Quando dei corpi vegetali si trasformano in
minerali...
(di
Marisa Uberti)
.
Per
vedere questi singolari reperti, da Valledoria (nostro punto di partenza
per tutti gli itinerari compiuti) si effettuano circa venticinque
chilometri verso l'interno dell'Anglona, nel comune di Martis,
località Carrucana.Qui è nato un Parco Paleobotanico
che cerca di tutelare gli esemplari rimasti di quella che un tempo fu
una rigogliosa foresta e che occupa ben 100 chilometri quadrati di
territorio.Ma il parco comunque non è segnalato al visitatore, se si
escludono alcuni cartelli direzionali che genericamente indirizzano
verso la 'foresta carrucana' L'accesso, che rimane sulla carrozzabile,
è libero, non vi è nessuna recinzione, chiunque dunque vi si può
recare (con i pro e i contro che ciò comporta).
Credete
siano recipienti di pietra, vero? Questo è quello che anche noi in un
primo momento abbiamo pensato. Invece sono i resti di una foresta, che
per un fenomeno straordinario e naturale di sostituzione della
lignina con il silicio, è divenuta pietra...La formazione risale ad
un processo consumato milioni di anni or sono (si dice tra 30 e 15!),
nel Miocene, quando qui vi erano un paesaggio e un clima decisamente
diversi, costituito da laghi, foreste e vulcani che ad un certo
punto 'interagirono' tra di loro, come in un enorme crogiolo
alchemico. Lentamente il legno degli alberi che si trovavano qui
-immerso nei bacini lacustri- si è trasmutato in pietra.Queste antiche
piante sono nate, sviluppare ed estinte senza che nessun essere umano
potesse vederle, ovviamente,e documentano pertanto, preziosamente,
un'epoca.Rappresentano una branca di studio piuttosto nuova, davvero
singolare per la paleobotanica.
I reperti disposti lungo l'argine del
Riu Altana, hanno notevoli dimensioni;alcuni presentano fori
centralmente altri invece completamente mineralizzati: tutte le parti lignee si sono trasformate in roccia assumendo la fisionomia di vere e proprie
sculture naturali.Purtroppo i fenomenali resti fossili di
foresta pietrificata, sono stati continuamente depredati e
sottratti al loro ambiente naturale...
Alcuni 'reperti'sono
anche ospitati in diversi musei sardi,tra cui quello di Sassari (G.A.Sanna)
di cui qui accanto vediamo un paio di esemplari, che occupano la prima
sala del museo stesso,quella dedicata alla Preistoria. Reperti degni di
massima evidenza.Lo studio di questo materiale, raro e prezioso,
consente agli esperti di ricavare informazioni sul tipo di albero che si
è mineralizzato nel corso di processi chimico-fisici; inoltre può
permettere di ricostruire l'ambiente nel quale vivevano e il clima che
c'era. Molto giace ancora nel sottosuolo, e il lavoro degli studiosi
appare lungo e difficile. Il pannello sotto, presente nel museo
G.A.Sanna, esplicita alcuni aspetti fondamentali del fenomeno.
Oltre
ai grossi 'manicotti' d'incrostazione tipici di Carrucana, vi sono
splendide permeabilizzazioni a opale, calcedonio o a grossi cristalli di
quarzo e perfino le incredibili stilicizzazioni che hanno portato alla
totale trasformazione del vegetale in minerale fin nei dettagli più
minuti.
A
destra, esemplari di tronchi pietrificati, esposti all'aperto, nel Museo
Archeologico e Paleobotanico di Perfugas.I Comuni in cui sono
stati rinvenuti questi singolari reperti fossili sono,oltre a Martis,
Perfugas, Laerru, Bulzi e qualche lembo a Chiaramonti e a Santa
Maria Coghinas.
Da segnalare che nella
zona di Perfugas sono emersi i reperti in selce più antichi
dell'intera isola, databili tra 500.000 e 120.000 anni fa.
Fino a prima del ritrovamento, si aveva una stima più recente
dell'insediamento umano 'habilis' nella regione. Ma, come spesso accade,
la storia non può essere incasellata in 'compartimeti stagni': arriva
prima o poi la scoperta più recente che costringe a rivedere le
cose....
A titolo di esempio e
stimolo inseriamo un link verso un articolo scritto da un sardo
'criticamente costruttivo' (ci pare):
La
foresta pietrificata è un'altra straordinaria sorpresa che ci ha
riservato l'itinerario in Anglona, sempre più candidata a
lasciare in noi una intensa nostalgia e voglia di conoscerla meglio,
scoprendone i tanti volti e gli inesauribili segreti! Fosse la Sardegna
solo un po' più vicina alla Lombardia, chissà quanti 'due passi nel
mistero' potremmo fare.