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Mer. 8/8/07
Il primo giorno è stato completamente occupato dal viaggio, anche
perché il volo da Roma partiva dall’aeroporto alle 17 del pomeriggio.
La base per i primi cinque giorni è stata la città di Bristol,
nel sud-est dell’Inghilterra. Il mio albergo si trovava proprio di
fronte alle rovine della chiesa templare, la Temple Church,
la cui originaria corte è oggi trasformata in giardino pubblico (“Temple
Gardens”), con le singolari tombe che s’innalzano qua e là, e su
cui la gente si siede, si sdraia, gioca a carte, ecc… Poi dicono che di
notte sia stato talvolta avvistato il fantasma di un Cavaliere Templare
arrabbiato: dico io, sarebbe stato pure giusto, visto come trattano
l’antico cimitero del Tempio! Io comunque, nelle mie visite serali alla
città vi sono passato accanto tante volte, sempre così buio, e
solitario, e spettrale nella nebbiolina arancione per i lampioni ai vapori
di sodio. Ma tornando al mio viaggio d’andata, mentre eravamo sul
sentiero di discesa, scrutando le campagne che scorrevano sotto l’aereo,
ho avvistato ben due crop-circles…
Ho visto solo quelli in realtà, ma non ero lì per loro. Bristol aveva
anche altre attrattive, ma per il momento non ne sapevo ancora nulla.
Gio.
9/8/07
Cercando
di incastrare orari e giorni di apertura di ogni sito che avevo
pianificato, era venuta fuori una scaletta che non potevo cambiare. E nel
primo giorno effettivo di vacanza, questa scaletta prevedeva una visita
alla mistica città di Glastonbury, l’antica Avalon delle
leggende.
Che
la visita mi sarebbe piaciuta l’ho capito subito appena sceso
dall’autobus: nella strada principale del paese numerose botteghe di
articoli magici e librerie esoteriche. Abiti da cerimonia druidica, sfere
di cristallo, incensi, bacchette da rabdomante, pendolini, tarocchi e
quant’altro riempivano le vetrine di tutti quei negozi uno dopo
l’altro, e non era certo paccottiglia per turisti, visti i materiali
spesso preziosi con cui erano realizzati. Volevo comprarmi un pendolino ma
appena ho visto i prezzi ho deciso che avrei potuto spendere molto meglio
le mie sterline.
Per
prima cosa mi sono trovato davanti la Chiesa di San Giovanni, che
sono entrato a visitare. In questa chiesa Giuseppe d’Arimatea la fa da
padrone, è quella in cui si trova quella splendida vetrata con la sua
figura, l’unica conosciuta a quanto pare (che a suo tempo misi nel mio
sito nella pagina dedicata al Santo Graal, ma non era mia…)
Ora
ero veramente in quei luoghi, e la cosa mi elettrizzava non poco. Secondo
la tradizione, Giuseppe era lo zio di Maria e da viaggiatore e
commerciante che era, aveva spesso viaggiato in quella parte
d’Inghilterra, una volta portandoci anche il giovane Gesù. Dopo la
crocifissione, raccolse il sangue di Gesù nella coppa che aveva
utilizzato nell’Ultima Cena, è portò la preziosa reliquia con sé qui,
a Glastonbury. Le leggende sono tutte là, palpabili quasi materialmente:
sedutosi a riposare su un colle, piantò il bastone a terra e cadde
addormentato. Al suo risveglio, il bastone aveva messo radici e ne era
nato un albero di “Spina Santa”, che si può ancora vedere nei pressi
dell’Abbazia di Glastonbury. L’albero poi è stato ripiantato
in altri punti-chiave della città. Uno è il giardino della Chiesa di S.
Giovanni. Quest’albero è particolare, è chiamato Spina Santa perché
fiorisce due volte all’anno, sotto Pasqua e sotto Natale, perciò
associato a Gesù. Ogni anno a Natale l’abate di Glastonbury raccoglie
un mazzo di fiori di Spina Santa da questo albero per inviarlo alla
Regina.
Foto
1 -
L'Abbazia di Glastonbury
Logico
che, subito dopo, mi recassi nell’Abbazia di Glastonbury, le cui
rovine oggi spiccano icongraficamente in qualunque sito si parli di Re
Artù. Qui, tra l’altro, venne ritrovato dai monaci il sepolcro
originario del Re, con un cartiglio che attestava che quella era
l’antica terra di Avalon. Il posto è incantevole, le
rovine quasi mistiche. Ho passato lungo tempo tra quelle pietre, cercando
di avvertirne le sottili vibrazioni che certamente emanavano: in fondo, mi
trovavo in uno dei più antichi siti cristiani bretoni, che a sua volta
chissà quanti altri culti aveva precedentemente ospitato.
