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TEMATICHE: Due passi nell'Italia nascosta Simbologia e Cultura Orientale UTILITY: Ricerca veloce titoli per argomento SERVIZI:
| Cevo(BS), 29 maggio 2005 In un' assolata domenica, un folto gruppo di appassionati si è radunato presso il Municipio di Cevo, in Val Saviore, per prendere parte all'escursione guidata che si è snodata su un percorso etrusco-celtico. Per questa occasione, la scrivente e gli amici di 'Due passi nel Mistero' si sono trasformati in instancabili 'arrampicatori', tra sentieri impervi e affascinanti salite e discese, scarpate, rocce, muovendosi in quei luoghi che millenni fa sono stati percorsi dagli antichi abitatori Valligiani, popolazioni Celtiche, che mescolandosi con quelle già presenti, hanno trovato un sito ideale con cui stabilire un perfetto connubbio tra uomo e Natura. Svariate sono,qui, le testimonianze che ancora oggi permettono di rintracciare la memoria di culti ancestrali, principalmente legati al serpente,alle acque e alle stelle, replicando in terra ciò che identificavano nel cielo:la ciclicità degli eventi e della vita. Un percorso potremmo dire 'sacro', che si è sviluppato(e sta progressivamente prendendo forme sempre più articolate) in base alle ricerche di un gruppo archeologico indipendente, che da vari anni sta indagando la zona, raccogliendo preziose informazioni, effettuando studi comparativi e, parallelamente, delle tradizioni locali, che sono spesso depositarie di una Sapienzialità antica, che non deve andare perduta. Nelle persone del dr.Silvano Danesi (www.silvanodanesi.org) e del 'druida'locale,Lorenzo Cervelli, ottime guide,abbiamo trovato competenza,passione,cuore verso una Storia che è la nostra storia, perchè la conoscenza è di tutti coloro che la cercano, che sentono di avere - dentro - un filo invisibile che unisce il presente al passato. In base a questa mappa (tratta dal sito web di Silvano Danesi),si può facilmente vedere quale sia stato il nostro itinerario,che ha avuto inizio dal dosso dell'Androla,meraviglioso sito panoramico,contornato da cime e valli di ineguagliabile bellezza."Dal Colle dell'Androla ",ci informa il dr.Danesi, "si domina la Valle Camonica e la Val Saviore appare particolarmente difendibile. A monte e a valle di Cevo si trovano miniere di minerali ricchi di ferro e il Colle dell'Androla nasconde miniere di rame". Il 'poggio' con il Santuario settecentesco dedicato alla Madonna di Caravaggio. attualmente in situ.La prima cappella del santuario è nota dal XVI secolo; da un blocco in granito delle pareti, risulta incisa la data del 1753. Fu poi restaurato e ampliato.E' molto probabile che questo punto fosse utilizzato come osservatorio per la levata eliaca di alcune stelle,che coincidevano con determinate feste celtiche. E' subito palese che, dove oggi sorge questa chiesina,in precedenza si dovevano trovare edifici legati al culto pagano,forse anche un semplice altare, dove si svolgevano sacrifici e riti sacri. Come abbiamo già avuto modo di sottolineare nella sezione dedicata al medioevo,questa pratica di 'continuazione' di una tradizione cultuale, è praticamente onnipresente. In epoche remote contrassegnati da semplici pietre infisse nel terreno(Menhir),i luoghi considerati 'sacri' hanno continuato ad esserlo attraverso i secoli,anche quando il paganesimo ha ceduto il passo al cristianesimo,che non ha fatto altro che trasporre gli antichi culti,adattandoli a quelli della nuova religione.
