Tra panorami
mozzafiato, simboli a noi 'cari' e qualche traccia dei Templari (che fa anche
rima), 20 itinerari da sogno possibili...
Senj,
nella regione croata del Quarnero (contea Ličko-Senjsca, ovvero Lika-Senj), una
delle più antiche città dalmate, che sorge sul mare alle pendici del monte
Velebit. Il tramonto sul mare sfuma in infiniti orizzonti lontani... e ci
avvicina alla Dalmazia.
Senj. 1. La rocca
Nehai (XVI secolo), una delle più monumentali dell'intero Quarnero; 2.La cattedrale; 3. La lanterna sotto l'arco delle antiche
mura; 4. I banchi della cattedrale con i caratteri glagolitici (alfabeto
usato dagli evangelizzatori cristiani
per trascrivere lo slavo ecclesiastico e convertire i locali alla nuova
religione). Dal 1100
questo particolare tipo di alfabeto esisteva solo nelle terre croate e si era
sviluppato soprattutto in questa città tanto che il vescovo di Senj ricevette
nel 1248 uno speciale permesso da Innocenzo IV per poterlo usare nella liturgia,
insieme alla lingua canonica. In tal modo esso si consolidò molto tra 1300 e
1400. 5. La Madonna con Bambino venerati nel duomo;6. Il bastione est delle
antiche mura; 7. Un moderno monumento commemorativo; 8. Lo stemma ecclesiastico sopra l'arco delle mura
d'ingresso alla città. La città divenne sede episcopale nel 1169 e importante
porto per il trasporto del legname. A partire dal 1184 fu assegnata ai
Cavalieri Templari, che la tennero fino al 1270 circa (periodo in cui
pensiamo avessero imparato a usare correntemente l'alfabeto glagolitico).
Dopodichè passò ai
Frankopan, la potente e nobile famiglia
feudale croata che grande parte ebbe
nel periodo compreso tra
XII e XVII secolo, per le mediazioni politiche, culturali,
militari, economiche, giuridiche. religiose e sociali che seppero imbastire..
Imparentati con le più importanti casate reali d'Europa, ebbero sicuramente
contatti con l'Ordine del Tempio per tutto il periodo di vita contemporanea nel territorio croato. L' origine della loro casata è ancora un
mistero.
Senj. Veduta del moderno borgo arroccato sul declivio della montagna, che si
adagia sul mare. Andando verso l'interno, si incontrano due magnifiche e
bucoliche regioni(contee):il Gorski Kotar e la Lika. Nei dintorni del capoluogo
di quest'ultima (Gospić) nacque lo scienziato
Nikola Tesla (1856-1943),
nel paesino di Smiljan, dove nella sua casa natale è stato realizzato un museo
che raccoglie le testimonianze della sua vita e delle sue geniali invenzioni nel
campo della fisica e dell'ingegneria elettronica, e davanti al quale campeggia
una sua statua. Un giusto tributo a questo illustre cittadino, che la scienza ha
troppo bistrattato. Proseguendo, serviti da un'ottima segnaletica, si raggiunge
il
Parco nazionale dei laghi di Plitvice (in croato Nacionalni
park Plitvička jezera), bene
naturale iscritto nel patrimonio mondiale dell'UNESCO.
Parco Nazionale dei Laghi di
Plitvice, regione del Quarnero,
contea
Ličko-Senjsca, ovvero Lika-Senj. Gli abbiamo dedicato
un'apposita sezione.
Sveti Rok.
Una cima del Velebit (nei pressi della galleria Sveti Rok, cioè San Rocco) ha attratto la nostra attenzione per la forma
maestosa, per la posizione emergente sul resto e per il senso di riverenza che
incute. Il Velebit è una sorta di montagna sacra (presente in tutte le culture)
per i Croati. E ha ben ragione di esserlo! La sua forma selvaggia, a tratti
spaventosa, dovuta ai fenomeni carsici che lo rendono pieno di anfratti e grotte
(tra cui Lukina jama o di Luca, una delle più profonde del mondo, scoperta nel
1999), la presenza di sorgenti, di una grande varietà di fauna e flora,
esercitano da sempre un fascino arcano in chi lo avvicina. Nell'area sono
istituiti due Parchi: quello naturale del Velebit e quello nazionale di
Paklenica, soprattutto per gli amanti del trekking e dell'alpinismo.
