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Sulla
capitale della Repubblica Ceca c’è un alone di intrigante mistero.
Prima che su fondamenta di pietra e di terra, la città sembra poggiarsi
sul mito e sulla leggenda. Secondo Andrè Breton è la “capitale della
magia”, secondo Angelo Maria Ripellino è “un antico in-folio dai
fogli di pietra, città-libro, in cui resta ancora tanto da leggere, da
studiare, da capire” ("Praga magica", Einaudi, 2002). Come
abbiamo già visto occupandoci della
Torino
magica,
Praga farebbe parte di un triangolo di 'magia bianca' insieme a Lione e,
appunto, al capoluogo di regione piemontese.
Accanto
ai ritrovamenti archeologici che ne delineano origini e urbanizzazione,
troviamo un mito di fondazione che la fa risalire all’opera di una
veggente, Libuše, ancora oggi effigiata in uno dei palazzi
affacciati su Piazza della Città
Vecchia (Staré Mĕsto) mentre a Vyšehrad c’è un gruppo
scultoreo che la ritrae con il mitico consorte Přemysl,
fondatore della dinastia reale dei Přemyslidi. Ma Libuše è un po’
ovunque, occhieggia silenziosa ed eterna come la sua fama. Secondo la
trecentesca leggenda di Dalimil, proprio su questo colle a picco
sulla Moldava, in una posizione spettacolare e carica di romanticismo, la
principessa Libuše scelse in sposo il contadino Přemysl. A capo di
una tribù di origini slave, i due un giorno stavano passeggiando quando
la donna ebbe una visione estatica: tutto all’intorno sembrò fermarsi,
perfino il canto degli uccelli e le fronde degli alberi. Libuše profetizzò
allora quanto segue “Urbem conspicio fama quae siderea tanget…”:
“Vedo
una città
che sarà illustre nel mondo
e la cui gloria raggiunge le stelle.
Questo luogo è celato nelle profondità dei boschi,
a nord lo protegge la valle del Brusnice,
a sud una grande montagna rocciosa.
La Moldava si apre la strada sotto le sue pendici.
Costruite questa città, ve l'ordino,
là dove io vi indicherò.
Sulla Moldava, sotto Petřín,
un falegname fabbrichi con il figlio una soglia;
e per questa soglia chiamate la città Praga.
I popoli, seppur forti come leoni,
curveranno la testa davanti a questa soglia
per averla salva.
Così la mia città
avrà lode e gloria”
Quando i messi reali
andarono nel punto indicato dalla loro regina, videro che un contadino e
suo figlio stavano tagliando un albero con un sega perché intendevano
farne una soglia, che in ceco si dice prah, per questo la futura
città che lì sorse prese il nome di Praha (Praga in italiano). I
due castelli (Vyšehrad
e Hrad) controllavano dall'alto le due opposte rive della Moldava;
progressivamente il primo venne abbandonato e le residenze reali si
stabilirono nel secondo, tutt'oggi considerato 'il Castello' di Praga.
Libuše era
un’eccellente maga, una sapiente, che vedeva nel futuro ma anche nelle
profondità della terra, così era capace di indicare vene d’oro e
d’argento che si trovavano nelle vene metallifere dei monti della
ubertosa Regione, considerata da tutto il popolo una benedizione del
Cielo. Quest’aura di città prodigiosa, Praga non l’avrebbe persa mai
più. Merito o colpa (dipende dai punti di vista!) anche dei personaggi
che l’hanno animata nel corso dei secoli, artisti, scienziati,
astronomi, musicisti, poeti, maghi, alchimisti, sapienti ma anche
‘apprendisti stregoni’…
Continua il viaggio:
Note:
Per approfondimento sulla leggenda completa e particolareggiata si veda http://bifrost.it/Sintesi/Libuse.html
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