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TEMATICHE: Due passi nell'Italia nascosta Simbologia e Cultura Orientale UTILITY: Ricerca veloce titoli per argomento SERVIZI:
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(foto e commento di Marisa Uberti.Testo tratto dal pannello in loco)
"L'antica chiesa parrocchiale di San Pantaleo sorge al limite sud-orientale dell'abitato di Martis. La fabbrica è collocata in posizione dominante su uno sperone di roccia che fa da cornice alla Valle del Rio Carrucana, nota per l'omonima foresta pietrificata ricca di tronchi silicizzati. La prima costruzione corrispondente ad un impianto di forme gotiche, di cui non si hanno informazioni documentali circa le vicende costruttive e il nome dell'autore, è ascrivibile al primo quarto del XIV secolo, come si evince dalle uniche notizie storiche relative al toponimo, che risulta documentato a partire dal 1341. La struttura architettonica, realizzata da maestranze locali, è caratterizzata dall'unione di modi tardo-romanici e stilemi gotici di derivazione ligure.La chiesa, le cui vicissitudini architettoniche sono state profondamente segnate e condizionate da problemi statici dovuti al cedimento del sottostante terreno collinare, ha subito nel corso dei secoli XVI e XIX interventi di restauro mirati alla preservazione dell'intera struttura. In una delle carte d'archivio del codice manoscritto di Giovanni Addis -vicario generale e capitolare di Ampurias -datato 1868, si rende nota dello stato critico di conservazione del monumento, soggetto agli inesorabili crolli delle strutture interne ed esterne. A partire dal 1988, la Soprintendenza e l'allora Ministero dei Beni Culturali e Ambientali, hanno promosso gli interventi per la stabilizzazione della collina e per il restauro della struttura, a partire dalle parti maggiormente lesionate:l'abside, il campanile, la navata centrale e la navata destra.Gli ambienti scampati ai crolli erano circoscritti alla facciata, che risulta essere in buono stato di conservazione, alla parte inferiore della torre campanaria e agli archi ogivali interni.
Nel tentativo di fermare il fenomeno di instabilità, accentuato anche dal passaggio di una falda acquifera, è stato realizzato un sistema di barre a cucitura delle murature ed il puntellamento con micropali infissi nel terreno per trattenere gli archi, il lato destro della navata centrale e il campanile. Così facendo si sono conservate pressochè invariate le caratteristiche architettoniche e stilistiche degli ambienti ricostruiti ad eccezione della nuova cuspide del campanile realizzata in rame, sia nel riutilizzo del materiale di crollo di pietre calcaree, che nella copertura in travi lignee di ginepro e vecchi coppi sardi, complessivamente fedeli al progetto originario. La facciata, tripartita e racchiusa entro quattro lesene, si caratterizza per un corpo mediano a spioventi ornato da una teoria di archetti pensili ogivali trilobati:l'ordine inferiore è centrato dal portale impreziosito da decorazioni desunte dal repertorio romanico,il cui forte effetto plastico è esaltato dal soprastante rosone bicolore.
Il presbiterio, concluso con un abside a pianta rettangolare, strapiomba direttamente sulla vallata retrostante, di cui sfrutta il dislivello appoggiandosi alle sue pendici.
Impressioni e simbolismi riscontrati Dopo queste notizie tecniche, pensiamo fare cosa gradita inserendo una galleria fotografica che permette di rendersi conto di quanto fosse bella questa chiesa, curata nei particolari architettonici e stilistici (si notino quei singolari pilastri a 'torchon'), l'insieme possente e armonico insieme. L'effetto chiaroscurale è attualmente accentuato dalla perdita delle vetrate, dallo sventramento della copertura e dalla mancanza di portali. Tutto è in rovina ma l'ingresso è possibile, non esistendo alcun divieto. Attenzione, però: come ribadito nel testo sopra, la parte posteriore della chiesa affaccia direttamente sullo strapiombo e non è possibile andare oltre un certo limite (c'è una rete metallica ma quasi invisibile per l'alta vegetazione).
Dettaglio ingrandito (la qualità dell'immagine non permette un ulteriore ingrandimento) e ruotato di 90° rispetto a come lo si osserva:
Guardando sul lato opposto della finestra, alla stessa altezza del blocco (lo si vede bene andando all'interno dell'edificio), si noterà un' altra simbologia interessante: una stella (a sette punte?) inscritta in un cerchio il cui perimetro è particolarmente lavorato. La consunzione dell'elemento inciso farebbe ipotizzare una datazione piuttosto antica (probabilmente coeva all'edificio, XIV secolo?). Non da meno, sono i simbolismi trovati sulle pareti interne, molte delle quali deturpate da punte di scalpello, o da scritte dei cosiddetti 'buontemponi' che nel corso del tempo sono passati di qui. Si notino in particolare,questi cerchi concentrici (disegnati in verticale su un pilastro)
E poco distante, quattro cerchi incrociati: E' emerso alla nostra attenzione anche il simbolo del ' centro sacro' o 'omphalos' piuttosto demarcato, su uno dei pilastri cruciformi della navata centrale (incisione in verticale): Se opera di buontemponi, resta sempre da chiedersi con quale scopo...In realtà la presenza di una falda acquifera sotterranea, da sempre collegata all'energia della terra, in una zona geologica vulcanica, su un'altura, dominante un fiume, farebbe pensare al fatto che 'qualcuno' abbia voluto contrassegnare questo luogo come 'sacro'. Essere gli unici visitatori di questo luogo fermo nel tempo è stato, per quel pomeriggio, esaltante. Un'esperienza sempre nuova, sperduti in una Valle dell'Anglona sentendoci comunque parte di qualcosa di familiare:il linguaggio dell'arte che non conosce confini geografici.Anche S.Pantaleo ci ha riservato i suoi 'misteri' e facendovi i nostri consueti 'due passi' non siamo rimasti delusi. L'armonia che sprigiona quest'edificio, nell'immediato come la si scorge solitaria sulla piana, e mentre la sia indaga con occhio attento, è indescrivibile.Certo che la natura ha giocato un brutto scherzo ai costruttori, che non avevano calcolato la geologia territoriale e hanno rischiato di non far pervenire ai posteri un'opera tanto interessante. A chi apprezza ancora il nostro passato e ama la pietra, auguriamo buona visione con la nostra galleria fotografica. (facciata meridionale)
(facciata ovest)
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