(a cura di Marisa Uberti- Avvertenze/Disclaimer)
Priorato di Sant'Egidio, Fontanella al Monte (BG)
Si dice che i gioielli più belli siano quelli nascosti.
Una volta trovati,però,la memoria non dimenticherà più dove si trovano.
L'Abbazia che visiteremo oggi è così:una perla preziosa,incastonata a 450 m d'altitudine sul
Monte Canto(o Vercese), al limite nord della zona bergamasca chiamata Isola,
alla confluenza dei fiumi Adda e Brembo. L'Abbazia -intitolata a Sant'Egidio,
fino ad anni recenti si poteva raggiungere con un'irta mulattiera.Oggi c'è una
strada carrozzabile e il posto è anche noto perchè vi sorge un ristorante
tipico (a pochi passi dall'Abbazia) ma non si trova su una direttrice di
passaggio,come potrebbero essere i monumenti che abbiamo incontrato lungo la Via
Francigena. No,questo risulta isolato in mezzo al monte chiamato 'monte
dei Frati' perchè lungo il suo crinale sorsero numerosi cenobi cluniacensi.
Non si conosce molto dei primi momenti di vita di questa
Abbazia, nè se prima vi potesse sorgere un edificio più antico(quasi
certamente).Si conosce una
data, quella del 13 gennaio 1080, in cui il terreno dove sarebbe sorta venne donato
da tale Alberto da Prezzate
ai monaci del potente ordine di Cluny (in
Francia), che in quel periodo e nella zona dell'Isola già godeva di prosperità e
privilegio, sottratto com'era all'Autorità vescovile locale e posto sotto la diretta ed esclusiva tutela giuridica del
Papa. I Cluniacensi rappresentavano la parte ecclesiastica più vicina,
inizialmente, all'Ordine Benedettino fondato secoli prima, legati ad una ferrea
regola monastica, lontana dalle corruzioni e dalle frivolezze di cui era
accusata la chiesa di Roma.In breve tempo aveva raccolto molti accoliti, esteso le proprie filiazioni oltre la Francia e in tutta
l'Europa, fondato monasteri, biblioteche, aziende vere e proprie sviluppatesi all'ombra dei
conventi, sempre dotati di chiese abbaziali, in cui emergeva un'Arte
propria, nota come 'cluniacense' appunto, con il suo corollario di elementi
simbolici, fitomorfi e zoomorfi, con il suo 'bestiario'medievale caratteristico,
che qualche tempo dopo metterà in allarme San Bernardo da Clairvaux, riluttante all'uso "decorativo"nelle costruzioni
religiose.Deluso dal movimento cluniacense, che riteneva fosse divenuto troppo
potente e dedito al lusso, lontano ormai da quella spiritualità ascetica che secondo Bernardo era
invece necessaria per una totale Comunione con il Divino, sarà uno dei fondatori
dell'Ordine Cistercense.
A vedere Fontanella, frazione del comune di Sotto il Monte (paese natale di
Angelo Roncalli, alias
Papa Giovanni XXIII,
che in questa Abbazia veniva spesso in visita) ancora oggi luogo piuttosto isolato e
immerso nella natura, si capisce come i monaci allora fossero alla ricerca di silenzio e
quiete, in cui dedicarsi all'attività contemplativa secondo la Regola 'Ora et
Labora' (non è difficile intuire che qui dovevano dedicarsi alle coltivazioni,
trovandosi alle fertili pendici di un colle, tra le altre cose),alla
preghiera,allo studio e
alla Cultura.Ma all'ombra di questi boschi e di questa quiete maturarono nel
tempo anche fatti incresciosi,tra cui l'omicidio di un priore del
vicino monastero di Pontida,che stava indagando sul malcostume che
si era sviluppato tra i suoi confratelli di S.Egidio.La storia, a volte, è più
intricata della fantasia e non c'è bisogno di andare a cercare misteri,
basterebbe conoscere quelli che ci offre!
Non stupisce che una personalità come
il Padre Servita David Maria Turoldo fosse approdato,sulla scia della stima che lo legava a papa Giovanni
XXIII, proprio qui nel 1963, restando incantato dalla bellezza e dal fascino che questo complesso emana e qui volle essere
sepolto, nel piccolo cimitero paesano.
Turoldo, filosofo, poeta, letterato e teologo importantissimo per la storia del Novecento, fondò qui la Comunità
Casa di Emmaus, in anticipo con i tempi, oseremmo dire:qui dava riunioni a cui partecipavano credenti di religioni e fedi diverse.Diresse fino alla morte(1992) il
Centro Studi Ecumenici Giovanni XXIII, che ha tutt'oggi sede nel complesso abbaziale.
I nostri 'due passi' sono stati estremamente
interessanti e crediamo di fornire utili indicazioni a quanti vogliano visitare
la chiesa abbaziale e il complesso con occhi 'diversi' e facendo attenzione a
degli stimolanti 'particolari' o simbologie.Saremo impegnati a guardare il
passato attraverso il presente, scrutando davanti a noi ma dietro di noi, in
alto,in basso,a destra e a sinistra,e alla fine si deve ritornare a
Sant'Egidio,per godersela così com'è: un gioiello di arte romanica che non smette di
emozionare e di stupire.