Nella
cattedrale di Valencia,abbiamo avuto la possibilità di visitare un luogo
del tutto particolare,cioè la Cappella del Santo Calice(Santo
Càliz in Valenciano),o se preferite il Sacro
Graal della Tradizione
Cristiana, una delle reliquie più ambite.Il manufatto ha suscitato e
suscita ancora oggi una fascino e una curiosità altissime: è o non è la
coppa che Gesù usò durante l'Ultima Cena per l'Istituzione
dell'Eucaristia? A Valencia pare che ne siano certi:questo è il Santo
Calice! Non ultimo,una leggenda vuole che Giuseppe di Arimatea,staccato il
corpo di Gesù dalla croce e raccolto alcune gocce del sangue,le versasse
nel medesimo Calice,che da allora avrebbe acquisito mirabolanti proprietà
'magiche'.Davanti ad esso pregarono Papi,re e imperatori e milioni di
pellegrini.L'ultimo papa in ordine di tempo ad averlo visitato e usato nel
Rito dell'Eucaristia è Benedetto XVI,che nel luglio 2006 si è recato
nella Cattedrale di Valencia a rendervi omaggio.
In questo clima di post-visita
pontificia,ci siamo ritrovati anche noi ad ammirare la fascinosa reliquia.
Prima di parlare della leggenda aragonese che lo accompagna, va
detto che il CALICE vero e proprio consta della 'coppa' (7 centimetri di
altezza per 9,30 di diametro) superiore in pietra scura (agata corallina),
finemente tornita, che l'archeologia ha datato al I secolo d.C.(ma
potrebbe anche essere più antica in realtà) e proveniente da un'officina
di Antiochia(secondo altri,potrebbe essere anche un manufatto Egizio o
Siriano,databile tra il I sec.a.C.e il I d.C.).Oggi
si ammira il pezzo che è costituito da tre parti distinte,che comunque
danno l'impressione di essere un manufatto unico:
la coppa
Doveva appartenere a persona di alto
lignaggio,per la ricchezza della finitura che denota una categoria
artistica e materiale superiore alle comuni coppe da vino usate a
quell'epoca dalla gente del popolo.
un corpo centrale
d'oro,doppiamente ansato e lavorato a motivi di intreccio
Le impugnature sono
attribuite al periodo Carolingio
Una base che pare una coppa
rovesciata,ma più larga e più bassa,dello stesso materiale della coppa
superiore, ricoperta di oro,perle e pietre preziose:esse sono 27,due
rubini e due smeraldi di grande valore.La coppa 'rovesciata'.che funge da
base è stata studiata(come l'intera opera) dal prof. Beltràn
(cattedra di Archeologia dell'Università di Saragozza,che ha poi
pubblicato i suoi studi in 'El Santo Càliz de la Catedral de
Valencia",Valencia,1960) che ha concluso trattarsi di coppa
Egizia o dell'epoca dei califfi dei secoli X e XI. Le pietre dovrebbero
essere state apposte quando il manufatto si trovava in San Juan de la
Pena. E'ovvio che le
aggiunte sono posteriori alla datazioni della sola coppa. La base risulta
infatti lavorata a Cordoba tra il X e XI secolo e sopra vi è un'iscrizione
in arabo che ancora non è stata esaurientemente decifrata.Pare
che il Santo Calice -dal 1399 quando lo acquisì il re sai monaci-non
abbia subito modifiche posteriori,se non solo un restauro nel 1744.
