell’ordine, di un volto o
testa che compare più volte nei capi di imputazione della condanna per
eresia dei templari. Ma, come se non bastasse, a Templecombe, in Gran
Bretagna, in un castello templare è stata scoperta nel 1944 un’immagine
del volto Santo (praticamente identico al volto dell’uomo della
Sindone), dipinta su un pannello dotato di serratura, probabilmente un
buon nascondiglio. Ma per cosa?
Nel 1453 Margherita di Charny (discendente di Goffredo) cede la Sindone
alla moglie del duca Ludovico di Savoia e il resto lo si conosce bene.
Divenuta proprietà dei SAVOIA, essi
faranno appositamente costruire la Cappella per custodirla, mettendola
in comunicazione diretta con il Palazzo Reale. Nel 1983 il re in esilio
Umberto II di Savoia la dona alla Santa Sede.
Il Sudario è
presumibilmente l'altro panno di cui parla il Vangelo di Giovanni (versetti
5.8 del capitolo XX):"...entrò nella tomba e vide il telo per la
sepoltura ed il panno che aveva coperto la sua testa ,non insieme al
telo sepolcrale ma arrotolato separatamente".Le analisi al
radiocarbonio eseguite sulla Sindone di Torino hanno datato il lino al
Medioevo ma ciò sarebbe dovuto all'effetto delle manipolazioni(a mani
nude), mentre tutte le altre analisi (mediche, botaniche, ecc.) hanno dato
diversi risultati.
Infatti le ultime novità riguardano il fatto che potrebbe trattarsi di
una realizzazione prodotta con vari balsami e poi irraggiata. Come si
spiegherebbero però le tracce di sostanze ritrovate a livello delle
caviglie dei piedi dell'uomo della Sindone, ovvero alcuni cristalli di
travertino aragonite (una rarissima forma di calcite che è presente
vicino alla Porta di Damasco, a Gerusalemme)?
Il Sudario di Oviedo riporta sangue del gruppo AB e da sei parti di
fluido proveniente da edema polmonare(che sarebbe significativo per
capire a cosa sarebbe stata dovuta la morte del soggetto:asfissia).
Le conclusioni cui sono giunti i ricercatori spagnoli sembrano
conferire 70 punti in comune per la parte anteriore con la Sindone di
Torino e 50 per quella posteriore;pertanto sembra poter dire che
coprirono la testa dello stesso soggetto. Poi c'è la faccenda dei
'pollini': differenti sui due Teli di lino,ma questo parrebbe
giustificato dal fatto che essi seguirono, nella storia, due percorsi
differenti. Si sa per certo che il Sudario si trovi in Spagna dall'VIII° secolo:se
ha coperto lo stesso volto dell'uomo della Sindone, come è possibile che quest' ultima risalga al Medioevo?
Teniamo conto che la Chiesa non si è mai pronunciata al riguardo e che
QUALCHE ANNO FA è tornata prepotentemente alla 'ribalta'per i libri di
Knight e Lomas, oltre che di Baigent prima, secondo cui l'uomo della
Sindone sarebbe l'ultimo Gran Maestro Templare, Jacques de Molay.
Restiamo in attesa di ulteriori indagini per avere maggiori dettagli
sull'Uomo della Sindone, un grande e secolare mistero.