Tra
l’uomo e la pietra esiste da sempre un
"legame"indissolubile,speciale,avendo egli compreso che essa
gli sopravviveva e ad essa poteva pertanto affidare il proprio messaggio
corrispondente-di epoca in epoca-alla civiltà in cui si trovò a
vivere: nei tempi più remoti,spesso la pietra assume il significato di
un simbolo fallico per rappresentare l’energia attiva ed
eterna del cosmo,o di un simbolo materno:le meteoriti,ad
esempio,erano collegate con l’origine della vita.Inoltre
osservando il ciclo immutabile del sorgere e tramontare del Sole,delle
fasi lunari e del cambiamento delle stagioni,si delineò nell’uomo una
forma di ‘spiritualità’,la consapevolezza di ‘qualcosa’ o
‘qualcuno’che ‘agiva’dietro le ‘quinte’dell’Universo,per
regolarne i moti e quindi la vita stessa,in una ‘fusione’tra
macrocosmo e microcosmo..nella preistoria e fino al Medioevo,olt
re
che nell’ermetismo alchemico,la terra non è considerata solo sul
piano fisico e materiale,ma spirituale.
(i dolmen starebbero a significare proprio la consapevolezza di una vita
'oltre'la morte)
I CELTI,di
cui sui libri di scuola forse oggi si iniziano a trovare notizie, oggi
sappiamo che si diffusero in tutta l'Europa e avevano dei sacerdoti chiamati DRUIDI,i quali
erano una sorta di ‘saggi’,tale nome significa infatti
"sapientissimi"che trasmettevano soprattutto oralmente il
‘sapere’ed il loro principale insegnamento era la conoscenza della
natura,delle sue energie telluriche e cosmiche,delle sue leggi e dei
suoi ritmi.Essi insegnavano che esiste un dio unico ed inconoscibile che
si esprimeva tramite tre grandi Forze:Nerz:la Forza-Volontà-Potere;Skiant,il
sapere-Conoscenza Saggezza;Karantez(o Karedween):l’Amore-La Creatività-Produttività,questa
venerata sia come DEABIANCA(la LUNA NUOVA)che come DEA
NERA(la LUNA VECCHIA).I Celti basavano la vita sociale secondo lo
schema di espressione della divinità.I DRUIDI erano i "maestri di
saggezza"che conoscevano la grandezza della terra e del cosmo e la
volontà degli dei,insegnavano le loro conoscenze nei boschi sacri e
nelle grotte e asserivano l’immortalità dell’anima e la
sopravvivenza dopo la morte.Il contatto con il DIVINO,per i Celti si
realizzava nei boschi, (bosco= nemeton,da nemed=sacro
e ton=luogo),ritenuti sacri,sulle alture oi
promontori rocciosi incombenti le vallate,presso i laghi o gli stagni,le
sorgenti, vene sotterranee,fiumi,di cui avevano un
rispetto religioso,nelle grotte, permettevano di avvicinarsi al grembo
della Terra.In questi luoghi venivano fatte offerte votive. Sono stati
ritrovati dei rudimentali santuari costituiti da quattro
pali,corrispondenti ai 4 punti cardinali,organizzati intorno ad un palo
centrale.Questo denota l’esigenza spirituale dei Celti di un punto
di riferimento,di un ‘centro’ spirituale che fungesse da ordinatore
del mondo contro il caos(la sicurezza dell’ordine sul caos)..Per
i Celti,quindi,grande rispetto per la NATURA,considerata madresacra
di tutti i viventi,percui si può comprendere che per essi
non si operava una distinzione tra sacro e profano,materia e
spirito,corpo e mente,poiché il "molteplice di cui fanno
esperienza i sensi potesse essere ricondotto ad un principio
unita".Ne consegue,che per i Celti la morte era un
‘passaggio’dal piano del mondo fisico -attraverso delle ‘prove’(e
questa tradizione celtica è tra l’altro alla base delle leggende sul GRAAL,di
cui è fiorita una enorme produzione letteraria),a quello ‘spirituale’.Questa
sorta di ‘ciclicità’ha fatto ritenere che i Celti credessero nella
reincarnazione ma più vista come un’esperienza -da parte di alcuni
maestri che definiremmo ‘illuminati’- dei diversi stati di coscienza
dell’Oiw,da quello più elementare a quello più elevato.Emblematico
è il "calderone celtico dell’abbondanza’,identificato
come l’immagine simbolica di un recipiente con proprietà miracolose
in grado di produrre un’infinità di alimenti,benefici e vantaggi di
ogni genere e addirittura come ‘luogo della trasformazione’che
permetteva ai vivi di ‘morire’e ai ‘morti’di rinascere(a diversi
livelli di coscienza).La ‘caldaia’sembra simboleggiare le forze
di trasformazione e di germinazione,riportandoci al crogiolo
alchemico.Ma il collegamento del recipiente-tesoro dei Celti ci
porta all’Ultima Cena di Gesù,con il calice in cui Cristo consacrò
il vino,divenuto il suo sangue,che dette da bere agli Apostoli.
