Acquasantiera
databile XII-XIII secolo. Molti 'Fiori della Vita'sono incisi su esso, e
delle testine contornano il bordo superiore.
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6Meravigliosa
scultura presente sul bordo superiore del pluteo duecentesco
7L'interno
è molto buio,se si vuole illuminare artificialmente,bisogna inserire non
meno di ...un euro -per pochi minuti di luce)
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19Pianta
dell'edificio,longitudinale ti tipo basilicale.
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21Misteriosa
epigrafe
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25Altare(frontale)
26.Altare(lato)
27Gradini
dell'altare con motivi simbolici (XX sec.)
28.Parte
terminale della parte destra del pluteo del XIII secolo:oltre al 'fiore
della Vita', ben visibile in colore/contrasto sopra,presenta altri
simboli al di sotto (si consiglia di ingrandire l'immagine)
29.Anche
qui altri simboli (cliccando si noteranno anche quelli in colore neutro)
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36.Due
stelle, due spadini incrociati, una mano che serra un'asta cruciforme sono
elementi di questa curiosa acquasantiera con coperchio ligneo, risalente
al XII-XIII sec.
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40.Nota
bene: il
soggetto di questa scultura, Agape, attribuita a Biduino,
l'abbiamo trovata quasi identica sull'architrave della chiesa di
San Salvatore a Lucca. Curiosamente, nella porta laterale di quella
chiesa c'è un'altra scultura,che reca incisa la firma di Biduinus.
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43.
Acquasantiera con
volti scolpiti sulla fascia superiore del bacile(con coperchio).
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45.Già
descritta in foto 3,dove c'è il dettaglio della coppa. Questa è l'unica
acquasantiera della chiesa ad essere aperta e a non avere un coperchio
di chiusura.
46Misteriosa
epigrafe
47.Terrazza
antistante l'edificio,si gode un panorama bellissimo.
48(descrizione
in foto 36)
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50.Dettaglio
dell'ultimo scalino dell'altare (XX sec.):che simbolo è mai questo?Non
rammentiamo di averlo mai incontrato prima d'ora...!
51L'Organo. Nella parte trecentesca del Duomo sono presenti sei monofore ornate da artistiche vetrate istoriate che, insieme alle altre aperture, diffondono una luce soffusa che ammorbidisce l'austerità della costruzione
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53.Il
leone ha sotto di sè un uomo,che con la mano sinistra lo accarezza o lo
ammansisce, così sembra,e con la destra lo pugnala
Il borgo di Barga
di origine longobarda,è
splendidamente emergente tra le cime delle Alpi Apuane, luogo in cui ci eravamo 'persi'
nel lontano 1994, alla ricerca del mitico paesello sommerso di
Fabbriche(di Careggine),alla fine felicemente trovato 'riemerso' in quell'anno per lo svuotamento periodico
della diga,dal lago artificiale in cui è sepolto.
Ritornare tra queste
strade,dopo undici anni, circondate di borghi antichi,tracciate dagli antichi romani e mantenute
attive nel Medioevo dagli Ordini Monastico - Cavallereschi che le proteggevano per
difendere i pellegrini in transito dal Nord a Roma o per Gerusalemme(e
viceversa), ritornarvi
oggi con un maggiore bagaglio di conoscenze in certe tematiche,dicevo, è stato
ancora più entusiasmante e interessante.Strette gole,grotte,paesaggi immersi
nella nebbia,sopra la quale si transita per l'unica strada carrozzabile
dalle auto:una cornice quasi fiabesca o da romanzo medievale.Abbiamo incontrato
anche il famoso Ponte del Diavolo(foto1) o
della
Maddalena(per una icona,
rinvenuta nei
pressi, che la raffigura),realmente 'suggestivo'.
Di tanto in tanto,spuntano
tranquille cittadine,che conservano dei tesori inestimabili. Barga è situata a
410 m di altitudine e si trova in provincia di Lucca.Tra le Alpi e il Mare, è
situato il massiccio/sentinella della catena delle Alpi Apuane,con le loro
riserve di marmo pregiato.
