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TEMATICHE: Due passi nell'Italia nascosta Simbologia e Cultura Orientale UTILITY: Ricerca veloce titoli per argomento SERVIZI:
| I LIBRI SEGRETI - 2^ Parte ( a cura di Marisa Uberti) - “NE BIBLOS” Nel II secolo d.C. non era
ancora stato 'fissato' un canone delle Scritture e vi era una coesistenza tra
gli apocrifi e i testi 'canonici'. E' in questo periodo che i Padri
della Chiesa inziano a raccogliere i testi che, nel III secolo, verranno
denominati "Nuovo Testamento", segnando così una fase che definerei
"cruciale" perchè portò alla concretizzazione di un duplice
obiettivo: -la
produzione di un N.T.come complesso letterario istituito -la
chiusura della Bibbia in quanto composta di due parti distinte ma
"intertestualizzate",
chiamate rispettivamente "Antico" e "Nuovo"Testamento. Designando quest'ultimo, in
maniera praticamente 'automatica', si designò un 'Antico
Testamento' all'interno di un unico Libro, la Bibbia.
Questo processo di 'unificazione' perenne venne comunque attuato piuttosto
tardivamente da parte della Chiesa,a cui furono necessari svariati secoli per
definirne la struttura completa. Fu ad Alessandria d'Egitto
che, nel II sec., stando a documenti pervenuti fino a noi, si conferì un nome
alla raccolta degli scritti sacri cristiani, che si denominarono "ne
Biblos", cioè il Libro (curioso
come anche la comunità del deserto di Giuda o Qumran, chiamava la
raccolta delle loro scritture "ha-Sepher"=il
Libro). La prima Bibbia tradotta in
lingua greca nacque, abbiamo detto, da una diaspora all'interno della comunità
giudaica di Alessandria d'Egitto, che produsse un notevole cambiamento
culturale; molti furono gli autori giudei che scrissero su temi biblici
riconducendosi a una determinata forma della letteratura greca classica. Fin
dalle sue origini, quindi, la traduzione della bibbia annette in sè una vera e
propria 'naturalizzazione' delle Scritture, favorendo un movimento letterario,
cui si legò per sempre, progressivamente allontanandosi dal giudaismo, dalla
cui matrice proveniva. Ad Alessandria, la parola
"kanon" era usata anche per definire un "modello", che
poteva essere letterario, se ci si riferiva alla raccolta di opere classiche, ad
esempio. Ancora oggi, se vi facciamo caso, utilizziamo il gergo "Fatto
nella forma canonica" per definire qualcosa eseguito 'nella forma ‘classica’,
secondo un modello di riferimento', non è forse vero? I Padri della Chiesa fecero
uso di questo termine come equivalente di "regola"nelle formule
seguenti: il "kanon
della tradizione" (Clemente di Roma, + nel 96 d.C.) il kanon
della Chiesa ecclesiastica" (Clemente di Alessandria, 149-215) il "kanon
della verità" (Ireneo, + 220 circa) il "kanon
della fede" (Eusebio di Cesarea, 260-340) I Padri della Chiesa diedero
il nome "CANONE" alla raccolta istituzionalizzata dei libri bilbici,
dichiarati 'ispirati da Dio' e
considerati come contenenti una regola di fede e di vita eguale, per autorità,
al magistero ecclesiastico. Fu un passo importante assegnare un riferimento
letterario al termine 'canone', in quanto fino ad allora, nella Chiesa, questo
si applicava a realtà teologiche o dottrinali. Soltanto nel 360,
con il Concilio di Trento, compare in un documento del magistero il termine
'canonico', con il significato di biblico,
che avrebbe poi sempre conservato. Sulle Scritture la Chiesa ha,
fin dalle origini, esercitato il suo diritto di riconoscimento attraverso
decreti, particolari o generali,disciplinari o dogmatici, a proposito di uno o
più libri e talora nell'intera raccolta biblica. Ben presto, i vertici
ecclesiastici del tempo si pronunciarono circa i contenuti, sui limiti e lo
status dell'insieme dei testi sacri e non ha mai cessato di fare questo,
periodicamente. Fu comunque con un altro Concilio
di Trento, nella sua IV sezione,
1546, che la questione della
"Canonicità" fu affrontata direttamente e dogmaticamente trattata,
con il "Decreto sul recepimento dei
libri sacri delle Tradizioni". Da esso,sarebbe dipesa essenzialmente la
dottrina cattolica posteriore della "Sacra Scrittura". Origene,
uno dei Padri della Chiesa, afferma, al suo tempo, che i libri canonici del N.T.
