Il Dolmen di Sa Coveccada
o S'Accoveccada, letteralmente significa, in
sardo, la pietra messa per ricoprire.Questa
specie di 'casa di pietra' formata da cinque pareti, doveva essere la
dimora eterna di qualche personaggio importante vissuto oltre 4500 anni
fa.Ma non abbiamo nulla per saperlo..
Il
bellissimo dolmen, nonostante le indicazioni stradali, non è semplice da
trovare.Anche con il nostro navigatore satellitare abbiamo avuto delle
incertezze; in zona per fortuna abbiamo incontrato un pastore che ci ha
saputo indicare il luogo, che era ormai a portata 'di mano'. L'accesso lo
abbiamo trovato libero e senza biglietteria.In Sardegna succede di
frequente sia così.Lasciata la macchina nei pressi del pannello
indicatore, siamo saliti a piedi sulla piana, vedendolo da lontano,
solitario e imponente com'è e subito ci si è stretto il cuore
dallo stupore: il più bel complesso dolmenico, quasi intatto, che ci sia
capitato di vedere fino ad oggi! A fine pagina, alcuni links utili per
raggiungerlo. A seguire, i dati archeologici ufficialmente riportati sul
pannello in loco.
Sondaggi di scavo intorno al dolmen hanno evidenziato che gli ortostati laterali erano infissi in due solchi scavati nella roccia e profondi 10 cm circa;
essi documentano la tecnica costruttiva di queste architetture in
elevato, che costituiscono i precedenti dell'architettura nuragica.
Il monumento, per la singolarità delle strutture e per l'elevato, è il dolmen più importante della Sardegna.La nicchia e il portello trovano confronto con particolari architettonici delle
domus de janas eneolitiche più tarde, mentre la lastra frontale nel suo insieme costituisce il precedente della stele delle
tombe di Giganti dell'età Nuragica.Il monumento è pertanto considerato un importante elemento nell'evoluzione delle architetture sepolcrali della preistoria della Sardegna.
La presenza del Menhir, posto a segnacolo del dolmen, e delle nicchie,
indiziano l'esistenza di culti e rituali funerari che si tenevano nel
sito. Il monumento, privo di elementi di cultura materiale,
costituisce un UNICUM tra i monumenti megalitici della Sardegna e trova
confronti, per il lastrone di chiusura con il portellino alla base e la nicchia, con il
dolmen di Corte-Noa Laconi,
inquadrato culturalmente in un contesto Ozieri-Filigosa, e soprattutto
Abeatzu(1).
Al di fuori della
Sardegna, si possono trovare raffronti con i dolmen della necropoli di
Ala Safat in Cisgiordania e con quello di Coste-Rouge
Héraulte in Francia, che documentano i circuiti in cui era inserita la Sardegna e in particolare il territorio di Monte Acuto nell'età del Rame.
Gli elementi fin qui esposti inducono ad inquadrare cronologicamente questo monumento nella
prima metà del II millennio a.C.
Il menhir
A circa 140 m dal
dolmen, ad ovest, si trova un megalito di trachite tufacea parte del quale era ancora in situ all'inizio del
1900, alto 1,50 m. Il menhir, a pilastro rettangolare, era alto in origine
2,40 m con base di 1,25 e spessore 0,86), con due riseghe laterali sulla superficie visibile accuratamente lavorato a martellina.
Giace a terra spezzato in più tronconi tutti da verificare, presso un avvallamento che forse costituiva l'alloggiamento del megalito stesso,
originariamente. A pochi metri dal menhir sono scavate su affioramenti rocciosi delle nicchiette simili a quelle presenti nel dolmen.
NOTA:1) - Si veda la Tavola
cronologica delle culture e civiltà umane succedutesi in
Sardegna.Quella di Ozieri (dal nome della località dove sono state
rinvenuti manufatti caratterizzanti uno specifico tipo di cultura)
è collocabile al Neolitico Recente (3.500-2.900 a.C. circa); quella di Filigosa
gli sarebbe immediatamente successiva.Consultando la Tavola
è possibile 'cliccare' sulla cultura che interessa e si potranno
ricavare essenziali informazioni per 'inquadrare' le civiltà con cui man
mano siamo anche noi venuti in contatto durante questo tour.Speriamo
possiate trovarlo utile. Grazie.
Il dolmen è costituito da trachite
tufacea e ha le seguenti dimensioni: h 2,70 m, larghezza 2,50, lunghezza 5
m. E' formato da una lastra frontale con un portello d'ingresso (0.50 x
0.50), con angoli arrotondati e rivolto a sud-est; da due ortostati
laterali (diciamo le sue 'pareti') e da una lastra piatta di
copertura. .A sinistra della lastra frontale del monumento si trova una
nicchietta, scavata nello spessore dell'ortostato a ovest.La
lastra di copertura era più larga delle altre, arrivando a 6 m di
lato.Pesava circa 27 tonnellate, ma oggi alcune parti sono mancanti e si
stima possa raggiungere 'solo'18 tonnellate...!
Il monumento visto posteriormente:si
presenta aperto (per terra giacciono diverse pietre,che dovevano
costituire la lastra di chiusura). Da questa postazione si può ammirare
la camera interna rettangolare di 4,18 m x 1,14 che è delimitata lateralmente dai due ortostati.
All'interno dell' ortostato laterale ad
ovest, a circa 35 cm dal pavimento si apre uno stipo rettangolare
(1,22 m x 0.88 m x 0.50 m).
Sulla piana
praticamente solitaria e deserta, attorniata da paesaggi surreali del
territorio di Monte Acuto, a pochi passi dalla Valle dei Nuraghi
(così detta per l'alta concentrazione di queste strutture) la
presenza dell'uomo antico si fa sentire. Molto. E' uno strano effetto,
indescrivibile, eppure palpabile.Qualcosa resterà per sempre 'loro',
immutabilmente. Specialmente se avremo memoria e cura di conservare
strutture che di loro ci parlano, raccontano, testimoniano,
incuriosiscono, tentando di scoprire quel velo di mistero che
inevitabilmente portano con sè.Come questa struttura megalitica
millenaria, che attende ancora molte risposte, e suscita una vibrante
emozione.