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San Galgano: l'Abbazia e l'Eremo A circa 40 metri dal fianco sinistro dell’abbazia, si biforca e un ramo passa dirigendosi a Sud-Est, sotto il punto in cui sorgeva l’altare, l’altro prosegue il suo cammino, passa sotto la chiesa e va ad alimentare il pozzo situato nel chiostro. Questo corso d’acqua, che interseca l’abbazia all’altezza del IV ordine di colonne, partendo dall’ingresso, è denominato “Giordano”. Il senso di tale nome è assai chiaro, il fedele che entrava in chiesa per compiere la sua deambulazione, si trovava ad attraversare ad un certo punto una linea ideale, oltre la quale, poteva connettersi direttamente col trascendente. Questa linea rappresentata dal “Giordano”, in molte chiese ed abbazie è contrassegnata da una statua o un dipinto di San Cristoforo che si fa strada fra le acque. Anche se chiaramente ci riferiamo a San Galgano, vi chiedo un piccolo sforzo mnemonico. Non avete notato sul fianco destro delle chiese ed abbazie che avete occasionalmente visitato, la presenza di un pozzo? E non avete notato che è sempre collocato in una posizione precisa rispetto alla lunghezza della chiesa? Caso, fatalità? Torniamo a noi, un altro corso d’acqua proviene da Est e piega verso Sud, lambendo le strutture accessorie del complesso monacale. E’ interessante notare che l’andamento del corso d’acqua a Nord dell’abbazia segua con precisione il tracciato del sentiero che conduce alla collina della Rotonda. Ciò avvalora la tesi secondo la quale le attuali vie di comunicazione corrispondano agli antichi percorsi che gli animali nelle zone boschive, prediligevano. Ma le vie d’accesso all’abbazia sono due, e la principale, quella che conduce davanti alla facciata ha un orientamento che a tutt’oggi risulta a dir poco bizzarro. Se ci posizioniamo davanti all'Abbazia e ci voltiamo, notiamo che per arrivare qui, abbiamo dovuto compiere una serie di curve e contro curve ad angolo retto, mentre era più facile magari costruire una strada in diagonale che collegasse l’abbazia all’attuale strada statale. Strano davvero dunque, se si considera che è stato tracciato nei campi, senza il minimo impedimento urbano o geomorfologico. Il motivo è da ricercarsi nel fatto che l’abbazia era anticamente attraversata da un terzo corso d’acqua che penetrava dall’abside e fuoriusciva dalla porta principale proseguendo esattamente sotto il tracciato dell’attuale via asfaltata. A testimonianza di ciò, di fronte all’abbazia distante circa cento metri, non immediatamente visibile sotto gli alberi della casa colonica, un pozzo in secca rende onore alla memoria dell’acqua. Il pozzo si trova dunque sulla via sterrata che collegava anticamente la Merse all’insediamento di Ciglierese. Strada che seguiva una via d’acqua sotterranea. I monaci cistercensi dunque identificarono con esattezza il sito ove identificare l’abbazia, e ne commissionarono l’esecuzione ad un valente architetto,
“donnus” Johannes che tenne l’incarico fino al 1227. Non è dato sapere se Johannes progettò realmente l’abbazia. La certezza però che fosse un membro dell’ordine perviene da una considerazione indiretta, infatti l’abbazia risponde in tutto e per tutto ai canoni metrici che i cistercensi erano abituati a rispettare. L'Abbazia abbandonata da tempo e non dedita al culto dal XVII secolo, non presenta particolari connotati energetici. E’ logico supporre prima del XII secolo l’esistenza di una costruzione preesistente, come è possibile dedurre anche dal toponimo del luogo. Montesiepi, secondo alcuni autori deriverebbe da
