Il protiro del XII secolo
Lunetta del portale
Iscrizione poco
leggibile
all'esterno del Duomo
L'interno,originariamente
a cinque navate con
matronei,
venne trasformato,
nel corso del 1400,
a tre navate
longitudinali
attraversate da
tre navate
trasversali.
Un dettaglio della
pavimentazione
Un simbolismo all'interno
a noi noto: un sigillo
di Salomone,iscritto
in un cerchio,il tutto
inscritto
in un quadrato,che reca,
per ciascun lato
nella parte
centrale,delle 'lobature'.
.
Foto seguenti:Il
lato destro dell'edificio,
ornato da un doppio
ordine di gallerie,
ha la parte inferiore
occultata
da un portico
quattrocentesco
con botteghe,
chiamato
Loggia della Mercanzia.
Si osservino,delizia
per i sensi,
le multiformi
geometrie delle colonnine,
mai viste
in così gran varietà
in un posto solo
da quando sto
eseguendo
questo tipo di
indagine personale.
Sullo stesso lato, si
eleva il campanile
marmoreo realizzato
tra il 1400-1500
forse su progetto di Leon
Battista Alberti?
L'abside semicircolare
si deve a Biagio Rossetti
che la realizzò nel XV secolo
con doppio ordine di
finte arcate
e ornamentazioni in
cotto.
|
| "Adunque
da qualsiasi lato volgiamo l'occhio entro Ferrara sentiamo la
presenza,l'alito,la vivezza dei maestri Comacini, che vi si aggirarono
per più secoli, ora scarsi,ora numerosissimi,ora soli,ora con altri
colleganti della loro regione perciò detti lombardi"(1) |
| Il 'mio' censimento
delle colonne annodate prosegue,cercando il collegamento tangibile
fra la presenza delle stesse e quelle dei suoi artefici,che -stando al
materiale che sto progressivamente raccogliendo- sono da individuarsi
nei Maestri Comacini. |
| Questa visita mi ha permesso di
individuare come,a Ferrara,nel Duomo, |
-vi siano TRE tipi di colonne
annodate diversi,appartenenti
ad epoche diverse,
-eseguite da SCULTORI diversi,
-con tecniche diverse.
Il motivo centrale resta: la
colonna è annodata, è saldamente UNITA. Perchè questa continuità
secolare?
Perchè riprodurre il medesimo
simbolismo?
Si tratta forse di un linguaggio
che prosegue imperterrito nel tempo?
La colonna incastrata nella parte
interna della facciata, mostra
la sua arcaicità,e ricorda quella del
pulpito
longobardo di Gropina.
| Ma dove si trovava |
originariamente?
| Le colonne ora nell'atrio
interno del Duomo,che un tempo sorreggevano il protiro
duecentesco,sono anch'esse diverse dalle altre che ho visto altrove,e
ricordano in un certo qual modo gli
'anelli' che ho visto alle colonne
nel battistero di Parma,
sempre in marmo rosso come
queste.Le colonne annodate attualmente presenti sulla facciata del
Duomo di Ferrara,
sono diverse per materiali,tecnica e stilizzazione a quelle
originarie. Si era persa la capacità di
eseguirle? O la motivazione? |
Perchè si è cercato comunque di
farle 'somiglianti'? (infatti l'esecutore si poteva
risparmiare fatica, facendole lisce).
| Mi si permetta di esprimere che
ho provato un certo disappunto vedendole; non riconoscevo 'le
mie colonne', in queste! Come
se il filo che sto seguendo da tempo si spezzasse, e qual'è stata
la mia 'ripresa' nel vedere -con
sorpresa e gioia - le colonne
originarie DENTRO, nell'atrio! |
I 'conti' tornavano! Non so come
spiegare questa sensazione:le colonne fuori sono 'fredde'. La
colonnina appesa al muro è poi stata una
sorpresa inaspettata e forse ancora più grande.
| Consideriamo la
Cattedrale di Ferrara,che presenta due coppie di colonne annodate sulla
facciata(foto 1 e 2) ma, come verremo a sapere, esse sono la
COPIA delle precedenti che ivi erano presenti e che oggi
si trovano nell'atrio della cattedrale stessa(foto da10 a 13).