sono 22 (“XXVII Omelia sui
Numeri"). Bisognerà attendere il IV secolo d.C., quando Atanasio
di Alessandria(1) darà una lista completa dei libri dell'Antico e del Nuovo
Testamento, ritenuti come 'autentici'. Ricordiamo che un tempo, i
Padri della Chiesa disponevano soltanto di piccoli rotoli (volumi) contenenti i
vari libri della Scrittura e spesso si rendeva necessario svolgerli per metri
prima di trovare il passo cercato. Non avevano gli strumenti archeologici,
filologici, informatici che abbiamo oggi. Il loro, fu un lavoro manuale di
enorme portata e importanza per la nascente Chiesa e anche per il suo sviluppo
nei secoli successivi. I Padri della Chiesa si
riferivano al Libro
dei SETTANTA,
ritenuto divinamente ispirato, ma il loro imponente lavoro esegetico si estese
anche ad altre versioni dell'Antico Testamento, e uno dei fautori di questa esegesi
fu Origene, considerato il fondatore della scienza biblica. Il vocabolo "esegesi"
deriva dal greco e significa "spiegare,
andare verso". Così come Gesù venne accolto come 'esegeta
del Padre' ed esegeta di tutta la Scrittura (nel Vangelo di Giovanni, si
viene condotti verso il Verbo e il Verbo
ci conduce verso il Padre). Origene affermava che "Le
divine Scritture sono chiuse a chiave e sigillate, chiuse dalla chiave di Davide"
e possono essere aperte, compiute, solo dal Cristo, che iconograficamente veniva
anticamente raffigurato con il Libro
chiuso sorretto in mano. Nelle sue "Exaple",
frutto di 25 anni di lavoro comparativo, Origene confrontò le sei versioni
dell'Antico Testamento allora circolanti: ebraica;
ebraica traslitterata in greco; la versione
greca di Aquila(2); quella di Simmaco(3),
l'edizione dei Settanta del II sec.,e
la revisione di Teodozione (metà
circa del II sec.). I Padri della Chiesa, a
partire dal II secolo d.C. aggiunsero al termine DIATHEKE'
(in ebraico BERITH),che
significa "Alleanza" usato
nella versione dei "Settanta",
che inquadrava un registro biblico e dottrinale, l'aggettivo KAINE',cioè
"NUOVA", sottolinenandone
il senso greco (già documentato da Democrito e Aristofane) che inquadrava un
registto documentario e letterario, una volontà 'testamentaria'. Il termine
"Nuova Alleanza" si
latinizzò in seguito in
Novum
Testamentum. ‘ANTICA’ E ‘NUOVA’ ?Tale antitesi nacque
probabilmente in Asia Minore e si strutturò in due unità testuali, anche se
fra loro articolate in maniera da far apparire il Vecchio Testamento un testo
profetico del Nuovo. Il principio dogmatico centrale che sta alla base
dell'elaborazione dottrinale delle Scritture Cristiane è la loro ISPIRAZIONE
DIVINA, concetto che si rifà agli insegnamenti e al linguaggio dei filosofi
greci, Platone in primis, che furono ripresi agli albori del Cristianesimo
nascente da Filone d'Alessandria,
poi dai Padri della Chiesa. Tuttavia, la formula definitiva,"Dio
è l'autore delle Scritture", comparve assai tardivamente, trovandosi
per la prima volta durante Gregorio il
Grande (+ 604 circa d.C.); tale accezione rimane al giorno d'oggi, ribadita
con il Concilio Vaticano II. Come afferma Andrè Paul nel suo saggio su "Il
Cristianesimo": " Dichiarare
Dio l'autore della Bibbia, era proiettare nell'ordine dell'assoluto l'artificio
letterario della pseudonomia, artificio che l'Antichità- classica, giudaica e
cristiana-non aveva mai smesso di praticare". Erano personaggi dotati di
un'Intelligenza viva e di competenza in vari campi del sapere, conducendo un
dialogo con la cultura greco-romana, correndo i molti rischi allora vigenti, TRA
CUI QUELLO DEL MARTIRIO. Essi ebbero il compito di 'trghettare' il cristianesimo
facendolo emergere dalle varie correnti allora presenti. Uomini dotati di grande
