A qualche chilometro da
Bressanone, direzione Nord, sulla strada per Varna, è situato uno dei
complessi abbaziali più importanti dell'Italia settentrionale e dell'Arco
Alpino, un gioiello architettonico che desta stupore e meraviglia in chi
abbia l'occasione di visitarlo. I documenti lo attestano a partire dal XII
secolo (1142) ad opera del vescovo di Bressanone Hartmann, aiutato
finanziariamente dai coniugi Regineberto e Cristina, burgravi di Sabiona.
Dato che era appunto un nuovo nucleo per l'Ordine, prese il nome di 'nova
cella', ovvero Novacella.
Uno dei primi edifici che sorsero fu sicuramente la
Cappella di San Michele,
a pianta circolare (più esattamente ottagonale all'esterno), ma essa rimane
in realtà al di fuori del complesso abbaziale. Esisteva dunque già in
precedenza e venne inglobata successivamente? Secondo
molti fu realizzata dai
Templari
sulla scia della Rotonda del Santo Sepolcro
di Gerusalemme. E' noto che presso questa Cappella era attivo - nel
medioevo- un ospizio per l'assistenza ai pellegrini e ai
viandanti che transitavano per dirigersi verso i Luoghi Santi, funzione che
si addice benissimo alla presenza dei Cavalieri del Tempio. Novacella è
situata in posizione strategica, all'incrocio di due importanti vie di
collegamento, molto frequentate in epoca medievale dai pellegrini. La
direzione occidentale conduce al Passo del Brennero mentre a nord, la Val
Pusteria si immette nella Valle dell' Isarco. Il paesaggio circostante è
incantevole.
Passati i
valichi alpini, l'abbazia doveva rappresentare un'oasi per il pellegrino e,
al suo ritorno, una sosta ristoratrice prima di affrontare il rigore del
clima dei passi montani. La Cappella di San Michele è nota in tedesco
come Engelsburg, cioè Castello dell'Angelo, in quanto
ricorderebbe la forma di Castel Sant'Angelo a Roma.
All'esterno è magnifica!
Prima ad essere vista dal parcheggio delle auto, acquista sempre più
interesse mano a mano ci si avvicina. Malgrado alcuni restauri posteriori,
mantiene il fascino del romanico. Tra l'altro è inserita nel nostro
censimento delle
chiese circolari in Italia e siamo proprio lieti di averla potuta
visitare personalmente. E' disposta su due ordini con una torre
quadrata centrale, che costituisce una sorta di terzo ordine, tutti con
merlatura, elemento tipico degli edifici fortificati e di difesa. Che possa
essere stata un punto di avvistamento non è da escludere, vista anche la sua
posizione più prossima alla porta di accesso. Presenta una torretta
cilindrica anteriormente, su cui è collocata una statua dell'arcangelo Michele
(sul cui petto campeggia una vistosa croce patente nera),
con la bilancia, in atto di eseguire la psicostasia o pesatura
dell'anima, retaggio di una tradizione egiziana che, sebbene rara, è
presente nell'iconografia cristiana (l'abbiamo documentata su altre chiese).
I lati della Cappella sono impreziositi da eleganti bifore con colonnine e
capitelli lavorati. Superiormente si notano motivi trilobati e
aperture/feritoie che farebbero ulteriormente pensare ad una funzione
difensiva del monumento. Le aperture hanno forme singolari, come mostrano le
foto. Qui, come in molti altri punti dell'abbazia, compare il Tau, simbolo
proprio di Novacella.
L'interno
mormora di passato: le volte a botte, i locali chiusi, le scale a spirale
che salgono al secondo ordine regalano frammenti di un'architettura che
sapeva parlare mediante la pietra, senza ausilio di artifici, mantenendo
intatto il proprio mistero.
Proseguendo
nel percorso si incontra, sulla sinistra, il bell'edificio -cantina
dell'Abbazia, dove vengono prodotti i pregiati vini di cui- si dice- si
rifornisce anche il Santo Padre (il Vaticano). L'attività enologica risale a
molto tempo fa e ancora oggi è un fiore all'occhiello di Novacella, che
esercita anche l'attività di vendita dei vini stessi. Tuttavia, abbiamo
appreso in loco che lo storico edificio è chiuso perchè probabilmente la
Cantina verrà spostata in locali più idonei. Quasi di fronte un muro
nasconde i Giardini con il vivaio dell'abbazia, visitabili solo con
guida. Nel giardino storico si trovano due elementi architettonici molto
interessanti: la voliera ed il “piscinum”.Vi crescono 75 erbe aromatiche,
non solo varietà conosciute come: iberico, cardiaca o trigonella, ma anche
erbe veramente esotiche come erba: limone, salvia melone, timo Giamaica o
tabacco(1).
