La facciata alterna filari di
trachite rossa a calcare bianco.Risale alla fine del 1100.
Nella lunetta del
portale c'è un curioso bassorilievo in calcare bianco, che raffigura
tre personaggi:al centro quello che appare più vecchio e barbuto porta
un berretto frigio a punta, ha il particolare delle orecchie
molto pronunciate, le braccia rivolte verso l'alto.Ai lati ha due
personaggi, di cui uno chiaramente sorridente e l'altro no.Entrambi
hanno una lunga barba ma non hanno berretto. Chi sono? Una tradizione
vorrebbe che si trattasse di S.Benedetto sorretto in punto di morte da
due discepoli ma la lettura è clamorosamente smentita
dall'atteggiamento dei due personaggi laterali, che tengono saldamente
le mani sui fianchi! E' interessante notare come non vi sia richiamo ai
personaggi Evangelici classicamente presenti nelle lunette delle
chiese.A ben vederemnon c'è nemmeno una croce su questa chiesa,ma forse
si...andiamo avanti.
L'oculo sopra la
lunetta e i particolari della lavorazione degli archetti ciechi.
Nei peducci degli
archetti esterni (transetto settentrionale,a sinistra per chi guarda la
facciata), si rinvengono(aguzzate la vista!) dei cerchi concentrici (sui
due più a destra nella foto),e altri simboli poco decifrabili.
L'abiside
e,sotto, il particolare della sua monofora,con un curioso dettaglio che
non è sfuggito ai nostri scatti.Si noti la cura con cui è stata
costruita questa chiesa,badando anche all'uso dei colori,il rosso e il
bianco,nel punto giusto.
Altri
simbolismi,sui peducci degli archetti della parete meridionale: una
faccina, una sorta di quadrifoglio,e a destra? Accanto
alla porta della parete sud vi è questa incisione,su un blocco di
pietra incassato.Si dice sia una meridiana, tuttavia è situata in
posizione piuttosto bassa. |
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La chiesa di San
Pietro delle Immagini, Su Rughefissu o il Crocifisso come
viene chiamata popolarmente, si trova in uno scenario di suggestiva
bellezza, come spesso ci è accaduto di trovarne nella parte di
Sardegna che abbiamo visitato e specialmente in Anglona.Come forse
ci si potrà rendere conto dalla foto sotto, scattata dal versante
che dà sul fiume (quella in primo piano ci risulta una antica
fonte, ormai completamente abbandonata), essa si trova su una delle
otto colline che si susseguono in una dorsale situata al centro
dell'Anglona, in cui -secondo quanto abbiamo appreso- si contano
otto chiese per ogni collina.Le otto chiese sarebbero: S.Maria di
Tergu, S.Pancrazio,
S.Nicola di Silanis(rovine), S.Maria di Solio o
SS.Annunziata(rovine) S.Giovanni, S.Elia (non l'abbiamo vista),
S.Pietro di Simbranos (scomparsa, era situata ai limiti del centro
abitato di Bulzi) e la presente, S.Pietro delle Immagini.Le suddette
chiese facevano parte di complessi abbaziali in massima parte
benedettini (Cassinesi) ed erano state donate dai Giudici di
Torres ai monaci di Montecassino nel XII secolo.
- Scavi condotti in
situ hanno attestato che in precedenza qui c'era una chiesa
precedente, identificata con quella di San Pietro di Nurchi.
Inoltre
sono stati ritrovati reperti di epoca romana e questo induce a
ritenerla un'area sacra pagana. Probabilmente venne riutilizzata
anche in epoca bizantina.
- Al visitatore si
presenta una visione molto particolare, quando la si vede
percorrendo la strada da Sedini: un semplice cartello, una svolta per
imboccare un sentiero in discesa, e il mondo moderno se ne va
in vacanza per un po'. Ci si addentra in un'altra epoca, in un
silenzio e una quiete surreali. La vista di un'auto parcheggiata nei
pressi della chiesa ci sembra quasi un miraggio, un'allucinazione,
perchè la chiesa è il suo tempo, è il medioevo
romanico di cui è gelosa testimone, andata a cacciarsi in questo
angolo di mondo proprio per sopravvivere indisturbata. Due signori
hanno terminato di ammirarla e di fotografarla, salutano
garbatamente con un mezzo sorriso come a dire ' Ah, anche voi qui
sperduti alla ricerca di questo gioiello medievale? E' tutta
vostra!'. Grazie, in effetti rimanere soli è una condizione di
grazia, puoi osservare tutto, puoi sentirti padrone dell'orizzonte,
puoi solleticare la mente lasciandola libera di rivivere gli
splendori che certamente un tempo conobbe.
- Attualmente presenta
belle forme romaniche, con influssi lombardi e toscani
nell'architettura, che ha avuto tre momenti principali
corrispondenti ad una differente lavorazione e messa in opera dei
conci: 1050, 1120, 1225 all'incirca. Sull'impianto originario
a navata unica a croce commissa,realizzato interamente in trachite
rossa, nel puro stile romanico del 1100,si inserì nel 1200 lo stile
gotico, con il transetto e la sopraelevazione delle pareti.
- Purtroppo la chiesa
era chiusa e non ci è stato possibile visitare l'interno.Da quanto
abbiamo saputo, infatti, sarebbe stato molto interessante perchè
gli studi più recenti hanno portato a considerare questo edificio
come un condensato di sapienzialità antica in cui le ore canoniche
venivano scandite dalle finestre-feritoie. "Qui il calcolo
dei volumi, la matematica delle luci, l'orientamento astronomico
rende l'aula liturgica una perfetta macchina del tempo per il
trionfo delle ore solari e delle suggestioni lunari" (dalla
Guida 'I Templari e la Sardegna', 2007).
- Nella zona sud-est
gli scavi hanno evidenziato la presenza di antiche sepolture.Alcuni
resti sembrano siano stati collocati sotto una lastra sepolcrale ai
piedi dell'altare all'interno della chiesa,insieme a ciò che resta
degli Abati,che normalmente avevano un cimitero attiguo alla chiesa
conventuale.
- La gente del posto
è molto attaccata a questa chiesa, anche perchè fino a qualche
tempo fa conservava un' opera ritenuta molto speciali:un crocifisso
del 1200, che oggi è conservato presso la Parrocchiale di San
Sebastiano a Bulzi. Il crocifisso è opera lignea che raffigura la
Deposizione di Gesù dalla Croce ed è composto dalle figure di
Cristo, San Giuseppe d'Arimatea, San Giovanni,la Vergine e un
angelo. Il giorno dell'Ascensione è celebrata la festa de Su
Rughefissu e anche in occasione dei SS.Pietro e Paolo la chiesa
torna ad essere meta di pellegrinaggio. Conserva il Retablo de
las Imagines, polittico settecentesco a cinque raffigurazioni
attribuito al pittore sassarese Francesco Carta(ma di sicuro
qualcosa a che fare con la Spagna questo dipinto ce l'ha).
- Secondo quanto
appreso alla Mostra 'I
Templari e la Sardegna', la chiesa costituirebbe la
parte terminale di una croce virtuale, collocata in fondo al braccio
'lungo', di un percorso 'iniziatico' situato al centro dell'Anglona.
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