Foto
2 -
Veduta del Glastonbury Tor
Foto
3 - La
Torre sul Tor
Dieci
minuti di viaggio in corriera, e sono stato abbandonato ai piedi della
magica collinetta conosciuta come Glastonbury Tor, il
vero pezzo forte della giornata, quello che attendevo maggiormente. Fin
dai tempi più antichi il Tor era un luogo sacro, si
diceva fosse la dimora di Gwin Ap Nudd, il Re delle Fate
e del Mondo Sotterraneo. Poi divenne luogo di culto dei Celti,
e dei Druidi, che vi eressero una torre sulla cima. La collina si
erge solitaria in una zona per lo più pianeggiante, e già questa è
un’anomalia. Si trova nel punto d’incrocio di due principali ley
lines, una maschile, detta di “San Michele”, ed una femminile,
detta di “Santa Maria”. Questi nomi derivano dall’osservazione che
fin dal medioevo, la maggior parte delle chiese ed edifici religiosi che
sorgono su queste linee erano intitolate alle figure menzionate; quella di
S. Michele, in particolare, finiva al mare nella penisola di Cornovaglia,
raggiungendo St. Michael’s Mount, isolotto accessibile solo
durante la bassa marea attraverso una stretta lingua di sabbia, che fa
coppia con quello analogo che si trova in Francia, Mount St. Michel.
Un
antico sentiero avvolge il Tor che così appare come terrazzato. Visto
dall’alto, la forma del sentiero ricorda quella del famoso labirinto che
è stato ritrovato in tutto il mondo legato a culture ed epoche
differenti. Percorrerlo tutto richiede circa 4 ore, ma oggi non è neanche
consigliato, anche perché i processi di erosione lo stanno pian piano
livellando. È stato invece realizzato un passaggio in cemento che, piano
piano, permette di arrivare alla cima. I primi Cristiani che arrivarono
sul Tor distrussero l’antica torre simbolo di credenze pagane,
sostituendola con una chiesa. Ben presto questa crollò, e nel XIII
sec. ne eressero una più grande, un’abbazia dedicata a S.
Michele Arcangelo. Anche questa, però, ben presto inspiegabilmente
crollò, e ne rimase solo il campanile, oggi torre solitaria, che svetta
sulla cima.
Si
dice che il Tor stesso abbia fatto di tutto per mantenere il suo stato
originale, cioè un colle con una torre sopra. Giunto sulla cima, forse
anche per la suggestione, mi sentivo una favola. Per niente stanco
nonostante la faticosa arrampicata, niente fame, niente sete, spariti
anche i fastidi allo stomaco che avevo prima di salire. Un venticello
armonioso, una pace irreale. Alcune persone vestite in modo eccentrico
danzavano nel vento con le cuffiette nelle orecchie facendo roteare strani
aquiloni o girandole. Era il loro modo di comunicare con la Natura.
Il mio è stato sedermi sul prato, a contatto con la terra, immerso nel
vento che non mi dava freddo, con la mente libera ed il pensiero rivolto
solo al Tor ed alla sua magia. Si dice che alcune persone abbiano
incontrato le fate, lassù, o fantasmi dal passato. Si narra di persone
che sono tornate da visite solitarie al Tor in stato confusionale, oppure
sono state viste tornare dopo decine di anni, quando per loro erano
passati appena dieci minuti. Non mi dilungo poi sulle leggende attorno
alle apparizioni di UFO ed ai rapimenti alieni su quel
colle: internet è pieno di letteratura sui misteri del Tor, quindi
non ne parlo! Io non ho visto niente di tutto ciò, ma sono stato
benissimo.
