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| L'ABBAZIA DI CHIARAVALLE MILANESE (a cura di Marisa Uberti)
Abbiamo pensato di lasciare alla fine del testo tutta la galleria fotografica che abbiamo realizzato per questa pagina, perchè il lettore gusti pienamente, e senza l'intermezzo delle parole, ogni fotografia e possa immaginare di ripercorrere 'virtualmente' i nostri 'due passi' (o i propri passi, naturalmente!). Non è questa la pretesa di essere una guida artistica all'Abbazia ma semplicemente una guida ai dettagli più curiosi,ai simboli che accompagnano da sempre lo spirito di questo portale. Un po' di storia... Il complesso monastico cistercense di Chiaravalle Milanese -Sanctae Mariae Claraevallis Mediolanensis- (poichè esiste anche Chiaravalle alla Colomba ad Alseno (PC) ;di Fiastra -MC-;di Castagnola-AN-) segue di un solo anno la fondazione di Morimondo(1134).Fondazione intesa non come cronologia corrispondente all'edificazione delle chiese! E' una delle più precoci abbazie volute dal Santo Bernardo in territorio lombardo, a cui seguirono: Cerreto(1136); Acquafredda(CO)1142; Barona (PV)1189; Acqualonga(PV)1204; Cavatigozzi(CR)1230; S.Stefano al Corno(MI)1231; Capolago(MI),1236. Si deve anche aggiungere una piccola comunità cistercense che aveva una propria parte monastica nell'importantissimo complesso di Sant'Ambrogio,a Milano. Come abbiamo visto relativamente a Morimondo, il 'sistema cistercense' era organizzato in maniera del tutto efficiente, che era di base riconducibile alle filiazioni. Dalle quattro case-madri,si moltiplicarono a vista d'occhio una serie innumerevole di abbazie-figlie,sparse in tutta Europa e oltre.
L'Abbazia,la cui dedicazione completa è
Santa Maria di Rovegnano, segue lo schema planimetrico tipico delle Abbazie
Cistercensi (cui si dedicherà un'ampia trattazione del significato
architettonico, numerologico e simbolico in una sezione apposita). Pianta a
croce latina per la chiesa, transetto destro e sinistro, abside piatta a tre
cappelle absidali per ogni braccio.Tre sono le navate, con copertura a volte a
crociera, costolonate. La navata centrale ha delle campate che sono in rapporto
di 1 a 2 con quelle delle navate laterali .In origine si doveva vedere tutta una
costruzione in mattoni rossi, in cotto, progressivamente ricoperta da affreschi
(dal XIV secolo in avanti). Questo fa capire come -con la scomparsa di Bernardo-
i monaci non sentissero più la necessità di fare a meno delle immagini, cosa
che invece lui riteneva distraenti. Questo è comune un po' ovunque,dove è raro
trovare ancora oggi la severa integrità alla primitiva costruzione.
