www.duepassinelmistero.com

 

TEMATICHE:

Aggiornamenti

Alchimia

Antiche Civiltà

Archeoastronomia

Architetture

Colonne e Nodi

Due passi nell'Italia nascosta

Due passi nei misteri esteri

Fenomeni Insoliti

Interviste

L'Uomo e Dio

Maestri Comacini

Medioevo e...

Mistero o Mito?

Personaggi

Simbolismo

Simbologia e Cultura Orientale

Storia e dintorni...

Templari "magazine

Ultimi Reports

UTILITY:

Archivio reports

Bacheca

Collaboratori

Extra sito

Libri del mese

Links amici

Ricerca veloce titoli per argomento

SERVIZI:

FORUM

Newsletter

Avvertenze/ disclaimer

 

 

     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                                       (di Marisa Uberti)

Porto Torres (SS)

San Gavino è la più antica e più grande basilica romanica che la Sardegna possiede.E' lunga 58,26 m e larga 17,36 e fu sede vescovile fino a quando essa fu trasferita a Sassari (nel 1441). 

 Fu voluta da Comita Re e Giudice di Torres, che fece venire sull'isola maestranze pisane -tra il 1030 e il 1080-affinchè la realizzassero.L'architetto viene identificato come il Maestro di San Gavino, termine alquanto generico.  Ma -a riprova ancora una volta di quanto affermiamo spesso- sotto questa chiesa ce n'erano altri, di edifici di culto, sorti in precedenza .Anzi, ad essere precisi, quest'area, denominata Monte Agellu, è risultata essere un giacimento culturale tra i più rilevanti, uno dei massimi siti archeologici e storico -religiosi della Sardegna (lo dice la Pontificia Accademia di Archeologia Cristiana)

Gli scavi hanno infatti individuato almeno due chiese preesistenti a questa: una del V secolo e l'altra del VII secolo. Non solo, ma l'intera zona era stata da tempi ancestrali considerata sacra. In epoca romana era stata scelta come necropoli e infatti nelle due piazze antistanti l'edificio, chiamate Atrio Metropoli (a sud)  e Atrio Comita (lato nord), sono emerse dagli scavi delle tombe mosaicate ed affrescate; una cisterna bizantina e molti altri monumenti di notevole rilevanza archeologica (oggi custoditi in massima parte presso l'Antiquiarium Turritano di Porto Torres).

Non è improbabile che il Giudice di Torres sapesse di questi edifici precedenti ovviamente.Infatti esistono diverse versioni di come si giunse alla costruzione della basilica romanica.Una di queste narra che dopo che la prima chiesa- come l'intera zona-  cadde in rovina per mano Saracena, si risollevò grazie all'aiuto di Genovesi e Pisani e Comita re volle riedificare l'edificio in onore dei tre martiri.

La dedicazione a San Gavino non è completa:infatti essa comprende anche altri due martiri, Proto e Gianuario, di cui si può leggere l'agiografia esauriente in questo sito.Essi sarebbero morti sotto l'imperatore romano Diocleziano durante le persecuzioni cristiane e il resoconto più antico della loro condanna a morte è la Passio Sanctorum Martyrum Gavini Proti et Jianuarii, documento della seconda metà del 1100 proveniente dall'abbazia  cistercense di Clairvaux in Francia.

Ecco che torna nuovamente un legame con l'Ordine dei monaci francesi, di cui uno dei fondatori storici, Bernardo, strinse amicizia con Gonario II, il Giudice di Torres (che si fece pure monaco cistercense nel 1154). Gonario II  fece abbellire la basilica di San Gavino (come molte altre del suo Giudicato) si dice grazie all'aiuto finanziario dell'Ordine del Tempio. Egli doveva avere infatti rapporti con alcuni rappresentanti Templari, che allora erano una vera potenza economico-commerciale e politico-religiosa;  si era pure recato in Terrasanta (seconda crociata) insieme al Gran Maestro Roberto di Tours e al vescovo di Sorres (oltre ad altri personaggi ovviamente).

gavi-28.jpg (124408 byte) Tre personaggi (San Bernardo di Chiaravalle sopra; i Giudici di Torres sotto) che hanno avuto un ruolo importante per la diffusione di abbazie e monasteri nel nord dell'isola.Dipinti esposti nella navata laterale della basilica di San Gavino.

