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| La Casa di Nicolas Flamel a Parigi [sottotitolo:la tragicomica avventura per arrivarci!] Maison du Haut-Pignon a 51, rue de Montmorency, 3 arr.-Paris- fermata Metrò Rambuteau Adesso è tutto facile.Via e numero civico,intendo! Ma trovare la più vecchia casa di Parigi (1407), in cui visse l'alchimista Nicolas Flamel(1330-1418,la data di morte è incerta),non è stato tanto semplice. Scesi alla fermata Rambuteau del metrò, un ginepraio di vie si sono aperte ai nostri occhi e di quella ricercata, rue de Montmorency, neanche l'ombra. Avevamo consultato la cartina almeno dieci volte ed eravamo 'sicuri' di aver memorizzato e individuato la corretta direzione da prendere,quindi l'avevamo ributtata nello zaino con una certa fretta, certi che non ci servisse più. Ma ora eravamo sgomenti:dove dovevamo andare? Unica scelta, in questi casi, avviarsi a piedi e dividersi i compiti,se si è in più d'uno,così c'è chi guarda a destra e chi a sinistra. Dopo il nostro paio di chilometri,sempre attenti a tutto ciò che vedevamo, iniziano le prime lamentele e si sta per gettare la spugna. Ma voi credete che io possa arrendermi davanti ad una cosa di questo genere? Non credetelo, bravi! Chiedere a qualcuno, in francese, era anche ipotizzabile (nonostante la nostra pessima parlata) ma a parte il fatto che non si vedeva anima viva in giro,come spiegare che cercavamo la casa di Flamel,dell'Alchimista? Avevamo saputo che nessuno fa mostra di conoscerla,nel quartiere. La cosa si è però dimostrata agevole e per certi versi, divertente. Inoltre, sottovalutavamo- a torto - la conoscenza di chi abbiamo interpellato (due cortesissimi operatori ecologici intenti nel loro lavoro),poichè abbiamo potuto constatare che conoscevano benissimo la casa (divenuta ormai una sorta di 'istituzione' a Parigi!), solo che uno ci mandava nella direzione opposta a quella che indicava l'altro! Non li potevo certo biasimare, in quanto tre anni fa circa passai da questa via (allora non avevo la fotocamera con me e non potei scattare alcuna immagine) ma oggi non ero più in grado di ritrovarla! Dunque, non sapevo chi fosse messo meno peggio tra tutti noi,concentrati a risolvere quello che è stato battezzato, seduta stante, il mistero della casa di Flamel! Ci siamo messi a ridere insieme e con il ritrovato buonumore, abbiamo pensato tutti la stessa cosa,mirando allo zainetto appeso alla spalla.Chi avrebbe avanzato l'ipotesi per primo,ben sapendo che si era detto chiaro e tondo:"Basta cartina, suvvia,ormai sappiamo a memoria dove dobbiamo andare, buttala nello zaino chè, scesi dal metrò, in un lampo saremo alla casa di questo benedetto Flamel!". Già. Le ultime parole famose...classico! La decisione andava presa, scartate le provate alternative:armarsi di coraggio e provare a recuperare la cartina stradale della città, consunta e dispersa in un groviglio di cose all'interno del nostro inseparabile zaino da turisti per caso. Ribaltandone tutto il contenuto (cercando di non pensare alla fatica compiuta per farvelo stare e alla conseguente di farlo rientrare!) (si vuol far stare in uno zaino ciò che proporzionalmente dovrebbe stare in un valigione!)- provvidenzialmente è spuntata fuori la mappa topografica del centro storico di Parigi, ma...disdetta, non riportava la via in questione! La solita fortuna degli eroi... Ma non ero doma. Certa di averne portata un'altra,più dettagliata, non mi arrendevo al contenuto del sacco che, infatti, serbava ancora - incredibilmente su un fondo che pareva abissale - la mirabile 'cartina'. Oh,vista beata. Con quella è stato poi tutto in discesa o..quasi. Rue de Montmorency è una traversa di Rue du Temple, la Via del Tempio, nel quartiere del Marais, un'area un tempo paludosa e poi bonificata e occupata dai Templari. Abbiamo imboccato Rue de Montmorency, una via stretta, a senso unico,in alcuni tratti particolarmente stretta, tanto che -se una macchina si ferma per scaricare qualcosa- le altre devono accodarsi e si forma un certo 'caos'(fumi di scarico,pedoni sui marciapiedi stretti come sardine).Certo ai tempi in cui visse Nicolas Flamel doveva avere ben altro aspetto e soprattutto era esente dai fumi dei gas di scarico delle vetture (magari si sentivano ben altri 'fumi'!).E' piuttosto lunga e sfocia in Rue Saint-Martin. Cammina,cammina,e cammina ancora (ma nella via 'giusta',stavolta!), restava da trovare la casa.Non avevo il numero civico di riferimento, quindi poteva essere all' inizio o a metà oppure... Era alla fine. Dalla cartina si vede come la via Montmorency (localizzatela seguendo l'angolo superiore destro dell'etichetta color fucsia) sia una traversa di Rue de Temple,dalla quale siamo entrati.Ma prosegue anche oltre l'incrocio con Rue de Beaubourg, termina infine sfociando in Rue St.Martin.La casa di Flamel si trova proprio a pochi metri dalla fine della via Montmorency, sul lato sinistro per chi la percorre secondo il nostro itinerario. Difficile trovarla indicata nelle classiche guide turistiche e ancor meno sulle mappe della città. Dunque,se avete una mezza idea di recarvi a visitarla...segnatevi queste indicazioni,potrebbero tornarvi utili! Cammina,cammina,e cammina ancora (ma nella via 'giusta',stavolta!), restava da trovare la casa.Non avevo il numero civico di riferimento, quindi poteva essere all' inizio o a metà oppure... Era alla fine. Già, proprio quando pensavo 'mi hanno spostato la casa', arrivando a intravedere in fondo la vivace e più grande rue de St.Martin, ho invece visto l'insegna del vecchio albergo che era collocato nella più vecchia casa di Parigi,albergo che ha mantenuto il nome dell'antico abitatore,Nicolas Flamel. Prima di raggiungere la casa, molti caseggiati prima, c'è una Scuola Elementare che è intitolata a lui. Essendovi passata nel 2002,avevo un seppur vago ricordo di come fosse la struttura esterna,ne ricordavo la lapide posta sulla facciata,ma quando mi sono ritrovata nei pressi,stentavo a riconoscerla. Una fitta di disappunto si è insinuata nel cuore:cos'era accaduto? A baluardo di ciò che rappresenta quest'abitazione, l'epigrafe sul muro non permette di confonderla con altre, almeno questo e, del resto, architravi e stipiti recanti ancora flebili simbologie alchemiche, confermano che siamo in presenza di un edificio particolare.L'epigrafe recita così: "MAISON DE NICOLAS FLAMEL ET DE PERNELLE SA FEMME ____________ POUR CONSERVER LE SOUVENIR DE LEUR FONDATION CHARITABLE LA VILLE DE PARIS A RESTAURE' EN 1900 L'INSCRIPTION PRIMITIVE DATEE DE 1407 Ma sono rimasta incredula:davanti al pian terreno,un'impalcatura edilizia mi ha impedito dapprima di vedere adeguatamente i medaglioni simbolici e le iscrizioni,ammesso che si possa ancora decifrare qualcosa;ho capito che la casa è in fase di ristrutturazione. In cosa si voglia trasformarla,non saprei dirlo,spero che siano solo opere conservative; potrebbero essere lavori per riadeguare la struttura alberghiera già presente. Oppure...queste mie foto potrebbero essere le ultime scattate ancora in situ,prima che le architravi simboliche finiscano in un...museo?! No,scartiamo questa ipotesi! Ciò che so con certezza, perchè l'ho constatato personalmente, è che la più vecchia casa di Parigi sta dimostrando tutti i suoi anni e segni di cedimento si osservano soprattutto nel basamento sinistro,che si incunea verso l'interno.Tiranti in ferro sono già presenti nella facciata. Gli operai edili andavano e venivano da una porticina aperta attraverso cui non si vedeva granchè; alzato lo sguardo, ho notato che i tre piani di cui si compone l'edificio sono anch'essi in fase di restauro,hanno le finestre malconce e i muri sono stati scrostati. Notando la mia trepidazione,il mio interesse e soprattutto per il fatto che non mostravo intenzione di volermene andare da lì, i muratori mi hanno fatto capire che avevano quasi finito,per quel giorno,e avrebbero levato l'impalcatura. La notizia mi arrivò quasi frastornandomi poichè mi sentivo 'ripagata' dell'intrepido percorso compiuto fin lì.Li ho ringraziati di cuore e ho atteso. Intanto sbirciavo all'interno della vetrina trasparente che si affaccia sulla strada,al pianterreno. Vi si trova un libro aperto che contiene...la scelta dei menù della locanda,rigorosamente 'alchemici'! Bigliettini di presentazione del locale e,nella finestra accanto, sono in mostra vasetti e vasi di vario tipo.Le porte di accesso alla locanda sono tre,che portano a due sale divise da un muro separatore. Flamel visse in questa casa negli ultimi anni della propria vita,insieme alla sua compagna Pernelle,così ci informa anche l'epigrafe sulla facciata. Su questo c'è discordanza,infatti pare che Pernelle, morta nel 1397 lasciando Nicolas affranto, non potè mai abitare qui,dal momento che Flamel vi si sarebbe trasferito in seguito,da solo.Ma si sa che la vita degli alchimisti è spesso ammantata di mistero! Secondo le sue volontà testamentarie,la residenza di Rue de Montmorency doveva trasformarsi in ospizio per i poveri,ma questo non fu mai esaudito e quasi subito dopo la morte del professor Flamel,la casa fu data in affitto a pagamento e trasformata successivamente