Perchè nasce l'Abbazia a Chiaravalle? La regola ispirata da San Bernardo aveva superato ormai i confini francesi e si era diffusa un po' ovunque,anche a Milano.Parecchi milanesi (probabilmente incitati dall'abate cistercense Brunone) lo avevano contattato affinchè venisse in loco e vi fondasse un monastero, desiderosi di intraprendere una vita all'interno di esso, basata sulla sua Regola.Pare che Bernardo venisse in Milano il 22 luglio 1135 e qui fondasse l'Abbazia, nel senso che diede il proprio parere sul luogo e il suo benestare. Difficile capire quale sia la parte veramente originaria,oggi; lavori più antichi -forse prima del 1138- si ritiene abbiano avuto il via a partire dal capocroce (parte inferiore dell'incrocio tra navata e transetto,dal basso fino alla volta delle cappelle absidali) e venne consacrata nel 1221. Solo nel 1412 è portata a termine la sagrestia e la cappella intitolata al Santo fondatore, Bernardo appunto.Nei secoli seguenti si procede ad arricchirla di opere d'arte, affreschi, fino a che nel 1799 diventa Parrocchia ( le soppressioni Napoleoniche risparmiavano solo le chiese che erano parrocchie...),ma nel 1800 cominciò la sua demolizione Perchè? Negli anni tra il 1860-61 si deve far passare la linea ferroviaria Milano-Pavia-Genova e una buona parte dei locali conventuali viene abbattuta e anche il chiostro grande.Ciò che resta, divenne anche alloggio di privati, che l'Ufficio per la Conservazione dei monumenti riscattò verso la fine del XIX secolo. I Cistercensi, che nel frattempo si erano ormai allontanati, rientrano nel 1952 nel Monastero e diedero corso al grande restauro e alla ricostruzione del chiostro, che proseguirono per lunghi anni(attualmente è impalcata la zona presbiteriale). Similitudini Visitandola,si noteranno delle similitudini con altre costruzioni cistercensi,alle quali è indissolubilmente legata, facendo supporre che i costruttori stessi appartenessero alla medesima 'cerchia'. Questo è molto interessante, poichè si deve considerare come un'architettura 'a sè stante' quella Cistercense. Ma dove avevano appreso,i Monaci,l'Arte Edile?
Le colonne annodate Non frutto del caso la presenza delle colonne annodate,per esempio,nel chiostro,qui come in altre abbazie cistercensi tanto che in alcuni opuscoli si legge che esse sono 'caratteristiche'dell'architettura cistercense rappresentando l'Unità. Ma quando esse non sono nelle Abbazie cistercensi? Le abbiamo trovate(vedi censimento aggiornato) in tantissimi altri luoghi e non possiamo fare a meno di pensare che un 'filo'comune le leghi.Dunque i Cistercensi potevano avere avuto un ruolo nella commissione delle colonne ofitiche, modello che dovevano però aver già visto altrove (la prima colonna annodata censita da noi risale al periodo longobardo e si trova a Gropina). Forse essi furono pure costruttori,cosa che anche gli storici ritengono più che possibile,come testimoniano anche alcuni manoscritti conservati negli Scritoprium delle Abbazie stesse (in cui vi sono ritratti monaci al lavoro edilizio), ma sappiamo che all'interno delle Abbazie vi risiedevano i Conversi,che erano laici di varie professioni e abilità.Sappiamo anche che i costruttori spesso abitavano nelle Abbazie stesse per i periodi in cui vi prestavano l'opera, e stiamo cercando di raccogliere informazioni sulla presenza di un particolare gruppo di Maestri Edili, che guarda caso sono sempre presenti dove c'è una colonna annodata: i Comacini. Sandrina Bandera (Santa Maria di Chiaravalle,in "Da Citeaux nasce la nuova Europa", pagg.36-38, Fondazione S. M. de Morimundo) afferma che:"L'intervento dei Cistercensi nel sistema costruttivo lombardo dovette essere comunque sostanziale se,come sembra risultare dai mattoni inferiori delle parti più antiche di un colore più chiaro,quasi rosato,rende realistica l'ipotesi della presenza di una fornace all'interno del cantiere stesso di Chiaravalle". Antiche descrizioni illuminanti... Il prof. Merzario ("I Maestri Comacini", capitolo VIII, Opere di Architettura e Scultura di Maestri Comacini in Lombardia fin verso la metà del 1400,pagg.240-42) ci dice in proposito che "Costruttori della