Torniamo a Gavino.Lui  e compagni sarebbero stati seppelliti in un sacello ipogeo a Balai vicino, sul lungomare omonimo odierno, dove sorge una chiesetta dedicata a San Gavino (a mare);il giudice Comita ne avrebbe trovato i corpi nel medioevo in seguito ad un fatto prodigioso.Colpito da lebbra, il re avrebbe sognato Gavino che gli avrebbe promesso la guarigione qualora egli avrebbe fatto cercare il suo corpo e quello dei due sventurati compagni perchè ricevessero degna sepoltura. Il re giudice lo avrebbe fatto, scoprendo i corpi nell'ipogeo di Balai vicino e traslandone le spoglie nella nuova basilica, appositamente fatta realizzare. Un’altra leggenda, in contrasto con la ‘Passio’, dice che tutti e tre i martiri, dopo che vennero giustiziati, furono gettati in mare e i loro corpi riaffiorarono proprio nel punto dove sorse poi la chiesetta di Balai-lontano, detta anche di San Gavino decollato, perchè Gavino sarebbe morto decapitato il 25 ottobre 303 d.C.

Tra storia e leggenda quel che conta è che i Sardi sono molto devoti a questo santo martire; chiese dedicate a lui si trovano anche in Toscana e in Campania. Curiosità: la festa del Santo ricorre il 30 maggio, nel calendario cristiano ,ma a Porto Torres, di cui è il santo patrono, s. Gavino è ricordato con gli altri Martiri Turritani, Proto e Gianuario, il 25 ottobre. L’intero mese di ottobre, il mese del martirio, è per i sardi Santu Aini (Gavino).

La basilica è degna di essere ammirata e apprezzata al di là del fatto che vi abbiano messo 'lo zampino' i Templari. Non è immune dall'elargire una profusione di elementi architettonici veramente interessanti, che la fanno annoverare tra quei monumenti 'unici' e rari che ci sia capitato di incontrare fino ad oggi.

Ha due absidi  opposte tanto per cominciare, una a est e una a ovest! Non ha quindi una vera e propria facciata. Le chiese, normalmente, hanno un ingresso - generalmente a ovest (luogo identificato col tramontare del sole, dunque delle tenebre, e associato ai 'profani', che  entrando-procedono verso la luce dell'est, dove è collocata normalmente l'abside, sede dell'altare e del tabernacolo, dove Gesù Cristo rivive nelle cerimonie religiose). In questa basilica tutto è 'rovesciato':l'altare è situato a occidente.Questo fatto ha portato a interrogarsi sui motivi di questa 'anomalia' e si è scoperto che probabilmente si è voluta mantenere la memoria della presenza, sotto questo abside, delle reliquie dei santi martiri turritani(cripta).

gavi-01.jpg (35265 byte) gavi-02.jpg (45339 byte) L'abside orientale (con oculo-rosone sul timpano); all'interno sono collocati i simulacri lignei dei tre santi martiri turritani.

 gavi-06.jpg (113694 byte) L'abside occidentale (non c'è rosone sul timpano);all'interno è collocato l'altare maggiore

San Gavino ha dunque DUE absidi, a ovest e a est e non si entra da nessuna delle due! L'ingresso è collocato sul fianco meridionale.Quale delle due absidi fu realizzata per prima? Gli studi archeologici hanno portato a ritenere che sia stata quella di occidente, attorno al 1050.Questa prima fase doveva prevedere una facciata con un ingresso a oriente. Qualche decennio dopo, all'inizio del 1100, venne ampliata in lunghezza e fu abbattuta la facciata orientale, che venne sostituita da un'abside e, nel XV secolo, vennero modificate le aperture, realizzando sul lato sud un fastoso portale gemino (con due porte) in stile gotico-catalano (affiancato da due portali minori laterali); sul lato nord un portale gigliato, sempre sul medesimo stile e anch'esso con due portali minori laterali. In totale vi sono quindi sei ingressi. 

Alcune immagini forse riescono a mostrare la mirabile lavorazione sia del portale maggiore meridionale (in cui è palese l'influsso comacino -lombardo) che degli archetti sottogronda.

                                                                             gavi-14.jpg (80787 byte) 

L'interno è a tre navate separate da due file di colonne (undici per parte) e tre coppie di pilastri cruciformi.Si potrà notare come colonne e capitelli sono di reimpiego e provengono dalle rovine della colonia romana di Turris Libissonis (l'antica Porto Torres), fondata nel 46 d.C. da Giulio Cesare. Questo monumento conserva anche altri elementi litici provenienti da templi romani e altri edifici che vennero alla luce quando si provvide alla sua ricostruzione.

Uno dei gioielli che possiede è la CRIPTA, risalente al XVII secolo, che ha le stesse dimensioni della navata centrale che la sovrasta. Una cripta enorme! Anche qui c'è da chiarire un mistero: pare che la cripta venne scavata per scoprire dove fossero sepolte le reliquie dei tre santi martiri Gavino, Proto e Januario poichè si era persa la memoria di dove fossero state portate. Ma se il Giudice Comita -qualche secolo prima- le aveva fatte traslare apposta nella basilica perchè ricevessero degna sepoltura e venerazione, come mai non se ne sapeva più niente? Anche perchè la presenza dell'altare maggiore nell'abside occidentale era giustificata da questo fatto (la presenza della cripta-martyrium). Incongruenze storiche?

