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TEMATICHE: Due passi nell'Italia nascosta Simbologia e Cultura Orientale UTILITY: Ricerca veloce titoli per argomento SERVIZI:
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(interamente
tratto dal capitolo X de “ I MAESTRI COMACINI”-Storia Artistica di
Mille Duecento Anni (600-1800) del prof.Giuseppe Merzario, deputato al
Parlamento- volume primo- Milano - Casa Tip.Libr.Editr.Ditta Giacomo Agnelli- 1893)
<pagg.280-291
> Nota:l’italiano
usato dall'Autore risale al XIX secolo, pertanto può presentare parole difformi
dall’uso corrente. Inoltre, si tenga sempre presente l’epoca in cui venne
scritto per collocare temporalmente
espressioni come ‘il secolo scorso’- che dovrà intendersi,
quindi, il 1700).
Il 'grassetto' è mio. “La
massoneria ebbe una sua storia; e siccome in
essa entrano e figurano i Magistri Comacini, così di essa faremo
l'epilogo in poche pagine. Non
ripeteremo le cose fantastiche messe fuori da taluni scrittori francesi,
tedeschi, inglesi, e anche da qualcuno italiano, i quali si sforzarono di
raccogliere tradizioni e leggende, fatti sparsi e argomenti di induzione per
combinare e congegnare, mediante conghietture e ipotesi, un gruppo qualsiasi di
monadi massoniche pensanti e operanti, anteriore di più secoli al 1400, quando
presso a poco incomincia la storia vera. Vi fu chi sul serio volle interpretare
e dedurre la genesi della Framassoneria
dalla costruzione dell 'arca di Noè e dalla fabbrica del tempio
di Salomone. Gli artefici di Hiram, re di Fenicia, mescolati con quelli di
Salomone della Giudea, avrebbero, secondo taluno, mentre attendevano a innalzare
il grande delubro del culto ebraico, costituita la prima associazione
massonica, che sarebbesi estesa nell’Asia minore, diffusa nella Grecia, e
sarebbe passata a Roma colle moltitudini di asiatici e di Ebrei colà tratti in
servitù e condannati a lavorare nelle immense costruzioni del Colosseo, del
Pantheon, del palazzo di Nerone, delle terme di
Tito e di Caracalla. Tuttavia, di associazioni massoniche, nel senso
moderno della parola, non vi è nessuna
traccia negli scritti e commentari biblici, in Filone e Giuseppe Ebreo, nelle
storie dei Greci e dei Latini. Si è fatto cenno precedentemente alle Eterie
greche e dei Collegi o sodalizi romani, che vissero ai tempi
della Roma imperiale. Può darsi che siano state quelle le scaturigini delle
maestranze e corporazioni del medioevo, trasformandosi e cristianizzandosi, e
che abbiano contribuito alla formazione della massoneria apparsa in età di
molto posteriore; ma nulla è certo. -La
parola Framassoneria e Fratellanza Massonica, Framassoni e Franchi
Muratori,Loggie Massoniche e Statuti Massonici, non si sa né quando
nè dove siano spuntate nè germogliate. Il Du Cange(1), ricercatore
accuratissimo dei vocaboli della media e infima latinità, non riporta nessuna
voce adoprata a indicare un'associazione o maestranze di operai addetti ai
lavori di costruzione. Il Findel, nella sua Storia della Framassoneria,
cita il Wiatt Papworth, il quale direbbe di aver trovato un documento del
1212, nel quale sono le parole sculptores
lapidum liberorum poste accanto a quella di coementari, che è la
più antica e usitata nel senso di muratore(2); e parimenti di aver
rinvenuto, in altro documento del 1396, la frase latomos vocatos fremaceons-
scultori chiamati fra massoni, e nei ruoli della fabbrica di Exeter,di Kent
e di Davonshire, la parola Freimur e perfino in chiara lingua italiana,
liberi muratori. Non mancano gli scrittori che, abbandonato ogni pensiero del mondo antico, incominciano la storia della framassoneria dal medioevo, e le dà ciascuno la culla nella patria sua. Quindi è che taluni inglesi la fanno nascere nella Britannia all'età di Sant Albano e del re Athelsam verso il 900 e anche un secolo prima, per opera del filosofo Alcuino, l'amico di Carlomagno; mentre qualche scozzese la dice originata posteriormente nella Caledonia colla fondazione di Kilwing nel 1140. Parecchi tedeschi vorrebbero la società massonica costituita durante la fabbrica della cattedrale di Magdeburgo verso il 1211. Il Findel, resuscitando cotesta tradizione, dice non essere essa punto verosimile. Persiste tuttavia nella Germania la voce, quantunque non avvalorato da documenti, che un'associazione