La chiesa
ottagonale di S. Sepolcro dei templari a Pisa-XII sec.
Si noti la 'somiglianza'architettonica di questa chiesa con quella di Segovia,
eretta
dai Templari.
La chiesa fu costruita
nel XII secolo dall'architetto Diotallevi pare su commissione dei
Monaci-Cavalieri di Cristo. Di pianta ottagonale con alta cupola piramidale, tre
portali e massiccio campanile incompiuto,era circondata da un porticato (coevo?)
che fu tolto nell'opera di restauro Ottocentesca. Internamente presenta
otto pilastri equidistanti l'uno dall'altro che sorreggono altrettanti archi che
terminano al vertice con una cupola a forma di piramide. Il nome della chiesa
deriverebbe dal fatto che i Pisani,nel 1112, dopo aver partecipato alla prima
crociata,in accordo con il vescovo Darberto,
vollero un complesso che fosse Chiesa, Convento, Albergo, Ospedale, su modello della
costruzione della Terra Santa.Per
altre bellissime immagini vedasi http://www.stilepisano.it/immagini/Pisa_Chiesa_di_San_Sepolcro.htm
Chiesa
di S.Ercolano (Perugia)XIII-XIV sec.La chiesa fu costruita fra il
1297 e il 1326 in forme gotiche.Attraverso le famose Scalette di S. Ercolano,si
giunge a questa Chiesa, omonima, eretta nel punto in cui fu decapitato S. Ercolano, Vescovo della città che si oppose strenuamente all'invasione dei Goti. La chiesa, a pianta
ottagonale, si appoggia all'antica cinta muraria ed è sostenuta da una serie di arcate cieche che si aprono sulle pareti; una doppia scala
del 1607 conduce fino al portale a tutto sesto. Il piano superiore della chiesa fu demolito nell'ambito della costruzione della
Rocca Paolina per assicurarsi una buona vista dalla fortezza verso la valle. L'interno rivestito in stile barocco è caratterizzato da un altare maggiore costituito da un sarcofago tardo romano(III-IV
secolo d.C.) buccellato con le spoglie del santo. (foto tratta da grifovunque.com/pg/umbria04.html)
Chiesa
della Scarsuola (Montegabbione-Terni)XIII sec.
Secondo la tradizione, nel 1218, S. Francesco d'Assisi si sarebbe fermato
per un prolungato soggiorno in una tenuta del Castello di Montegiove in contrada
detta Pornellese. Il Poverello vi avrebbe costruito una capanna con fili di
scarsa. La tradizione ci ha tramandato anche di una sorgente d'acqua fatta da
lui scaturire miracolosamente. Sul posto della capanna Nerio di Bulgaruccio dei
Conti di Montegiove fece erigere nel 1282 una chiesa con oratorio, di modeste
dimensioni, a forma ottagonale. La chiesa fu denominata della
Scarsuola e venne affidata ai Frati Minori che l'ampliarono dedicandola
alla Ss. Annunziata e annesso alla chiesa eressero un convento. Sotto questa
chiesa furono sepolti: il Conte Nerio (m. nel 1290), molti dei suoi discendenti,
ed anche la figlia minore, Todeschina (m. nel 1428), del Capitano di Ventura
Erasmo da Narni detto il Gattamelata, sposa d'Antonio di Ranuccio dei conti di
Marsciano. La chiesa fu restaurata dapprima da quest'ultimo e successivamente
dal conte Ludovico Marescotti (m. nel 1691). Sul finire del 1700 la proprietà
passò ai Marchesi Misciattelli di Orvieto, avendo i Frati Minori lasciato il
Convento. Esso fu ceduto, recentemente, all'arch. Tommaso Buzzi (m. nel 1981).
(notizie http://www.comune.montegabbione.tr.it;
foto www.cappannare.it/
en/pagine/dintorni.htm scarzuola)
Chiesa
di S. Giovanni al S.Sepolcro, Brindisi (cortese segnalazione di Maria Vittoria
Sardella e Ignazio Drudi), XI-XIII sec., Chiesa Templare?
Il tempio di S.Giovanni
al Sepolcro (chiesa del Santo Sepolcro) è una costruzione a forma
circolare edificata, sul finire dell'XI secolo, per volontà di
Boemondo, il grande normanno cantato dal Tasso.