Oltrepassato
un arco su cui corrono gli ambienti della grandiosa Biblioteca,
progettata dall'arch. Giuseppe Sartori (che
conta circa 70.000 volumi, oltre a codici miniati, manoscritti, etc.), si
cambia epoca e lo si vede. La realizzazione è settecentesca, riccamente
decorata di stucchi e arredata con mobili d'epoca. Nell'Abbazia si trova
anche una pinacoteca, nella quale sono presenti le opere tirolesi su tavola
più antiche. I
Monaci seppero trasformare l'abbazia in una fucina di cultura e sapere
scientifico ed artistico, alimentato dalle scuole conventuali. Novacella divenne un centro spirituale e culturale
famoso in tutta Europa, specialmente per la sua scuola di miniatura (XIV-XV
sec.). Una curiosità: in questa biblioteca si conserva il
più piccolo manoscritto della terra.
Il
medioevo, giunti in questo settore, è scomparso e al suo posto sono sorti
edifici più recenti, barocchi e rococò, tra cui la Clausura e il Centro
Congressi, i quali prospettano su un ampio cortile di forma quadrangolare,
al centro del quale campeggia il cosiddetto Pozzo delle Meraviglie,
scavato nel 1508 e destinato al rifornimento idrico dell'abbazia
stessa. Si tratta di un delizioso pozzo di epoca rinascimentale conformato a
tempietto ottagonale, che riporta nei timpani le 7 Meraviglie del Mondo
Antico (Faro di Alessandria, Tempio di Artemide ad Efeso, la Torre di Babele/Giardini
Pensili di Babilonia, le Piramidi d'Egitto, il Colosso di Rodi, il Tempio di
Giove Olimpo, il Mausoleo di Alicarnasso) più un'ottava:l'abbazia di Novacella
stessa, che è il primo dipinto che si vede entrando nel cortile! Si ritiene possa essere stato un gesto autocelebrativo. Certo è che
tra di esse, non sfigura! I dipinti furono eseguiti da Nikolaus Schiel tra
il 1669 e il 1673.
Otto colonne sorreggono la
copertura a 'pagoda', mentre la vera da pozzo è divisa in due (una fungeva
da lavatoio per probabili abluzioni); reca un Tau, simbolo
dell'abbazia e una stella a sei punte entro quel che sembra un compasso.
Il 'passaggio gotico' (con interessanti affreschi e lastre tombali), è un
chiostro a tutti gli effetti che conduce, a destra, al Museo, dal
quale si può accedere al Centro per l'Apostolato Biblico e alla
cappella di San Vittore, interdetta al pubblico (forse visitabile
con guida). A sinistra del passaggio gotico si arriva invece alla
chiesa abbaziale, divenuta basilica dedicata a
Santa Maria Assunta nel 1956. E' di origine più antica ma è
stata rifatta nel XVIII secolo e si mostra oggi in una fantasmagorica forma
barocca (dovuta a Giuseppe Delai), in cui predomina il colore rosa, sui
marmi e sulle pitture, di raffinata eleganza. E' considerata un tipico
esempio di arte barocca alpina e tirolese. Ma attenzione a ritenere che non
vi siano simbologie degne di nota: cercando, si trova sicuramente, nascosto
nell'ampollosità barocca, il simbolo puro e semplice.
Di fronte all'ingresso della
basilica si trova un altro bell'edificio, il Convitto, di forma
quadrangolare, che occupa una vasta fetta del complesso; più arretrata, è
situata la casa del trovatore
Oswald von Wolkenstein
(perchè qui?), dove pare sia anche sepolto mentre, di lato a questa e di
fronte alla basilica (lato destro, uscendo), si trova l'antica
Chiesa Parrocchiale. Il complesso, che oggi appartiene alla
Congregazione Lateranense Austriaca dei Canonici Regolari di Sant'Agostino,
mostra ancora dei residui di mura e torri (venne fortificata nel 1400 per
difesa contro un eventuale attacco turco), una vera e propria cittadella
fortificata che ha saputo mantenersi viva, integrando stili diversi ed
epoche diverse, dando come risultante un luogo altamente suggestivo,
armonico ed elegantemente misterioso.