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TEMATICHE: Due passi nell'Italia nascosta Simbologia e Cultura Orientale UTILITY: Ricerca veloce titoli per argomento SERVIZI:
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NICOLAS FLAMEL (di Marisa Uberti) Nicolas Flamel nacque nel 1330,forse a Pontigny,da una modesta e dignitosa famiglia che lo fece studiare. Divenne copista e in seguito giurista. In quel tempo era un'attività redditizia e di notevole importanza,poichè dava la possibilità di insegnare a leggere e a scrivere anche a coloro che erano agiati e nobili,ma non lo sapevano fare. Dotato di notevole spirito di iniziativa,di curiosità,ed evidentemente di fiuto negli affari,riuscì ad aprire un banco di vendita sul retro delle colonne della chiesa di Saint-Jacques la Boucherie a Parigi. Prese alloggio in una casa,detta "All'insegna del giglio", luogo di 'ritrovo' di scrivani,apprendisti scrivani,amanuensi,copisti,in cui circolavano manoscritti e codici miniati di vario tipo. Facendosi largo nell'ambiente,passò da scrivano a maestro di lettere e anche editore.La Via S. Jacques -la-Boucherie divenne Rue des Ecrivains cioè Via degli Scrivani,quando la Corporazione omonima(cui Flamel apparteneva) vi trasferì la sede.. In questo contesto conobbe colei che diventerà la sua inseparabile compagna e musa ispiratrice,Pernelle,che era rimasta vedova due volte e poteva contare su un patrimonio notevole.Più grande di qualche anno di Nicolas,lui l'aiutò in alcune questioni legali(era anche un giurista e insegnava all'Università)e si sposarono nel 1357,un anno importantissimo per Flamel. Documentazioni,certificati di matrimonio,atti notarili esistono: storicamente si hanno fonti concrete del personaggio e della sua vita,dunque. Vita che si ammanta di una straordinaria serie di eventi 'fortuiti' che la faranno entrare per sempre nella leggenda.Dicono che trovò la Pietra Filosofale e,con essa,il segreto dell'Eterna Giovinezza.Un uomo che riuscì a darsi al prossimo,elargendo i propri beni a piene mani, costruendo oltre una decina tra ospedali e case di cura,a dare ricovero ai derelitti,a restaurare chiese e monumenti. Se si sanno tutte queste cose, cosa c'è di ancora poco noto in questo personaggio? Proverò a rispondermi con un'altra domanda: come mai esercita tanto fascino dopo sei secoli dalla sua scomparsa? Come mai tanti uomini dalla mente illuminata hanno cercato,nelle varie epoche,di studiare sui suoi testi e decifrarli? Tra le varie teorie,c'è anche chi lo annovera tra i Gran Maestri del Priorato di Sion e gli attribuisce i natali nella località di Gisors, niente meno(oltre che rimarcare come la scoperta della Pietra sia avvenuta il 17 gennaio,una data assai 'emblematica', per taluni). Non va dimenticato che un gran numero di persone non conosce Flamel,e il suo nome non è riportato su testi enciclopedici di uso comune.Rappresenta una 'pietra miliare' per chi si interessa di studi ermetici,ma non per gli altri. Flamel è uno di quei personaggi che,una volta incontrati, diventa familiare. La sua immagine di anziano barbuto,dagli occhi vivi e dall'espressione bonaria ed enigmatica,potrebbe appartenere ad un nostro antenato,al nonno di ciascuno di noi. In qualche maniera egli ha trovato il modo di annullare il tempo e lo spazio, partecipando al presente nonostante appartenga ufficialmente al passato. E'come se l'anima di Flamel sia sempre in cerca di qualcuno a cui trasferire le sue Conoscenze,proprio come accadde a lui stesso,venendo investito di un 'compito' che lo ha realmente assegnato all'eternità. Raccontare la sua storia,è un po' come percorrere una storia che forse molti di noi vorrebbero avere,anzi che sicuramente vorremmo avere!Una storia semplice,di un uomo semplice che non pare si interessasse di alchimia,inizialmente. Certamente egli aveva avuto modo di venire a contatto