Foto
4 - Il
Chalice Well
Trascorso
lassù un tempo adeguato, sono tornato giù per la parte opposta,
raggiungendo in breve l’ultima tappa del mio itinerario, i “Chalice
Gardens”, dove si trova il famoso “Chalice Well”,
il pozzo in cui, si dice, sgorga la sorgente nata dopo che Giuseppe d’Arimatea
vi aveva nascosto il Graal. L’acqua sorgiva ha un colore rossastro
(associato al sangue di Cristo) per l’alto contenuto di minerali
ferrosi, ed in certi periodi dell’anno il rumore del fiotto che sgorga
ricorda quello di un cuore che batte. Ne ho bevuta, come tutti, e vediamo
se ora mi darà davvero l’eterna giovinezza! I Giardini sono un posto di
assoluta meditazione. Ai visitatori è richiesto di mantenere il più
stretto silenzio, ed anche questo è stato meraviglioso. Quante volte
avevo visto il pozzo, ed il suo coperchio di quercia su cui spicca vistosa
la “viscica piscis”, in televisione? Ma dal vivo, a pochi
centimetri di distanza, è davvero emozionante…
C’era
un’altra chiesa interessante da visitare a Glastonbury, ma essendo
ancora relativamente presto, ho deciso di riprendere subito l’autobus
del ritorno e di fermarmi a metà strada a Wells, per visitarne la
famosa Cattedrale. Le cattedrali medievali inglesi hanno tutte più
o meno lo stesso stile, romanico-gotico, con ampie vetrate colorate, e
ricche decorazioni all’interno, con il coro ligneo al centro della
navata principale. Sono belle, ma se le fanno pagare bene (dalle 5 alle
10 sterline, ovvero 8-15 euro) e raramente si ha il
permesso di fotografare. Qui, a Wells, il permesso era concesso a patto di
acquistare i diritti fotografici (3 £). L’ho fatto, ed ho foto
molto belle, ma nessun simbolismo di spicco, se non una scacchiera sui
sedili in pietra della sala capitolare ed una serie di sigilli di Salomone
graffiti lungo tutto un lato del muretto del chiostro (autentici?).
Ero
solo al primo giorno di visite, e già mi ritenevo soddisfatto.
Ven. 10/8/07
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5 -
Gloucester Cathedral
Il
giorno dopo, secondo la scaletta, mi dovevo trovare a Gloucester,
per una visita alla sua Cattedrale, dove sapevo si doveva trovare,
da qualche parte, una Triplice
Cinta. Ho trovato molto più di quanto sperassi. Il chiostro di
Gloucester (che gli inglesi pronunciano solo “Gloster”, e per questo
mi sono trovato in difficoltà col bigliettaio e con gli altoparlanti dei
treni…) è uno dei più belli d’Inghilterra, tutto invetriato. I pochi
altri turisti del giorno mi avranno preso per pazzo: appena messo piede
nel chiostro, infatti, non mi sono messo subito ad ammirare le vetrate
come tutti, ma mi hanno visto a testa bassa scrutare i sedili che corrono
tutto attorno. Ero un po’ avvilito, però, perché di T.C. non ne
avevo avvistate. Eppure nei miei appunti ce l’avevo! Mi sono seduto, ho
controllato il fascicolo che avevo stampato. Sì, non c’erano dubbi,
doveva trovarsi lì. Mi sono alzato, mi sono girato per riprendere lo
zaino… e la TC era lì, proprio sotto al sedere… Mi ci ero seduto
sopra! Insieme a tanti altri schemi di gioco (simboli del Centro Sacro ed
altri derivati). Sì, qui sembravano proprio messi lì per giocare, ma se
avessero avuto anche una duplice valenza?
Foto
6
– Una delle TC nel chiostro
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7
- Nodo di Salomone tra le vetrate
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Finalmente
anch’io, al terzo o quarto giro del chiostro, mi sono messo a scrutare
le vetrate (sì perché due giri sono per i sedili ed i muretti,
uno per le chiavi di volta e le colonnine, poi ce n’è uno per le
vetrate ed un ultimo per i frammenti e le lapidi appese alle pareti
interne…). Molto interessanti, con soggetti simbolici e simboli stessi,
come due splendidi Nodi di Salomone finemente
istoriati in vetro colorato. Ne ho fotografati molti. Nell’ultimo giro,
guardando le pareti, mi salta all’occhio una lapide che mai avrei
immaginato di trovare là. Una commemorazione ai caduti della Prima
Guerra Mondiale, ma tutti esponenti della Massoneria.
Con tanto di squadra, compasso ed altri simboli correlati. Ah, però!
Caso strano, a breve distanza dalla TC! Mi giro, e vado a vedere le
vetrate che si trovavano proprio di fronte a quella lapide (tra l’altro
curiosamente le vetrate istoriate, così come le T.C. e gli altri
schemi di gioco, si trovano solo in quel lato del chiostro). e
scopro che le vetrate riportano 'emblemi simbolici' (firme dei
costruttori?) uguali a quelle che l'amica Marisa Uberti (webmaster di
questo sito, n.d.r.) ha trovato alla Sainte-Baume
nel sud della Francia.
