Abbazia di S.Maria di Follina
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                                             (di Marisa Uberti)

Ci troviamo in un paesaggio denso di fascino, che ha conosciuto epoche storiche diverse e fondamentali per il popolo italiano, non ultima la Grande Guerra, di cui il vicino Piave è muto testimone. Follina è situata ai piedi delle Prealpi Bellunesi, quasi al centro della catena, fra dolci colline di origine morenica, in cui spiccano le coltivazioni di viti e frutteti. Siamo qui per visitare un'Abbazia, quella di S.Maria, di fondazione benedettina (800-1000).

Daremo solo qualche accenno, perchè la bellezza di questo luogo è descritta dalle immagini, che abbiamo voluto tante, belle e stimolanti. Lasceremo ad esse, quindi, il compito di 'parlare' per noi, perchè sono perfettamente in grado di farlo.Un suggerimento che possiamo offrire è di cliccare su ognuna per ingrandirle, anzitutto, e poi di visitare i links che abbiamo collegato ipertestualmente, per una descrizione della storia e del profilo artistico della splendida abbazia, che nel 1146 divenne cistercense.Tra l'altro una delle più precoci, con numero di fondazione 215. Come è noto, avendone parlato nell'apposita sezione generale sul Sistema Cistercense, l'organizzazione delle abbazie era basata sulle filiazioni. L'abbazia madre francese di Citeaux aveva 'filiato' quattro abbazie figlie principali: La Fertè,Pontigny, Clairvaux, Morimond. Dalla linea di Clairvaux (Chiaravalle in italiano) deriva l'abbazia di Santa Maria di Follina, precisamente è 'figlia' di Chiaravalle Milanese. A sua volta, Follina ha 'generato' una figlia, l'abbazia di Santa Maria delle Piane Sancta Maria Hospitalis Plavis de Lovandina  la quale aveva 'sotto di se' molte chiese nella Marca Trevigiana,tra cui Santa Lucia di Piave(TV), da noi recentemente visitata.

Anticamente l'abbazia che stiamo visitando si chiamava Sana-Vallis, o Sana Valle,ad indicare forse un luogo particolarmente fertile o che avevano reso tale i monaci che, come si sa, sceglievano luoghi insalubri da bonificare perchè questo era il principio di base:'creare'dal 'caos un luogo abitabile,con il proprio lavoro,godendone poi i frutti della terra riconoscente.

Come spesso ci è capitato di appurare durante i sopralluoghi alle Abbazie Cistercensi, anche Follina conobbe il suo periodo di enorme espansione e ricchezza,per poi decadere.Qui però pare che i motivi siano 'politici'. Nel XV secolo Venezia era una potente Repubblica in netto contrasto con le forze Francesi che tentavano di impadronirsi di molti territori italiani del nord. I monaci di Follina, essendo ovviamente dipendenti comunque dalla Casa madre di Citeaux in Francia, erano visti come possibili 'spie'? Data in Commenda, fu poi venduta e il chiostro divenne pure abitato da civili che lo stravolsero; assegnata prima ai Camaldolesi e quindi ai Servi di Maria (dal 22 gennaio 1915) fu restaurata tra il 1915 e il 1922.Oggi il complesso è intatto, con comunità monastica ed è visitabile.Nel 1921 è stata elevata a 'Basilica' dal papa Benedetto XV, con tutti  i privilegi e le onorificenze che competono alle basiliche minori di Roma.

Segnaleremo alcune 'particolarità' che non si trovano sulle guide classiche, come è nostra consuetudine.

  • Anzitutto godetevi ogni particolare originale rimasto,tra i rimaneggiamenti qualcosa c'è sempre,come una faccina scolpita sull'arcone prima di uscire -al termine della discesa del lato sud.E' molto deteriorata e non se ne distinguono più i tratti somatici ma c'è.E' indicativo che queste 'faccine' siano spesso collocate nei luoghi cistercensi e Templari, e soprattutto dove hanno lavorato i Maestri Comacini (o lombardi).

                                          

  • Altra particolarità è che qui è presente una colonna annodata, all'angolo sud-ovest del chiostro.Per noi è importante ai fini del censimento in atto da anni per raccogliere il maggior numero di luoghi in cui essa è attestata e trarne debite conclusioni. Intanto, questa è la terza abbazia cistercense (senza contare la piccola colonna trovata ad Arabona) in cui documentiamo una colonna ofitica nel chiostro.Anche nella vicina Vidor, nell'abbazia cistercense di Santa Bona, che però è privata e non visitabile, sono attestate due colonne annodate,a due angoli del chiostro. Appare sempre più chiaro che per i monaci doveva trattarsi di un simbolismo peculiare da inserire nelle loro costruzioni. Questa di Follina è costituita da quattro fasci litici, riuniti e fusi a formare una unica colonna, in cui a mezza altezza c'è un grosso nodo, il 'classico' nodo alla colonna.Sappiamo che questo chiostro risale al 1268, come attesta una lapide ancora incassata nella parete dello stesso ed è molto preziosa poichè ci svela i nomi dei due costruttori, Arnaldo e Andrea, che erano monaci, e dei due architetti, Zardino e Armano, appellati 'magistros'. Significa che furono i monaci cistercensi stessi a costruirlo, dunque avevano una cultura edilizia eccellente, e potrebbero averla appresa dai conversi che sempre avevano dimora in un'ala apposita di un monastero.Ma forse non avevano nulla da imparare, anzi...!