Come possiamo notare,le colonne annodate attualmente presenti in
facciata(foto 3-5-6-7-8) non hanno nulla a che vedere con quelle che
c'erano un tempo,le quali-a loro volta- sono diverse dalle altre
colonne annodate che ho documentato nella mia ricerca relativa alle
colonne annodate.Diverse non nel concetto sotteso,probabilmente,ma
nell'esecuzione.Basti confrontarle. C'è però un ulteriore elemento,
a mio parere interessantissimo, che è la presenza di una colonna
annodata più piccola(foto 15 e 16;dettagli del nodo nelle foto
17-18-19),attaccata al muro interno della facciata dell'attuale
Duomo di Ferrara,una colonna della quale non sono riuscita a sapere
nè epoca di esecuzione nè autori.E' possibile un'origine longobarda
del manufatto? Si stanno svolgendo tuttora lavori e studi sui reperti
che vengono ritrovati nelle fondamenta della cattedrale. |
| Io credo che sia molto
stimolante 'leggere la cattedrale' come si presentava agli occhi di
chi l'ha potuta osservare nell' Ottocento, prima delle guerre mondiali
e dei secoli 'moderni' per così dire,prima di tutto per riceverne un
confronto con ciò che vediamo oggi e poi perchè l'amore per l'Arte
trasuda in quegli scritti ancora legati all'Antichità, e io ne sono
incantata.Con gli stessi occhi,cerco di osservare oggi le cose e di
abbeverarmi. |
| "Quanto di antico ancora rimane,
nella cattedrale di Ferrara, sta al di fuori del tempio; si mostra nella facciata, nelle pareti laterali sino al
fastigio, ed è il meglio che là ci sia. Le basi esterne di marmo
sono ben ideate e lavorate; le fughe degli archi e delle colonnine, che scorrono da cima a fondo, rassomigliano
a quelle del S. Gemignano di Modena e del S.Zenone a
Verona(2), sono di buon disegno e grazioso effetto. Le moderne innovazioni fatte al di fuori, nella parte più alta, non hanno
anima, e non ridestano verun piacevole sentimento, e lasciano considerare la grande superiorità dei vecchi
artisti (3). |
| La facciata di mezzo rimasta
quell'era, ritagliata, lussureggiante, piace e ricrea. È tutta di marmi a più colori, divisa in tre compartimenti uguali con
doppio corso di pilastri binati che vanno dal basso all'alto, terminano con
venustà e semplicità, e fiancheggiano le tre cuspidi di finimento alla facciata. Questa come
dividesi in tre campi nel senso verticale, così si partisce in tre piani nel senso orizzontale.