Nei documenti del XII-XIII secolo non mancano riferimenti al complesso,
pertinenza dell'ordine canonicale del Santo Sepolcro di Nostro Signore
Gesù Cristo: nel 1122, Arnono priore del Santo Sepolcro di Brindisi è
fra i giudici chiamati a dirimere la controversia fra le benedettine di
Santa Maria Veterana e l'arcivescovo Bailardo. I canonici regolari del Santo
Sepolcro mantennero il possesso della struttura, verosimilmente, sino alla
soppressione del 1489 e conseguente trasferimento dei beni all'Ordine di
Malta che ebbero concreta realizzazione, in Italia, solo circa il 1560.
Nel XII secolo si aprì a settentrione una nuova porta ricamata nel bianco
degli stipiti e dell'architrave di marmo da artisti che si muovevano lungo
una via che collegava Brindisi a Bari, ad Ancona, a Benevento e a Modena ove
gli stessi motivi plastici si ritrovano firmati da Wiligelmo. È possibile
si tratti di reimpiego di materiali già destinati alla basilica cattedrale
di Brindisi.
Di notevole interesse artistico il portale principale, con un architrave
marmoreo sormontato da un protiro cuspidato, sorretto da due colonne
poggianti su leoni stilofori*. L'interno, a pianta a staffa di cavallo, è sostenuto da otto colonne
con pregevoli capitelli, il tetto originale a volta è stato sostituito da
quello attuale in legno
Incerte
sono le origini di questo tempio: alcuni studiosi avanzano l'ipotesi che sia
stato costruito in periodo paleocristiano; altri, invece, che sia stato un
tempio pagano, stanti i suoi caratteri strutturali, trasformato in cristiano
nel sec. XII. Fino a quando non fu distrutto dai Longobardi non poteva
essere se non a perfetta base circolare. Modificato nella ricostruzione,
in periodo Normanno (sec. XI e XII), assunse forma di staffa di cavallo
quale è oggi.
Il
portale principale è munito di protiro poggiante su leoni stilofori; gli
stipiti marmorei presentano figure varie del Bestiarum, Quello
secondario in asse con l'abside ha gli stipiti con decorazione più lineare.
Trasformato,
come si è detto, in tempio cristiano, fu detto di S. Giovanni dei Cavalieri
Templari e poi di S. Giovanni dei Cavalieri Gerosolimitani o del Santo
Sepolcro da cui esso trae il nome (da opuscolo: “Brindisi tra storia earte” – Az. Aut.
Soggiorno e Turismo).
Sulle pareti affreschi risalenti al XIII-XV secolo, tra questi la
"Deposizione", databile ai primi del '300
E' stato adibito a
museo dalla civica amministrazione dal 1850 al 1955 e fu sede di incontri
culturali alle quali parteciparono illustre personalità, come il Mahatma
Gandhi e il poeta indiano R. Tagore.Oggi è...chiuso.
(cliccare)
Fonte e immagini gentilmente
concessi da Giovanni Membola http://www.brindisiweb.com/monumenti/sgiovanni.htm.
Secondo
qualche studioso locale, i Templari ebbero sede presso la chiesa di San
Giovanni al Sepolcro, collegata da una strada ancor oggi chiamata via dei
Templari.
Sembra da ricusarsi invece l'attribuzione del Portico
dei Cavalieri Templari all'Ordine Monastico-Cavalleresco omonimo,
appunto. Si tratterebbe del
portico dei De Cateniano (XIV sec.); costituiva il piano terra del
palazzo che appartenne alla nobile famiglia, citata in alcuni documenti in
Brindisi fin dal XIII secolo.il complesso poi appartenne all'ordine Ospedaliero dei cavalieri Gerosolimitani.