di scalpellini siavi esistita fin da quando si costruivano le cattedrali di Spira, di Bamberga ed altre; che lo scolastico Alberto Magno, nato nel 1205 in Svevia, allievo dell'università di Padova, entrato poi nell'ordine dei Domenicani, maestro a Hidelstein, a Colonia, Ratisbona, letterato, teologo, fisico, matematico e mago, che visse fino al 1280, abbia fatto disegni di chiese, quello fra gli altri del Duomo di Colonia. Di lui si disse e si scrisse, che per tradurre in atto i suoi pensieri, abbia formata una grande associazione di artefici, cui legò speciali statuti e fece ottenere singolari privilegi. Per il numero prevalente degli operai che la componevano ed erano i muratori, l'associazione avrebbe preso il nome di framassoneria, ovvero di liberi muratori. -Questo
in succinto è quanto può rilevarsi dagli scrittori della massoneria, i
quali incominciarono a trattare di essa non prima del passato secolo. Hanno
importanza per il tempo, ma danno scarsa luce per la cognizione della vita
massonica un po'antica:- Anderson, che nel 1723 pubblicava il libro
delle Costruzioni della Grande Loggia d’Inghilterra;-Jonaust
autore di una Storia del Grande Oriente,apparsa nel 1717; -l'Abbate
Perran, che nel 1742 regalava ai curiosi i Segreti dei Franchi
Muratori;,-Vogel,--Harder,-Lessing e
altri, che verso il 1770 mandarono fuori in Germania una sequela di libri,
alcuni dei quali, come i Misteri Eleusini e l’Ernst und
Falch, sono sparsi di molta erudizione e di fiori di stile. In Francia
l'abate Grandidier, l'autore della storia del Duomo di Strasburgo, sollevò
gran rumore con una lettera a una signora anonima in data 24 novembre 1778 con
la quale prometteva grandi rivelazioni intorno alla massoneria, e suscitò la
curiosità di molti. "Ho fra le mani, eI scriveva a Madama di…, pezzi
autentici, veri atti, che datano a più di tre secoli, i quali dimostrano come
questa società cotanto vantata dei franchi Muratori, non è che un'imitazione
servile di un' antica e utile confraternita di veri Muratori, la cui sede fu in
altro tempo Strasburgo"(3). Il Grandidier non rese mai noti questi
decantati documenti. -i
vecchi e nuovi studi ci apprendono, che documenti più antichi relativi alla
massoneria risalgono nell' Inghilterra al 1370 e al 1409; in Germania al 1459 e
al 1462. In Inghilterra, al principio del 1400, era cresciuta e si era fatta così
numerosa la società dei framassoni, che nel 1425 un atto del Parlamento vietò
ai framassoni di tenere a adunanze. Nella Germania, le società massoniche, non
si conosce bene con quali riti e statuti, si erano moltiplicate durante
grandiosi lavori di talune chiese, come Colonia e Strasburgo, e avevano
acquistata molta rinomanza e ottenuto privilegi. E quelle associazioni parziali,
i cui membri dovevano spesso mutar sede, pensarono di unirsi in una grande
associazione per la mutua difesa e il mutuo soccorso. Di qui il divisamento di
riunire le squadre diffuse disperse in molti territori, in una sola grande
associazione e di sottoporre le singole squadre ciascheduna a un capo, nel luogo
di loro dimora, e tutti i singoli capi a un capo supremo residente nella sede
centrale. La città di Strasburgo venne prescelta a residenza del capo supremo;
e a presidente dell'associazione universale e fu nominato il maestro
architetto pro tempore di quella insigne cattedrale. Quando ciò avvenne,
Giovanni Hultz, l'ultimo architetto della gran Torre di Strasburgo, era
morto; e Jodocco Dotzinger di Worms, che gli successe nel 1449 nel
dirigere i lavori ancora da farsi, rannodò nel 1452 in un solo corpo tutti i
maestri muratori della Germania; diede loro delle istruzioni e delle regole e
comunicò certe parole d'ordine e certi segni occulti con i quali potevano fra
loro riconoscersi. Furono eletti i rappresentanti delle logge particolari,
che si radunarono il 25 aprile 1459 a Ratisbona, ove vennero discussi e votati i
primi statuti. In forza dell' atto di fratellanza colà formulato e approvato, Jodocco
Dotzinger e i di lui successori nella cattedrale di Strasburgo, furono
dichiarati presidenti nati, unici che perpetui, della confraternita
generale dei liberi muratori di Germania. Seguirono due altre assemblee delle
logge, tenutesi in Spira, la prima il 9 aprile 1464,la seconda Il 23 aprile