forza di coloro che posero mano ai lavori del tempio e del monastero di Chiaravalle non erano in Milano,forse neppure in Italia,nel 1200 tranne i maestri di Como e precisamente i Campionesi".Poi prosegue: "Il monastero e tempio di Chiaravalle è di architettura lombarda, ma accenna al passaggio da questa a quella detta lombardo-gotica e a quella successiva, bramantesca, ed è perciò quasi una rappresentanza di tre stili, ossia di tre modificazioni del vecchio persistente ma progrediente nuovo stile lombardo.Esso venne incominciato dopo la venuta di San Bernardo a Milano, che vi si trattenne dal giungo fino alla fine del dicembre 1134 e fu compiuto nel gennaio 1135, se così deve leggersi un'epigrafe che è quasi illeggibile nel tempio.Moltissimi Milanesi contribuirono alla spesa dell'edificio, in special modo la dominante famiglia dei Torriani e la nobile famiglia Archinto,che profuse per esso dei tesori. Consta dalle antiche memorie che il tempio era alquanto angusto; e consta -ma non si sa per quale ragione-che entro il secolo XIII quella fabbrica deperì in modo, che si dovette rifarla quasi da capo.Verso la fine del 1200 si ricostruì gran parte del monastero e della chiesa, la sagrestia e il primo chiostro.La famiglia Archinto contribuì splendidamente anche questa volta". Si apre una prima serie di interrogativi e cioè -se è vero ciò che afferma Merzario- come mai l'Abbazia era già in decadenza a pochi anni dalla costruzione?E dov'è questa epigrafe che già al tempo in cui Merzario scrisse (1893)era illeggibile? "Il tempio è composto da tre navate,divise da otto grossi e bassi pilastri per ciascuna parte,e ai due lati dell'altar maggiore ha due lunghe braccia trasversali,che formano una croce.La struttura è di stile lombardo-gotico, alterato qua e là, specialmente nella facciata, per le innovazioni operate nei secoli XVI-XVII e XVIII. Nella chiesa, la parte più antica -che merita considerazione - è la cupola, cui sovrasta il campanile. All'altezza di 24 braccia da terra, incomincia, negli angoli della cupola, a stendersi un piccolo arco,sul quale appoggia uno maggiore e più sporgente, e sovra questi altri quattro sempre più crescenti finchè si viene a formare un ottagono sul quale si erge la Cupola parimenti ottagona ed ellittica.Sopra la cupola, elevasi il campanile tutto di pietre cotte intagliate in varie maniere.Consiste in una torre alta 57 piedi,sormontata da una piramide alta 34,di gusto perfettamente gotico". Il prof. Merzario ci sta descrivendo la meraviglia che caratterizza l'Abbazia,la torre nolare detta anche, dai Milanesi,Ciribiciaccola, costruita in stile gotico nel corso del XIV secolo.Essa non era sicuramente presente nel progetto primitivo, poichè esula dai 'canoni' dell'austera architettura voluta da San Bernardo.
Questa torre la si vede già da lontano(si
guardino le foto iniziali della 'galleria fotografica'...) ed è un prodigio
architettonico,alto 56,28 metri in cui si alternano nei vari 'piani' quadrifore,
trifore, bifore e monofore;consta di ottanta colonnine bianche di marmo di
Candoglia (quello che servì per costruire anche il Duomo
di Milano). Se ne ha notizia a partire dal 1400,è
costituito da una cicogna che stringe nel becco un pastorale su cui è annodato
un nastro bianco (su cui si scriveva probabilmente un motto o un nome?).A
fianco,sta una mitra abbaziale. Questi uccelli pare che avessero l'abitudine di
fare compagnia ai monaci cistercensi fin dalle origini del loro insediamento e
se ne fossero andate alla fine della pestilenza del 1574. Leggenda? La visita, cogliendo simboli qua e là... Aiutandoci con l'ausilio delle immagini della 'galleria fotografica',inserita poco più sotto(cliccando su ciascuna foto,si otterrà l'ingrandimento),percorriamo il nostro interessante itinerario di visita.Esso è bello fin da quando si vede in lontananza il complesso,con la sua sorprendente torre.Si noterà che nei pressi scorre un corso d'acqua,seppure siamo in una zona piuttosto isolata.Ma questa era la prerogativa della scelta dei Cistercensi:fuori dai centri abitati,in luoghi paludosi o che andavano bonificati,vicino a corsi d'acqua per i lavori