Tomba dei Giganti Li Lolghi
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                                                         Li Lolghi (Arzachena,OT, Gallura)  -di Marisa Uberti-

Anni fa, un nostro corrispondente sardo ci aveva mandato un lavoro relativo al culto dei morti nella sua isola.Ci aveva parlato di menhir e di dolmen, di domus de janas e di Tombe dei Giganti, mandandoci diverse fotografie che ci avevano affascinato e stupito nell'immediato. Il lavoro, naturalmente a suo tempo pubblicato e consultabile a questa pagina, torna oggi alla nostra attenzione poichè siamo andati in loco e abbiamo visto queste incredibili strutture, partorite dall'ingegno di popoli che possedevano un' organizzazione sociale evoluta, capacità costruttive notevolissime, e un concetto della vita oltre l'aldilà. Qualche giorno prima di visitare Li Lolghi, avevamo visto lo straordinario dolmen di Sa Coveccada a Mores, eretto da una cultura di 4500 anni fa. Ogni civiltà stanziata in Sardegna ha avuto le proprie usanze, i propri culti ma tutte sono accomunate da un rispetto per la vita, che si riteneva potesse proseguire nell'aldilà, e per la morte, che andava degnamente celebrata. Rimandando a quell'articolo per capire la cronologia delle diverse tipologie tombali, soffermiamoci su questa, detta tomba dei Giganti e appartenente alla civiltà che costruì i Nuraghi. Se i nuraghi sono circa 8.000 nell'isola, e ciascuno aveva presumibilmente attorno il suo villaggio  più o meno densamente abitato, si può dedurre che molto numerose siano anche le tombe dei Giganti che quella misteriosa cultura costruì. Ad esempio, questa di Li Lolghi ad Arzachena, cittadina in provincia di Olbia-Tempio, potrebbe essere messa in relazione con il Nuraghe Lu Naractu (oggi scomparso) che distava da qui un chilometro e mezzo.

                                                  

Ma per chi vennero costruite queste monumentali tombe? Certo non per l'uomo comune. Esse dovevano esprimere sicuramente il prestigio, il potere, l'importanza di qualcuno che incarnava tutte queste cose, oltre a rendere palese che quella società era organizzata gerarchicamente. Certo appare veramente curioso che una società come quella dei nuraghi non avesse un sistema di scrittura, perchè calcoli per costruire gli edifici doveva per forza essere in grado di farne (si può calcolare tutto a mente?!); aveva scambi commerciali, era integrata in un sistema economico che non era possibile sbrigare senza avere quanto meno un 'codice' di comunicazione scritto.Almeno a noi così pare.Forse non una scrittura classica, fatta di lettere o numeri tradizionalmente comprensibili, forse sono ancora da scoprire, da decodificare ma per costruire, questo è papale papale, occorre saper pianificare, disegnare, progettare, creare, calcolare, non si può provare a casaccio sul terreno.Avevano sicuramente un sistema, e anche molto valido.

 

                          

ll nome 'giganti' non deve trarre in inganno: non si trattava di individui dall'altezza anomala (anche se sarà potuto capitare) che qui vi venivano sepolti ma ci si riferisce alle dimensioni della pietra impiegata (monoliti, cioè blocchi unici di pietra, enormi, che possono raggiungere svariati metri di altezza). Quello che colpisce è il megalite centrale, dalla bizzarra forma arrotondata superiormente(purtroppo mancante di una parte e riparato in un'altra), infissa nel terreno per diversi centimetri, che reca sul davanti un bassorilievo che divide la superficie in due parti, come se si volesse creare una 'falsa porta'. Inferiormente, invece, quasi a prendersi gioco del nostro stupore, avevano creato una porticina, un'apertura dalla quale un individuo adulto non può entrare (ma un bambino si).Anche il dolmen di Sa Coveccada presenta un'apertura simile inferiormente, che era chiusa da un portellino, in origine.