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  • Nel chiostro abbiamo trovato anche una consuntissima triplice cinta, di cui ignoriamo l'epoca di incisione.

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  • Particolare interessante riguarda, poi, un fenomeno astronomico che si verificherebbe il giorno del Solstizio estivo, in coincidenza con la festa di San Giovanni Battista. L'asse del lato nord-est parrebbe allineato con il sole nascente, che spunta da dietro la montagna che sta immediatamente dietro il lato settentrionale della chiesa, cosa che non sembra dovuta 'al caso' ma all'osservazione diretta del fenomeno e al progetto di orientarla in tal modo (le conoscenze i monaci le possedevano in molti campi).Va detto che il lato nord si presenta più sobrio rispetto agli altri, e c'è un piccolo rosoncino situato molto in alto:questo perchè deve 'captare' il primo raggio solare dell'astro che sorge dietro la cima della montagna.Andando poi a vedere all'interno cosa sia raffigurato su quello stesso rosoncino, abbiamo avuto una sorpresa ma anche una conferma del significato di questa architettura 'astronomicamente orientata': si vede il Cristo in croce, sorretto da Dio Padre, sovrastato dalla Colomba dello Spirito Santo.Immaginiamo come possa venire esaltata nei suoi colori questa scena, molto simbolica, nel momento preciso in cui il primo raggio di sole bagni il rosone e sarebbe bello seguirne poi 'il passaggio'.
  • Un'ultima particolarità che vorremo far osservare è relativa alla topografia del paese, Follina.Essa si può considerare il punto di intersecazione di una grande T maiuscola:della linea orizzontale, costituita dalla vallata, che dalla chiusa di Serravalle a Vittorio Veneto, si allunga fino a smorzarsi sulle alture di Combài, della linea verticale che, toccando Pieve di Soligo,va verso il Piave.
  • Dell'importanza di queste zone nel Medioevo, per il traffico di pellegrini e mercanti, si è parlato nella pagina su S.Lucia di Piave.

 

                                     

Galleria fotografica:

  • Facciata Est (particolare e generale):

 

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  • Il lato sud:generale, particolari, chiostrino detto dell'Abate (secolo XVI),giardini e vasche ottagonali.Le arcate grandi al pianterreno appartengono all'edificio primitivo.

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  • Particolare della salita di meridione, l'arcone e dettagli della lavorazione dei pilastri angolari originali

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  • Facciata d'ingresso occidentale:

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  • Il lato settentrionale: generale ('foresteria') e dettaglio di affresco nella strombatura di una finestra:

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  • Ingresso al chiostro dal lato sud e vedute dell'edificio stando nel chiostro

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  • Il meraviglioso chiostro romanico, 24 m per lato  è aperto al centro di ciascun lato per il passaggio al cortile.Sopra il muretto corrono file di colonnine in pietra locale, sorreggenti arcatelle a pieno centro.Vi si trovano colonnine di varia foggia:binate,a quattro,tortili, liscate, lisce, ondulate, papiriformi (molto particolari) o con decorazione a fiore di loto...e c'è anche la colonna annodata, come detto più sopra. Alla base alcune colonne hanno delle lavorazioni geometriche, mentre alcuni capitelli presentano dei simbolismi degni di attenzione, illustrati più sotto.Al centro, vi è la consueta fontana (spesso sostituita da un pozzo). Sul chiostro affacciano tutti gli edifici monastici (Sala del Capitolo, Refettorio, Biblioteca, Parlatorio...).

                                        

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  • Sopra l'arco d'accesso alle scale del Dormitorio dei monaci, c'è lo stemma dell'Abbazia.

 

  • Dettaglio dei capitelli simbolici:

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  • Concludiamo questa galleria di immagini e di ricordi bellissimi con una statua, che è quella che ha dato 'origine' a tutto questo:la Madonna di Follina, manufatto enigmatico che richiama lo stile bizantino-siriaco. Fu Incoronata nel 1921 con rito solenne e in seguito aggiunti i monili preziosi.

                                           

  • Non si conosce esattamente la sua datazione(sicuramente ante l'anno mille), ma i documenti attestano che era da molto prima dell'arrivo dei Cistercensi che questa Madonna era venerata e aveva compiuto dei 'prodigi'. E' costituita in pietra grigia e ritrae la Vergine seduta con il Bambino ritto in piedi sul ginocchio. Con la sinistra Lei gli porge un calice, verosimilmente, secondo altri una ciotola in cui il Bimbo intinge la manina. Attualmente sistemata nella porzione centrale dell'ancona gotica in legno dorato che sovrasta l'altare maggiore, è oggetto di culto da tempi immemorabili e ininterrottamente visitata da tutte le zone circostanti. Durante la Prima Guerra Mondiale, nel giugno 1918, caddero 264 granate su Follina, ma non vi furono nè feriti nè morti e nessuna sposa restò vedova, dicono gli annali: tutte videro ritornare i loro mariti dal fronte. La devozione popolare ritiene che sia stata la mano protettrice della Madonna di Follina.             

 

     Sezioni correlate in questo sito:

Un link approfondito sull'abbazia è: http://www.valmareno.it/abbaziafollina.html 

Bibliografia:

  • Abbazia di Santa Maria di Follina, Giocondo Maria Todescato, Edizione Servi di Maria, Follina (TV), 2007
  • Guida ai luoghi misteriosi d'Italia, Umberto Cordier, Piemme Pocket, 2002

 

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                                                                       luglio /agosto 2007