Si,perchè il Santo Calice -pochi forse lo sanno- subì
una Venerdì Santo.L'arcidiacono maggiore e canonico della
Cattedrale, don Vicente Frigola Brizuela stava officiano la S.Messa
insieme all'Arcivescovo quando, nel riporre la Coppa nel suo monumento,
gli cadde di mano, rompendosi in alcuni frammenti, che vennero
immediatamente raccolti e deposti nell'urna dove si teneva la
Reliquia.Chiamato poi il maestro orafo Luis Vicent, che accorse con
i suoi figli, Luis e Juan,si procedette alla ricomposizione.Il lavoro fu
perfettamente eseguito e chi lo può osservare da vicino,ovvero gli
addetti 'ai lavori', riferisce che è visibile solo una piccola rottura
approssimativamente alla metà e un minuscolo avvallamento-probabilmente
dove ricevette il colpo-entro la linea di contorno del profilo
esterno.Sono state sostituite anche alcune perle,si ignora quando,e una
pietra nel 1959.
La leggenda spagnola
sul Graal
La Tradizione aragonese
narra che il Calice fu usato dagli Apostoli a Gerusalemme anche dopo che
Gesù lo utilizzò durante l'Ultima Cena.Pietro lo avrebbe poi portato ad
Antiochia e quindi a Roma e qui utilizzato da numerosi Papi per il Rito
fino a Sisto II (257-258) che,in prossimità di essere messo a morte
durante le persecuzioni contro i cristiani,lo avrebbe consegnato al
diacono Lorenzo (il futuro San Lorenzo),il quale -prima di subire
anch'egli il martirio- riuscì a farlo arrivare nella sua città natale,in
Spagna,a Huesca (allora Osca).Siamo nel 258 d.C.
Inizialmente il Santo
Calice potrebbe essere stato nascosto in una delle numerose cavità delle
montagne aragonesi fino al 1071; in effetti nulla è noto della reliquia
per tutto questo periodo e dobbiamo attendere il 1134, quando
un canonico di Saragozza scrisse di aver visto la reliquia nel monastero
benedettino pirenaico di San Juan de la Peña e lo descrive come 'Il Calice
dell'Ultima Cena usato da Gesù Cristo'. I monaci lo avrebbero messo
al sicuro dalle incursioni arabe del periodo precedente;pare che esista
anche un documento del 1135 che lo descrive come Calice,senza alcun
riferimento del medesimo all'Ultima Cena suddetta.Ma veniamo ai fatti
concreti: venuto a sapere che la reliquia si trovava in Spagna, il re
Martino I convinse i monaci a donarglielo ed esiste la
documentazione-conservata nell'Archivio della Corona di Aragona a
Barcellona-di questa donazione, datata 26 settembre 1399. Il
re, che aveva una collezione di 'reliquie', lo portò a Saragozza,
nel palazzo reale dell'Alajaferia,dove rimase vent'anni. Fu
brevemente trasferito a Barcellona(1420)e alla morte del re,
secondo un documento dell'Archivio del Regno di Valencia, la
sua vedova Margarita de Prades ne fece dono alla città di Valencia.Nel
1424 il re Alfonso il Magnanimo riteneva il Calice un aiuto
'talismanico' (un portafortuna,un aiuto divino) che lo avrebbe sostenuto
nelle sue battaglie di conquista. Il Calice venne traslato dal
Palazzo reale nella cattedrale(1437),donato a questa dal re.Il
Santo Graal non lasciò mai la sua nuova ubicazione, eccetto che per due
periodi e per salvarlo da possibili ruberie: la prima volta fu 'evacuato'
tra il 1809 -1812 durante l'occupazione spagnola dell'esercito Napoleonico(e
fu portato ad Alicante, Ibiza, Palma di Maiorca)e la seconda nel 1936-'39
durante la Guerra Civile Spagnola (dove pare sia stato conservato
da gente del popolo, cambiando diverse case di Valencia).Che
storia rocambolesca ha attraversato questo Calice! Nel
1959 e nel 1994 è stato concesso per un breve periodo al
monastero di San Juan de la Peña, il luogo che per primo lo aveva
storicamente accolto. Recentemente (nel 2002) è stato 'ripristinato' un 'cammino
del Graal',
a cura della Gestione Turistica di San Juan de la Pena e la Deputazione di
Valencia,inteso ad unire le città spagnole in cui esso ha dimorato nel
corso dei secoli,in un percorso religioso,storico e culturale,che si può
vedere in questa mappa(e per ulteriori informazioni cliccando sul sito
relativo messo in evidenza):
(le
città sottolineate sono quelle da noi visitate durante questo viaggio).