L'isola di Pag all'alba, da varie angolazioni.
Questa e il gruppo di isole circostanti costituiscono il 'confine superiore'
dalmata. Il capoluogo, Pago, e la parte sud-est dell'isola sono state assegnate
recentemente al territorio della contea di Zara. Il mare sembra latte e le nuvole
sono dei batuffoli rosa pronti ad intingersi in esso, per regalare allo
stralunato osservatore che emerge da una notte di viaggio, un lindo paesaggio da
sogno. Siamo già in Dalmazia e sostiamo a Karlobag, del quale è impossibile non
innamorarsi.
Vir, isola situata a nord di
Zara (circa 25 chilometri) e collegata alla terraferma grazie ad un sistema di
ponti. La Fortezza delle foto è collocata
direttamente sull'acqua, e' accessibile a piedi, via terra, tramite un tortuoso
e accidentato percorso lungo la riva sassosa e ghiaiosa, ma ne vale la pena. Il
leone di Venezia e tre stemmi di famiglie veneziane attestano l'appartenenza
della fortezza al tempo della dominazione della Serenissima.
Nin (Nona), località Prahulja: la chiesa fortificata di San Nicola (crkva
Sv. Nikole), XII sec., nella spettacolare
cornice del tramonto. Il singolare edificio sorge su un tumulo liburnico
illirico (IX sec.a.C.). Secondo
la leggenda, sette re furono incoronati a Nin; dopo la loro consacrazione, ogni
re cavalcava fino a questa chiesa per presentarsi al popolo come difensore della
patria. Misterioso il 'tumulo': chissà se sono stati fatti degli scavi per vedere
cosa c'è sotto... Il fenomeno luminoso che si osserva facilmente al tramonto e
che sembra 'incoronare' l'edificio potrebbe avere a che fare con la leggenda dei
sette re ma è probabile che vi siano anche delle correlazioni astronomiche
importanti che ne hanno determinato l'orientazione (geometria sacra). Se non la
vedi, non ci credi; se la vedi, non credi ai tuoi occhi!
Nin, la spettacolare
scenografia della chiesa di San Nicola e alcuni dettagli che la riguardano. 1. Interno;
2.la torre superiore; 3.la porta d'ingresso sovrastata da una lunetta con mensoline laterali; 4.la chiesa vista da ovest; 5.e 6.l'edificio visto da nord;
7.la scrivente tra le mura del meraviglioso gioiello di pietra di San Nicola.
Nin venne scelta per essere la prima residenza dei re croati fino al IX secolo, poichè non ne avevano una stabile.
Divenne anche sede vescovile nel primo medioevo. Sul pannello di benvenuto al borgo
fortificato si legge che essa è definita dai poeti la Betlemme croata...Non è
assolutamente da perdere!
Nin, scorci del centro storico. La cittadina è situata su un'isoletta in una
laguna, ed è collegata alla terraferma da un ponte transitabile solo dai pedoni.
Non vi sono macchine nel centro storico di Nin. 1. Elementi scolpiti sull'arco
dell'antica porta d'ingresso al borgo; 2.Stemmi (veneziani) con due braccia che
fuoriescono a unirsi assumendo però l'aspetto di due serpenti con le fauci
aperte; 3. e 6.Facciata della chiesa parrocchiale (ex cattedrale di Sant'Anselmo). 4.
Parte superiore della Porta d'ingresso al borgo; 5.Elementi scolpiti sulla
Porta; 7.Resti di antiche mura romane; 8.La chiesa della Santa Croce, ritenuta
la cattedrale più piccola del mondo; 9.Elementi a intreccio, di reimpiego,
incassati nell'attuale muratura del centro storico;10. statua di Gregorio di Nin
(Grgur Ninski), il più importante vescovo della Croazia, opera di uno dei più
famosi scultori croati, Ivan Meštrović; 11. due santi presenti sulla facciata laterale
della chiesa di Sant'Anselmo.