Comunque, nel corso del 1600 furono eseguiti gli scavi che riportarono alla luce antichi ambienti sotterranei, che in parte stanno ancora oggi venendo indagati perchè emergono sempre nuove scoperte.Si ritrovarono le reliquie dei martiri e si decise di edificare una lunga galleria nella quale sistemarle in modo conveniente. 

Attualmente si accede alla cripta con permesso e biglietto d'ingresso: l'ambiente sprigiona un alacre odore di umidità ed è molto suggestivo. Il vasto locale rettangolare sotterraneo (anticripta) presenta a sinistra una cappella superiore con nicchie in cui sono collocate altrettante statue

                                                                             gavi-26.jpg (75166 byte)

mentre inferiormente un'altra scala conduce alla cripta vera e propria, in cui sono conservati tre magnifici sarcofagi del III-IV sec.d.C. 

Altri due sono conservati lungo la galleria sotterranea, insieme ad un sarcofago medievale.

A destra della lunga galleria sotterranea si possono vedere i resti della precedente chiesa del V secolo, in una sala radiale:

gavi-25.jpg (76352 byte)

Sembra che quest'area ipogea -già nota per la sua ricchezza archeologica- non smetta di produrre sorprese e materiale di studio.

Attorno alla basilica vi sono le Cumbessias, cioè le case dei pellegrini che vennero utilizzate fino a qualche secolo fa per accogliere i pellegrini che arrivavano da tutta l'isola per assistere alle tante celebrazioni in onore dei santi martiri turritani.Le abitazioni hanno subito un restauro in occasione del Giubileo del 2000.

Galleria fotografica:

Particolare della scultura con crocifissione (parte superiore  portale centrale), facciata meridionale

 

      

Portalino d'ingresso attuale (primo della fiancata meridionale): si notino i due elementi con croce scolpita,ad entrambi i lati.

 

Scultura del lato settentrionale (lato portale)

 

Primo portale del lato nord, con elementi simbolici assai interessanti.Nelle foto sotto, alcuni in dettaglio:

gavi-10.jpg (142966 byte) Scena di Cavalieri nella lunetta di uno dei portali settentrionali:questa è una copia L'originale è custodita all'interno della chiesa su un cavalletto lungo la navata laterale.

Croce patente a lato del terzo portale del lato nord.C'era probabilmente anche dalla parte opposta ma è stata asportata e non è più visibile.

I simulacri lignei dei tre Santi  martiri Gavino, Proto e Jaunuario all'interno della basilica(abside occidentale).Vengono portati in processione nel mese di maggio fino alla chiesa di Balai o di San Gavino a mare, dove restano per tutto il mese.

gavi-27.jpg (55667 byte) Scultura di San Gavino a cavallo

 

Veduta della navata centrale dall'altare maggiore

Luci ed ombre dosate da una sapiente illuminazione naturale proiettano fasci all'interno, che viene investito da un'atmosfera di straripante misticismo.

L'acquasantiera che accoglie i vistatori alla sinistra dell'ingresso:al contrario che a Rennes le Chateau(ci viene subito in mente!) dove è retta da un demone, qui c'è un angelo candido le cui ali sono state però asportate (probabilmente non era questa la sua collocazione originaria e nemmeno la sua...funzione!).

Come a Rennes le Chateau (e nella basilica di St.Nazaire a Carcassonne) anche qui a San Gavino abbiamo trovato una campana curiosamente appoggiata per terra. I motivi iconografici sono anche simili, ma si presume che siano caratteristici di questi manufatti specialmente in date epoche e officine.Infatti oltre al crocefisso c'è pure quella sorta di 'asterisco' (stella a sei punte) che è presente anche nella campana di  St.Nazaire. In genere sono campane che hanno svolto un ruolo importante in certi momenti storici.

 

Capitello con croce scolpita e motivi di uccelli, motivi ricorrenti in questa basilica.

Cripta: Sarcofago datato al III-IV sec.d.C. con scena allegorica di divinità classiche greco-romane:

Sotto, particolari ingranditi:

Quattro colonne situate all'esterno della basilica, nell'area dietro l'abside occidentale.

Speriamo di aver stimolato i lettori ad andare a visitare questo gioiello sardo dell'arte romanica, se si trovassero a soggiornare nel nord dell'isola. Porto Torres non è solo per vacanze al mare, ma anche per conoscere la tradizione, la storia, per ammirare l'arte e l'architettura del passato. Se poi è condita da qualche 'mistero' noi siamo ancora più contenti di avervi fatto i nostri consueti due passi.

Argomenti correlati in questo sito:

 

www.duepassinelmistero.com                                                              Avvertenze/Disclaimer

                                                                   ottobre 2007