Il Duomo di Barga o Collegiata
di San Cristoforo, si
trova qui alle nostre spalle.
Questa è la
terrazza prospiciente la facciata d'ingresso,da dove stiamo ammirando
questo paesaggio mozzafiato,cui si accede tramite una erta salita,come si può
vedere dalle immagini(foto2). Pensiamo come abbiano potuto trasportare fin qui il
materiale,i costruttori del Duomo,in tempi antichissimi,e incredibilmente
assemblarla,e salire su su dove l'occhio umano nemmeno riesce a distinguere i
simboli incisi in alto o vedere la cima della torre campanaria! Quegli uomini la
sapevano lunga,come diciamo sempre!
"La Cattedrale, collocata nel punto più alto del paese, sovrasta tutto l'abitato circostante e rappresenta un privilegiato punto di osservazione del territorio della Valle del Serchio. La sua posizione la rese in passato un punto di riferimento non solo per la vita religiosa della città, ma anche per quella civile e militare. A conferma di ciò il Duomo, insieme al Palazzo Pretorio, che si erge poco più a nord, costituisce una
sorta di cittadella fortificata, protetta da poderosi muraglioni un tempo muniti di merlature e robuste porte d'accesso. L'articolazione stessa dell'edificio e l'imponenza della torre campanaria, conclusa sulla sommità da merli, fa ritenere che
l'edificio svolgesse anche una funzione di difesa". Questo
lo condividiamo in pieno.
.Sapere poi che qui hanno lavorato
i 'miei' Maestri Comacini, che hanno lasciato tracce sublimi, me lo ha fatto
osservare con una certa attenzione,e apprezzare ulteriormente frammenti della
loro Genialità e umiltà.Vorremmo che,a parlare,fossero le immagini realizzate
in loco,perchè non c'è migliore giudice che ciò che i nostri sensi
percepiscono di fronte a tanta Arte.
La
misteriosa EPIGRAFE (foto
21 e 46)
Sentiamo giusto
però aggiungere,alla breve descrizione dell'edificio inserita sotto,che
sullo stipite destro della porta d'ingresso attuale,è incisa un'epigrafe
indecifrata (foto
n.21 e 46),che
presenta lettere identiche su tre righe,precedute da una croce
e soltanto l'ultima riga ha anche una croce finale.Quella
che sembra una h,nel terzo rigo,è molto rovinata
attualmente. Sapevamo di una seconda,analoga incisione, nel portale laterale
che dà sull'Arringo, ma non ne abbiamo rilevato la presenza. Come abbiamo
detto in un'altra sezione,la
stessa epigrafe è presente sull'architrave della chiesa di San Frediano
a PISA, in cui però risulta vergata su un' unica riga orizzontale.
Si apre,
però, un mistero nel mistero.
Se si
cerca una BIBLIOGRAFIA su questo argomento,i motori di ricerca in
internet conducono a due links,che poi confluiscono nello stesso
titolo di libro. Unlinkè
comunque inattivo, non
esiste nè la pagina di riferimento nè il link origine (chi ne sa
qualcosa, è pregato di dirlo). Il secondo mostra finalmente
qualcosa di familiare, cioè la nostra italianissima studiosa Margherita
Guarducci, che
nel 1959 pubblicò
un saggio in merito,dal titolo LA MISTERIOSA ISCRIZIONE MEDIEVALE di PISA, BARGA e LUCCA. Roma, ACCADEMIA Nazionale DEI LINCEI, 1959
[Già ci
domandiamo:perchè cita anche Lucca? Non conosciamo il luogo in
cui sia presente in detta città, ma sappiamo solo di Pisa e Barga...Primo
mistero(nel mistero)]
Questo"LA
MISTERIOSA ISCRIZIONE MEDIEVALE DI PISA, BARGA E LUCCA. Roma, Accademia
Nazionale dei Lincei, 1959.