Nin, la chiesa di Santa Croce
(in croato Crkva svetog križa), del IX secolo, poi rimaneggiata nel XII. Sorge su un sito molto più antico, come
documentano scavi attorno all'area. All'interno la chiesa è vuota e sulle pareti
si possono notare labili lacerti di affreschi; la sua esigua pianta a
quadrifoglio è caratteristica ed è considerata la più piccola cattedrale del
mondo. E' un peccato che sia stata interamente
ricoperta di calce bianca, che ha alterato il suo primitivo aspetto. Tuttavia
è grazie ad interventi recenti se possiamo ammirare oggi questo antichissimo
borgo, che decadde durante la dominazione veneziana per mai più riprendersi. Fino
ad epoche assai recenti, in cui sono stati intrapresi notevoli lavori di
recupero, anche per incentivare il turismo. L'incantevole borgo è situato ad
appena 15 chilometri a nord- est di Zara.
Nin, le rovine del l tempio romano (al centro), considerato il più grande
dell'epoca in Dalmazia. L'Augusteum era dedicato alla persona
dell'imperatore Ottaviano Augusto, che curiosamente sostituiva la classica
triade capitolina romana. A quel tempo la cittadina si chiamava Aenona. Nelle altre immagini: 1.Porta orientale sede di scavi
attualmente; 2.Scavi in corso hanno riportato alla luce un ponte romano; 3.Il
campanile della chiesa di Sant'Anselmo; 4.Ruderi di epoca romana; 5.La facciata
della chiesa romanica di Sant'Ambrogio (crkva Sv. Ambroza), nei pressi della parte orientale del
borgo.
Zara.
Nella foto,
il ponte moderno sul mare, che
la unisce alla terraferma. Alla città abbiamo dedicato
un'apposita sezione.
Dugi Otok, il parco naturale Telašćica e il lago salato di Mir.
Una vacanza in Dalmazia, anche se di breve durata, non può privarsi di
un'escursione ad almeno una del migliaio di isole che compongono l'arcipelago
zaratino, agevolmente raggiungibile da tutte le località costiere giornalmente.
Non disponendo di una imbarcazione nostra, abbiamo dovuto 'accontentarci' (ma si
fa per dire!) di un tour via mare che ha compreso una traversata di circa tre
ore per raggiungere l'Isola Lunga (in croato
Dugi Otok), tanto fantasticata
prima della partenza e finalmente vista davvero, con le sue scogliere a picco e
la sua biodiversità, e approdare nella riparata
baia di Telašćica dove si
incontrano tutte le imbarcazioni dei tour. Qui il mare è blu cobalto e la
lussureggiante vegetazione ha un
verde cangiante (è riconosciuto tra gli undici Parchi Naturali della Croazia,
compreso dal 1988 nel Parco nazionale delle
isole Kornati). Questa meravigliosa catenella di isolotti che si protende nel
mare davanti a Zara fino a Sebenico, è il 'residuo' di una catena montuosa che
si inabissò 20.000 anni fa e che un tempo correva parallela alla costa. Mentre
navigavamo, uno stormo di gabbiani ci ha accostato per un breve tratto,
prendendo il cibo direttamente dalle mani dei passeggeri: è stata un'esperienza
toccante, una sensazione di completa libertà.