agricoli,prima fonte di sostentamento. Arrivati all'ingresso che si affaccia sulla strada principale,si noteranno due vistose conchiglie ai lati del portale principale che conduce nel complesso(non alla sola Abbazia). Esse sovrastano due rispettivi portali laterali.Su quello centrale c'è il 'logo' del Jubilaeum 2000 e,sopra, una lunetta con labili tracce di affresco. Varcato il portone,si percorre un cortile su cui affacciano dei caseggiati(vi ha sede anche un book-shop ,un bar, una rivendiata di prodotti dei Monaci, etc.);se ci si gira,si vedrà alle nostre spalle quella che sembra una chiesetta. Tornati sui nostri passi,ci ritroviamo davanti la facciata dell'Abbazia,a capanna.Prima però c'è un portico che risale al XVII secolo, intercalato da pilastri abbastanza malmessi. Si noti un particolare (foto n.10)... Residui di strutture con colori ancora vivi,e anche un'apertura che ora è murata,sulla destra del portico,farebbero ipotizzare che la struttura ha subito molti rifacimenti. Una volta entrati,si sentirà immediatamente la diversità di atmosfera,che invita al raccoglimento,ci si sente immergere in un buio fisico ma non spirituale.E la diversità di stili! Gli otto pilastri circolari sembrano stonare:poggiano direttamente a terra,non hanno base,sono quasi goffi! A poco a poco, ci si accorge che l'Abbazia non è per nulla buia,in realtà,anzi lo spazio è ampio(lunghezza circa 62 m) e luminoso. Mancherebbe San Bernardo stesso,ma lui ha una sua cappella (la prima del transetto destro). C'è anche un busto che lo ritrae(foto n.16). Interessante è il coro ligneo,di 24 stalli,opera del '600,della stessa epoca anche l'altare. Gli affreschi di cui sono ricche le pareti,vanno osservati con cura,e lasciamo al lettore di farlo liberamente.In particolare,segnaliamo l'ultima cappella del transetto sinistro,quella di Santa Maria Maddalena,in cui vi è la Santa con lunghissimi capelli che le fanno da veste nel tondo centrale sulla volta della cappella ;alle pareti scene del suo sbarco a Marsiglia dove porta il suo Apostolato;nei quattro riquadri grandi laterali delle pareti,altrettante Sante (tra cui Maria Salomè, Maria di Cleofa, Maddalena tutte con in mano un 'calice'). La statua della Madonna con Bambino(foto n.23) è molto venerata,del resto ogni Abbazia Cistercense è posta sotto la protezione della Vergine.Nella foto n.30 si può vedere uno scorcio della parte superiore della chiesa,che nel transetto destro ha la scala per salire ai dormitori dei monaci (foto n.15). E'interdetta al pubblico ma consigliamo di osservare, alla base della scalinata, l'Albero genealogico dei Fiamminghini, che ritrae l'Albero benedettino,di cui l'Ordine Cistercense è il ramo più frondoso. Situandosi nel transetto sinistro,e guardando in alto,si noteranno sulla volta dell'ambiente/dormitorio dei monaci, delle stelle dipinte.Ci hanno ricordato quelle osservate nella chiesa templare di San Bevignate a Perugia. La foto n.31 mostra la porta cosiddetta 'dei morti' ,nella parte sinistra del transetto.perchè si affaccia sull'antico cimitero dei monaci, che qui venivano sepolti (area interdetta al pubblico). All'estremità opposta, a destra, c'è invece l'accesso per il chiostro dell'Abbazia,dove si trova una succulenta concentrazione di simbolismi interessanti! Il chiostro Il chiostro delle Abbazie cistercensi è generalmente quadrato,ed è il punto di riferimento di tutto il complesso monastico."Il chiostro rappresenta la contemplazione nella quale l'anima si piega su se stessa,dopo essersi staccata dai pensieri materiali e dove medita sui beni spirituali; vi sono 4 lati,che sono il disprezzo del sè (lato Est); il disprezzo del mondo (lato Sud);l'amore per il prossimo (lato Ovest);e l'amore di Dio (lato Nord);ogni lato ha la sua fila di colonne, la base di tutto è la pazienza" (Echapasse, L'architecture bènèdectine en Europe). Sul chiostro si affacciano alcuni dei locali 'societari' per la vita del monastero, come il Refettorio (foto n.40), il Capitolo (foto n.41),la Sala riunioni, etc.ripartiti secondo un criterio ben preciso. In alcuni punti,vi sono ancora degli affreschi dai colori molto vivaci (esempio,foto n.49).