È uno dei monumenti più
antichi della città. La costruzione viene fatta risalire dai più alla fine
dell'XI° secolo, mentre altri sostengono che è costruita sopra un preesistente
tempio dedicato a Diana già nell'anno 312. I primi
documenti 'ufficiali'portano la data del 1151,ma le sue origini furono volute da
Matilde di Canossa,attorno al 1083. L'edificio fu 'riscoperto' durante lavori di
demolizione di strutture che vi erano sorte a ridosso e fu ricostruito nella sua
porzione temrinale prendendo come riferimento l'architettura della Rotonda di
S.Tomè ad Almenno San Bartolomeo(vedi sotto). Edificio a pianta circolare che
si sviluppa attorno ad un asse centrale con due tamburi cilindrici
sovrapposti,privi di lanterna. Ha eleganti archetti sottogronda.Il primo
edificio (analogamente al menzionato San Tomè) è costituito da due gallerie
sovrapposte;il secondo inviluppa la volta di copertura del bacino centrale. Al
posto del presbiterio,ha una propaggine semicircolare che risulta in asse con
il portalino d'ingresso principale. Dieci colonne robuste sono
disposte sia nella prima che nella seconda galleria,con volte a crociera, e sono
dieci le campate trapezoidali.Come nel San Tomè (quante analogie,un
caso?),anche qui troviamo un sistema di scale interno,che portavano al matroneo
o galleria superiore, dove si trovano curiose nicchie vuote illuminate in alto
da esigue aperture.L'edificio era Parrocchia fino al 1579,anno della
soppressione.. Nelle pareti si conservano spezzoni
di affreschi, ancora leggibili in stile romanico lombardo (XI-XII sec.).
La
Rotonda di Tomè ad Almenno San Bartolomeo(BG)- attribuita
all'arte romanica (X- XII sec.)Vedere la scheda a
parte
Tempietto
di S. Croce- Bergamo- XI sec.
Sorge nei pressi della Basilica
di Santa Maria Maggiore, sulla volta di una struttura sotterranea.Era stato
ricoperto da edifici di epoca posteriore e venne liberato da lavori effettuati
tra il 1938-'39.La costruzione è datata all'XI secolo, costituita da due corpi
sovrapposti,di cui il primo a pianta quadrilobata(diametro massimo otto
metri) e il secondo,di dimensioni minori,ottagonale. Anch'esso ha
eleganti archetti sottogronda
La
singolare pianta di questo Tempietto. Attualmente sono in corso lavori di scavo
alla sua base...
Si è pensato di inserire
ugualmente questo edificio,seppure non più esistente,per la sua singolare
forma, esagonale, che è stata ricostruita in questa immagine, dove si
possono notare, più in scuro, le parti che sono rimaste come ruderi(rimane
l'abside forata da tre finestrelle a doppia strombatura e parti più o meno alte
della muratura periferica). Il materiale servì per altre costruzioni. Aveva
l'ingresso posto a ovest e l'abside a est, come le chiese cristiane. La pianta era
spartita in circolo all'interno,da un numero di colonne pari ai lati (sei),che
reggevano uno stretto ma particolare deambulatorio superiore. La costruzione è
stata datata all'XI secolo ed è molto ben descritta da documenti del
1500-1600,i quali attestano che essa avesse, nel suo centro, una sorgente
d'acqua e una piccola cisterna; per cui non è escluso possa essere stata un
'qualcosa' di precedente e connesso a tale peculiarità.(fonte: "I
Longobardi nel Seprio-Itinerari storici e turistici tra Lario,Verbano e Canton
Ticino", Guide Macchione).
La Cappella a pianta rotonda di S.Michele
risale
all'anno 1200. In tedesco questa cappella -per una certa somiglianza con il
romano Castel S. Angelo - è chiamata "Engelsburg" ovvero
"Castello dell'Angelo". Si presume inoltre che la costruzione a
pianta centrale voglia ricordare la Chiesa del S. Sepolcro a Gerusalemme.
La Rotonda di Montesiepi
(SI)
secolo XII - Costituisce il complesso monastico cistercense di San
Galgano, formato
dall'Abbazia di San Galgano e l'eremo di Montesiepi.
Essi sorgono nella valle del fiume Merse, tra i paesi di Chiusdino e Monticiano, in provincia di Siena: per raggiungerli è necessario percorrere l'autostrada del Sole (A1) fino all'uscita Certosa, quindi la superstrada Firenze-Siena fino all'uscita di Colle Val d'Elsa nord e quindi seguire le indicazioni per Follonica.
Vedere la nostra scheda a parte.
Chiesa di San Teodoro- Roma- XV sec.La
chiesa si trova nell'area corrispondente all'antico Foro Boario, cioè al
mercato della carne della Roma Antica.