Dalla baia si sbarca e si raggiunge a
piedi un luogo 'fuori dal mondo': il singolare
lago salato di Mir, situato in
una conca carsica inondata e la cui salinità è dell'80% (praticamente non vai
mai a fondo!). Questa foto mostra esattamente l'ubicazione del lago rispetto
alle isole circostanti. Siamo finiti anche lì con i nostri 'due passi', è
incredibile! Quando arrivi, pensi che il mondo potrebbe anche finire lì, non
essendo proprio....malaccio! La splendida isola Lunga (Dugi Otok, leggi Dughi)
ha una lunghezza di 45 Km ed è larga 4 (la più grande dell'arcipelago zaratino),
e nella sua parte terminale presenta un ampio golfo, la baia di Telašćica, con
coste rocciose basse nella parte interna ed imponenti, ripide e spettacolari in
quella esterna (raggiungono i 200 m s.l.m. a strapiombo, mentre si inabissano di
altri 90 metri). Il Parco Nazionale omonimo occupa 70,5 Kmq, con una lunghezza
di circa dieci Km, in cui vi sono una serie di insenature più piccole, 13
isolette e scogli (per una linea costiera di circa settanta chilometri). Oltre
ad essere un paradiso per i turisti di... superficie, come noi, sono uno scrigno
di bellezza per i sub, poichè racchiudono una fauna e una flora invidiabili
nelle profondità marine.
Tra il golfo e le falesie, in una
depressione carsica larga due Km e lunga dieci, si trova appunto il gioiello che
non ti aspetti: il pittoresco
lago salato di Mir, dotato di
una fitta pineta circostante in cui abbiamo incontrato anche dei simpatici asini
liberi di girovagare e non temono la presenza umana. La gente prende bagni di
sole e di mare, perchè quest'acqua è marina e il livello del lago varia a
seconda delle maree.
In questo contesto abbiamo
rinvenuto dei perimetri costituiti da muretti bassi a secco, pensando sulle
prime si trattasse di una delle tante testimonianze del passato remoto (gli
scavi sulle varie isole hanno attestato una presenza umana risalente al
Paleolitico), ma questa tecnica è invece diffusa ancora oggi tra i locali, che
usano delimitare le loro 'proprietà' in questo modo. Dugi Otok fu abitata
dagli Illiri (loro sono i massi sepolcrali e i ruderi di fortificazioni sulle
colline al nord dell'isola), era ben nota ai romani (resti di una domus a
Mala Proversa) e ai bizantini, che vi eressero una fortezza, mantenuta dai
Veneziani; in epoca medievale conobbe la diffusione del cristianesimo (sono
state ritrovate iscrizioni in alfabeto glagolitico). Vi sorsero numerosi
monasteri e ville esclusive per la nobiltà, rimanendo fuori dall'urbanizzazione
per secoli, fino al 1500, quando l'invasione turca sulla terraferma spinse molti
a cercare rifugio proprio qui, che era dominio della Serenissima Repubblica di
Venezia. Nella parte nord dell'Isola Lunga aveva sede un avamposto militare,
dotato di gallerie sotterranee e perfino di un rifugio antiaereo (quanti misteri
ci sarebbero da sondare...); oggi che è stato smantellato è stato trasformato in
una rimessa per le navi che, essendo scavata nella roccia, fa sì che le stesse
compaiano d'improvviso sul mare dal.. nulla!
Bibinje,
scorci panoramici sul mare. Il paese costiero è stato il nostro punto di
soggiorno da cui partire alla scoperta delle diverse località di nostro
interesse e che vedete in questa 'galleria di viaggio'. Di recente istituzione è l'imponente 'Marina Dalmacija'(foto 1), la
più grande dell'Adriatico a sentire i locali (70.000 mq), con un grandissimo
porto e strutture attrezzate con ogni servizio utile, dal rifornimento di
carburante al supermercato. Si può tranquillamente visitarla senza essere
diportisti, sia a piedi che in auto (la prima ora di sosta nel complesso è
gratuita). 2.Spiaggia e mare trasparente in località Punta. 3. Piccoli
porticcioli sul lungomare (obala, in croato); 4. l'isola di Uglian
davanti al paesello; 5. Il caratteristico chiosco del bar in località 'Punta'.