con moltissimi testi,anche di matrice alchemica ma non avevano catturato la sua attenzione se non come materiale 'di lavoro',da ricopiare, come tanti altri.Ma una notte accadde qualcosa. Tradizione vuole che Nicolas fece un sogno profetico. Gli apparve infatti un angelo, il quale, mostrandogli uno splendido volume antico, gli mormorò: "Guarda bene questo libro, Nicholas. All’inizio non comprenderai niente di esso, né tu né altri uomini. Ma un giorno vedrai in esso quello che nessun altro uomo sarà capace di vedere." La cosa incredibile era che Nicola non lo aveva mai visto dal vivo,quel libro, e non lo vide fino ad un giorno del 1357, quando lo riconobbe, in mano ad un venditore che non conosceva e che stava per mandare via.Quando notò il libro che teneva in mano,il cuore gli fece un balzo in petto e si affrettò a comprarlo. Racconta Flamel:“La legatura in solido ottone, dentro vi erano figure e caratteri che non erano latini e neanche francesi… era stato scritto con una matita di piombo, su fogli di corteccia ed era stranamente colorato. Sulla prima pagina, in lettere d’oro, appariva questa dicitura… Abramo l’Ebreo, Prete, Principe, Levita, Astrologo e Filosofo alla nazione degli ebrei dispersa in Francia (o fra i galli) dall’ira di Dio, augura Salute”.Quindi seguivano grandi maledizioni e minacce contro chiunque avesse posto i suoi occhi su esso senza essere un sacerdote o uno scrivano. La parola misteriosa maranatha, ripetuta parecchie volte su ogni pagina, accresceva il senso di paura che incuteva il testo". Nicolas era uno scrivano! Perchè non aprire dunque quel libro? Lo fece. Il testo si rivelò di assai ardua comprensione,con iconografie che non poteva interpretare, tuttavia Flamel intuì che c'era un messaggio sotteso in esse,una metafora che ormai doveva
cogliere. Anzi,comprese che era il percorso da seguire per giungere alla
trasformazione del piombo in oro,della materia in spirito. Non fu avida volontà
di raggiungere ricchezza e potere,quella di Flamel, ma la perseveranza di
lavorare su se stesso,di sentirsi investito di una missione divina,e Dio
sarà sempre la Grande Luce,il Fuoco per lui. Senza l'aiuto divino,egli era
conscio che non sarebbe mai arrivato a comprendere il 'grande segreto della
Natura', dunque iniziò a lavorare dentro di sè,con l'aiuto di Pernelle
-animicamente a lui affine- e contemporaneamente intuendo che necessitava di
ulteriore conoscenza,che non possedeva.Sempre Dio avrebbe guidato i suoi
passi.Era conscio che doveva
fortificarsi per sopportare la tempesta di luce che l’avrebbe scosso nel
momento in cui la verità avesse preso il suo cuore. Solo allora riuscì a
realizzare il suo desiderio. Perchè qualsiasi cosa di buono e di grande
possa accadere ad un uomo,esso non è che il risultato della coordinazione dei
suoi sforzi volontari e del malleabile destino. Tra il Maestro e Nicolas si stabilì un legame di fratellanza;Chances non conosceva,con tutta probabilità, integralmente il segreto contenuto nel libro ma decise di seguire Flamel a Parigi,dove avrebbero potuto studiarlo a fondo.Era ebreo,però,e non avrebbe potuto entrare in città. Arrivò perfino a convertirsi pur di raggiungere lo scopo prefisso, ma in pochi giorni morì a causa di una malattia e Flamel lo seppellì nella chiesa di S.Croce.Prima di morire, Canches rivelò a Flamel il significato della formula misteriosa sulla quale avrebbe dovuto concentrarsi e continuare a lavorare. Ora doveva proseguire da
solo. Quel po' che aveva appreso da Maestro Chances doveva bastargli.Trascorse
più di tre anni a completare la sua conoscenza, ma alla fine di questo periodo,
la trasmutazione fu compiuta. Avendo imparato quali materiali
fosse necessario mettere insieme, seguì strettamente il metodo di
Abramo e il 17 gennaio 1382 cambiò
una libbra di piombo in argento, e il 25 aprile
fece lo stesso per ottenere
oro puro.