Questo chiostro è stato largamente rifatto, perchè soggetto a demolizioni e ricostruzioni.Oggi possiamo ammirare solo un gruppo di quattro colonne annodate originarie, nell'angolo occidentale, perchè agli altri tre angoli esse sono state sostituite da anonimi pilastri (vedi per raffronto le foto n.73 e 74). L'aspetto primitivo prevedeva un gruppo di colonne annodate a ciascun angolo del chiostro, come è possibile ancora riscontrare nell'Abbazia di Chiaravalle alla Colomba (Alseno,Piacenza). Due frammenti di 'nodi' sono curiosamente stati da noi immortalati sul muretto del chiostro stesso (foton.41 e 42), messi lì non sappiamo perchè, comunque passibili di asportazione perchè non tutelati.Provengono forse da scavi effettuati in loco e appartenevano a gruppi ofitici ormai distrutti? Il gruppo rimasto intatto, offre comunque la possibilità di ammirare lo stile di questo nodo, davvero un capolavoro scultoreo, in cui la colonna sembra malleabile, plasmabile a piacimento dall'artista che la realizzò.Alla base della colonna vi è un piedistallo ben lavorato (foto n.62) e tra le colonne c'è un elemento (foto n.61) separatore che non ci sembra aver visto in altri contesti dello stesso genere.Il capitello superiore (ben visibile nella foto n.58) presenta un motivo di scultura con volatili dalle ali spiegate che contornano dei volti,diversi per lato (vedasi dettaglio foto n.63-64-65).Un altro degli enigmi dei costruttori! Quanti volti abbiamo incontrato,scolpiti nella pietra,in diversi punti degli edifici che abbiamo visitato fino ad oggi? Si potrebbe fare una Ricerca solo su questo,e verrebbe un'enciclopedia interessantissima! Chi erano questi personaggi scolpiti? La fantasia è troppo riduttiva, secondo noi! Sicuramente erano soggetti reali, forse dalle sembianze dello stesso artefice, lo sapremo mai? Nelle foto da n.66 a n. 71 si notino dei particolari che abbiamo voluto immortalare e presentare all'attenzione di chi ci segue, perchè troppo rassomiglianti a quelli incontrati nella chiesa di San Giovanni in Jerusalem alla Magione di Poggibonsi, negli archetti del sottogronda, in cui elementi caratterizzanti e misteriosi dello stesso tipo (senza spiegazione del loro essere), sono stati oggetto della nostra curiosità, ma anche di quella degli studiosi, che ancora non hanno potuto conferire una precisa interpretazione degli stessi. Piccolissimi dettagli, certo, e probabilmente qui a Chiaravalle eseguiti in restauri recenti, ma ...resta la curiosità. E tanta! Bellissimi i manufatti che si addossano alle volte a crociera del chiostro, di cotto rosso, che 'partono' da un elemento compatto quasi sempre recante un simbolismo interessante sia nella parte inferiore che sul davanti, per dipartirsi in tre 'tentacoli' che proseguono verso l'alto. Hanno occhieggiato per il piacere di essere visti e immortalati in questa pagina: un magnifico fiore della vita,ad esempio, foto n.53, sotto il quale c'è un giglio (n.54); un paio di croci molto particolari(foto n.51 e n.52). Intrigante anche il capitello della foto n.43,in cui il volto del personaggio scolpito sembra indossare un nemesh, il fazzoletto egiziano di epoca faraonica...Forse è la nostra suggestione,ma i tratti somatici e l'insieme ci hanno ricordato una fisionomia orientale,chissà che cosa c'era nell'intenzione dello scultore! Un complesso abbaziale che -pur se passato attraverso vicissitudini secolari,si mostra fiero del suo glorioso passato e ci apre uno spiraglio su di esso,quando tutto era in fermento all'interno di esso:l'azienda agricola, la panetteria,le