Vi è bizzarria ma regolarità in ogni spazio: un ammasso di colonnine e archetti
compongono le finestre, le terrazze, le loggette: le ornature a figure intere o a mezzo
rilievo, a fiorami, a trafori sono le più svariate e fantastiche". |
| "Tre sono le porte di ingresso, due più piccole
ai lati, di un disegno corretto; più grande è la terza che sta nel mezzo,
ben lavorata ed istoriata, somigliante a quelle del Duomo di Modena
e del S.Zeno a Verona, che sono quasi contemporanee, e del
Duomo di Parma, e della Santa Maria
Maggiore di Bergamo, che vennero poi. |
| Il vestibolo è formato da quattro colonne e custodito da quattro leoni rossi, uno dei quali tiene fra le zampe
un agnello, l'altro una serpe(4). Un quadrato di marmo istoriato
sta al di sopra dell'arco del vestibolo; e sopra di esso si eleva una specie di piramide
o cuspide,che si prolunga fino al terzo campo, e rompe l'ultima corsia e si ferma a
un occhio o rosone, che tramanda pallida luce dentro di
tempio". |
| "Le tradizioni storiche ci fanno sapere che
la parte inferiore della facciata principale, e le parti antiche delle due facciate laterali
hanno una data di poco posteriore al 1103, come dice un'iscrizione incisa sull'arco della porta principale. Il San Giorgio di Ferrara sarebbe quindi posteriore soltanto di quattro anni al San
Gemignano di Modena, con il quale ha perfetta somiglianza, perfino nei dettagli delle
forme". |
| "Poco si sa degli architetti
e scultori di quel prezioso monumento: ma lo stile è lombardo e indica la patria e quasi
il nome degli autori. Lo scomparto architettonico; quelle loggette e
quei terrazzini; la configurazione e gli intagli delle porte e del vestibolo;
quelle colonne di sostegno e quei leoni con i segni simbolici convenzionali sono
imitazioni e ripetizioni dei Lavoreri delle vicine città di Modena e di Parma, e della propagata
Scuola Comacina. E del lavoro comacino ci offre guarentigia una epigrafe
in mosaico, che si conserva, dove è scritto: "Il mille cento
trempta nato Fo' questo templo a Zorzi consacrato Fo Nicolao scultore E Glielmo fo lo auctore".(5) |
| "Chi non vede e chi non sente, che questo maestro
Guglielmo o Viglielmo è quello stesso che in quei tempi era chiaro
e degno di onore in Modena(dignus honore claret) come dall'epigrafe
dianzi ricordata? E che maestro Nicolao scultore deve essere della stessa famiglia o associazione dei
Campionesi? Incontrammo un Nicolao a Parma, un altro a Corneto
e a Tosca nella. |
| Ma un argomento valido e speciale per l'affermazione dell'intervento dei maestri nostri a Ferrara
si ha in un'altra iscrizione, conservata in copia manoscritta, che
era posta nel Duomo in mezzo ad alcuni bassorilievi e dice:
"Da Meo di Checco e da Antonio
di Frix da Como". Il nome Frix è abbreviazione certa di
Frixonus o Frisone, che ritroveremo due secoli dopo a Milano in uno dei primari architetti del
Duomo di questa città, Marco de Frixone da Campione; e dopo un altro secolo nella medesima Ferrara. Qui
intanto occorre spontaneo il pensiero e naturale viene la domanda: quel Viglielmo
o Guglielmo, che era chiaro artista nel secolo dodicesimo in Modena, che architettava il Duomo di Ferrara nel 1136, non potrebbe essere quel medesimo Guglielmo
che poi nel 1174, vecchio di età, di scienza e di esperienza, innalzava la
Torre pendente di Pisa in compagnia del Bonanno, che il
Cicognara ascrive fra i maestri lombardi? L'attestazione pubblica che si dà a Guglielmo sulla facciata del Duomo di Modena, l'attestazione pubblica che il Guglielmo
fu l'autore del San Giorgio di Ferrara, inducono facilmente a credere che egli,oriundo
della tribù dei Campionesi, dominatrice dell'arte edilizia sulle due sponde della valle del Po, siasi
occupato, e siasi elevato con gran plauso in Modena, in Ferrara e in
Pisa". |
| Anche nei secoli seguenti
all'edificazione del Duomo di Ferrara,il Merzario individua la
presenza di almeno tre famiglia artistiche Comacine nella città:sono
i Frisoni; i lombardo -Solari;i Bregno.
Quell'Antonio di Frix menzionato per il Duomo di Ferrara deve essere vissuto verso il 1200, derivato da
Campione, è uno degli antenati di Marco Frixone da Campione, il celebre ingegnere del Duomo di Milano sulla fine del 1300. È notevole che negli annali del Duomo di Milano riscontriamo nel 1422 un maestro Antonio ha da
Campione, lapicida, identico a quello di Ferrara.