Piccola chiesa che si trova, seminfossata, alle
pendici del Palatino lungo la via di S. Teodoro. E' di antichissima origine, probabilmente esistente già
nel VI secolo, e il santo orientale cui è dedicata fa pensare sia in relazione con lo stabilirsi
dell’autorità bizantina sul Palatino alla metà del VI secolo. Notizie molto scarse se ne hanno successivamente, mentre sotto Niccolò V, in occasione del Giubileo del 1450
e pochi anni dopo, venne effettuato un generale rifacimento, a cui si deve l’aspetto attuale della chiesa, con la realizzazione, tra l’altro, della prima cupola di tipo rinascimentale eseguita in Roma: questi lavori sono stati attribuiti dal Vasari a Bernardo Rossellino. Ulteriori sistemazioni furono eseguite da
Carlo Fontana nel 1705, con il sagrato e la scala a tenaglia che collega il livello inferiore, antico, con quello moderno della strada.La chiesa fu fino a tempi recenti sede dell’Arciconfraternita del Sacro Cuore di Gesù, detta dei
«Sacconi Bianchi», che aveva sede nel piccolo edificio settecentesco sulla destra del sagrato. Si scende per la già citata scala che immette nel sagrato rettangolare a emicicli e si entra nella chiesa, malamente restaurata nell’Ottocento;
nell’abside, unico resto della chiesa del VI secolo, il Redentore tra i SS. Pietro, Paolo, Teodoro e altro santo, mosaico peraltro molto restaurato
nell’Ottocento(da http://www.viavenetoroma.it/it/chiese/DettaChiese.asp?id=41).Si
ringrazia per la segnalazione e la foto Giulio Coluzzi.
Chiesa di S. Faustino in riposo
-fine XII secolo-Brescia – Via dei Musei.
La chiesa è minuscola,
denominata anche S.Rita e risale al XII secolo,seppure gli
interni siano stati rifatti nel XVIII -XIX secolo. Un luogo di culto più
antico, una cappella dell'VIII-IX sec. d. C., sorgeva qui. Una leggenda narra
che all'epoca delle lotte Comunali con il Barbarossa,in questo punto
avrebbe sostato la processione per la traslazione delle reliquie di S. Faustino e Giovita dalla chiesa di
S. Faustino ad Sanguinem (oggi S. Angela Merici) a S. Faustino
Maggio. La
si vede immersa, quasi, tra le costruzioni che nel tempo le sono sorte
attorno, accerchiandola. Dall'esterno, per poter vedere la sua geometria
tanto singolare, bisogna recarsi in una piazzetta sul lato destra di Porta
Bruciata, mentre l'ingresso è sotto la volta che poi sfocerà in Via
Musei. La caratteristica di questa chiesa è il tamburo cilindrico a conci di pietra regolare che sostiene un tronco di cono a grossi dentelli
semicircolari in cotto su cui, separata da una modanatura in pietra, si appoggia una
celletta campanaria cilindrica a formelle tonde, pure in cotto e disposte a
dentellato. Secondo alcuni, rispecchierebbe influenze architettoniche orientali e
nordiche (alpine). Mi si permetta un commento: la chiesina è assai deliziosa e
sgorga echi dal passato; mi ha regalato qualche momento di godibile armonia,
sarà per via della sua forma...?
Rotonda
del Santo Sepolcro (ora San Pietro in Consavia) -Asti -XII secolo
(ristrutturata e modificata nei
successivi) Il Santo Sepolcro di Asti, eretto verosimilmente nel primo trentennio del XII sec. viene nominato unicamente in una carta del 1169, quando Anselmo, vescovo di Asti, lo cedette ai
Cavalieri di
S. Giovanni di
Gerusalemme, presenti in città almeno dal 1113. Le indagini archeologiche iniziate nel 1997 e terminate nel 1999, con periodi più o meno lunghi di intervallo, hanno riportato alla luce i segreti di questo importante complesso astigiano, articolato proprio in un edificio a pianta centrale intitolato al S. Sepolcro, che
è la costruzione più antica di tutto il complesso.