Bibinje. Il nome Bibanum
si menziona già a partire dal IX sec., e risalgono al medioevo alcune
chiesette che abbiamo avuto cura di andare a 'scovare'. 1. e 4. Chiesa di San
Giovanni (facciata e abside), dotata di un campanilino a vela (XII secolo), si
trova in località Punta, vicino al mare; 2. Chiesa di San Rocco (XVI secolo, ma
restaurata di recente), dotata di una doppia cella campanaria 'a vela', conserva
alcuni reperti di arte sacra; 3.Statua di Grande Madre di fattura
moderna; 5.Chiesa di San Giovanni Battista (XV secolo), con campanilino a vela
anch'essa e limitrofa a quella di S. Rocco. Nei pressi si trova una lapide con
un'iscrizione in
alfabeto glagolitico; 7. e 8. Esterno ed interno di una piccola
chiesa medievale situata in periferia, nella zona industriale. E' circondata da
sterpaglie ma deve essere stata recuperata e mantenuta perchè il tetto e le
murature sono solide. Ha una piccola absidiola posteriore di buona fattura e
all'interno ha una specie di altare "artigianale"; sulla parete di fondo
dell'abside-dipinta in azzurro- c'è un crocifisso altrettanto "artigianale". E'
chiaro che qui non si celebra alcuna funzione ufficiale, la chiesa non ha
nemmeno un nome indicativo, l'ingresso non esiste ed è come 'dimenticata', ma
qualcuno, per scopi imprecisati, la deve frequentare ancora oggi. 9. Edicoletta
mariana sul mare. Una quinta chiesa cattolica, dedicata a Santa Maria Maggiore,
si trova in paese; è nuova e capiente e vi si celebrano le S. Messe ogni giorno.
Una presenza così numerosa di edifici religiosi in un raggio di soli quattro
chilometri di costa, depone per una sentita vocazione spirituale di questo
borgo, da sempre terra di agricoltori, allevatori e pescatori.
Bibinje.
1.Scorcio suggestivo di una viuzza del centro storico che porta al mare;
2.Iscrizione latina sulla facciata della chiesa di San Giovanni (località
Punta); 3.Statua nella Trg Franje Tudmana (piazza F.Tudmana), fulcro della
vita cittadina. Situato a soli sei chilometri a sud -est di Zara, Bibinje offre
tranquillità e al contempo vivacità serale, specialmente il giorno di
ferragosto, con lo spettacolo pirotecnico e il 16, festa di San Rocco, patrono
del paese. in cui gruppi vocali cantano fino all'alba. Non esistono alberghi ma
solo strutture ricettive in alloggi di privati, dotati di ogni confort. Piccoli
ma numerosissimi market, una farmacia, un museo etnologico, una efficiente
agenzia di informazioni turistiche, la posta con servizio di cambiavalute,
numerosi bar e qualche ristorante, rendono Bibinje una meta turistica emergente.
Tramonto sul mare nei pressi di Sv. Filip i Jakov
(San Filippo e Giacomo), poco a meridione di Bibinje.
Sublime relax!
Pakostane e le isole
antistanti, una vivace località balneare situata poco a sud di Zara,
tra quest'ultima e Biograd, cioè Zara vecchia. Da qui è facile raggiungere
(doverosamente!) il più grande lago croato, quello di Vrana.
Lago di Vrana
(in croato Vransko jezero), il più
vasto della nazione. Nella zona nord-occidentale è stata istituita dal 1983
una Riserva ornitologica tra le più importanti d'Europa per le specie di uccelli
acquatici che annovera e l'intero territorio (57 Kmq) è oggi compreso nel Parco
naturale del Vransko jezero (lago di Vrana, appunto), di cui il lago occupa 30 Kmq. La
sua singolarità biologica consiste nel fatto che ha acque nè dolci nè salate ed è privo di immissari ed emissari. Come si è formato e come si mantiene,
dunque? Situato a 68 metri s.l.m, ha un perimetro di 30 chilometri e una
profondità media tra i due e i cinque m. Ma in realtà i fondali in alcuni punti
raggiungerebbero i 16 m. La sua origine carsica ha fatto supporre che abbia
delle fenditure sotterranee che lo mettono in collegamento con il mare, infatti
durante l'alta marea può succedere che la sua acqua diventi salmastra, ma la
teoria non è ancora stata confermata: secondo nuovi studi il lago sarebbe la
conseguenza della penetrazione dell'acqua piovana dei dintorni, che qui si
convoglierebbe (una sorta di bacino di raccolta). Interessante è anche il fatto
che vi vivono sia pesci d'acqua dolce che quelli di acqua salata. Grazie ad una
agevole strada che si inoltra fino alle rive del lago, lungo la quale (tra la
pineta che lo attornia) sono dispiegati dei campeggi, abbiamo potuto ammirarne
le trasparenti e tranquille acque, delizia per i pescatori e per gli
amanti del birdwatching.