1469. Vi si confermarono le costituzioni della confraternita, e si stabilì che
in ciascun anno s’adunerebbe un capitolo provinciale nei vari distretti. Giovanni
Hammarer, che viveva nel 1486 e Giacomo di Landshutt, che morì
nel 1495, sostituirono l'uno dopo l'altro Judocco Dotzinger nell'ufficio
d'architetto della cattedrale di Strasburgo e in quello di gran maestro dei
liberi muratori di Germania. Corrado Wogt, loro successore, ottenne
dall'imperatore Massimiliano primo la conferma della istituzione e degli
ordini delle logge: il relativo diploma è datato il 3 ottobre 1498 da
Strasburgo. Anche Carlo V, e l'imperatore Ferdinando primo nel
1563 e i loro successori, rinnovarono cotesti privilegi in diverse
riprese. La società così costituita, e composta di maestri, di camerati e di
allievi, era soggetta ad una giurisdizione tutt’ affatto speciale e faceva
capo a Strasburgo, ove era un tribunale della Loggia centrale, che giudicava
senza beneficio di appello tutte le cause che le erano deferite, secondo le
regole e gli statuti della Confraternita. Questi statuti vennero riformati,
stampati e pubblicati nel 1563: Strasburgo cessa di essere il centro
dell'unione quando, nel 1682, fu aggregata alla Francia. -Di tal modo crebbe e si trasse innanzi la massoneria in Germania; fu società aperta e diretta da leggi, riconosciuta dai governi. Pressappoco continuò nella maniera stessa la massoneria in Inghilterra e nella Francia. -Fu nella seconda metà del secolo passato e nella prima di questo, che le logge incominciarono a chiudersi, a divenire occulte, ad assumere riti e a formare statuti nuovi: la massoneria divenne a grado a grado una società ora politica, ora religiosa, ora di mutua assistenza, secondo i tempi, le condizioni delle società civili e degli Stati; e come tale si allargò in quasi tutta l'Europa e dell'America. Ma cambiata e ricambiata in cento guise, non più ricordò -tranne in alcuni emblemi-la cazzuola, il martello, la squadra; nè più mantenne il suo fine originario, quello del lavoro nelle costruzioni e dell'esercizio delle belle arti. -Essendosi
tanto radicalmente mutata e mostrando tendenze a cangiamenti politici e
religiosi, la massoneria fu proscritta nel 1727 in Francia e in Olanda,
nel 1738 nella Fiandra e nella Svezia: la condannarono Clemente XII con
la bolla In eminenti del 28 aprile 1738; Benedetto XIV nel 1751, Pio
VII nel 1814 e Leone XII nel 1825. Ciò che sia ora la massoneria e
quanto abbia variato da quella del Medio Evo, e dall'inizio dell'evo moderno, ognuno
lo sa, lo sente, lo vede. -Quale
sia stata poi l'azione esercitata dalla massoneria nello svolgimento e nel
progresso delle belle arti, non è facile anzi è molto difficile definire. Dopo
la sua costituzione alla fine del 1400 e al principio del 1500, non si conoscono
opere intraprese e condotte con unità di vedute e con associazione di forze da
coteste confraternite. Esse si atteggiano sulle prime a Società di mutuo
soccorso; presto attirano a sè e si assimilano maestranze di altre arti e
mestieri; poi accolgono letterati, scienziati, uomini di toga e di corte, che le
amministrano e le dirigono; più tardi divengono convegni politicanti di
progressisti e di cospiratori patrioti; infine da essa viene quasi esclusa la
classe operaia e vi rimane e vi domina il ceto medio, ossia la borghesia,
ora aristocratica, ora democratica, secondo i luoghi e le circostanze. -Parrebbe
invece che alle antiche società o maestranze di muratori, di scalpellini, di
artefici di diverso nome, ma tutti occupati nelle pubbliche e private
costruzioni, si debba lo studio o l'invenzione di nuove forme nell'arte, di
nuovi metodi nelle edificazioni, e la creazione di monumenti
e di ornamenti, che destano sempre stupore e riverenza. Se
non che difettano o mancano del tutto i documenti per comprovare l'influenza
sull'arte attribuita da parecchi ai framassoni. Il Ramèe, citato più
volte dice(4): "La questione dell'introduzione dell'ogiva
nell'architettura del dodicesimo secolo, dell'influenza in questa stessa
architettura, è nuova e molto ancora oscura. Devesi ricercare l'origine e il
procedimento dei liberi costruttori, dei framassoni, degli artisti e architetti
laici verso la fine dell'undicesimo e del dodicesimo secolo". Il Vitet
sostiene che l'invenzione e l'applicazione dell’Ogiva è dovuta ai framassoni.