E simultaneamente, compì la stessa trasmutazione nella sua anima. Dalla sua
passione, mischiata in un invisibile crogiolo, riuscì ad emergere la sostanza
dello spirito eterno. Diventò ricchissimo. Ma non per sè. Era proprietario di una trentina di case,quando morì, che voleva destinare ad ospizi. Come si era procurato tanta disponibilità economica,da suscitare anche parecchie invidie e gelosie? Le
ipotesi,come al solito,quando si tratta di 'trovare' soluzioni alle questioni
che non si possono comprendere, sono svariate: -dal suo lavoro ufficiale di
scrivano e giurista all'università di Parigi; - dalla gestione 'sottobanco' dei
beni degli ebrei espulsi dal regno; - dalla sistemazione di questioni legali
relative alla fortuna personale di sua moglie; - dall'usura;-da speculazione
immobiliare sotto copertura di pie fondazioni, poiché la lottizzazione di
immobili era particolarmente proficua in periodo di crescita urbana. Dicono che andasse spesso a passeggiare nel cimitero degli Innocenti,vicino alla sua casa,pensando che ad essi 'facesse piacere'. Sapeva che i morti che vi riposavano sarebbero tornati, quando la loro ora fosse giunta, in forme differenti per perfezionare se stessi e morire ancora. Fece realizzare un bassorilievo da collocarvi; era sempre stato attratto da quel luogo.Secondo molti, nei suoi simboli vi era il segreto della Pietra Filosofale.Per questo,dopo la sua morte,parecchi approfittatori cercarono con false identità di penetrare nella sua casa, asportarono suppellettili,bassorilievi, sondando da cima a fondo i luoghi dove aveva soggiornato.Perfino il cimitero! Pernelle morì nel 1397,lasciandolo solo e sconsolato.Flamel si trasferì allora nella casa di Rue de Montmorency Secondo alcuni, Flamel morì nel 1419,ad 89 anni di età;qualcun altro si spinge a 106 anni.Altri ancora,sulla scia della leggenda, affermano che non è mai morto,acquisendo il rango di Adepto Immortale.Nel corso dei secoli,lui e la moglie furono visti diverse volte! C'è anche chi sostiene che egli non sia altri che Fulcanelli. Il fatto che nelle loro tombe,come si racconta, non siano stati ritrovati i corpi, ha fatto aumentare la suggestione. La morte di Flamel e la sua tomba Per accedere al suo Testamento,in francese, clicca qui. Esso era inizialmente scritto in un codice crittografico formato di 96 lettere,decifrato nel 1758.Contiene indicazioni ermetiche per gli iniziati alla Scienza di Hermes. Flamel trascorse gli ultimi giorni della sua vita scrivendo libri di alchimia,interessandosi non di meno ai suoi affari e predisponendo la sua inumazione,che doveva avvenire in fondo alla navata di Saint Jacques la Boucherie,come infatti fu La chiesa venne in seguito abbattuta,durante la Rivuoluzione,restando solamente un recinto e fu usata come deposito di munizioni ; tutte le opere d'arte scomparvero,così la tomba di Flamel non fu salvata(era stata già depredata a suo tempo dai soliti avventori, credendo vi fossero contenuti mirabili segreti o tesori). Resta però la lapide (coperchio del sarcofago),trovata più tardi da un antiquario:veniva usata come tavola di taglio per un rappresentante di verdura! Pare sia'conservata al Museo de Cluny di Parigi. La scritta dice:"Feu Nicolas Flamel jadis écrivain a laissé à œuvre de cette église certaines rentes et maisons dont il avait fait acquisition et achetées à son vivant pour faire certains service divin et distributions d'argent chacun an par aumônes touchant les Quinze Vingt, l'Hôtel Dieu et autres églises et hospitaux de Paris. Soient priés ici les trépassés. "Fuoco(luminoso) Nicolas Flamel precedentemente scrivano ha lasciato ad opera di questa chiesa alcune entrate e case di cui aveva fatto acquisizione e comperate al suo diletto per fare certo servizio divino e distribuzioni di denaro ciascun anno per elemosine che toccano i quindici venti(?), l'hotel Dieu ed altre chiese ed ospedali di Parigi." Siano pregati qui i defunti". Poi