Il Cittadella ci fa sapere che nel 1445 dimorava in Ferrara una famiglia Frisone, nobile e ricca,
forse rampolla ed erede dei guadagni di Antonio Frisone, artefice nel Duomo. E lo stesso ci prova che nel 1465 era scultore
in Ferrara un maestro Lorenzo de Frixo da Como, e lavorava nell' Ordine o Dado da primo della torre presso il Duomo ordinata dal marchese
Nicolò d'Alberto d'Este e aveva per compagni maestro Lorenzo
de Guido da Como e altri lombardi e colleganti. |
| Il lavoro fatto in marmi
bianchi, rossi e neri, trasportati da Verona e dall'Istria,comparve
felicissimo per la bellezza del materiale e la bontà degli scalpelli. Rammenta pure un maestro Domenico de
Frisoni, scultore in marmo, da Como, figlio del fu Antonio, certamente Antonio nominato di sopra, cittadino di Ferrara,
com' egli si qualifica nel suo testamento, per mano di notaio del 23 aprile 1482. |
| I documenti che attestano la
presenza dei Comacini in Ferrara, certamente non stimabili
adeguatamente in codesta modestissima sede,esistono e sono reali.Per
quanto riguarda la nostra Ricerca sulle colonne annodate,ogni prezioso
collegamento relativo agli esecutori è importante, per cercare di
stabilire quale sia il 'legame' (annodamento!) che essi
avrebbero potuto far emergere all'interno di una loro 'Confraternita',insieme
probabilmente ad altri 'simboli'che al profano risultavano
vezzi,abbellimenti architettonici e all' ermetista indicavano la
presenza di un linguaggio altamente simbolico. |
Per ulteriori ampliamenti dello
studio fin qui intrapreso,vedere in questo sito:
| NOTE:
(1)Merzario Giuseppe
"I Maestri Comacini" Tomo 2 -(Amiedi Milano) pag.116.
(2):In entrambe si
trovano colonne annodate
(3):Il Merzario
probabilmente si riferisce alla facciata laterale.
(4):Le colonne sono due
per lato del portale principale,come le vediamo oggi(in totale
quattro).A loro volta,ciascuna è quadripartita(come fossero 4 colonne
riunite in una sola).I quattro leoni menzionati dal Merzario non ci
sono,oggi ce ne sono due;altri due sono relativi al portale laterale
destro.Uno
accanto al portale,l'altro più spostato.Gli originali si trovano
nell'atrio interno della cattedrale e nel Museo attiguo.
(5):In cattedrale ho
trovato una lapide che ricorda quanto ci dice il Merzario ma non tutto
è come egli asserisce,cominciando dalla datazione.Lui menziona che
l'epigrafe citi l'anno 1130 mentre ciò che ci tramanda la
lapide apposta in cattedrale dice 1135...aria di mistero,inoltre
cosa si intende per 'Zorzi' (lui la vide in originale?).Ecco
cosa riporta integralmente la lapide(vedi anche l'immagine a corredo
scattata da me in loco):
Copia
dell'antica iscrizione volgare distrutta due volte nella cattedrale di
Ferrara
__________________________
Iscritta
tra il 1135 e il 1200 in un cartiglio in mosaico nell' arcone fra la
navata centrale e il presbiterio dell'antico interno
"LI
MILLE CENTO TRENTA CENQE NATO
"PO
QVESTO TEMPLO A SAN GOGIO DONATO
"DA
GLELMO CITTADIN PER SO AMORE
"E
TUA FO L'OPRA NICOLAO SCOLPTORE
_____________________________
In
seguito a danneggiamento ricomposta nell'anno 1572 in forma modificata
e così mantenuta fino all'ultimo rifacimento della chiesa nell'anno
1712 con la seguente scritturazione antica
(leggerla nell'immagine per
favore in quanto i caratteri sono difficilmente riproducibili
dall'antica scrittura)
Questa
ultima versione si trova così riportata sull'attuale arco del coro.
___________________________
(Marisa Uberti)
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