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| Il Santo Calice è custodito
dal 1916 nella Cappella omonima, nella Cattedrale di
Valencia,che era l'antica aula capitolare.Come
sempre,non ci soffermeremo a descriverla completamente,perchè chiunque potrà
trovare notizie se lo volesse e se ne sentisse motivato.Ci limiteremo a fornire
quelle particolari 'note' che hanno catturato la nostra attenzione.Lo
scopo principale della Cappella era di servire come Cattedra di Teologia e come
cripta dei prelati e dei canonici. La Cappella, in stile gotico fiorito, è bellissima e risente dei suoi secoli, delle sue vicissitudini.Fu realizzata tra il 1365-'69 dal vescovo Vidal de Blanes, sepolto nell'antistante corridoio. In essa si celebrarono processi del Regno e si diedero lezioni di teologia.E' a pianta quadrata(13 metri di lato) ed è alta 16 metri.Le sue pareti sono lisce, di pietra lavorata.La parte che ovviamente colpisce subito è l'urna dov'è custodito il Santo Calice, al centro in un retablo di alabastro che costituiva la parte posteriore del Coro della Cattedrale (XV secolo), dato che questa cappella non subì danni durante la riforma neoclassica del XVIII secolo. Sopra il retablo, una bella vetrata, al centro della quale c'è la raffigurazione del Santo Calice. L'opera scultorea è divisa in scene inferiori (Antico Testamento)e superiori (Nuovo Testamento) e vi spiccano le figure dei Dodici Apostoli realizzate dal fiorentino Giuliano Poggibonsi, allievo di Ghiberti, colui che realizzò la Porta del Paradiso a Firenze (battistero).La Cappella è coperta da una volta a crociera nervata a forma di stella, le cui nervature si prolungano fino ad adagiarsi su alcune mensole policrome.
Nelle chiavi di volta sono presenti i Dodici Apostoli e, nella chiave centrale, l'Incoronazione della Vergine dopo l'Assunzione, mistero peculiare di questa Cattedrale.Un altro artista italiano ha lavorato al dipinto dell'Adorazione dei Re Magi (1427) e su un'altra parete spiccano le catene che chiudevano il porto di Marsiglia e che furono portate dal re Alfonso il Magnanimo nel XV secolo,quando espugnò la città.C'è anche lo strumento usato per romperle.Quando il re fece dono del Santo Calice a questa Cattedrale il 18 marzo 1437,consegnò anche altre varie reliquie e in segno di devozione alla Coppa che gli aveva portato 'fortuna', anche i 'trofei' della vittoria. Una scritta color vermiglio spicca vivacemente sulla parete,sotto le catene,che nell'immagine sopra si vede integralmente. Sotto, ne diamo visione più particolareggiata (abbiamo 'diviso'la scritta in due parti per convenienza):
Lungo le pareti si trovano antichi sedili in pietra anche consunta(questo locale era la sala Capitolare dei monaci),e il pavimento è molto rovinato, ma così mantiene il suo fascino arcano e la bellezza del suo passato.In due punti, al lato destro e sinistro del 'retablo', si può incontrare una pietra che reca due curiosi 'ovali': si dice che siano le impronte delle ginocchia dei pellegrini...La pietra ha però un colore diverso dal resto delle mattonelle e l'ovale sembra 'ritagliato' nel suo contorno, chissà di cosa si tratta veramente...
Il corridoio Appena entrati nella Cattedrale, a destra si troverà un cartello che indica la Cappella del Santo Calice e un breve corridoio di accesso, realizzato nel 1496 da Pere Compte per collegare l'aula antica con il resto dell'edificio. L'accesso alla Cappella del Graal è possibile anche da un'altra entrata, interna sempre alla cattedrale, passando per il Museo cattedralizio, come da schema planimetrico.
La porta è in stile gotico, lavorata dallo stesso architetto che ha realizzato il corridoio, Pere Compte. Il corridoio merita di essere osservato qualche istante:a sinistra si trova, in particolare, il sepolcro del vescovo Vidal de Blanes,che fu il costruttore della sala capitolare, oggi Cappella del Graal.
Alzando lo sguardo al soffitto, si noterà una volta assai strana, costituita da otto medaglioni con altrettanti motivi simbolici,convergenti verso quello centrale, vuoto; il tutto 'raccordato' da costolonature ai quattro angoli del locale, che è molto buio ed è particolarmente arduo anche fare delle foto discrete.
Le pareti del corridoio riportano molti segni graffiti, forse 'ricordi' lasciati dai visitatori che si sono succeduti nel corso del tempo.
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