Interrogativi
La storia raccontata presenta alcuni 'buchi'
che per noi si trasformano in domande:
Se il manufatto venne preservato dalle
incursioni arabe dai monaci,perchè la sua base presenta proprio
un'iscrizione in arabo? Cosa rappresentava,in questo caso,per i
musulmani,una reliquia del genere?
Ammesso che i monaci cristiani abbiano
commissionato il lavoro di cesellatura della base,avrebbero mai fatto
scrivere qualcosa in una lingua che non fosse come minimo il latino?
Dov'è stato il Santo Calice in tutti i
secoli di cui si è persa traccia? E' probabile che venisse venerato
nascostamente in qualche monastero tra le montagne aragonesi...ma
perchè 'rispunta' fuori proprio nel XII secolo, in coincidenza con
un periodo in cui la corsa alle reliquie è in pieno fermento e in
questo periodo si installano i Templari in tutto il territorio spagnolo?
Che nesso hanno
avuto con il Santo Graal i poveri Cavalieri di Cristo? Secondo
alcuni,San Greal non indicherebbe la coppa ma il Sang real,il
Sangue Reale di Cristo,concretizzato in una stirpe da Lui
proseguita(tramite l'Unione con Maria Maddalena)che arriverebbe fino
ai re Merovingi.Tesi peraltro avanzate in best
sellers internazionali,anche se storicamente non c'è nulla di
accettato.I Templari avrebbero 'scoperto'questo
segreto,sottoforma di prove documentarie forse trovate nei sotterranei
del Tempio di Salomone a Gerusalemme, e custodito fino alla morte.Ma
in tutta questa vicenda,cosa c'entrerebbe in effetti il nostro Calice
di Valencia? Così carino,così bellino e 'solo' un
Calice,esattamente, una umile coppa di pietra rivestita? Molto più
'semplicemente' secondo la loro funzione,i Templari avrebbero
potuto custodire la reliquia del Santo Calice in un luogo sicuro(i
Cavalieri del Graal erano Templari),senza
che questo significasse salvaguardare un segreto di ben altra
portata,di un ipotetico Sangue Reale.Dietro alla mera
oggettività,inoltre,si celerebbe un significato prettamente ermetico,poichè
ogni tradizione ha il suo 'Graal' che racchiude abbondanza simbolica,
sacrificio e resurrezione (il segreto della Vita Eterna degli
Alchimisti).
Reliquie strumentali?
Secondo punti di vista più 'pratici',
l'apparizione del Calice nel XII secolo potrebbe essere vincolata alla
scoperta (secondo i più 'maligni' all' invenzione!) di altre reliquie, in
Spagna,dal IX al XII sec., come il Sudario di Oviedo, le reliquie di San
Isidoro a Lèon, o quelle di Santiago de Compostela.Le reliquie vennero
utilizzate come elemento di influenza ideologica dei re e dell'autorità
religiosa, inoltre di una testimonianza chiara per il fervore
popolare.Rinforzare la fede dei nuovi cristiani di fronte al dominio
musulmano e aumentare il carattere divino con cui si presentava il monarca
o utilizzarle a fini economici.I pellegrinaggi,specialmente quelli
incentrati sul Cammino di Santiago de Compostela e le sue distinte
varianti, il versamento(elemosina o donazione) per l'ottenimento di
prestazioni(indulgenze o grazie), furono un'altra delle caratteristiche
delle reliquie in epoca medievale.La devozione per una Reliquia è
sinonimo di Fede:con qualsiasi altro parametro di tenti di indagare verso
di esse,si vedrà che si sfocia in tante direzioni,atte a demolire o
supportare la veridicità di talune Tradizioni (2).