GUARDUCCI Margherita (a cura di). Libraire: studio bibliografico pera snc*
(lucca, LU, Italy) Prix: EUR 9.00
Livraison Italie:
EUR 4.00
Description du livre: A cura dell'Accademia Nazionale dei Lincei. Estratto dai "Rendiconti della Classe di Scienze morali, storiche e filologiche", serie VIII, vol.XIV, fasc.5-6, maggio-giugno 1959. 8 ,pg.10. Dedica manoscritta dell'Autore al piatto anteriore. Con quattro tavole fuori testo. N° de réf. du libraire 58517"
*Si fa notare
che alla voceLibrarie:studio
bibliografico pera snc,
si ritrova lo stesso studio 'pera' che è praticamente
quello del link (il primo che abbiamo indicato) che risultava
inattivo!
Non sappiamo
se,ordinando il libro(cliccare
qui),questo sia disponibile e arrivi, non abbiamo fatto la prova, ma
se qualcuno tra i cortesi lettori potesse fornire ulteriori
informazioni, sarebbe cosa gradita, tanto più che questo studio della
Guarducci sarebbe un piacere leggerlo.Già dal titolo, lei infatti ne
dava una collocazione temporale:iscrizione
medievale,dunque
potrebbe risultare molto interessante una ipotetica correlazione con le
maestranze di costruttori che vi lavorarono nei secoli XII-XIII-XIV
che-tra l'altro- sono stati anche Comacini.
Chi ha notizie
di questo libro?
QUESTO SCRIVEVAMO NEL 2005/2006. Nel
luglio 2007 abbiamo
però ricevuto una comunicazione importantissima, che ci permette di dare alcune
risposte, grazie alle segnalazioni di uno studioso pisano, Mario
Velucchi, che ringraziamo molto. Egli ci ha fornito anzitutto una
copia dell'articolo della Guarducci (non si trattava dunque di un libro
ma di un articolo) in cui abbiamo trovato le informazioni che
cercavamo. Ad esempio ci chiedevamo perchè nel titolo citasse anche
Lucca, in cui l'iscrizione non è attestata. Andiamo per gradi. Secondo
lo studio della Guarducci, che risale a cinquant'anni fa (1956), l'enigmatica
Iscrizione viene attestata:
-A Pisa, a sinistra della porta
della chiesa di San Frediano (metà dell'XI secolo), scritta su
UNA sola riga (possiamo avere oggi la foto grazie a Luca Briganti,
consultare Barga
Mistery):
Sempre a
Pisa, a sinistra della porta del Battistero, datato alla seconda
metà del XII secolo. Foto di Luca Briganti (consultare Barga
Mistery):
A
Pisa esisteva anche nella chiesa dei
SS:Cosma e Damiano (XI secolo), oggi distrutta, però la pietra su
cui era incisa venne salvata e al tempo in cui la Guarducci scriveva
(1959) si trovava nel Museo Nazionale di San Matteo, in un
deposito: sarebbe vergata su tre righe e si trovava sullo stipite destro
della porta,al di sopra di un'altra iscrizione che citava gli artefici
Giovanni e Venacio, che aveva lavorato alla porta stessa. Nel luglio
2014 abbiamo ricevuto la conferma che l'epigrafe è ancora nel Museo di
San Matteo (foto Pier Carlo Marroni):
-A
Barga, lo sappiamo, si trova sullo stipite destro della porta della
facciata del Duomo (prima metà del XII secolo) , vergata su tre
righe, però la Guarducci conferma, insieme ad altri studiosi, la
presenza di un'altra epigrafe sullo stipite destro della porta del lato
ovest, che a noi è sfuggita. Ma nel luglio 2009 il dr. Pier Carlo
Marroni (autore del libro 'Il duomo di Barga', 2007) ci scrive gentilmente
informandoci che la stessa epigrafe, posizionata su tre righe ed
esattamente identica a quella della porta Nord, è presente anche su un
blocco incassato nel portale Ovest. Ci fornisce la foto per
migliore comprensione e conoscenza. Grazie dr. Marroni:un mistero, almeno,
è stato risolto!