cantine per produrre il vino,il formaggio,i lavatoi,le scuderie,i forni;la presenza degli orti,delle coltivazioni delle erbe medicinali,ancora oggi in parte prodotte e vendute;l'organizzazione giuridica,i locali per la preghiera,per il riposo,per la cultura,la Biblioteca,lo Scriptorium...Un insieme di attività che dovevano e devono coniugarsi armonicamente con la vita spirituale,con il silenzio e con i voti pronunciati. I Cistercensi avevano creato il Novum monasterium perchè fosse una Nuova Città,spirituale e reale,l'espressione della Gerusalemme Celeste. Come vedremo in altre sezioni,la portata storica dell'architettura cistercense va oltre la realizzazione della chiesa, perchè ciascuna parte del complesso monastico fu costruito secondo un sistema basato sulla equivalenza e la moltiplicazione delle parti,imprimendo un forte valore numerologico e simbolico alle stesse e, di conseguenza,al tutto. Nelle foto n.76 e 77,due volti umani,di cui uno più consunto dell'altro,forse di diverso esecutore? I lineamenti sono enigmatici,la mascella squadrata,forse ha un 'pizzetto'al mento e apparentemente ha gli occhi chiusi:chissà chi era questo personaggio? L'altro appare con la barba e ha gli occhi bene aperti.Il naso e la linea sopraccigliare sembrano disegnare un TAU. La fronte è coronata di un intreccio vegetale(alloro?):era riferito ad un vincitore? I copricapi di entrambi sono indefinibili.Nella foto seguente,n.78,un bel fiore a sei petali,in un triplice cerchio;il pistillo centrale è molto marcato.La foto n.79 mostra due 'occhi' presenti nel chiostro occidentale,dove il sole tramonta.Altri due 'occhi' sono presenti nella sala di fronte a questa porzione di chiostro (sacrestia?)ma sono stati murati e del resto la luce appare difficile potesse giungervi,trovandosi ad un'altezza maggiore rispetto alle volte claustrali...Ma potrebbe essere entrata da un'altra apertura presente nella sala-che si trova adiacente alla chiesa-ed essere penetrata nei due 'oculi' oggi murati per proiettarsi...dove? Probabilmente non lo sapremo mai,ma tornando a quelli attualmente visibili nel chiostro,sorgono altre domande. Sarebbe interessante sapere se questi 'occhi' aperti nel chiostro filtrino i raggi solari in particolari giorni dell'anno andando a posizionarsi su punti altrettanti particolari. Come vedremo,uno studio sulla funzione degli occhi è stato fatto nell'abbazia di Chiaravalle alla Colomba di Alseno(PC),dove apprenderemo interessanti correlazioni astronomiche,che ci confermerebbero come i costruttori cistercensi non lasciassero mai nulla al caso. Infine,una notizia dell'ultim'ora,come si dice: nella visita del 1 luglio 2006, abbiamo visto un fenomeno alquanto curioso,e che al momento in cui si scrive non ha spiegazione:il pavimento del chiostro vicino alla colonna annodata,cioè zona claustrale settentrionale,si è misteriosamente 'alzato' formando un rigonfiamento che occupa all'incirca un metro; ma non è finita:lo stesso curioso fenomeno si è verificato anche in chiesa! Infatti,entrando dall'ingresso principale,si può vedere il pavimento che si ' gonfiato', dal portale in direzione rettilinea verso il presbiterio,per alcuni metri,provocando una crepa nelle mattonelle pavimentali.Qualcuno deve aver provato a 'saggiare'di cosa si possa trattare, perchè alcune piastrelle sono state divelte e c'è ancora il materiale in loco,come documenta l' immagine n.80.Di cosa si tratti, al momento, non è dato sapere.Ci saranno dunque ulteriori aggiornamenti. I nostri 'due passi' proseguono...
(luglio 2006- www.duepassinelmistero.com) |