Il cantiere venne avviato su un’area libera priva di strutture preesistenti. L’edificio ha le fondazioni costituite da due anelli concentrici,
costruiti con una muratura in ciottoli fluviali e malta, dal diametro rispettivamente di m 13,5 e m 4,40. L’anello più piccolo si presenta irregolare, di forma
grossolanamente ottagonale, con lesene di rinforzo agli angoli. Lo scavo ha evidenziato il negativo di una catena lignea messa a rinforzare la muratura, nel nucleo della muratura dell’anello minore, secondo una diffusa pratica di cantiere. L’alzato della Rotonda è in muratura di laterizi,
con andamento circolare all’interno ed ottagonale all’esterno. Internamente presenta addossate alla muratura
8 semicolonne su plinti, poste in relazione ad altrettante 8 colonne su basi quadrate e ottagonali dell’anello interno. Le colonne sostengono il sistema voltato di copertura dell’ambulacro. Lo scavo ha identificato il basamento dell’altare, collocato sull’asse centrale dell’edificio, canonicamente posto ad est. Si accedeva all’interno da tre diversi ingressi, quelli sui lati nord e sud, sormontati da architravi scolpiti, e quello principale ad ovest, oggi sostituito dal più recente atrio. Non c’è dubbio che l’edificio
con la sua conformazione circolare, le otto colonne dell’anello interno, l’altare disposto al centro, richiama la struttura dell’Anastasis di Gerusalemme
nella sua fase medievale, relativa ai restauri di Costantino IX Monomaco (metà XI secolo). Esempi simili vennero innalzati in tutta l’Italia a partire dall’XI secolo: a Milano, a Mantova, a Piacenza, a Pisa, a Bergamo e presso la Sacra di
S.Michele.
Si
noti la somiglianza con l'interno della Rotonda di S. Tomè (N.d.A., Almenno
San Salvatore-BG, riportata poco sopra).
Sepolcro dei Monaci presso
laSacra di San
Michele - S.Ambrogio di Torino(TO) .Vedi
la nostra scheda nel sito. Si tratta dei resti d'un
antico tempietto, chiamato Sepolcro dei Monaci perché ritenuto
una cappella cimiteriale, ma appare più realistica oggi l'ipotesi che vede
in questa cappella, a forma ottagonale, la riproduzione del Santo
Sepolcro, quasi un anticipo ai pellegrini del Sepolcro di Gerusalemme;
un luogo quindi di forte evocazione della morte e resurrezione di Cristo, ma
anche un richiamo alla Gerusalemme celeste più ancora che a quella
terrestre. Lo stesso Monastero, che si erge oltre il Sepolcro, diventa
simbolo e anticipazione di una civiltà nuova o terra promessa. Vedere anche
il nostro
video (2012).
Chiesa
di Santa Maria in Tortiliano detta "La Rotonda"- IX sec.,
riedificata nel XV - Vignola (MO).
Oggi è di proprietà privata. Ubicata sul Poggio Ericino, la Chiesa di
Santa Maria in Tortiliano così citata in un documento dell'826, fu
riedificata completamente nel 1491 per volere del nobile vignolese
Bartolomeo Moreni, secondo i modelli architettonici rinascimentali diffusi
in area lombarda. Il tempietto ha rigorosa pianta circolare ed appare
formato da due cilindri sovrapposti. L'interno, circolare, si articola in
modo armonico su otto nicchioni scavati nella muratura del primo
ordine del tamburo coperto da una cupola emisferica. http://www.comune.vignola.mo.it/guida_di_vignola/storia/
Chiesa di Santa Maria della Rotonda-Lucca
La chiesa di Santa Maria della Rotonda si trova nella parte nord occidentale del
Palazzo Ducale. Menzionata per la prima volta in un documento del 1131, fu inclusa nel
1322 nella Fortezza Augusta costruita per volere di Castruccio Castracani, Signore di Lucca. Nel
1428 venne aggregata alla vicina chiesa di Sant’Alessandro Maggiore. Ospitò la
Compagnia dei Sarti prima e della Misericordia dopo.
L'edificio attuale è frutto di una ristrutturazione avvenuta tra il XVII e il
XVIII secolo. A questo periodo si ascrive la costruzione della volta interna a vele affrescata da Ippolito Marraccicon, finte architetture e l'Assunzione della Vergine.Dall’anno 2000 la cappella, restaurata in occasione dei lavori per il Giubileo, ospita il museo permanente dell’Archivio Paolo Cresci sulla storia dell’emigrazione.
Prima
del restauro era così:
Abbazia di San
Giovanni, Vigolo Marchese (Piacenza) (Cliccare
sull'immagine per la sua fonte originale e il testo)
Il monastero di Vigolo Marchese venne fondato sulle falde dell’Appennino piacentino per iniziativa di
Otberto II, un esponente della dinastia degli Obertenghi, all’inizio
dell’XI secolo. Sebbene non rimangano documenti dell’epoca che attestino la committenza marchionale, la notizia è tramandata in modo concorde dagli storici locali. Il complesso monastico era formato da una chiesa tre navate, d’impianto basilicale, e da un
piccolo edificio a pianta centrale posto a lato. Le strutture sono realizzate interamente in mattoni, con una tecnica costruttiva ancora rozza e priva di apparati decorativi scultorei.