L'occhio di Dio,all'interno di un triangolo da cui dipartono raggi,inscritto in un cerchio,sotto la volta del protiro della chiesina situata sul dosso dell'Androla. Veduta panoramica di una delle cime montuose che si osservano dal dosso dell'Androla.A ovest è possibile vedere il Pizzo Elto e la mastodontica e anfrattuosa Concarena. Poche decine di metri sotto la sommità del dosso,sono state rinvenute incisioni rupestri a ideogrammi nord-etruschi (la cui datazione risulta ancora incerta). La Tradizione locale narra di antichi riti che si tenevano sul colle dell'Androla, dalle streghe(leggasi 'sacerdotesse'), le quali avrebbero custodito in questo luogo il 'serpente dall'anello d'oro'. "In Val Saviore",ci informa sempre S.Danesi," rimane il ricordo di antichi riti pagani del "divin biscio" e a Cevo si conserva memoria di una leggenda che vorrebbe il "serpente dell'anello" custodito in un antro da una genìa di streghe. Angelo Moreschi, ricordando il rito che al 5 di gennaio si svolge a Andistra, frazione di Cevo, parla del "Badilisc" come di un serpente peloso, con una grossa testa, due enormi occhi ed una bocca gigantesca. Bocca dalla quale escono, dopo una processione che porta il "mostro" per le vie del paese, i fatti salienti dell'anno, offerti al pubblico ludibrio (il "discorso del Badilisc"). Sovviene alla mente come l'etimologia riporti a quella del Basilisc,il Basilisco,un temibile quanto idealizzato 'animale', in voga nei bestiari medievali,ma le cui radici simboliche affondano a tempi ben più remoti. Del resto, deve essere trovato un collegamento ideologico con l'antico culto di Cernunnos (la divinità Camuna con corna di cervo,che tiene in una mano un torques e nell'altra un serpente),raffigurato nelle incisioni rupestri della Valcamonica, e Lug (il dio Celtico raffigurato in modo praticamente analogo sul famoso 'calderone di Gundestrup'), verosimilmente associato alla costellazione dell'Ofiuco(o Serpentario)che deriva dal greco ofiukos, ossia "colui che tiene il serpente". "Nel periodo che intercorre tra novembre e gennaio"ci informa S.Danesi, "l'Ofiuco è particolarmente evidente nel cielo a Est, prima della levata del sole. Non è improbabile, pertanto, che "colui che tiene il serpente", ossia il Cernunno, fosse identificato con l'Ofiuco.La costellazione dell'Ofiuco, associata a quella del Serpente, viene rappresentata nelle sembianze di un uomo che tiene fra le mani un serpente e talvolta è anche avvolto nelle sue spire". Io credo che un'adeguata indagine archeoastronomica dei siti individuati fino ad ora dal gruppo di Ricerca,potrebbe portare ad individuare l'epoca di erezione ( o di utilizzo)dei medesimi. Infatti, il sorgere del Sole -basato sull'osservazione della costellazione di Ofiuco dai traguardi megalitici del sito di Cevo - secondo i calcoli avrebbe potuto essere effettuata tra il 1° e il 18 novembre del 500 a.C.(oggi 1 dicembre- 18 dicembre), "proprio quando 'cadeva'il Capodanno Celtico che iniziava a Samain (levata eliaca di Antares e posizione particolare della luna) e nel quale era possibile il contatto tra il mondo umano e quello divino" Il nostro itinerario è proseguito in località Coren dè la Panèra, lungo il quale si trova anche una fonte d'acqua naturale(l'importanza delle acque per i Celti è cosa nota) Su un grosso masso,indicatoci dall'instancabile Lorenzo Cervelli, sono state ritrovate incisioni ancora in fase di studio,che sono state da noi documentate in queste immagini: Per i pochi che si sono avventurati ancora un po' più in basso,,la soddisfazione di vedere delle incisioni ancora più nitide ed interessanti,che sono documentate nelle foto seguenti: Lo stesso Cervelli ci ha informati di aver rinvenuto un Nodo di Salomone,che "si trova attualmente incastonato nella diga del Lago d'Arno e proviene, come la restante parte del materiale lapideo che è servita a costruire la diga, da un pianoro poco distante, dal quale parte un sentiero che porta nel territorio di Paspardo, località Campanine, dove è stata ritrovata una raffigurazione analoga, incisa su un masso". Foto di Lorenzo Cervelli,tratta dal sito web di Silvano Danesi. Si deve anche ricordare che queste zone erano particolarmente adatte all'agricoltura(il clima è mite perchè riparate dalle montagne) e all'allevamento.Ancora oggi crescono piante come il Sambuco e il Biancospino,di