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L'Abbazia cistercense di Fontevivo,sita in provincia di Parma, venne fondata dalla vicina comunità di Chiaravalle della Colomba (LINEA MADRE:CLAIRVAUX) che è sita in provincia di Piacenza,presso il Taro, su un terreno donato dal vescovo Lanfranco e da Delfino Pallavicinis. La denominazione Fontevivo (nome latino Fons- Vivus)deriva da una sorgente d'acqua situata nel podere. Naturalmente i monaci si misero all'opera per bonificare le paludose terre concessagli.Il suo nome completo è San Bernardo di Fontevivo. Papa Lucio II confermò al primo abate, Viviano, tali possedimenti e le pose sotto la protezione della Santa sede nel 1144 e già nel 1146, su ordine del pontefice Eugenio III, i monaci riformarono il monastero benedettino di San Giusto presso Viterbo con l'intento di risollevarne le sorti economiche e spirituali e dando vita alla loro filiazione. Fontevivo entrò nella congregazione di San Bernardo alla costituzione di questa, nel 1497, ma a causa dell'esiguità della presenza monastica esso venne accorpato alla congregazione Cassinese nel 1518 per volontà di Leone X.
Nel
1605 i monaci cassinesi di San Paolo fuori le Mura(ROMA), vendettero a
Renuccio Farnese i possedimenti e la giurisdizione temporale all’Abbazia. Nel
1614 i Cassinesi rinunciarono anche alla giurisdizione spirituale che era
rimasta loro su Fontevivo e la trasferirono all’abate di San Giovanni
Evangelista a Parma, che poteva operare indipendentemente dal vescovo di
Parma. Il monastero subì delle radicali trasformazioni tra sedicesimo e
diciassettesimo secolo, quando venne trasformato in un convento per la nobiltà
parmigiana, tuttavia esso appare rispettoso dell'antico perimetro del chiostro,
di cui oggi non rimane che il tracciato. Nel 1849 venne soppressa la
congregazione di San Giovanni cosicché l'abate dovette cedere la direzione
spirituale sulla propria parrocchia a quella di Fontevivo fino al 1854 quando la
comunità benedettina e il monastero parmense di San Giovanni tornò alle sue
prerogative . Tra alterne vicende l’abbaziato passò definitivamente al
vescovo parmense della piccola comunità fu sciolta. La Chiesa abbaziale è
parrocchia per gli abitanti del paese sorto intorno ad essa.
DA
‘ARCHITETTURA Cistercense’di Goffredo Viti (pag.243-250) Oggi al visitatore si presenta dall'esterno una costruzione restaurata,ma che conserva l'architettura cistercense. (facciata con rosone) veduta laterale sinistra. L'anno di fondazione si fa risalire al 1142,con il numero 168 (fu la centossessantottesima abbazia dell'Ordine).Aveva,a sua volta, 'generato' una abbazia-figlia, San Giusto,datata all'incirca 1146, che poi venne chiusa in epoca non del tutto precisa(comunque l'anno di chiusura definitivo viene collocato al 1518). Una lapide molto consunta,quasi illeggibile, attesta la dipendenza da Casamari L'interno è a tre navate,con massicci pilastri terminanti in capitelli decorati con motivi diversi e sicuramente degni di maggiore attenzione di quanto non abbia potuto fare(era quasi ora di chiusura)
Nel transetto sinistro c'è la tomba di un Cavaliere Templare, Guidone Pallavicino che fu benefattore dell'Abbazia. A destra della chiesa è addossato l'edificio che conserva anche il chiostro. , di cui rimane l'impianto architettonico(rimane ancora il pozzo centrale) ma ha perso completamente l'originarietà. E' -da quanto ho potuto vedere-anche adibito a civili abitazioni. Nel percorso murario,si nota come le primitive colonnine siano state (che scempio!)inglobate nelle opere edilizie successive.
All'esterno del chiostro, il 'nostro'pellegrino ci indica che anche qui (come a Parma) proseguiva la sua strada verso Roma, Santiago di Compostella o Gerusalemme (e viceversa). La località non rimane sulla stessa direttrice, in effetti bisogna deviare leggermente per raggiungerla (e se non fosse stato per i cartelli indicatori, forse non l'avrei mai trovata), ma sorge in luogo ideale per l'antica concezione del monachesimo cistercense. Argomenti correlati in questo sito:
Alla prossima.
Nota:la foto 1 -che ritrae la veduta aerea del complesso - è stata scattata al pannello illustrativo presente nella chiesa stessa.
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