-A
Lucca, ed ecco che veniamo a trovare risposta al nostro quesito, è
attestata l'iscrizione tramite un manoscritto della Biblioteca
Governativa (ms 896, f.63 r), che segnalò per primo lo studioso locale Anselmo
Lettieri (e in seguito il professor Gino Arrighi). Egli
trovò un documento che nel '700 aveva scritto Bernardino Baroni,
il quale riferiva che detta iscrizione si trovava incisa sulla cassa
di piombo contenente le reliquie di San Ponziano (VIII sec.d.C.)
che da Roma erano state trasferite a Lucca, nella chiesa dei SS.
Jacopo
e Filippo (Badia Vecchia), per poi essere traslate nella Badia
Nuova, ossia la chiesa di San Bartolomeo in Silice, detta
di San Ponziano perchè a lui dedicata. Ma non si fermarono qui! Da
quanto racconta il Baroni, la pietra su cui era incisa l'iscrizione che
ci interessa, si trovava fino a trent'anni prima che egli scrivesse
quelle note (siamo nel '700, lo ricordo) nella chiesa delle suore Gesuate, davanti all'altare di San Ponziano. Ma poi scomparve. O meglio,
potrebbe trovarsi -diceva l'autore- all'interno della cassa esterna che
fu realizzata per contenere le reliquie del martire e solo una
ricognizione (che auspicava prossima) poteva confermare.
-E
siamo a cinque epigrafi. La sesta veniva attestata a Pistoia e,
grazie al dr. Pier Carlo Marroni, possiamo anche dire dove si trova,
poichè finalmente è stata trovata. Ritenuta a lungo inesistente, è
invece realissima e si trova sullo stipite del portale della Chiesa di
San Pier Maggiore. E' stata segnalata dal sig. Luca Briganti, che ha
svolto un'apposita ricerca in proposito ed è autore anche della
foto.
Grazie
a entrambi!
- Una settima a Prato, sullo stipite sinistro del
portale del Duomo, ma che la Guarducci stessa di aver verificato e non
corrispondere per niente a quella di Barga e compagne. In attesa di
reperirla.
Per quanto
riguarda l'interpretazione, il dr. Mario Velucchi sostiene che semplicemente
si tratta di una scritta MASSONICA, dove la chiave e' il primo simbolo dopo la croce,
da intendersi come lettera TAN dell'alfabeto GEORGIANO, che secondo la tradizione indica 'the
God of Light - Dio di Luce - Lucifero' ... Non svela di più perchè i
risultati suoi e dei suoi collaboratori verranno pubblicati in uno
studio apposito.
Per onorare la
maestria dei suoi artefici superbi ma che non si sono nemmeno firmati,vogliamo
portare all'attenzione di chi le apprezza, due meraviglie di questo Duomo:
l'ambone simbolico, di
foto
37, per
restarne affascinati,ma come si vedrà dalle altre immagini rappresenta uno
scrigno di perle per chi le sa e le vuole cogliere.
I plutei
duecenteschi in
marmi policromi,con decorazioni geometriche e simboli a noi noti,che
lasciamo al lettore cercare e osservare in tutta la loro bellezza,nella
galleria fotografica.
Descrizione
della chiesa, tratta in loco.
Per
collegare la descrizione all'immagine,si è posta tra parentesi la
numerazione fotografica corrispondente.
La chiesa fu costruita in
quattro fasi,dal IX secolo al XVII-XVIII,in blocchi di Alberese(A) provenienti
dalla cave di Barga. Il primo impianto era costituito da una modesta chiesa castellana eretta intorno all'anno 1000, formata da un unico ambiente di dimensioni assai ridotte. L'edificio fu ampliato nel sec.
XII e successivamente nel sec. XIII, in questa fase la facciata principale fu orientata verso nord, contravvenendo al canone che vuole le chiese romaniche disposte con l'asse longitudinale in direzione est-ovest. Solo tra il XVI e il XVII sec. l'edificio assunse la forma attuale, con la realizzazione di due grandi cappelle laterali e del coro.