Vrana,
il castello dei
Templari. E' tutto quello che resta
dell'antica città di Vrana, che sorge a nord del lago. Ma per chi come noi ama
andare alla scoperta, trasformandosi in novelli Indiana Jones, questo è
il posto giusto. Nessun divieto alle visite ma abbandono pressochè totale
(eccettuato un bel pannello didascalico informativo antistante le rovine), si è
liberi di perlustrarlo a patto di proteggersi dai rovi molto pungenti. Ancora
qualche traccia interessante nella decadenza di queste vestigia l'abbiamo
trovata...Vrana fu rilevante in epoca romana perchè vi sorgeva l'acquedotto che
portava l'acqua a Zara, proveniente dal torrente Biba.
Nell'XI secolo il re Dmitar Zvonimir fece dono di un monastero femminile ai
Benedettini, in occasione della sua incoronazione, disponendo che il legato
papale Gebisone ne facesse la sua personale residenza. Più tardi passò al
governo dei Cavalieri Templari che, con i famosi priori di Vrana, ebbero un
ruolo fondamentale nella gestione dello stato medievale croato. Presso i
templari di Vrana era custodito il tesoro reale. Inoltre da qui si controllava
il transito delle merci (soprattutto il sale) e dei pellegrini per la Terrasanta,
che poteva essere raggiunta sia via terra che attraverso i numerosi porti
d'imbarco. Quando l'Ordine templare venne
soppresso nel 1312, la fortezza con i suoi beni passò ai Giovanniti, ma essi
vennero scacciati dai Veneziani i quali, successivamente, furono sovrastati e
vinti dai Turchi, che hanno lasciato poco distante un caravanserraglio,
raro esempio di architettura islamica in Europa.
Vrana,
la Maškovića han.
Queste costruzioni sono note come
caravanserragli o locande turche per il riposo delle carovane e se sono
frequentissime nel mondo islamico, in Europa sono praticamente introvabili; per
questo l'esemplare di Vrana è annoverato dagli studiosi come uno dei maggiori
esempi di architettura turca risalente alla dominazione ottomana in
Europa. Questo edificio, in cui sono state impiegate anche delle pietre
provenienti dal castello templare, venne costruito nel 1644 per
conto di Jusuf
Pasha Mašković, nato a Vrana, comandante militare della flotta turca e favorito
del Sultano. Dopo essersi ritirato dalle imprese militari, prese residenza in
questo edifico (ma morì in quello stesso anno a Istanbul). Ad accoglierci c'è
incredibilmente qualcuno: il caravanserraglio ha un inquilino! E' il signor
Petar Pelicarić, un eclettico inventore, un 'artista' che nei due grandi cortili
dell' han ha allestito "di tutto, di più"! Così dei calzini stesi ad
asciugare vengono ritratti nelle foto-ricordo con ferramenta, disegni su enormi
cartelloni, un tavolo con sopra un manichino, le belle decorazioni
orientaleggianti delle superstiti finestre, Ma lui ci sta bene in quel
disordine, ti accoglie con disponibilità e un sorriso, spiegandoti di buon grado
diverse cose. E lo fa per passione, non per lucro. Alla fine quel disordine
finisce in secondo piano.