Il
nostro Selvatico, non facile a trascorrer nella parola e nei giudizi,
come fanno taluni scrittori stranieri così scrive(5): "Alcuni
scrittori d'arte, troppo innamorati del nuovo misto al maraviglioso, e di tutto
quello che dà sembianza di mistero, pretesero che una causa ben più
potente,giovasse a dare per tutto uniformità allo stile sacro di questo
periodo. Tale causa sarebbe l'istituzione sorta in quel turno delle fraglie dei
Liberi Muratori. Cotesti fantastici eruditi
dicono che questi liberi muratori erano una grande corporazione congregatasi per
approvare i modi di costruzione e mantenerli fra loro come un segreto; perciò
inventarono segni di accordo è una iniziativa simbolica. Hope
attribuisce loro il primo concetto dello stile lombardo, e crede che i maestri
di Como fossero il nocciolo di questa grande Fratalea”. -Noi, a vero dire, se non ci inganniamo grandemente, non sappiamo scorgere nel corso intero dell'età medievale e anche dopo, altra unione o associazione compatta, permanente, feconda di opere d'arte e derivate in parte dalla scuola antica, in parte da invenzioni e applicazioni nuove, se non quella dimenticata o spregiata da molti i, riconosciuta da pochi dei Maestri o Fratelli Comacini. Epiloghiamo
quanto sull'argomento abbiamo detto e facciamo qualche breve considerazione. -Nel
643 esce l'Editto di re Rotari
intorno ai Maestri Comacini e ai loro Colleganti, nel quale
si fa chiaro cenno di una società di muratori derivanti, giusta il nome, dal
territorio di Como, addetti all'arte edilizia; nel 713 o presso a poco, esce un
altro Editto, di re Liutprando nella cui appendice oggi è il famoso Memoratorio,
ove parlasi delle opere, delle tariffe, perfino dello stile romano gallico di
questa società di Maestri Comacini. Non ci apparisce una vera unione di
artefici e operai applicati all'edilizia che, con parola usata nelle età
posteriori, potrebbe dirsi di massoni o framassoni? -Sono
indeterminate ma certe le notizie di emigrazione di maestri comacini all'età
di Carlomagno e sotto i di lui successori: certe e determinate quelle di
altro esodo di comacini verso il 1000 dietro la scorta e sulle orme di San
Guglielmo al lago d’Orta, che propagò uno stile, che ebbe il nome di
lombardo, che si modificò, si trasformò, e fu chiamato dove gotico, dove
normanno, dove con altri nomi. Le parole o meglio i termini tecnici
derivanti dagli articoli del Memoratorio, usati nelle cronache della
Gallia, dopo l'andata colà di San Guglielmo, è la prova, la più persuasiva,
delle escursioni dei Comacini in que' paesi con le loro regole, i loro
statuti, i loro metodi, e il linguaggio della loro professione. -Ci
accadde di vedere un documento anteriore al Mille, nel quale contiensi
una parola, che fa spuntare l'idea di massoneria ed è di tale conio, che forse
non si trova più anticamente usata. Nell'opera
Historiae Patriae Monumenta è riportato un atto notarile(6) fatto
a Gravedona sul lago di Como con il quale un tale Petelpertus de Graveduna vende
a certo Alloni nello stesso luogo di Clure, Alloni de codem loco Clure, alcuni
beni stabili, che appartengono, si dice, a una Casa maconica:”vendo…mea