particolare rilevanza nel 'pantheon arboreo'dei Celti. Risalita 'la china', ci siamo portati nei pressi della chiesa romanica di San Sisto,del XII secolo,(purtroppo chiusa all'interno), anche questa probabilmente sorta su un edificio precedente,della quale sono stati fatti notare i due pesanti stipiti marmorei,che contornano l'attuale portalino d'ingresso,che sono manufatti unici (per questa tipologia stilistica) in tutta la Valcamonica La chiesa è costituita da conci di granito adamellino(diorite).Come le antiche pievi,essa è attorniata da tombe,essendovi qui un cimitero posto su livelli corrispondenti ai terrazzamenti antistanti,in cui sono presenti lapidi dal 1391 agli anni'50 del XX secolo.Un nuovo cimitero è stato costruito a monte,ma non ha valore artistico. Una 'lunetta' incastonata nella parete laterale esterna della chiesa,probabilmente proveniente da un precedente edificio e utilizzata come materiale di riempimento. Parete terminale esterna della chiesa,vista dal lato destro rispetto all'ingresso. Scendendo verso la frazione di Fresine, lasciato Cevo e superato il cimitero si incontra il sentiero che porta alla località Molinello. Durante il tragitto,dopo la 'doverosa pausa' in un'area a totale contatto con la natura, abbiamo incontrato un bosco ancora piuttosto fitto,in cui prevale la presenza di massi voluminosi,che fanno pensare a pietre megalitiche forse usate per scopi propiziatori(fertilità?)La zona è caratterizzata anche dalla presenza di muri a secco,il che farebbe pensare ad un antico insediamento abitativo.Ma il tutto deve essere ancora indagato a fondo. Nella stessa area, è situato 'un tumulo',di incerta attribuzione(cosa si cela al di sotto?). Uno dei ritrovamenti più interessanti è questo: che riproduce una disposizione di pietre tipo 'dolmen'. Importante masso che ha consentito a questi studiosi di determinare delle 'triangolazioni' fondamentali tra punti strategici. Queste -in epoca Celtica (all'incirca 500 a.C.) dovevano servire per riprodurre non solo simbolicamente ma in modo tangibile, il 'cielo in terra'.(Il masso presenta,ad una sommaria analisi visiva da parte di alcuni di noi,delle probabili incisioni che meriterebbero di essere approfondite meglio dopo un'accurata pulizia della roccia stessa.Di seguito,un paio di foto in dettaglio
Nell'area del Molinello, si trovano attualmente alcune pietre,disposte in modo particolare,che dal basso potrebbero non suggerire granchè ma,come ci ha spiegato il dr.Danesi, studi condotti relativamente a questo,hanno portato a concludere che in origine avrebbero potuto costituire una triplice cinta di pietre(megalitiche?). "Da uno studio eseguito al Cad della disposizione dei resti dei cerchi",ci informa S.Danesi, "è risultato che le pietre formano tre cerchi e una spirale sinistrorsa. Inoltre leggende locali e festività dal retroterra pagano, ancora vive, lasciano pensare ad un antico culto legato al serpente. Da qui la necessità di rendere noto il ritrovamento, con tutta la cautela che contrassegna l'operato di chi ha lavorato con intenti amatoriali, per consentire, a chi ne avesse l'interesse e l'intenzione, di approfondire la conoscenza del luogo e delle sue potenzialità archeologiche ed antropologiche". Attraverso l'orientazione di alcune pietre,sono state evidenziate corrispondenze sorprendenti con punti specifici di questo percorso,che hanno portato a mettere in risalto l'andamento 'serpentiforme'dello stesso,che si situa tra il cerchio megalitico del Molinello, la fonte ferruginosa e un'ara a forma di serpente . La piacevole conclusione della giornata si è svolta nel panoramico Agriturismo 'Rododendro',situato a circa 1200 m di altitudine.Qui, il dr.Danesi ha tenuto una mini-conferenza,corredata di interessanti diapositive esplicative, con la quale ha arricchito il già notevole carniere approntato durante la giornata. Ci è stata quindi servita una cena celtica, a base di erbe e antiche ricette locali, attorniati dal calore della compagnia del gruppo.Un ringraziamento al dr.Danesi e a Lorenzo Cervelli e tanti complimenti a tutti gli "Indiana Jones" presenti,che hanno saputo dimostrare una 'tenuta atletica' impeccabile per tutta la durata del percorso escursionistico.
Alla prossima!
Sezioni correlate in questo sito:
www.duepassinelmistero.com Giugno 2005
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