carisma. Tertulliano
era un giurista e ha codificato un vocabolario cristiano introducendo i termini
di 'sacramento', 'battesimo','Trinità';
Ambrogio da Milano era un
amministratore e ha organizzato la liturgia e il servizio dei poveri nella
Chiesa di Milano. Nella lotta alla gnosi,
probabilmente non si resero conto che quanto gli gnostici professavano non era
diametralmente opposto al loro pensiero, ma ritengo che in quel periodo
giocassero un ruolo importante anche la politica, il predominio del potere, il
consolidamento di un ideale universale che invece, progressivamente, la Chiesa
cattolica contaminò a tal punto da creare fortissime correnti contrarie, che
nel Medioevo riportarono in superficie tante 'eresie' (sedate con il sangue e
con i roghi), sfociate nella Riforma Protestante. Ancora oggi possiamo renderci
conto 'quante' chiese esistano, pur derivate dalla stessa 'matrice'. Quando Ireneo scrisse,
scagliandosi contro gli gnostici nella sua opera "Contro
le eresie",IV, 20,7)questi passi:" La
gloria di Dio è l'uomo vivente e la vita dell'uomo è la visione di Dio...Dio
si è fatto uomo perchè l'uomo diventi Dio", dimostra come il
significato profondo di quanto afferma è, in sostanza, la conoscenza di sè per
trovare dentro di noi il germe divino. Allora perchè tanto accanimento nei
confronti degli gnostici? Perchè l'uomo non poteva trovare da solo questa
strada verso Dio, ma necessitava di una guida, quale voleva essere
inderogabilmente la Chiesa Cattolica? In tal modo, l'uomo comune ha
perso la propria identità spirituale, confuso tra tanti dogmi e dottrine che
gli hanno tolto la capacità di guardare in sè stesso, facendolo credere
incapace di effettuare questa operazione. Sradicando le proprie radici,
l'uomo si è dovuto volgere ad una religione 'prestabilita', che fece comunque
fatica a prendere piede. Del resto, anche S.Agostino
(354-430 d.C.) ribadisce i concetti universali alla base della Conoscenza umana,
quando afferma che l'uomo riceve una 'forma'nella
Creazione, la quale può 'alterarsi', ovvero divenire 'deforme'
allontanandosi da Dio, o migliorare la propria forma (forma
formosa, forma bella) se a Lui si volge, prima di essere conformato alla Forma
per eccellenza, che è il Cristo. Non sono forse i concetti che ritroviamo
nell’Esoterismo alchemico? Penso che se la ‘dottrina’
o catechesi avesse puntato molto sul simbolismo cristiano, su una Verità
universale, non vi sarebbero state tante fratture e frammentazioni. Oggi con
fatica si cerca di ritrovare il senso autentico della religione cristiana,a
lungo troppo infarcita di dogmi rigidi che hanno portato alla ricerca di altre
fonti, al bisogno di Conoscere quanto sta alla base delle altre religioni, delle
altre fedi, della Filosofia, delle correnti appunto definite 'gnostiche', per
trovarvi- ciascuno secondo i propri parametri valutativi- una dimensione 'sacra',
di cui attualmente si sente particolarmente la necessità. Conoscere Cristo, non è conoscere a memoria il Vangelo ma penetrare dentro sè stessi per riuscire a trasfigurarci come esseri umani dalla materialità alla spiritualità, per trasmutare la pietra grezza che siamo in pietra perfettamente levigata. Morire alla nostra materialità per rinascere divinizzati nella Luce di Cristo. I SENSI DELLA SCRITTURA -LETTERALE, informa sui fatti
come si sono svolti -ALLEGORICO, vede la
realizzazione delle Scritture nel Cristo -MORALE, indica ciò che si
deve fare -ANAGOGICO, orienta verso
l'escatologia, la realtà a venire Origene ne prese a riferimento
sostanzialmente due, quello letterale
e quello allegorico o Spirituale.