La fronte principale è costituita dal fianco rimaneggiato
della chiesa primitiva,ampliata nel secolo XIV. Tra Cinque e Seicento, distrutta
l'abside, furono aggiunte due cappelle laterali. La chiesa subì gravi danni per
il terremoto del 1929 e dovette essere radicalmente restaurata.
La
facciata (foto38),
in
cui prevalgono gli elementi del romanico lombardo, è decorata in alto da una
doppia serie di archetti su mensole,con figure umane,animali fantastici
e fregi(uno scorcio in foto
9):il portale preceduto da
sei gradini semicircolari in marmo,è
fiancheggiato da colonne reggenti due leoni ed è sormontato da un'architrave a
bassorilievo(Vendemmia- foto
11; dettaglio foto 22).
Sulla sinistra si trova un'iscrizione di Giovanni Pascoli (si
tratta dell'ode "L'ORA DI
BARGA", n.d.r.)). Nella porta del fianco sinistro (foto
8), presso la quale si eleva la torre
campanaria (foto 42),
è un rilievo (Agape) del XII secolo (dettaglio
in foto n.40),della maniera di
Biduino (Comacino, n.d.r.).
L'interno(foto
23), a
pianta basilicale, è a tre navate su pilastri:sul primo pilastro a destra è un
affresco trecentesco raffigurante Santa Lucia;sulla parte destra si trova una
grande tela con San Cristoforo firmata da Nicolao Landucci(XIX
sec.)
Nella navata centrale a destra
è posto uno splendido ambone (foto 35) della secondà metà del
secolo XII, è ritenuto opera di Guido Bigarelli da Como(o della sua Scuola),
è un pregevole esempio dell'arte dei maestri comacini; il sistema di decorazione utilizza sia l'intarsio che il
bassorilievo, tra i meglio conservati tra quelli
anteriori a Nicola Pisano.La cassa rettangolare è sorretta da quattro colonne
di marmo rosso,di cui una posteriore posa sulla schiena di un vecchio barbuto(foto
32) e
le due anteriori su leoni(foto 2 e 53);negli specchi dell'arca sono
rappresentati:l'Annunciazione e La Natività(foto
24),
l'Adorazione dei Magi(foto4 e 33) e
il profeta
Isaia.
Chiudono l'area presbiteriale
plutei marmorei duecenteschi policromi(foto
n.5-6-12-da foto n.28 a n.32- e n.52).In una nicchia dell'abside,dietro
l'altare maggiore,è posta una grandiosa statua lignea policroma di san
Cristoforo(foto 24),della fine del secolo
XII e alta 3.50 m..A destra dell'altare maggiore si apre la
cappella del Santissimo Sacramento,ornata da majoliche robbiane[...]Di
pertinenza della chiesa è il Tesoro,comprendente arredi ed oreficerie sacre.
Nella seguente
immagini (per gentile concessione dr. Pier Carlo Marroni), la chiesa e
le sue fasi costruttive:
Le foto da n.13 a 18 si
riferiscono a stemmi e incisioni che abbiamo rilevato,come fossero lì
raccolte,su un edificio vicino al Duomo,che era l'ARRINGO o Palazzo Pretorio, residenza dei Commissari e Podestà,che
provenivano dalla Signoria di Firenze e, arrivando a Barga, erano qui
ospitati. Sotto la Loggetta sono murati numerosi stemmi dei Governatori di
Barga. Avevamo letto che :"Sul muricciolo della scala che conduce alle sotterranee prigioni, oggi sede del museo Civico, sono visibili le unità di misura di quei tempi: lo staio, il mezzo staio, il braccio
barghigiano".Abbiamo trovato queste ultime
e le scale, ma del museo Civico nessuna traccia;la zona pare in restauro,ha
una grossa impalcatura coperta con teli sul davanti.(gennaio 2006).
NOTE:
A) Alberese
è un calcare che acquista tonalità e sfumature diverse a seconda che sia esposto alla pioggia o alla luminosità dei raggi solari