Biograd na Moru (Zara
vecchia). Il tramonto sul mare e due scorci dell'elegante centro turistico
attuale. La cittadina sorge su una penisola di fronte all'isola di Pašman, da
cui è separata tramite un canale; è situata a 27 chilometri a sud di Zara e
lungo la costa che porta a Sibenik.
Biograd na Moru. 1.Chiesa di
San Giovanni Battista; 2. Absidiola della chiesetta di Sant'Antonio, situata ad
un livello inferiore rispetto alla carreggiata, in una sorta di 'fossato';
3.scavi dell'antica chiesa di San Giovanni Battista, di cui si vedono solo i
perimetri delle absidi e della navata. 4.La chiesa parrocchiale in cui si
tengono concerti serali d'estate; 5.Moderno obelisco dedicatorio; 6.Facciata
della chiesetta di Sant'Antonio; 7. mura dell'antica chiesa di S. Giovanni
Battista.
Dominio romano, Biograd divenne sede
episcopale nel XI secolo, per volere del re Peter Krešimir IV (1058-1074), il
quale fece erigere un monastero benedettino con chiesa annessa. La città venne
distrutta dai Veneziani nel 1125 e molti dei suoi abitanti fuggirono a Sebenico
(Šibenik).
Šibenik (Sebenico).
E' il capoluogo della contea di Sebenico e Tenin (Knin),in croatoŠibensko-kninska
županija e sorge sulla foce sommersa del fiume Cherca (in croato
Krka). Si parcheggia lungo il mare, nei pressi del porto, e si imbocca la Porta
d'accesso. Trovandosi la città tra il mare e il monte Subićevac - su cui si
abbarbica- l'itinerario risulta un inerpicarsi tra strette viuzze tutte da
scoprire, l'unico problema è quale scegliere per prima! Arrivare nella piazza
della Repubblica di Croazia (trg Republika Hrvatska, in croato) prima del
tramonto è fantastico: i più bei monumenti storici, sacri e laici, sono qui.
Niente auto, naturalmente, una pavimentazione elegante fatta di lucide lastre,
la facciata laterale della sublime
cattedrale di San Giacomo(Sv Jakov, cui abbiamo dedicato una pagina a parte), ripulita e
bianchissima, cui si contrappone la maestosa Loggia civica (o
Gradska vijećnica), cioè il Municipio, realizzato dal Sanmicheli tra il 1533 e
il 1542; limitrofa la Piccola Loggia (o Gradska loža), sulla cui colonna
centrale si esponevano all'umiliazione pubblica i condannati. Nella piazza
prospetta la statua di Giorgio Orsini (Jurai
Dalmatinac), il maggiore architetto
croato che tanto lavorò alla cattedrale, eseguita da
Ivan Meštrović, Nei pressi,
da notare, il palazzo vescovile (o biskupija), del XV secolo e il palazzo del
Conte (Knežev dvor) Niccolò Marcello (veneziano), del XVII sec. Imboccando la
ripida scalinata accanto alla Loggia, si incontrano interessanti edifici e si
gode di un altro magnifico punto di osservazione della cattedrale. La salita
conduce alla fortezza S.Anna (trŏava Sv.Ana), che è nota fin dal Mille ma si
presenta nelle forme conferitele nel XVI-XVII sec. Le visite al castello sono
possibili, d'estate, fino alle ore 21. Inutile dire che da qui si gode di un
paesaggio impareggiabile.
Šibenik (Sebenico).
1. Rilievo trovato nel cortile dell'antico monastero benedettino; 2.Porta
d'ingresso alla città dal lungomare; 3.Rilievo con San Michele; 4.chiesa
sconsacrata; 5.Chiesa di Santa Barbara; 6. Altra chiesina sconsacrata lungo la
salita al forte S. Anna (anticamente di san Michele); 7. Campanile della chiesa
di san Lorenzo (oggi nel chiostro vi ha sede un bar). La città aveva mura e
bastioni di difesa e sulle colline circostanti erano sistemati diversi castelli
fortificati. Pur se la regione
ha rilasciato tantissime testimonianze storiche appartenute a divere culture
antiche, come quella Illirica e Romana), di Šibenik -molto stranamente- si ha
documentazione scritta solo a partire dal 1066, in cui si capisce che era un 'castrum'reale
(sotto il re Croato Petar Krešmir), ma è il suo nome a destare il primo mistero.