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8 -
Lapide massonica nel chiostro
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9 - Un
esempio di firme massoniche su vetrate (lato inferiore dx e sx)
Molte
maestranze massoniche, ho scoperto poi, hanno lavorato alla cattedrale,
specialmente negli ultimi tempi. Un recente lavoro di copertura di un
angolo esterno del chiostro, con archetti e pinnacoli, è stato affidato a
maestri massoni, con libertà di scelta dei temi. Ed ecco perché quei
pinnacoli mi erano sembrati tanto strani, e già prima di sapere che erano
simboli massonici, li avevo fotografati uno ad uno tanto erano strani.
C’era ancora una cosa da vedere nella Cattedrale di Gloucester, e che
ancora non avevo trovato. Una pletora di Green
Men
nascosti nei punti più strani, e piccole firme segrete in forma di
figure strane nascoste tra le decorazioni. Ma dove si trovavano?
Impossibile vederle, secondo me, senza una guida adeguata. Per questo,
recatomi nel negozio interno della cattedrale ho comprato prima un
volumetto sul Green Man come simbolo, molto interessante. Poi una
mappa delle stranezze della cattedrale, con la quale ho ripercorso daccapo
tutto il tragitto fatto nella mattinata, e non solo il chiostro. Ne ho
trovati e fotografati tutti quelli che potevo (nel frattempo era
cominciata la messa ed alcune aree erano state chiuse alle visite). Prima
di andare via, definitivamente, dal chiostro, sono andato al confine della
zona chiusa (un lato del chiostro era interdetto ai visitatori perché
riservato agli artisti del “Three Choir Festival”, che quest’anno
era ospitato a Gloucester) per vedere se avvistavo qualcosa dalla
ringhiera. E proprio là, sulla divisione, ho scoperto un’altra T.C.
… Naturalmente questo è solo un 'riassuntino' di quanto ho potuto
ammirare nella suddetta cattedrale.
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10
- Sepolcro in St. Mary
Redcliffe
Essendo
ancora presto,
sono tornato a Bristol, andando a visitare una delle due più
importanti chiese medievali, St. Mary Redcliffe, la più
vicina alla stazione. Tanti simboli anche qui, da altri Geen Man fino
ad uno strano sepolcro di un abate sul cui fianco apparivano degli strani
“quatre-de-chiffre” che poco avevano di religioso…
Sab. 11/8/07
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11
– St.
Mary’s Church in Templecombe
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12
– Il dipinto templare
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Templecombe
è una di quelle mete che ho pianificato ed aggiunto l’ultimo giorno,
prima di partire, quando ormai era sicuro che sarei andato da solo. Perché
non è una cosa da turisti, ma una chicca per soli appassionati
di misteri templari. È un paese piccolino, di quelli di provincia,
con quattro case, una chiesa e già è tanto che disponga di una
fermata della ferrovia. La piccola Chiesa di S. Maria (St. Mary’s
Church) fu costruita dai Templari,
ed oggi è ancora chiesa parrocchiale del paese. Non è però normalmente
aperta al pubblico, ma una chiave è disponibile nel negozietto poco
distante. E questo è stato proprio il bello: ottenuta la chiave, una
vecchia ed imponente chiave in ferro battuto come non se ne vedono più,
sono entrato nel giardinetto-cimitero solitario (era mattina presto), ho
sbloccato la serratura, aperto i pesanti battenti in legno, ed acceso le
luci della chiesa. Ero solo, ed avevo una chiesa templare tutta per me…!
Alla
fine del secolo scorso, in una delle case circostanti, precedentemente
proprietà dell’abate del Tempio, una serva scoprì dietro un
pannello segreto sotto la tettoia, un dipinto su legno raffigurante
un volto di uomo (Gesù) molto rassomigliante a quello sulla Sacra
Sindone. La datazione al radiocarbonio non ha dato dubbi: XIII
sec., quindi Templare. I Templari hanno posseduto la Sindone? Questo
già si sapeva, ma questo ritrovamento lo conferma. Era questa la famosa
“testa” che essi professarono di adorare, il Baphomet? E,
soprattutto, perché tenerla nascosta? Perché il Volto raffigurato nel
dipinto non ha l’aureola, come doveva essere nei canoni
rappresentativi dell’epoca? Resta un alone di mistero:perchè
nasconderla sotto le assi del tetto, invece che esporla tranquillamente?