portio de accessatam in monte quam in planis,tam de poria quam et de solivo,qui
pertinet de casa Maconica”. Il latino è barbaro, le parole poria e
de solivo non si comprendono seppure poria non vi stia per borea,cioè
a settentrione,e de solivo non significhi mezzogiorno. Ma la
parola Maconica o massonica è nuova per què tempi, e potrebbe
essere interpretata nel senso di casa fatta in muratura, dove le case vicine
erano forse costruita in legno, o nel senso di casa di muratori o di unione di
massoni. La data è del novembre del 918. -Una
notizia curiosa e interessante, se vera, ci viene data degli scritti di Matteo
Paris(7), Monaco inglese, il quale racconta che nel secolo tredicesimo
Ivo di Narbona venne da Francia in Italia e fu accolto a Como, a Milano, a
Cremona "sempre in luogo segregato, con scambio di segni dagli uni agli
altri”. A Como, Milano, Cremona erano in quei tempi in gran numero i
maestri Comacini. -Progredendo
innanzi, ma sempre avvolgendoci nel buio del medioevo, rileviamo dalle
cronache il nome di LABORERIUM(8), adoperato avanti il 1200 in Parma,
e nella prima metà dello stesso secolo in Modena; nella prima città era
un'accolta di maestri Comacini sotto Benedetto da Antelamo*(Antelami),
nella seconda un'altra accolta sotto Arrigo e altri maestri da Campione.il
Laborerium comprendeva
una LOGGIA e una SCUOLA; queste due spiccano in autentici documenti della
fabbrica del Duomo di Orvieto. -Orbene
quanti e quanti anni corsero da allora, prima che in Francia, in Germania, e
in d'Inghilterra si riscontrino tali parole o le loro equivalenti, adoperate a
indicare unioni di maestri e di operai del medesimo territorio, occupati in uno
stesso luogo, in una stessa opera, nella stessa arte! Le logge di Strasburgo e
di altre città germaniche si mostrano due o tre secoli dopo, non prima. -La
unione o massoneria dei comacini fa capolino anche in Lucca ove
soggiornavano essi innanzi al 1000 e nel 1332 ottenevano dei privilegi. Il
pensiero massonico trapela e si fa notare nei simboli ed emblemi, dei quali si
è parlato, e che veggonsi nelle sculture ond’è adorna l'arca di
Sant'Agostino a Pavia, opera del 1370.Puossi poi scorgere, ben appuntando gli
occhi, qualche manifestazione e movimento, quindi la vita dell'associazione
massonica nella fabbrica del Duomo di
Milano, che era pressoché tutta nelle
mani di maestri comacini e specialmente dei Campionesi. -Negli
atti del Duomo si parla del modello del tempio fatto dal Gamodia che
volevasi e fu esposto in un locale dell'arcivescovo, affinché potesse essere da
tutti veduto e giudicato. Negli atti è trascritto l'invito, in data del 3
febbraio 1382, a osservare ed esaminare quel modello: ebbene esso è,dagli
amministratori, rivolto ai Fratelli, agli ingegneri e agli altri informati dei
lavori”Fiat invitamentum de Fratribus”. Chi potevano essere que’
fratelli, se non coloro i quali appartenevano alla fratellanza o
associazione artigiana ossia massonica, ed erano informati dei lavoreri?
Sono curiosissime poi alcune parole, che si incontrano in un verbale del 21
febbraio 1400, che nessuno, a quanto io sappia si provò a ben chiarire.