Mons saeptus, un luogo recintato che conserva all’interno del saeptum, qualcosa da preservare. Sia che la rotonda ricalchi una tipologia costruttiva di età romana, sia che sia stata autonomamente ed appositamente concepita, ricalca lo schema a pianta circolare di origine gerosolimitana che andò diffondendosi in Europa, dopo la prima Crociata. N.d.r. La pianta della Rotonda:contrassegnato con il numero 2 l'aula con la spada nella roccia;a sinistra,rettangolare,quasi una 'sporgenza', contrassegnata dal numero 1, è la Cappella detta del Lorenzetti per i suoi dipinti presenti all'interno.Si veda dunque nella prossima immagine,degli amici ricercatori,l'ubicazione dei corsi d'acqua identificati dai loro studi in loco. Il rilievo ha posto in evidenza che due vie d’acqua profonde si intersecano al centro della Rotonda, proprio sotto la spada. Una, dopo essere penetrata sotto l’edificio attraversando la cappella del Lorenzetti si unisce alla seconda che proviene da Ovest. I due canali confluiscono al centro della rotonda in un unico ramo che prosegue in direzione Sud-Est e fuoriesce dall’edificio, per scendere verso l’abbazia. E’ doveroso ricordare che l’affermazione dell’esistenza di vie d’acqua sotterranee, non è legata soltanto a tecniche di rilievo che molti potrebbero avere difficoltà ad accettare. Una prospezione eseguita col Georadar, (un sofisticato e utilissimo strumento capace di “vedere” la composizione degli strati del terreno posti sotto la sua verticale), aveva rilevato sotto la Rotonda la presenza di vie d’acqua, purtroppo frettolosamente classificate come “canaletti di scolo”. Ma il dato più importante che emerge dal rilievo è la presenza di
due cavità sotterranee contenenti verosimilmente resti umani, perfettamente ubicate sotto le mura,
praticamente celate nelle fondamenta della Rotonda e della cappella del Lorenzetti,
(invisibili quindi anche al Georadar che è bene ricordare, riesce a scansionare il terreno solo se posto sotto la sua verticale). Nel
1340 tale Vanni dei Salimbeni donò all’abbazia di San Galgano un podere i cui proventi dovevano servire per edificare, annessa alla Rotonda, “una cappella di pietre ben squadrate e ricoperte di pitture”. Del resto la Rotonda non è un esempio unico, una situazione del tutto analoga la si può ritrovare nella chiesa di Neuvy-Saint Sépulcre in Francia, che presenta piccole absidi ricavate nell’enorme spessore delle pareti. Il rilievo delle energie all’interno della Rotonda segnala 20.000 unità Bovis in tutto l’edificio, tranne che nei locali della casa canonica, dove il livello è di 6.800 unità, ovvero la vibrazione naturale del corpo umano. Notiamo come all’interno dello stesso perimetro le energie cambino in relazione alla funzione dei locali: vivere nella Rotonda sarebbe alla lunga impossibile, così come la canonica non sarebbe un luogo ideale per officiare il culto. Queste precise distribuzioni di energia, non sono casuali, ma il risultato del sapiente lavoro dell’architetto, che sfruttando le vie d’acqua sotterranee e scavando cavità artificiali, ha manipolato in modo perfetto le energie cosmotelluriche. Ma osserviamo attentamente le due cavità, quello che più colpisce è che i loro vertici determinano con precisione la collocazione dell’altare e quindi della piccola abside, e i lati brevi sono orientati verso Gerusalemme. E’ lecito ipotizzare che chi vi fu sepolto, fosse stato collocato per il sonno eterno, a guardare la meta di una vita, quel Santo Sepolcro sotto il cui simulacro ora riposa. (Autori: Sergio Costanzo e Vittorio) Sergio,con Morena Poltronieri e Domenico Menicacci hanno scritto un libro,edito da Hermatena,dal titolo Siena e San Galgano- percorsi magici fra arte,mito e scienza, già recensito su questo sito nel 2005. In questo sito vai ad argomenti correlati: |