Il dipinto oggi è visibile nella chiesa, e l’ho studiato e fotografato
per bene. Ci sono una serie di articoli disponibili pagando una piccola
offerta, che spiegano a fondo la vicenda del dipinto e la storia della
chiesa. Non mi dilungo perciò oltre, perchè inserirò la storia
approfondita sul mio sito a tempo debito (il sito dell'Autore,citato
a fondo pagina, n.d.r.)). Aggiungo solo che, prima di andare via, ho
sollevato un tappeto per caso, scoprendo l’ingresso di una cripta
sotterranea chiusa da una grata. La grata era bloccata
e non ho potuto verificare ulteriori particolari.
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13
– Salisbury
Cathedral
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14
– La TC nel chiostro
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Nel
pomeriggio, invece, sono stato a Salisbury, per visitare la Cattedrale,
la più grande d’Inghilterra, che vanta numerosi altri primati. Molto
bella, ma a me ha interessato soprattutto per il chiostro, dove sapevo
esserci altre T.C. Un’attenta ricerca, e ne ho trovate ben
tre, con altri schemi di gioco tra cui uno mai visto, di forma
rombica. Scrutando tra le lapidi alle pareti, ecco anche qui spuntarne una
molto strana con dei simboli più esoterici che religiosi. Era dedicata ad
un maestro definito “mason of the cathedral”. “Mason”, in
inglese, significa muratore, ma anche massone. Massoneria anche qui? Non
c’erano altri segni, squadre, compassi come a Gloucester. Ma ho notato
una curiosa anomalia. Tutti gli archetti del chiostro culminavano in un
piccolo rosone la cui forma centrale era un esagono, tranne uno, quello
sopra la suddetta lapide, che era pentagonale. Un caso?
Prima
di andare via sono andato ad interpellare una delle guide per chiederle
dove potessi trovare dei Green Men, e me ne ha indicato qualcuno,
insieme ad altre strane faccette nascoste alla base di un gruppo di
colonne, e solo quelle, delle centinaia presenti nella chiesa. In tutte le
mie visite ho cercato sempre di vedere se qualcuna delle colonne fosse annodata,
ma non ne ho viste (l'Autore conosce la passione del webmaster di
questo sito per le colonne ofitiche e
sa del suo censimento in atto da anni, n.d.r.) . Eppure sono convinto
che se vi fossero state non le avrei viste, perché ho imparato ed ho
scoperto che probabilmente ognuno trova quello che cerca di più…
Dom.
12/8/07
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15 -
Il circolo di pietre di Stonehenge
L’ultimo giorno
nel sud l’ho dedicato ad una meta classica ma non meno importante: Stonehenge.
Non vi dico che impresa raggiungerla, perché la domenica viaggiare sui
mezzi pubblici in Inghilterra, soprattutto sui treni, è un’impresa.
E poi non vi dico in che condizioni e quanto tempo ci ho messo per
giungere là...Ma comunque sono riuscito nel mio intento.
Bellissimo,
credo che non ci sia neanche bisogno di descriverlo. Però c’era tanta
gente, ed il posto è molto turistico. Niente a che vedere con la
magia di Glastonbury. Audioguide, le foto classiche, impossibilità di
raggiungere l’interno delle pietre (anche giusto, visto i precedenti
atti di vandalismo). E negozietti con magliette, tazze, portapenne e
quant’altro. La maglietta, però, era molto bella, e non ho resistito…
Tornato
a Salisbury, avevo del tempo per finire di girare il paese e per
tornare alla Cattedrale, dove mi sono deciso a comprare un esemplare di Green
Man in pietra da appendere al muro, per mia madre che, grazie a me,
comincia ad apprezzare questi simbolismi e vorrebbe un SATOR
da appendere al muro del balcone… Glielo prenderò, ma il
Green Man è di sicuro molto più bello e quanto a misteri, come ho letto
nel libello che ho comprato, ne ha da vendere…
Lun. 13/8/07
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16 -
Interno della Temple Church di Bristol
Rinunciando alla
Cattedrale di Bristol per salvare tempo per la visita di Londra,
dopo un ultimo sguardo e foto dalle finestre della “Temple Church”,
che ho trovato sempre chiusa, sono ripartito per Londra,
dove avrei trascorso gli ultimi quattro giorni di vacanza.
Che
l’atmosfera, nella capitale, fosse tutt’altra l’ho capito subito, e
non solo per le nuvole grigie che minacciavano pioggia dal primo momento
in cui sono arrivato. Una volta sistemato il bagaglio in albergo, invece
di tuffarmi nella Londra classica, sono partito subito per il
cuore della City, ex Quartiere del Tempio, ed oggi centro occulto
di potere, della finanza, della Giustizia e dell’esoterismo. Le cose
principali si trovano tutte qui, compresa la Freemason’s Hall.