La rotonda presenta un ambulacro interno di sei piloni cilindrici, e la pianta è movimentata dall’inserzione di tre absidi semicircolari. La mancanza di tracce di una vasca battesimale e l’analogia con altre cappelle a pianta centrale costruite nel romanico lombardo, portano a ritenere che non si tratti di un battistero, ma di un oratorio commemorativo del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Rappresentano possibili richiami all’immagine dell’Anastasis le tre absidi fuoriuscenti dal perimetro, secondo uno schema altrimenti inusuale. Esistono inoltre possibili richiami numerici al modello di Gerusalemme, come la presenza di una ripartizione di pilastri circolari e semicolonne, addossate alla parete esterna, secondo il ritmo di 6 + 12, una coppia di cifre carica di riferimenti simbolici, riscontrabile nell’ambulacro del monumento costantiniano.
SI RINGRAZIA MOLTO STEFANO GUGLIELMI PER LA SEGNALAZIONE
Santa Maria delle Grazie (Fornò),
presso Forlì, chiesa del XV secolo, di circa 34 metri di diametro
(segnalata dal prof. Marcello
Landi). Appena entrati lo sguardo è rapito dalla vastità e solennità del
luogo, 34 m. di larghezza, 15 di altezza nella rotonda esterna e 20 in quella
interna. Terminato il giro esterno, attraverso l'arco dirimpetto al portone
d'ingresso si può accedere alla rotonda interna dove è custodita sull'altar
maggiore, in una preziosa ancona lignea, l'icona della madonna di Fornò, di
stile orientale, che sorregge una mandorla, simbolo dell'eternità, entro cui è
raffigurato Gesù adulto.Conserva una reliquia preziosa:laspina della croce di
Cristo. Per ulteriori informazioni
http://www.santuariodiforno.it
Santa Maria Assunta di
Gorga (RM)
ellittica,
a pianta ellittica, ricostruita
ampiamente in forme neoclassiche alla fine del XIX sec.
-Segnalazione del dr.Paolo
Galiano
In lingua locale Santa Sarbana, è formata da un edificio
circolare con piccola abside e portico con due aule rettangolari innestate
ai suoi lati, absidate anch’esse. La chiesa è costruita nella parte
inferiore di grossi conci in basalto scuro ed in quella superiore di calcare
chiaro, che nel punto di transizione formano alcune parziali fasce
alternate, più chiaramente evidenti nell’abside, che ricordano alla lontana
il paramento bicolore della Rotonda di Montesiepi. All’interno correva lungo
tutto il perimetro un sedile in muratura (simile a quello della chiesa di
Sacerno nel bolognese) che è stato di recente demolito. Nelle immediate
vicinanze della chiesa si trovano un nuraghe ed un pozzo sacro a tholos,
che testimoniano l’antica sacralità del luogo.
Rotonda della Madonna (S. Maria) del Monte a Villa Aldini a
Bologna (Via
dell.Osservanza), XII sec. Resti dell'antichissima chiesa rotonda dei S. Maria del Monte, romanica, che all’interno della villa doveva servire per sala da musica o da pranzo. La pianta è un cerchio perfetto, quasi orientato secondo i punti cardinali, e la leggenda racconta che questa forma sia stata “suggerita” a Picciola Galluzzi (che la stava costruendo nel 1116) dall’apparizione di una colomba che con il becco trasportò tante pagliuzze e pezzetti di legno fino a formare un grande cerchio. Nel seicento molte delle pitture dalla chiesa, guaste dal tempo, furono sostituite da un ciclo di affreschi di G. B. Cremonini (anch'esso cancellato per la costruzione di Villa Aldini). Oggi si possono ammirare l'immagine della Madonna e gli affreschi degli Apostoli, esempio prezioso e raro di arte romanica bolognese (nella scia delle più famose miniature), che insieme ad altri elementi della decorazione architettonica o artistica permettono di datare questa costruzione al XII secolo
(link:http://www.touringclub.it/club/pg/pages/view/4223/). Si ringrazia il
sig. Fulvio per la segnalazione.