Quando
il cristianesimo inizia a diffondersi,la popolazione di area celtica non è restia ad associarsi alla nuova
religione: le Triadi erano presenti nella tradizione celtica,e quindi
presentare la Trinità non costituiva un problema, ma essi non
riuscivano a convincersi che ora dovevano trovare il
contatto con il divino,in una dottrina basata sul trascendente.
Dapprima
la Chiesa si adoperò con consigli per convertirsi,poi con divieti,man
mano cresceva il potere autoritario e la diffusione della Chiesa
cristiana.Il Concilio di Arles,nel 452,abolì l’adorazione di
alberi(definito ‘sacrilego’ nel 568 con il Concilio di Nantes),delle
fonti d’acqua,e dei megaliti.Ma nel 789 troviamo ancora
denunce(segno che i culti pagani persistevano)che così
dicono:"gli insensati che praticano ogni sorta disuperstizione
presso gli alberi,le fonti,le pietre".Ne ritroviamo ancora in
fonti di cronisti del XIV°sec.!. Quindi,considerata vana ogni forma di
opposizione da parte della Chiesa,si giunse ad una ‘integrazione’e
nei luoghi sacri ai Celti sorsero santuari,monasteri,cattedrali;sulle
pietre megalitichevennero piantate o scolpite croci,il segno
della fede in Cristo,ma simbolo che era già presente presso i Celti.Le
fonti vennero consacrate alla Vergine Maria e a lei attribuito il
potere taumaturgico. Il Monachesimo irlandese(l'Irlanda è
considerata la 'patria'dei Celti) richiama ,almeno nelle
sue prime fasi,il modello spirituale orientale più che quello
occidentale.Vi fu quindi una certa fusione tra la religione dei
Celti e la nuova religione Cristiana. Una figura spicca tra tutte,quella
di San Colombano,che nel 600 arrivò dall'Irlanda all'Italia per fondare
il monastero di Iona,nel Trevirato e porta con sè una Regola,che
per molti versi assomiglia a quella Benedettina.Egli era Druido ed
era stato educato dai Druidi. Il Papa Gregorio I comprende bene che il
druidismo e il cristianesimo hanno una differenza solo formale e quindi
-modificandone leggermente la forma senza intaccarne lo 'spirito'ci
potrebbe essere la fusione.Da lì in poi, la diffusione ad opera dei
monaci missionari si estenderà a tutte le Gallie e confluirà
nell'unione delle due 'regole'in una regola comune la cui
applicazione-molto intelligentemente-è lasciata in facoltà dei
vescovi,secondo le regioni. Fu un monaco, Bernone,nell'880, porta
con sè novecento manoscritti eruditi,e 'il cervello' si sposterà a
Cluny,che rimarrà il centro dell'Ordine fino alle crociate.