Simbolismo occulto ovunque nella città, nei fregi dei palazzi, sulle
porte, come aveva fatto notare David Icke in un lungo ed
interessante filmato che si può trovare in rete doppiato in italiano, sui
vari Video Google o You Tube. Appena uscito dalla
metropolitana, su un lampione, un piccolo adesivo con l’Occhio-che-tutto-vede,
simbolo degli Illuminati, e la scritta “OBEY”, cioè “Obbedisci”.
Si tratta di persuasione subliminale occulta, quella della peggiore razza.
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17
– Ingresso della Temple Church
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18
– La statua dei Cavalieri Templari
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Io
sono sceso nella zona detta Blackfriars, dove nel
medioevo imperavano i frati domenicani dalla tetra casacca nera
(donde il nome). Immortalato il famoso ponte ferroviario, legato agli
intrighi mai scoperti del caso Calvi, mi sono diretto a piedi verso la Temple
Church, dove spicca su una colonna la statua dei due cavalieri
su un solo cavallo, rappresentazione tridimensionale del sigillo. A causa
di lavori di restauro, in agosto la chiesa sarebbe stata sempre chiusa, a
parte tre domeniche, ma non era il mio caso. Ho dovuto rinunciare, a
malincuore, alla visita dell’interno, dove i famosi nove sepolcri
sarebbero stati molto interessanti, e limitarmi a qualche blando
simbolismo sul portale d’ingresso.
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19
– Westminster
Abbey
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20
– Il Cleopatra’s Needle
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La
meta successiva è stata Westminster Abbey, che però
mi ha deluso, per vari motivi: 1) l’altissimo prezzo del biglietto
d’ingresso (10 £ = 15 €); 2) la visita rapida, caotica, intasata di
gente e a percorso forzato degli interni, con divieto assoluto di scattare
fotografie; 3) l’assenza della T.C., che pure in più punti, su Internet,
avevo letto esserci. Ma ho fatto e rifatto il giro del chiostro decine di
volte, chiesto a preti, baristi ed a tutte le guide possibili che ho
incontrato. Niente da fare. Però, un lato del chiostro era inaccessibile
per non so quale motivo. Un altro era occupato dal bar, e c’era tanta
gente seduta sui sedili in pietra che non potevo far alzare. Passando e
ripassando tante volte ho cercato di approfittare per vedere ogni angolino
che si liberava. Un sacerdote mi aveva detto che forse ne aveva visto uno
in un lato preciso, ma l’ho scrutato col lanternino senza
trovarlo. Solo in un punto c’erano dei cartelli esplicativi incollati
sul sedile, che non sono riuscito a scollare (ed avrei rischiato pure una
bella ramanzina!). Si vedeva qualcosa sotto, ma chissà se era la mia T.C.!
Pazienza, cosa potevo fare? Ho trovato solo tanto simbolismo
occulto all’interno,che poco aveva a che fare con la chiesa, ma qui,
nella City, si sa, è così. Poi la Chiesa è protestante,
ed il Capo è la Regina, quindi che cosa mi potevo aspettare di trovare?
L’architetto, quel tale Wren, doveva essere sicuramente un
massone. Uno dei suoi famosi monumenti londinesi, chiamato, appunto, “The
Monument”, che ho visto il penultimo giorno, ricordava il Grande
Incendio del 1666. Ebbene, non era altro che una lunga colonna con
una fiamma sopra, uno dei tanti simboli tipici dei Massoni e degli
Illuminati.
Da
camminatore instancabile (a Londra camminavo per circa 12 ore al giorno,
senza mai riposare, pranzando a panini, per avere il tempo di vedere più
cose possibili), nello stesso giorno ho visto anche l’obelisco egizio
(il Cleopatra’s Needle), Piccadilly Circus,
Trafalgar Square, il Trocadero, Chinatown, l’elegante quartiere
di Soho e, per concludere, i famosi Magazzini Harrods,
soprattutto per vedere il mausoleo di Dodi e Diana nella Egyptian
Hall del piano interrato, di cui mi ero occupato nel mio vecchio
sito di teorie di complotto, dove spicca la piramide nera dalla
punta illuminata (altro simbolo degli Illuminati?). Cena in un tipico pub
inglese a Covent Garden.