                               

Si pensa pertanto che quella fosse solo un'entrata metaforica, simbolica. Mentre l'intero apparato megalitico che si para dinanzi allo stralunato visitatore moderno sembra effettivamente essere il limite tangibile tra una zona profana dove stanno i vivi, e una sacra, dove riposano i defunti e gli oggetti ad essi appartenuti. L'ingresso nell'oltretomba.Assai scenografico, anche per la splendida posizione naturale e paesaggistica.Si noti come un individuo di media statura appaia 'piccolo' accanto a questi 'giganti' di pietra che ci si chiede come siano stati eretti.

                            

Attorno a sè, il megalite centrale ha altri monoliti, disposti in ordine di altezza decrescente verso i lati, non lavorati come lui ma rozzi e di diversa forma e misura, tutti infissi nel terreno. Essi sono in numero di sette a sinistra (per noi che guardiamo) e sei a destra. In totale, lui compreso, sono 14 pietre. La disposizione dei 14 megaliti non è lineare ma 'ad esedra' (o a semicircolo) e questa struttura, tipica di tutte le tombe dei giganti, è l'ultima fase della dimora eterna perchè dietro l'esedra c'è la tomba vera e propria.

                 

 

                              

 

Ma non immediatamente dietro .Infatti al di là dei megaliti c'è un  lungo corridoio funerario al termine del quale c'è un lastrone orizzontale,con funzione di ripiano forse per le offerte o oggetti di culto. Dopodichè è situata la tomba di forma allungata formata da lastre verticali e originariamente coperta con lastroni piani. Questa parte terminale è nota come allée couverte e veniva contornata da un recinto ellissoidale di pietre, chiamato peristalite, con funzione di contenimento del tumulo che la ricopriva.Capito che ingegnosi? I defunti (perchè si tratta di sepolture multiple) venivano calati dall'alto.

 

 

Ma tutto ciò non era opera solo della civiltà nuragica oppure questa adottò due diversi tipi di sepolture, dato che questa struttura fu eseguita in due fasi cronologiche diverse... Infatti non c'è dubbio, secondo i dati analitici, che la parte terminale di queste tombe dei giganti,  allée couverte, erano più antiche del corridoio funerario e dell'esedra. Cosa significa questo? I nuragici avevano adottato tombe di culture precedenti, riutilizzandole e sviluppandole secondo un nuovo progetto? Ciò significa che le tombe più antiche erano appartenute ad una cultura che viene datata alla fine del Bronzo antico (tra 1800-1600 a.C.) e che seppelliva i propri morti con vasetti a peducci, ciotole troncoconiche, come è emerso dai ritrovamenti. In quell'epoca i Nuragici non sono ancora attestati, secondo la cronologia ufficiale. Il corridoio funerario e l'esedra vengono datati al Bronzo Medio (1400 a.C.), in cui ufficialmente 'compare' la cultura dei nuraghi. Della stessa epoca è l'enorme tumulo di pietre e terra che riveste le pareti laterali del corridoio stesso, lasciando libera la copertura e che ingloba il più piccolo corridoio della allée couverte. I materiali ritrovati in tali settori (corridoio lungo ed esedra) hanno un'età stimata tra il 1400 e il 1100 a.C.

La tomba di Giganti Li Lolghi è situata su un rilievo di modica altezza, che prospetta su un'ampia valle contornata di cime granitiche culminanti con la più alta, costituita dal Monte Limbara. Arzachena è famosa in tutto il mondo per alcuni luoghi di villeggiatura costieri presenti nel suo territorio. La zona archeologica, che comprende nuraghi, tombe di giganti, necropoli arcaiche, ne fa però anche una meta di visita culturale che non può mancare in un viaggio nella Sardegna del nord e per chi vuole addentrarsi alla scoperta delle misteriose civiltà del passato che l'hanno popolata.

                                  

lil-13.jpg (53251 byte) Il pannello mostra le diverse tipologie tombali (Museo G.A. Sanna, Sassari).Tra di esse si veda la sezione di una tomba di giganti, per capire come sia la sua struttura vista integralmente.

E adesso dirigiamoci a pochi chilometri di distanza per visitare un'altro sito funerario, molto più vecchio di questo (del IV millennio a.C.!),e con una tipologia differente.La meta sono i Circoli di Li Muri, un unicum in Sardegna. O quasi...

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                                                                               settembre 2007