vi sono due righe sotto l'uomo disteso(che ha un cartiglio uscente dalla bocca)
che dicono a grandi linee che terra siamo e in essa ritorniamo. Queste
parole fanno capire come Flamel non avesse intenzione di eludere la
morte,considerata come transizione naturale. Flamel -entrato nel mito- fu 'visto'
varie volte durante le epoche.Un fatto quantomeno 'inspiegabile' è che nel XVII
secolo un archeologo(Paul Lucas) mandato dal re Luigi quattordicesimo in Oriente per
effettuare delle ricerche per conto della Francia,testimoniò in un libro, Voyage
dans la Turquie, pubblicato
nel
1719,di
aver avuto notizie di Flamel da un filosofo, appartenente ad un gruppo di Sette
Saggi, che periodicamente,ogni 20 anni, si trovavano in un luogo del mondo.In
quell'anno si riunivano nella località di Broussa, dove si trovava l'archeologo
in missione. Il saggio gli raccontò che loro possedevano la Pietra
Filosofale e di conseguenza l'Elisir di Lunga Vita, e che anche
Flamel ,in Occidente,la possedeva ed era uno dei Saggi. Paul Lucas restò di
sasso,apprendendo come quell'uomo potesse conoscere non solo Flamel ma la
maniera in cui avesse ricevuto il Libro di Abramo, prima di allora
ignorata.Il saggio rivelò che Flamel e Perenelle erano vivi e si trovavano in
India. Il Libro di Abramo Chi era Abramo,il protagonista del libro che aprì le porte a Flamel del Grande Segreto della Natura? Forse un personaggio realmente esistito, Abramo l'ebreo (1362-1460).Ma se assecondiamo questa ipotesi,i 'conti'non tornano: come può essere finito nelle mani di Flamel (nel 1357) prima che questo Abramo nascesse? La
biblioteca di Flamel e i suoi incartamenti preziosi passarono al nipote
Perrier,a cui era affezionato e che era interessato agli studi
alchemici. Di lui però non si seppe più nulla anche se si può ipotizzare che
l'eredità spirituale e il Sapere siano passati di generazione in
generazione,sotto un proverbiale silenzio ermetico fino a che un discendente di
Flamel, di nome Dubois, volle infrangere le 'regole'e si presentò
dinanzi al re Luigi XIII mostrando la propria abilità nel trasformare delle
palle di piombo in oro.Il Cardinale Richelieu,come un'aquila
assetata,sperò di potergli cavare il segreto ma Dubois non lo conosceva,essendo
incapace di decifrare il famoso libro di Abramo. Per cui Richelieu -vedendo che
da lui non si poteva ricavare niente-lo fece anche imprigionare a
Vincennes e,muovendo accuse forse fasulle o pretestuose,lo fece
giustiziare,confiscando in tal modo i suoi beni.Anche la casa di Flamel venne
confiscata e la soldataglia mandata da Richelieu la esplorò da cima a fondo.Non
venne risparmiata nemmeno la tomba dell'alchimista,che durante una notte venne
aperta e il sarcofago rotto. Fu a seguito di quest’incidente che si
diffuse la voce che il sarcofago era stato trovato vuoto e che non aveva mai
contenuto il corpo di Flamel. Qualcuno sostiene che l'intera vicenda del libro sia solo una metafora del percorso iniziatico sperimentato da Flamel.
Il
libro viene attribuito a Nicolas Flamel,anche se, come vedremo, alcuni studi lo
postdatano di duecento anni. In esso,
vengono spiegate, attraverso iconografie simboliche, le operazioni alchemiche.