Questo conferma quanto ho espresso poco sopra, che si era ben compreso come le
Letture andassero oltre il significato essoterico
(accessibile a tutti, che appariva a
prima vista) e dovessero assolutamente essere
penetrate nel profondo per comprenderne il nascosto significato (esoterico)
che, come dice lo stesso Origene, riferendosi al senso spirituale " è
sempre parlante, laddove quello letterale appare invece insufficiente". La "sistematizzazione"dei
'quattro sensi' di Origene, avverrà duecento anni dopo, con Giovanni
Cassiano, che li estende alla città
di Gerusalemme, da intendersi in senso: -STORICO, intesa
come la città degli Ebrei; -ALLEGORICO, la
Chiesa del Cristo,-ANAGOGICO, come
città celeste, Madre di tutti noi; MORALE, l'anima
dell'uomo. "La
Tradizione è la trasmissione viva del deposito della fede in situazioni
sempre nuove.Non soltanto una memoria che si conserva, dunque, ma un dono da
realizzare"(6) Ma con lo svilupparsi e
l'estendersi delle 'eresie' cristologiche e trinitarie del IV secolo, il
concetto di Tradizione era destinato a cambiare volto poichè fu necessario
definire attraverso Concili Ecumenici 'cosa' fosse la Tradizione, in quanto le
sole Scritture non davano una risposta precisa. Ecco, allora, che i Padri ebbero
un ruolo decisivo anche in questo ambito. Nel V secolo, Vincenzo
di Lèrin nel suo "Commonitorium"
pone i criteri della Tradizione, definendola universale,
antica e concorde. Nel 451,
al Concilio di Calcedonia, si
definirà che "Cristo è vero Dio e
vero Uomo". Ne consegue lo scisma
delle
Chiese "non calcedoniane" (siriana, armena, copta). Nel 1054
vi sarà lo scisma definitivo tra Chiesa
d'Oriente e d'Occidente. Nel 1215 il
IV Concilio del Laterano sancirà la
reale presenza del corpo e del sangue di Cristo nell'eucaristia. Negli anni
tra il 1378-1417 scoppia il grande
scisma d'Occidente e, nel 1438,
fallisce il tentativo di riunificare la Chiesa Cattolica con quella Ortodossa.
Nel 1517 Martin Lutero dà il via
alla Riforma Protestante.Nel 1531-34
il re d'Inghilterra Enrico VIII si autoproclama capo
della Chiesa Anglicana e la stacca da Roma. Nel 1869-70
verrà stabilita l'Infallibilità
papale,con il Concilio Vaticano I
e istituito il dogma dell'Immacolata
Concezione. Nel 1962-65 il Concilio
Vaticano II avvia un processo di
ammodernamento della Chiesa. Una tradizione che si evolve
ed è dinamica, nel corso dei secoli, al fine di preservare la fede apostolica Per la dottrina cristiana vi
è differenza tra Tradizione e Scrittura,
definendole ambedue "Fonti della
Fede", definite "sante"
ed "ispirate" in cui il
contenente, letterario, prese il nome del contenuto, dottrinale. Si ritrovano i
primi accenni di questa terminologia negli scritti di Melitone,
vescovo di Sardi, che visse al tempo
di Ireneo e suo conterrraneo. Per il Giudaismo, Tradizione e
Scrittura sono la stessa cosa, la fonte della fede sta esclusivamente nella
"Torah" o"Dottrina". Il Giudaismo fa riferimento ad
una "lingua del Santuario",che
è l'EBRAICO, mentre qualsiasi
lingua con cui la Bibbia si esprima è "santa". La Bibbia si impose grazie
anche alle numerossime traduzioni
che hanno permesso a gruppi lingustici diversi di leggerla nella propria lingua.
La storia della Bibbia si confonde, in effetti, con quella delle sue versioni,
che possiamo sintetizzare in due grandi momenti: - quello
delle versioni Antiche: comprende tutto il periodo post-apostolico fino al
Medioevo compreso, con la traduzione di Cirillo e Metodio, del IX sec.;
la Bibbia araba del grande scrittore Saadia Gaon (885-942 d.C.).