Mar. 14/8/07
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– Pentacolo nero in St. Paul’s Cathedral
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22
– Nodo di Salomone nella cripta
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Un’altra lunga giornata di giri: dapprima la Cattedrale di St.
Paul, la cui immensa cupola è seconda solo a quella di S.
Pietro a Roma. Anche qui un prezzo esorbitante per l’ingresso (però
scontato con un buono sconto arraffato tra i volantini dell’albergo) e
divieto assoluto di fotografie. Mi sono deciso a farmi i 454 scalini
fino al punto più alto della cupola, dove si godeva la panoramica
di tutta Londra. Sceso giù, ho trasgredito due volte, di nascosto, al
divieto di fare foto. Una volta per il pavimento dell’abside,
dove il ricordo delle vittime americane ed inglesi della Grande Guerra era
immortalato da due sinistri pentacoli neri rovesciati, suggestivi in
quell’ambiente (solo) apparentemente religioso (opera di Wren
anche qui). La seconda volta nella cripta, nella stanza del sepolcro
dell’ammiraglio Nelson, sulla cui decorazione pavimentale figuravano
dei bei Nodi di Salomone a mosaico (XIX
sec.).
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23
– St.
Augustine’s Tower
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24
– La Freemason’s Hall
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La tappa successiva, difficile da raggiungere, è un’altra di quelle
cose per soli “addetti ai lavori”, la St. Augustine’s Tower,
appartenente ad una precedente chiesa templare di cui oggi
rimangono solo le fondamenta. Chiusa alle visite, purtroppo, come ogni
maledetta cosa templare in questa città!
Tappa
successiva, la chiesa normanna di S. Bartolomeo il Grande,
molto più bella delle grandi cattedrali viste prima, dai costi
d’ingresso contenuti e libertà di foto. A seguire, la chicca della
vacanza, la Freemason’s Hall, con le decoratissime sale
interne, traboccanti di simbolismo esoterico, e la Grande
Sala del Tempio, con pavimento a scacchi bianchi e neri, che non
dimenticherò più. Che strano effetto entrare nel più grande ed
importante tempio massonico d’Inghilterra, fino a poco tempo fa
gelosamente chiuso ed accessibile solo agli adepti! Ci sono 5 visite
guidate al giorno, dal lunedì al venerdì, accompagnati da un “fratello
muratore” che illustra i simbolismi principali. Per entrare occorre una
registrazione meticolosa dei propri dati. Noi eravamo un gruppetto di 5-6
persone di tutte le età, uomini e donne. Nessuno ha chiesto di poter fare
foto, e così nemmeno io. D’altronde nel museo era proibito, e
probabilmente anche nel Tempio.
Foto
25
- Sherlock Holmes'
Museum
Ho
concluso la giornata con un salto a Baker Street, e la
visita al Museo di Sherlock Holmes, nel famoso
appartamento al numero 221/b. Non potevo mancare, da appassionato
ed autore di racconti apocrifi sul grande detective. Dopo un’ultima
salutare passeggiata sotto la pioggerella in Hyde Park, sono
andato a cenare in un altro tipico ristorante inglese a Covent
Garden e poi sono tornato in albergo. Nella giornata odierna ha
piovuto spesso, ma sono partito premunito di largo ombrello e K-Way.
Mer.
15/8/07
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26 -
Il Tower Bridge
Ferragosto solo
in Italia, ma giorno feriale come tutti gli altri in Inghilterra, dove
l’Assunzione di Maria non si festeggia. Terzo ed ultimo giorno
intero a Londra, è stato dedicato in mattinata alla visita del Tower
Bridge. Questa visita, ancora devo capirne il perché, mi ha
affascinato in modo particolare. Forse le torri vittoriane, il modo
in cui è stato costruito, o il periodo; forse le grandi caldaie che
alimentavano i motori a vapore che permettevano il sollevamento del ponte,
tecnologie all’avanguardia per l’epoca (1894)… Fatto sta che
là dentro, mentre visitavo, mi è venuta una grande idea per completare
alla grande un romanzo su Sherlock Holmes che sto scrivendo da tempo, e
che forse cercherò di pubblicare, se mi verrà una cosa decente… Sì,
questo viaggio a Londra mi ha fatto decisamente bene, perché avendo
osservato di persona tanti posti, posso scrivere con cognizione di causa e
non solo usando la fantasia ed i ricordi dei racconti originali…
Nella
stessa mattinata ho visitato la Cattedrale di Southwark, ma
dopo aver riscontrato le stesse identiche caratteristiche di altre
cattedrali inglesi, mi sono ripromesso che sarebbe stata l’ultima.