Erasi manifestato allora, come più innanzi indicheremo, un profondo dissenso
fra il parigino Mignotto e gli ingegneri nostri circa la solidità delle
fondamenta, l'ordine dei lavori e il metodo per condurli innanzi. Essendo
capitati a Milano, mentre ferveva la disputa, tre ingegneri francesi,francisci, avviati a Roma,
Limoneto Nigro,Giovanni Simonerio e Mermeto di Savoia, furono, dietro istanza
del Mignotto, invitati a riguardare le opere del Duomo e a pronunciare intorno
ad esse e agli insorti dissidi, il loro parere. Nel verbale nel quale sono
riassunte le idee dei tre ingegneri, si leggono le seguenti parole: "Nos
inzignerii et operarii massonerie”e più innanzi:”Nobis videtur quod
si habeant bonum Magistrum operarium massoneriae, qui faciat cambiare,ecc. (a
noi pare che se havvi un buon maestro della massoneria,il quale faccia cambiare
ecc.”. Dunque una massoneria esisteva entro la fabbrica del Duomo;
i tre ingegneri francesi consigliavano di scegliere da essa un buon maestro, che
sapesse eseguir bene certe opere indicate. -Non
più ci avvenne, proseguendo la lettura degli atti del Duomo, di ritrovare la
parola massoneria o un accenno ad essa. Ma in quella fabbrica continuarono ad
esistere, ordinate e numerose, alcune associazioni, fra le altre quella degli
scarpellini. Viene annotato, sotto la data del 3 dicembre 1515, che gli
amministratori della fabbrica "acconsentirono alla richiesta del maestro Nicola
Marzola di caricarlo di compiere l'opera che si faceva da maestro Andrea
Candiano, ora assente, e di ammetterlo quale altro dei soci " della
gran compagnia degli scarpellini della fabbrica". -Troveremo
più innanzi i sepolcri dei fratelli comacini- fratres Comaceni -nelle Marche;
le loro cappelle degli Abruzzi; le loro unioni nella chiesa dei SS.Quattro
Coronati, ricordati sull' Arca di Sant'Agostino o Pavia, in Roma. -Qui
facciamo punto e lasciamo ad altri di addentrarsi di più in un argomento, che
rimase sempre oscuro, e fu oggetto di molto amore e molte ire. A noi piace
avere rilevato l'opera grandiosa e gloriosa per ogni parte d'Italia, nelle valli
del Rodano e del Reno, degli intelligenti quanto modesti maestri Comacini, nei
tempi del primissimo albore artistico e civile in Italia e fuori. Siamo ricorsi
qua e di là a qualche induzione e quasi supposizione; ma non crediamo essere
usciti dai seri ragionamenti. Ci allieta altresì l'avere potuto indicare, se
non le regole e gli statuti tenuti o rimasti occulti delle unioni dei nostri
maestri, almeno alcune forme esteriori e certe, quali la Loggia, la Schola e il
Laborerium. In cotesti luoghi raccoglievasi la vita, si agitava il pensiero,
raffinavasi l'azione della fratellanza, della mutua assistenza, dell'arte
multiforme. Quanti begli esempi e quanti bei lavori diedero i nostri Maestri per
il corso quasi di un millennio, dal 600 al 1500, nella penisola italica e fuori
di essa! Qual altro paese delle età antiche e nuove fece mai tanto? Ma
seguiamoli nella loro epica odissea: non siamo ancora a metà del cammino”. NOTE
riportate da Merzario: 1)
il Du Cange,nel suo Glossarium mediae et infimae latinitatis,tratta
del vocabolo Loggia, Logia, Lobbia, Lobia, usato nel senso di abitazione e
specialmente di portico, dove si passeggia,e si tiene discorso, logos. Un nome
simile usarono i Greci per indicare un vasto pulpito dove si recitavano le
commedie. Gli italiani intesero sempre con il vocabolo Loggia un porticato per
passaggio, lavoro o conversazione. 2)
Nel Glossarium del Du
Cange,sono registrate le parole Machoneria, Maczo, Mazom, Massoneria,
Massonarius, Massonus ricavate da scritti del 1200 e 1300, e adoperate a
indicare la qualità ,l’arte e le opere dei muratori o structores, e
degli scarpellini o lathomi 3)
Lettre
de M.l’abbè Grandidier a Madame de…sur l’origine des Francs-Maçons. 4)
Pag.212(del libro del
Merzario) 5)
Pag.87 6)
Torino,1873,pag.826,num.478 7)
Matthei Paris,Monachi
Albanensis,Angli,Opera:”semper in
recessu occipiens ab aliis ad alios inter signa” 8) Non si trova nel Du Cange la parola Laborerium col significato di luogo dove sono raccolti molti artefici ed operai per lavori in comunione. In questo senso trovasi usata in Italia dopo il Mille e propriamente nelle fabbriche condotte dai Maestri Comacini. *Sul
Battistero di Parma(scolpito da Benedetto Antelami e dalla sua Scuola) ho notato
delle parole latine seguite da alcuni puntini(tre)disposti sia verticalmente che
a triangolo(foto
di Marisa Uberti). Se per i puntini postii n verticale ancora manca una
spiegazione 'verosimile',la 'triangolazione' può trovare un significato
esoterico(nascosto). Questo,infatti, potrebbe essere una sorta di 'monogramma
iniziatico',usato tutt'oggi in ambito Massonico (vedasi)?L'edificio
fu eretto a partire dal 1196 e completato il secolo successivo. La
'crittografia' compare sullo splendido portale scolpito con Scene
Bibliche,contornato da tralci annodati. La Ricerca continua... Disponibili sull'argomento,in questo sito:
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