Comprende inoltre le bibbie greche, latine, aramaiche, siriache, etiopiche,
copte e armene. -quello
delle versioni "moderne" che punteggiano la storia della stampa. -la
Bibbia di Lutero (1534),la Bibbia canonica della Chiesa protestante di
Germania -Bibbie
francesi (nel XVI secolo spicca quella di Lefèvre d'Etaples,traduzione
della Vulgata latina che per i
cattolici ebbe un ruolo al pari di quella di Lutero per i protestanti;
-Nuove
edizioni rivedute delle due Bibbie secolari (di Luois Second, per i
protestanti, e di Augustin Crampon,per i cattolici-uscirono negli anni
1950-1960-1970) -la
Bibbia del Centenario,
protestante -la Bibbia
del rabbinato,
giudaica -la Bibbia
di Andrè Chouragui, franco-israeliana -la Bibbia
di Emile Osty, cattolica -la Bibbia
della Plèiade,
non confessionale -la New
English Bible (1970),
patrocinata
dall'insieme delle Chiese d' inghilterra -la
New American Bible (1970),
opera congiunta di biblisti cattolici e protestanti -la Nueva
Biblia espanola, Madrid, 1975 La
prima copia in italiano della Bibbia si ebbe nel 1471, e fino al 1500,
circolavano in Italia unidici edizioni della Bibbia volgarizzata (un’edizione
ogni tre anni circa), tradizione che si prolungava dall’età medievale. Oggi il Cristianesimo è la religione più diffusa del mondo, con 2 miliardi di fedeli, ripartiti in oltre 20.000 denominazioni e movimenti. Di seguito, un elenco
(probabilmente incompleto) che raccoglie i Testi Canonici e Apocrifi (che tra
gli specialisti si definiscono "pseudoepigrafici")fino ad oggi
ritrovati(7):
-
CODEX SINAITICUS (IV secolo d.C.): Contiene
quasi tutto il Vecchio Testamento; il Nuovo Testamento; la “Lettera
di Barnaba”; “Il
Pastore di Hermas”. Fu scoperto nel 1844 nel monastero di
S.Caterina da Tischendorf. E’custodito nel British Museum di Londra.
-
CODEX VATICANUS (IV sec. d.C.) contiene l’Antico Testamento ( di
cui mancano una cinquantina di pagine, andate perdute) e il Nuovo Testamento
fino all’Epistola agli Ebrei, IX, 4.
E’ entrato in Vaticano tra il 1475 e il 1481.
-
CODEX ALEXANDRINUS ( V sec.d.C.). E’ cutodito al British Museum di
Londra.
-
CODEX EPHRAEMI RESCRIPTUS (V sec. d.C.). E’ custodito alla Biblioteca
Nazionale di Parigi.
-
CODEX BEZAE O CODEX CANTABRIGENSIS (V o VI sec. d.C.)
-
CODEX FREER (V secolo)
-
CODEX KORIDETHI ( databile tra il VII e il IX sec.), proveniente da
Koridethi (Caucaso)
-
CODEX REGIUS, detto anche CODEX PARISIENSIS (VIII sec.)
-
CODEX BERATINUS, proveniente da Berat (Albania, VII sec.)
-
CODEX ATHUSIENSIS (VIII-IX sec.)
-
CODEX VERCELLENSIS (IV sec.)- Vercelli
-
CODEX VERONENSIS (IV-V sec.)-Verona
-
CODEX CULBERTINUS (XII sec.)- Parigi
-
CODEX SANGERMANENSIS (VIII sec.)- Parigi
-
CODEX BRIXIANUS (VI sec.)- Brescia
-
CODEX PALATINUS (V sec.)-Dublino
-
CODEX BOBIENSIS (V sec.)
-
-CODEX MONACENSIS ( VI-VII sec.)
-
CODEX CURETONIANUS (IV sec.)
Alcuni
Papiri contenenti i Vangeli Canonici: - PAPYRUS P1 (III- IV sec. d.C.)
-
PAPYRUS P3 (VI sec.)
-
PAPYRUS P 37 (III- IV sec.)
-
PAYRUS P 45 ( III-IV sec.) MANOSCRITTI
SIRIACI ( V e VI sec.)
MANOSCRITTI
COPTI (IV sec.): alcuni di essi sono
scritti in saitico, dialetto dell’Alto Egitto. MANOSCRITTI
COPTI ( il più antico databile al IX sec. d.C.): sono scritti in Boerico,
dialetto del Basso Egitto.