Si è proposto che fosse un abitato 'nascosto' tra i cespugli (derivante
dal croato siblje), ma questa ipotesi è decaduta in quanto anche altri
luoghi erano denominati così. Di certo si sa che sulla collina dove oggi sorge
la fortezza S. Anna vi era un castelliere pre-romano. Nel 1105 il re Colomanno
vi abitò e nel 1116 le truppe Veneziane, sentendola come una minaccia, la
distrussero e quando nel 1125 anche Biograd cadde, i suoi abitanti vennero
qui, contribuendo a rivitalizzarla. Ancora oggi la zona dove abitavano, il
Dolac, è la più vecchia di Sibenik.
Il Forte san Nicola
(XVI secolo) situato su un'isoletta
nel Canale navigabile di Sant'Antonio (Kanal sv.Ante), di fronte alla città di
Sebenico. Troppo bello per non ammirarlo almeno da lontano. L'edificio fu
progettato dall'italiano
Michele Sanmicheli e guidato da suo nipote Gian
Girolamo. La sua forma è senz'altro singolare e altamente scenografica;
attualmente è usata per trattenimenti culturali. L'arcipelago sebenicense conta
numerose e belle isole, e due Parchi nazionali:quello di Krka e quello delle
Kornati.
Il
Parco nazionale delle Kornati
(Nacionalni Park Kornati) è stato
istituito nel 1980 e il 33 % della sua superficie totale (70 Kmq) appartiene
alla sua isola più importante, Kornat. Il nome Kornati, cioè Incoronate, deriva
dal fatto che le isole sono disposte a formare una 'corona' tra Dugi Otok a
nord-ovest e l'isola di Žirje (di fronte a Sibenik) a sud, un gioiello
impressionante di bellezza e natura ancora non scoperto dalla massa, sebbene in
estate siano numerosissime le escursioni che da tutta la costa si effettuano
verso queste che sono chiamate le Maldive dell'Adriatico. Le isole
Kornati sono raggiungibili esclusivamente via mare; un proverbio popolare dice
che il loro numero è uguale a quello dei giorni dell'anno, ma ufficialmente se
ne contano 140, sufficiente comunque per far perdere nel loro labirinto i
diportisti non troppo 'navigati'! Tradizionalmente sono gli abitanti dell'isola
di Murter a detenere la proprietà su queste terre e il tutto è compreso nella
contea di Šibenska che, oltre a Sibenik, annovera anche Knin, antica città reale
che sorge alla fonte del fiume Krka, all'opposto di Sibenik.
Le Triplici Cinte di Šibenik.
Segnaliamo che lungo la via Stjepana Radica (intitolata ad un personaggio
politico croato del passato), su un paio di lastre di copertura del parapetto
che delimita anche l'area di una chiesa, abbiamo trovato due begli esemplari di
Triplice Cinta, che vanno ad arricchire
il nostro censimento. Sono due 'filetti' che presentano i segmenti
perpendicolari che uniscono il quadrato più esterno a quello più interno, non ci
sono segmenti diagonali nè foro centrale. Quando sono stati tracciati? Da chi e
perchè? Le due TC in posizione orizzontale sul muretto potrebbero permettere a
due persone di stare sedute e contrapposte, facendo ipotizzare una funzione
ludica di questi due elementi. Tuttavia appaiono molto consunti, in special modo
il secondo che abbiamo inserito. Ma ora spostiamoci a Spalato, dove ci attendono
altre sorprese.
Split (Spalato).
Nella foto, uno scorcio del Palazzo
di Diocleziano e, nel riquadro, un leone stiloforo all'esterno della cattedrale. Vi abbiamo
dedicato un'apposita sezione