Foto
27 -
Il Teschio di Cristallo
Foto
28 -
Moai dell'Isola di Pasqua
Infatti
il pomeriggio intero l’ho dedicato ai musei. Il British Museum,
in primis, dove ho concentrato in due ore di visita le cose principali,
che ho immortalato in foto: il famoso teschio di cristallo azteco,
il Moai dell’Isola di Pasqua, i reperti Maya, l’antico
Egitto con le mummie, le statue, gli obelischi, i sarcofagi e la Stele di
Rosetta. Un po’ più di fretta la sala dei reperti greci e
romani, ma ho visto dal vivo la statua di Mithra la cui foto
presa da Internet avevo inserito nel mio articolo sulla Chiesa di San
Clemente e l’annesso mitreo a Roma. Adesso ci metterò la mia…
Infine una rapida visita alla sala delle religioni per
vedere gli specchi magici di John Dee e le sue tavole
magiche per l’evocazione degli spiriti.
Foto
29
– Gli specchi magici di John Dee
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Foto
30
– Pietre per le evocazioni angeliche
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Dopo,
un’approfondita visita anche al Museo di Storia Naturale,
dove nelle sale è esposta ogni sorta di fauna animale: la spettacolare sala
dei dinosauri, giganti ricostruiti con le ossa fossili.
Rapidamente ho visto anche le altre sale: rettili, pesci, crostacei,
insetti, mammiferi, uomini primitivi (tra cui lo scheletro di “Lucy”)
e perfino una sala enorme dedicata ai minerali, con tutti i tipi
conosciuti in esposizione, ed ai meteoriti. Poi sono arrivato
all’ora di chiusura, e sono scappato per vedere se riuscivo a beccare
l’ultimo ingresso anche al museo vicino, quello delle Scienze, ma
invano.
Foto
31
– Fossili di Ittiosauri
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32
– Fossili di dinosauri
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Dopo un’infruttuosa visita ai Kensington Gardens, sono
andato via, perché si era messo a piovere insistentemente Degna
conclusione di serata (e di vacanza) con una cena allo “Sherlock
Holmes’ Pub” di Charing Cross, ripieno di memorabilia
legati al detective ed alle sue storie, con manifesti e foto originali dal
set dei films dedicati al detective, e la ricostruzione fedele del suo
studio in un’ala del ristorante. Menu strettamente a tema, e neanche
costoso, per giunta. Lauta cena e poi ritorno in albergo sotto la pioggia
più torrenziale che avessi mai incontrato.
Foto
33 -
La White Tower interna alla Torre di Londra
Avevo ancora
mezza giornata libera, perciò ho speso le ultime 16 sterline che mi
rimanevano in tasca per l’ingresso alla Torre di Londra, dove ho
ammirato i gioielli della Corona, armi ed armature medievali,
cannoni e mortai, il palazzo medievale e le torri in cui vennero rinchiusi
molti prigionieri, alcuni illustri, che hanno lasciato molti graffiti a
testimonianza. Uno di questi -un
vescovo o un nobile accusato di stregoneria -aveva tracciato una complessa
ruota magica,
Foto
34 -
Ruota magica graffita nella Torre di Londra
Nelle sale
interattive ho indossato i guanti placcati in ferro dell’epoca e
provato a maneggiare le pesanti spade medievali; beh, a dispetto di molti,
l’ho fatto con molta agevolezza, quasi fossi stato abituato… ma era la
prima volta, almeno in questa vita, ehm…
Tornato
in albergo ho ripreso la pesante valigia e sono andato via. Tutto il
pomeriggio è trascorso nel viaggio verso l’aeroporto e la lunga attesa
del volo del ritorno, sempre alle 17:00.
Conclusioni
In
otto giorni ho concentrato, penso, più di chiunque altro abbia potuto
fare in una vacanza simile. Sono ancora stanco di quelle galoppate furiose,
ma ampiamente soddisfatto. Questo lungo resoconto, che spero non abbia
annoiato troppo, auspico possa stimolare coloro che vogliono fare un tour
nell' Inghilterra 'insolita' (io l'ho organizzato da solo e l'
ho...realizzato!) a provare. A me questi 'appunti di viaggio' servono come
punto di partenza per stendere articoli più approfonditi che
pubblicherò nel mio sito web. Perché qui, naturalmente, ho detto solo le
cose principali…
(Giulio
Coluzzi, 21 agosto 2007)
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