-
CODEX ASKEWIANUS, più conosciuto come PISTIS
SOPHIA (databile al V sec.d.C.).Redatto in lingua copta tebana o saidica.Fu
scoperto nel 1785.
-
CODEX di BRUCE . Scritto in copto tebano (IV-V secolo).Scoperto nel 1769
-
CODEX BEROLINIENSIS 8502 ( V sec.).In copto tebano
-
PROTOVANGELO DI GIACOMO
-
VANGELO DI PIETRO (VIII sec.) Scritto in greco e scoperto nel 1887 in
Alto Egitto
-
APOCALISSE DI PIETRO (VIII sec.). Anche questo come il precedente.
-
VANGELO DELLO PSEUDO-MATTEO (VI-VII sec.)
-
RACCONTI DELL’INFANZIA DEL SIGNORE, detto Vangelo dello Pseudo-Tommaso
(V sec.) Ha dato origine al Libro Armeno dell’Infanzia, del VI secolo e al
Vangelo Arabo dell’Infanzia, del VII sec.)
-
VANGELO DI NICODEMO, noto come ATTI DI PILATO (IV sec.). In versioni
copte e siriane.
-
VANGELO DI GAMALIEL (VII sec.). Scritto in copto ed etiopico
-
TESTAMENTO DI GALILEA DEL NOSTRO
SIGNORE GESU’ CRISTO (VIII sec.). In copto ed etiopico
-
I MIRACOLI DI GESU’ (IX sec.). Scritto in Etiopico
-
VANGELI DEI DODICI APOSTOLI ( date diverse)
-
VANGELO DI BARTOLOMEO (V sec.). Scritto in copto, ne restano frammenti.
-
ATTI DI GIOVANNI (IV sec.).Redatto in greco, ne restano i 2/3
-
ATTI DI PIETRO (V sec.). Scritto in greco, resta solo la parte finale.
-
ATTI DI PAOLO, detti anche ATTI DI PAOLO E DI TECLA (V sec.), nelle loro
versioni siriana,slava e araba; nel V sec. compare anche la prima versione in
greco.
-
ATTI DI ANDREA (VI sec.).Scritto in Latino.Esistono frammenti in Greco.
-
ATTI DI TOMMASO (VI sec.,data per la versione latina)
-
APOCALISSE DI PAOLO (V sec.).Scritto in Greco.
-
VANGELO DI TOMMASO, detto anche LE PAROLE SEGRETE DI GESU’ (IV o V
sec.?).Redatto in Copto,cha fa parte dei 52 testi di
NAG HAMMADI.
-
OMELIE CLEMENTINE (V sec.). In Greco.
-
49 manoscritti scoperti a KHENOBOSKION nel 1947 (ROTOLI DEL MAR MORTO) - Il Vangelo di Giuda (ritrovato nel Medio Egitto nel 1970; decodificato e tradotto tra il 2001 e il 2006,anno della sua pubblicazione multilingue)
NOTE: (1)- Atanasio in "Lettera
festale XXXIX” (lettera che i patriarchi di Alessandria inviavano ai
fedeli delle loro comunità per indicare, anno con anno, la data della Pasqua) (2) -Giudeo vissuto all'epoca
dell'imperatore Adriano, 130 d.C; presenta
un testo qualitativamente elevato, facendo una traduzione letterale
dall'ebraico, ispirandosi all'esegesi rabbinica palestinese (3)- Giudeo vissuto al tempo
dell'imperatore Settimio Severo (4)-S.Gerolamo ha
probabilmente usato l'unica copia delle Exaple
di Origene, che erano conservate nella Biblioteca di Cesarea in Palestina,
per realizzare la versione latina della sua "Vulgata" la quale, pur se
non completa, è un passo 'avanti' rispetto alle versioni della Vetus
Latina che circolavano allora. (5)-Interpretazione di Henri
de Lubac in "Esegesi Medievale" (6) “Cos’è
la Tradizione?”, Cenacolo, pag.41, 2/2004 (7)-da R.Ambelain, "I
Templari"
Bibliografia
consigliata e consultata:
( Ricerca raccolta da Marisa
Uberti)
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