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Si trova scritto anche Maciachini,
con una sola 'c', tanto che sulla sua tomba così è scritto,
effettivamente.
Perchè questo architetto ottocentesco
ha destato in noi tanta curiosità? Dopotutto i nostri studi sul
simbolismo sono diretti in preponderanza verso epoche di molto
precedenti.Eppure questo personaggio -dal momento in cui il gentile Simone
(nel suo articolo) lo ha
portato alla nostra attenzione, ha solleticato la nostra curiosità di
conoscerlo meglio, spronandoci a 'riannodare' quei fili che
permettono di ricomporre una 'trama' ,storica e logica, nella nostra
Ricerca sui Maestri Comacini.
Cosa c'entrano loro, i vecchi 'volponi',
quegli abilissimi costruttori medievali, a cui la pietra obbediva come
fosse liquida, provenienti dall'abisso dei secoli, con questo 'moderno'
architetto?
C'entrano! E cercheremo di dimostrare
sinteticamente quali sono i punti di questa ipotesi.
a) La provenienza. Egli nacque il
2 aprile 1818 a Induno Olona (VA), zona che fa parte del 'comprensorio'
originario dei Magistri.Ed è a Varese che torna per fare l'ultimo respiro(1899), com'era antica consuetudine per i Maestri
Comacini.
b) Lo stile, che non si può
disgiungere da quello dei suoi 'antenati' conterranei, che sicuramente conosceva e di
cui apprezzava l'abilità, la duttilità, la malleabilità e la
professionalità.Uno stile che la critica definisce 'eclettico' e che
aveva nell'anima, amato e ammirato chissà quante volte negli edifici
eretti dagli artisti comacini e che riproponeva nelle sue stesse opere.Uno
stile che si muove tra il romanico e il gotico, ma con influssi
orientali,che dimostra di saper fondere abilmente nel proprio mestiere,
tanto che lavorò alla costruzione di una chiesa di culto non cristiano
(quella serbo-ortodossa di San Spiridione a Trieste), e non disdegnando
l'utilizzo della pianta a croce greca anche per altre commissioni (non
tanto comune nelle chiese cristiane cattoliche).
c) L'impiego di simboli che i
Comacini stessi usavano nelle loro realizzazioni.E' uno dei punti più
facilmente criticabili,lo riconosciamo,e anche quello più 'spinoso'
perchè si presta a svariate interpretazioni,teorizzazioni/speculazioni,ma
va detto che Maciachini, nelle
ristrutturazioni, a volte lasciava quanto trovava di più antiche opere,
altre volte rifaceva ma sempre in base a quanto i documenti indicavano o
di suo 'estro' (che per un artista è tutto il condensato della propria
esperienza umana,personale e professionale).Non abbiamo un censimento,al
momento in cui scriviamo, di tutte le sue opere.Ma in quelle che
restaurò,sappiamo che prestarono la loro opera i Magistri Comacini.
Possiamo solo considerarne alcune, come quella di San Marco di Milano,
restaurata dall'architetto varesino nel 1871(originale risale al XII
sec.), che lasciò alcune parti primitive: il portale a tutto sesto in marmo con architrave, una galleria di archetti gotici, il rosone e tre statue di santi attribuite al
Maestro di Viboldone (quest'ultimo -secondo la critica- era un
maestro Campionese, Comacino dunque).Anche quella di S.Maria del
Carmine, sempre a Milano, restaurata da Maciachini, ebbe come
direttore dei lavori, nel 1449, Pietro Antonio Solari, della
'gloriosa' stirpe dei Solari, Maestri Comacini.
d) Ma la 'prova' che ci sostiene in
questa teoria, è stata quella fornitaci dal prof. Giuseppe Merzario,
nella sua poderosa biografia sui Maestri Comacini(1). A pagina
157/158 del II° volume, egli scrive "Architetti, nello stretto senso
della parola, del territorio di Como o finittimo, che siansi elevati ad
alta sfera in quest'ultimo scorcio di tempo(2), possiamo citarne
cinque[...] Carlo Maciacchini, da
Induno Olona, che deve la sua
educazione e riuscita nell'arte a se stesso, cioè all'ingegno naturale e
a una volontà tenace quale riscontrasi in parecchi dell'agro comacino.