in una locanda.In essa, avrebbe alloggiato Fouquet ed avrebbe protetto Théophile de Viau(1590-1626) apprezzato per il suo libertinage ed il suo impegno verso gli Huguenots. Sulla cornice delle porte,al piano terra, corre una iscrizione orizzontale,in lettere gotiche come abbiamo già accennato, che così riporta: "Nous homes et femes laboureurs demourans ou porche de ceste maison qui fut faite en l'an de grâce mil quatre cens et sept somes tenus chascun en droit soy dire tous les jours une paternostre et un ave maria en priant Dieu que sa grâce face pardon aus povres pescheurs trespasses Amen". Stando a quanto riportato nell'iscrizione sulla cornice,sembra che qui Flamel avesse istituito una fondazione pia, per accogliere poveri e gente senza dimora.Ma da dove derivava la sua fortuna economica? Ne parleremo in questa sezione. Flamel però è ricordato come un ALHIMISTA,il più grande di tutti i tempi, e diceva di aver scoperto in un vecchio manoscritto ebreo il segreto per fabbricare la Pietra Filosofale, grazie all'aiuto di un vecchio scienziato ebreo incontrato in occasione di un pellegrinaggio a Saint Jacques di Compostella (approfondiremo la vicenda nella sezione apposita). Per molti,la sua disponibilità economica iniziò proprio dal momento in cui -dopo ventun anni di ricerche- riuscì a compiere l'OPERA. Un simpatico sito francese suggerisce che il solo modo di saperlo, è di porre la domanda agli stessi coniugi Flamel . Ciascuno sa, anche i piccoli lettori di Harry Potter, che la pietra ha anche dato loro l'immortalità...". L'interesse per questa casa è riversato in principal modo su ciò che è scolpito nelle architravi del piano terra e sui pilastrini degli ingressi.Schiere di studiosi,ermetisti,o semplici curiosi si sono nei secoli avvicendati per cercare di carpire i 'segreti' di quelle incisioni,di trovare in quei simboli la 'rivelazione' del modo per ottenere la Pietra Filosofale,di realizzare la Grande Opera alchemica, che Flamel diceva di avere ottenuto.Come ho potuto rendermi conto durante questa Ricerca,sono parecchi ancora i punti oscuri sulla figura di Flamel e sui risultati da lui conseguiti.In effetti,la casa di via Montomorency è solo l'ultima dimora di Flamel,mentre quando effettuò i suoi primi esperimenti abitava in rue de Marivaux,dove pare oggi vi siano solo le cantine... L'antico 'pignone' (dal nome della casa
stessa, Gran Pignon=Haut Pignon),non c'è più; a quanto pare doveva
anche possedere un timpano triangolare sulla facciata ma è scomparso.Doveva
esservi anche una statua che sormontava
una porta laterale. L'idea di farsi ritrarre nei monumenti che costruiva o di
cui finanziava il restauro , fu tipica della sua età matura: in ciascuna doveva
esservi una sua scultura,in
pio atteggiamento inginocchiato, in una nicchia ai piedi della facciata. Si fece
scolpire per due volte sulla volta del Cimitero degli Innocenti,una in
giovinezza e una come vecchio ed infermo. Gli enigmi su Flamel non si esauriscono lasciandoci alle spalle la vecchia casa di rue de Montmorency 51. A partire dai suoi dati anagrafici,c'è chi sostiene che egli sia morto a 106 anni,nel 1436,altri nel 1418 o '19;per altri non è mai morto,avendo ottenuto l'Elisir ed essere entrato nella schiera degli 'Immortali', insieme alla sua compagna Pernelle.
"Esisteva in quell' epoca, per il pensiero scritto sulla pietra, una liberta' molto simile all' attuale liberta' di stampa. E' la liberta' dell'architettura. E questa liberta' andava molto lontano. A volte un portale, una facciata, un'intera chiesa presentano un senso simbolico completamente estraneo al culto, o perfino ostile alla chiesa. Fin dal XIII secolo Guglielmo di Parigi, e nel XV Nicolas Flamel, hanno scritto di queste pagine sediziose. Saint-Jacques-de-la-Boucherie(*) era tutta una chiesa di opposizione. Il pensiero di allora era libero solo in questo modo: poteva essere scritto per intero solo su quei libri che erano chiamati edifici. Quello stesso pensiero, sotto forma di manoscritto, sarebbe stato bruciato sulla pubblica piazza per mano del boia, solo che avesse avuto l'imprudenza di correrne il rischio; ma, inciso sul portale di una chiesa, poteva assistere tranquillamente al supplizio di se stesso, scritto in un libro. Non avendo dunque altra strada per uscire alla luce, il pensiero si affannava dovunque a costruire edifici"[Victor Hugo, "Il Libro ucciderà l'edificio",ne "Notre Dame de Paris"] Nota*::in questa chiesa volle farsi seppellire Nicolas Flamel. Consulta in questo sito la pagina
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