Il Graal esoterico
Niente,nel Nuovo Testamento, attribuisce
poteri mistici al Calice, ma la sua ricerca ha origine e scopi nelle
Leggende Medievali, come quella di Percival (più tardi nel Parsifal di
R.Wagner), cavaliere coinvolto nella cerca di questo oggetto magico.Wagner
pare traesse spunto per la sua opera proprio dalla montagna di Montserrat,
in
Catalogna. Fu solo dopo che il ciclo dei romanzi del Graal si fu
costituito che il Graal venne identificato con la coppa dell’ultima cena
di Gesù Cristo, collegando l'etimologia dei termini francesi san greal
("Santo Graal") e sang real ("sangue reale")(1)
L'Europa Medievale era caratterizzata da teocentrismo e
misticismo;la comunità di allora viveva legata alla propria terra e
viaggi o pellegrinaggi erano molto poco frequenti;gli unici viaggi lunghi
erano lungo le vie che portavano a Santiago de Compostella, Roma o
Gerusalemme per motivi religiosi. Eppure,molte persone che lo cercarono lo
hanno creduto somigliante a una fonte di energia inestinguibile, la Pietra
Filosofale, il segreto della Vita Eterna, un oggetto
capace di
destabilizzare l'Ordine e la finalità del mondo.Sul Graal si sono
sbizzarriti a scrivere,in modo più o meno velato, molti Autori; ne ha
scritto anche Fulcanelli (Le Dimore
Filosofali I e II). In questa sede ci limiteremo a trattare del Calice
conservato a Valencia,senza entrare in spculazioni 'filosofiche', per le
quali rimandiamo alla sezione Alchimia.
Anche i Nazisti,nel loro delirio
esasperatamente 'esoterico',di cui la ricerca e il possesso delle Sacre
Reliquie era uno degli obiettivi per attuare il loro 'programma',
cercarono il Graal a Montsegur e,non trovandolo, si diressero in
Catalogna,a Barcellona
e quindi a Monserrat, nelle cui cavità naturali si ipotizzava potesse
nascondersi un tesoro o un segreto di inestimabile valore.(3)
In questa breve sezione in cui si è
cercato di dare informazioni in base a quanto abbiamo visto a Valencia,e la
storia che accompagna il Santo Calice; aggiungeremo che, sempre nelle nostre
'peregrinazioni, abbiamo saputo che -secondo un'altra leggenda che si troverebbe
descritta nel Vangelo Apocrifo di Nicodemo- il Calice dell'Ultima Cena di Gesù
sarebbe 'transitato' anche per l'Isola Comacina.Secondo
un'altra ancora, il Sangue di Gesù, raccolto in una coppa dal pentito
centurione romano, Longino,sarebbe stato portato a Mantova, dove è
custodito in due preziosi Calici, nella cripta
della chiesa concattedrale di Sant'Andrea Apostolo.
Il lettore prudente, non potrà fare a meno di
interrogarsi su cosa ci sia di autentico in tutte queste leggende e cosa sia
falso.Come già ribadito, è solo la Fede il parametro possibile davanti a
queste reliquie.Se si Crede, niente è impossibile, mentre se non si crede,
nulla assume importanza devozionale e si è spinti a cercare in ogni direzione
possibile.Vogliamo ricordare una frase dell'imperatore Giuliano, per chiudere
questo articolo, che non chiude comunque la Ricerca, perchè anche noi pecchiamo
sempre nel voler 'capire' ciò che ci circonda.
" Quello che nei miti si presenta come
inverosimile è precisamente quello che ci apre il cammino della verità.
Effettivamente, quanto più paradossale e straordinario è un enigma, tanto più
sembra avvertirci di non fidarci della nuda parola,ma fino a condurre intorno
alla verità nascosta".