Incominciò a lavorare nel paesello natale in botteghe di ebanisti, e
superando i maestri giunse a scolpire i grandiosi capitelli in stile
corintio che sono ammirati nella chiesa di Bodio, e a compiere gli
stupendi pergami del tempio di S.Vittore di Varese, lasciati non
finiti sul principio del 1700 da Bernardino Castelli, varesino, uno
dei più eccellenti maestri dell'intaglio e intarsio in legno. Allora il
Maciacchini lascia i fioriti colli del suo villaggio e i suoi parenti; va
a Milano e frequenta le lezioni dell'Accademia (di Brera,n.d.r.);
avanzatosi in età e cognizioni, accresce le dimensioni de' suoi lavori ed
entra a dar saggio, e presto a far sfoggio, del suo ingegno fecondo ed
eletto nelle stanze, nei gabinetti, nelle sale di doviziosi signori
lombardi; nei teatri, nelle chiese, nella reggia, un po' dappertutto.Qual
ebanista e decoratore ricercatissimo, e lodatissimo, sale su poi fino a
divenire architetto e ad emulare nel disegno geometrico, prospettico ed
ornamentale, i migliori. Nell'anno 1859 venne invitato a comporre il
disegno di una chiesa per la comunità Slavo-Illirica di Trieste(San
Spiridione, n.d.r.),che riescì a meraviglia. Allora, dopo lunghe e
fiere discussioni, fu prescelto il disegno del Maciacchini per il Cimitero
Monumentale di Milano, apertosi nel 1866 su di una superficie di
20 ettari, recinto da colonnati, di aspetto severo e imponente, in
uno stile lombardo-moresco, quale talvolta arieggiò anche il Pellegrini
che, malgrado le critiche e forse le pecche, è uno dei più maestosi e
solenni di tutta Italia.Si adoperò anche intorno alla volta centrale e
alla cupola del Duomo di Pavia, che trasse, dopo quasi 400 anni di
lavori sospesi, felicemente a compimento".
Quale più significativa 'sinfonia'
poteva donarci il Merzario, per indurci a capire che questo personaggio
era uno degli ultimi 'Magistri Comacini'?
Rapporti con la Massoneria?
Appurato, almeno stando ai dati
preliminari fin qui raccolti, che Carlo Maciacchini dovesse derivare da
quella gloriosa stirpe di Maestri Muratori, i Maestri delle Pietre, ci si
pone dinanzi un successivo interrogativo, a titolo di conoscenza e di
passione per questa Ricerca. Abbiamo appreso, in un'apposita
sezione, quali fossero le
attinenze dei Comacini con la Massoneria in epoca medievale.
Ufficialmente, essa nacque nel XVIII secolo, lo si sa, ma è una
concezione artificiosa e riduttiva, poichè la Massoneria operativa si
formò in tempi antecedenti ad opera di Confraternite di Muratori e, come
abbiamo visto, propriamente Comacini.
Nel periodo in cui nacque e e si
sviluppò l'Arte di Maciachini, si assistette ad un proliferare di
associazioni massoniche, società segrete, etc. E' quasi impossibile che,
nell'ambiente professionale, non fosse venuto a contatto con qualcuno dei
gruppi operanti sul territorio lombardo o extralombardo.Per di più se si
aggiunge che il Crematorio del Cimitero
Monumentale di Milano, realizzato dal Maciachini stesso, fu voluto
e finanziato proprio dalla Massoneria ( è noto ufficialmente). Poteva
egli ignorarlo, dato che erano i suoi committenti? Quali furono i suoi
rapporti con la stessa, oltre il lavoro? Gli ideali di rinnovamento
interiore ed esteriore propugnati dalla Massoneria del tempo, l'ideale di
un Uomo universale(libertà-uguaglianza-fraternità), condensato
forse in quel sigillo così ossessivamente riprodotto, in
tutte le salse, non solo al Monumentale ma in molte altre sue opere,
incisero sulla sua maniera di interpretare e comunicare l'Arte, già
proiettata in modo naturale verso le vette più sublimi dell'Intelletto
umano.E' possibile, non certo, non disponendo di dati concreti, ma
teorizzabile.
Pare di capire che Maciachini andasse
oltre gli schemi convenzionali,si sentisse libero,nel Pensiero e
nell'Azione,ma unito all' Anima degli antichi Costruttori suoi Maestri,
dei quali aveva compreso e assorbito l'Ideale Universale, osservando le
loro opere, veri e propri ponti di pietra tra la terra e il
cielo.Probabilmente non conformato ad un rigido credo religioso, era
aperto alla pluralità, derivante da una Cultura profonda, e che
nella sua professione significava saper estrinsecare un valore concettuale
tanto per il cattolico, che per l'ortodosso, che per l'Ebreo e a chi gli
commissionava un'Opera architettonica. Non si spiegherebbe, altrimenti, come
mai egli scelse -quasi come filo conduttore- pentacoli, Stelle di
Davide, Nodi di Salomone, Triskel, Swastiche, intrecci di ogni genere
(e sappiamo come questi erano 'cari' ai Comacini che, dal periodo
Longobardo, per non dire gallo-romano, non smisero mai di utilizzarli).
Egli cercava di trasmetterci la sua
carica artistica non disdegnando di stuzzicarci con dettagli che non
avrebbero mancato di interessare il lettore attento al particolare.
Perchè?
Note:
1)- G. Merzario "I Maestri
Comacini -Storia Artistica di Milleduecento anni (600-1800)" -
Amiedi Milano
1)-Il Merzario pubblicò la sua opera
nel 1893, dunque in quel tempo Maciacchini era suo contemporaneo.
Carlo Maciachini morì a Varese il 10 giugno 1899; è sepolto al
Monumentale di Milano, all'ingresso della Galleria AB inferiore di ponente.
Vedremo altri simbolismi nella sezione dedicata al
Monumentale di
Milano.
- Pagine correlate in questo sito:
Mistero
della stella di Davide(S.B.Bartoli)
Personaggi
da conoscere
Simbolismo
Index
dicembre2006 -
www.duepassinelmistero.com
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