Fulcanelli insegna che «l’allegoria del massacro degli innocenti, cara a Nicolas Flamel, sintetizza ed esprime la condensazione dello Spirito Universale, il quale forma, non appena si è materializzato, il famoso bagno degli astri, nel quale si devono bagnare il Sole e la Luna per cambiare natura e ringiovanire». L'allegoria
della 'strage degli innocenti' è presente in molti miti antichi. Bassorilievo offerto da Flamel per la chiesa degli Innocenti In anni recenti, Claude Gagnon nel suo " “Flamel sous investigation” (Editions le Loup de Gouthiers, Quebec, 1994) ha creduto di scoprire che ,in realtà il libro, ritenuto del XIV secolo,sia da postdatare al XVII. Il Libro delle figure geroglifiche, redatto da Arnauld de Cabalerie fu infatti scritto da Beroalde de Verville nel 1612(i nomi sono degli anagrammi imperfetti l'un l'altro). Questo
fatto è ulteriormente sostenuto da una nota curiosa di un
bibliotecario di S.Genevieve, del XVIII secolo, riguardante un tratto perso
chiamato “ Aventures d'Ali el Mosclan Inoltre,da studi comparativi effettuati tra le varie copie conservate nelle biblioteche,Kjell Lekeby ha trovato un testo latino del "Liber Figurarum Hieroglyphicarum Nicolai Flammelli", conservato nella biblioteca Massonica a Stoccolma, depositata là dal diciottesimo grado massonico, dall'insegnante privato reale e dall'autore di allegorie esoteriche Carl Gustaf Tessin, testo che presenterebbe delle parole di senso sconosciuto nelle altre riproduzioni originali consultate,per esempio quella reperita da Gagnon nella Biblioteca Apostolica Vaticana. Lekeby ha tradotto la versione latina, che è quasi identica alla versione francese, nello svedese, ed ha pubblicato la sua versione latina in facsimile nella piccola tipografia(casa editrice): Forlag G. Wendelholm, S-640 51 Stjarnhov ,Svezia.Lekeby ritiene che questa copia svedese sia da datarsi al XVII secolo e nella sua mente pensa che sia forse l'originale da cui Beroalde de Verville ha tradotto.Mentre quella studiata da Gagnon in Vaticano dovrebbe risalire al XVIII sec.. (Tali considerazioni e scambi di vedute sono consultabili,in inglese, nel sito http://www.levity.com/alchemy/a-archive_oct00.html Indipendentemente dal fatto che sia stato Flamel a scrivere quel libro oppure no,esso rimane un baluardo per tutti gli studiosi di alchimia e le sue tavole simboliche non sono inferiori a quelle presenti nel Mutus Liber. I Libri di Flamel in edizione commerciale(tradotte in italiano):
Opere in francese scaricabili da internet
e il testo
FRANCIA: BIBLIOTECA NAZIONALE di PARIGI 2078. Paris, Bibliothèque Nationale MS. Français 14799 [Supp. Fr. 2518] 2079. Paris, Bibliothèque Nationale MS. Français 14800 [Supp. Fr.] 2096. Paris, Bibliothèque Nationale MS. Français 19074 [Saint-Germain français 1645] 2097. Paris, Bibliothèque Nationale MS. Français 19075 [Saint-Germain, Résidu 48.] 2105. Paris, Bibliothèque Nationale MS. Français 19962 [Saint-Germain français 1637] 2106. Paris, Bibliothèque Nationale MS. Français 19963 [Saint-Germain français 1942] 2121. Paris, Bibliothèque Nationale MS. Français 19978 [Saint-Germain français 1960] 2134. Paris, Bibliothèque Nationale MS. Français 25320 [Oratoire 260] FRANCIA- BIBLIOTECA DELL'ARSENALE (Parigi) 2265. Paris, Bibliothèque de l'Arsenal
MS. 6577 (173 bis. S.A.F.) 2223. Paris, Bibliothèque de l'Arsenal
MS. 2518 (172 S.A.F.) 2264. Paris, Bibliothèque de l'Arsenal
MS. 3047 (153 S.A.F.) ALTRE BIBLIOTECHE
FRANCESI : 2426. Rouen MS. 1002 (I.67)
ITALIA- BIBLIOTECHE
VARIE
2653. Venezia, Biblioteca Marciana
MS. Italian IV. 187 [Gesuati 47. 5428.] CITTA' DEL VATICANO:BIBLIOTECA VATICANA Vatican Library Vedi in questo sito:
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