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(i retroscena poco noti del duomo di Milano...)

Una strana Adunanza...

Simone:<< Enrico di Gamodia? Un bel tipo,lo ricordo benissimo. Enrico di Gamodia (o di Gmünd) comparve,scomparve e ricomparve come ingegnere. Il 28 novembre 1392 egli si offrì per lavorare e disegnare tre mesi alla Fabbrica del Duomo sollevando dubbi e censure sulla solidità e bontà dei lavori. Non sappiamo se avesse qualche fondamento la sua mozione,comunque venne deliberato, dopo qualche tempo, di licenziarlo>>

Visitatrice:<< Taluni attribuiscono al Gamodia -dice il Merzario - meriti di artista 'geniale' che non ha. Così gli viene 'appiccicato' il merito della Certosa di Pavia,iniziata nell'agosto 1396 e il disegno del Duomo di Milano,del 1386.Ma come poteva averlo fatto lui,se venne a Milano solo tempo dopo,cioè nel 1391?>>

S-Ti spiego un poco la questione.Questo ingegnere si chiamava Enrico o Ulrico di Essingen presso Ulma,ed è noto come Enrico Gamodia (o Gmünd). Il 1 maggio 1392 prese parte ad una Adunanza solenne ,insieme a molti altri artisti in servizio alla Fabbrica del Duomo,di cui troverai i nomi scritti negli Annali.La discussione verteva sulle questioni di solidità,bellezza,buon ordine della costruzione;se dovessero essere effettuati dei cambiamenti 'nel prosieguo della fabbrica col variare i piloni e i contrafforti esteriori dal come si era incominciato".Nessuno sollevò obiezioni in merito.Altro punto era che 'se la Chiesa,non computando nella misura il tiburio da farsi, debba salire al quadrato o al triangolo". Fu deliberato che 'essa possa salire fino al triangolo ossia fino alla figura triangolare e non più'.

V -Scommetto che eravate tutti d'accordo eccetto il Gamodia-

S-Esatto!A quel punto, i Deputati deliberarono che venissero tolte tutte le spese inutili compreso lo stipendio dell'ingegner Gamodia,dandogli facoltà di andare per i fatti suoi (licentietur ad eundum pro factis suis). Ma il tedesco non volle saperne di questo trattamento e fece ricorso al Principe.

V -Questi cosa fece?-

S-Rimise la questione nelle mani dei Deputati! Il 7 luglio 1392 chiamarono il Gamodia,contestandogli di aver prestato un servizio scadente alla Fabbrica del Duomo anzi di aver arrecato grave danno (ma di preciso non è esplicitato il perchè) e lo congedarono con sei fiorini.

V -Proprio quanto ci tramanda il Merzario.Gli Annali dicono che fu chiesto al Gamodia se avesse qualcosa da dire,ma egli non parlò,prese i soldi e 'statim recessit' ,dunque se ne andò via subito! Che tipino!

S- Sapeva il fatto suo, stanne certa! Nel novembre 1394 egli ricompare,venendo riammesso a buoni patti.Dato che 'il lupo perde il pelo ma non il vizio', il Gamodia riprese con le sue critiche e fece ricorso a disegni che possedeva,chiese un contratto lungo e vantaggioso.La Deputazione nominò una commissione e un'altra Adunanza con la partecipazione di nobili, giureconsulti, cittadini, fabbri, ingegneri.

V -Insomma,poca gente eh!

S- Eh! Puoi ben immaginare...Il risultato fu che si constatò che i lavori andavano bene e che le proposte del Gamodia non erano da ascoltarsi.Per porre fine alla questione,si decise di ricorrere all'ingegnere ducale,Nicolao dè Selli,ma necessitava il benestare del Duca di Pavia,il quale decise di far andare in detta città alcuni esperti del Duomo con i disegni e con ogni informazione utile per poter discutere con Nicolao.Andarono Jacopo da Campione e Giovannino dè Grassi,insieme a Gamodia.Da questo incontro,si concluse che nessuna modifica venne apportata alla Fabbrica del Duomo e le innovazioni del tedesco non furono considerate.Dopo i quattro anni del suo contratto,il Capitolo ordinò di ritirargli i disegni,pagargli l'intero salario e lo si licenziasse. Ma...possibile che ti fermi a ogni passo?

ultimissime su digitale (38).JPG (121756 byte) ultimissime su digitale (40).JPG (123251 byte) V-Che posso farci se mi sento incantare da ogni cosa che vedo?Guarda questi colori,questa luce che filtra...C'è una rosa a cinque petali nel rosone di questa finestra,proprio là in cima,la vedi?Ma quante finestre vi sono in questo Duomo?ultimissime su digitale (37).JPG (117357 byte)

interno-vetrata.jpg (64051 byte)

S-164-

V-Cosa? Non sembrerebbe ad un occhio disattento! Ma sono anche molto alte,non si riesce a vederne il termineInterno-vetrata2.jpg (67874 byte)

S-L'altezza dei finestroni nell'abside raggiunge quella delle colonne,24 metri.ultimissime su digitale (34).JPG (123217 byte)

V-Gulp!-

S-Un lavoro immane,pensa che la superficie delle vetrate occupa  1.700 metri quadrati circa e le scene illustrate sono 3.600 circa

V-Ho letto che la superficie coperta dell'edificio in cui siamo è di 11.700 metri quadrati,ma sarà vero che potrebbe contenere 30.000 persone?

S- Perchè no? Guarda una persona che posto esiguo occupa,rispetto alla base di una colonna!Fai presto a metterne una vicino all'altra e fare quel numero,per l'estensione che ha il Duomo...

V-Hai ragione, a pensarci bene,e del resto la popolazione milanese è dell'ordine dei milioni,mica come i nostri paeselli, maestro Simone!

S- Già!-

V- Ma... dai tuoi racconti era una vera fatica far crescere questo Duomo!-

S- Altrochè, mia cara visitatrice.Tantissima gente,un cantiere sempre aperto,ognuno che voleva dire la sua e in questo trambusto,mentre si procedeva anche speditamente,sotto la direzione di uno dei nostri migliori Maestri, Jacopo di Campione,come ti ho detto,nell'ottobre 1398,morì e alla morte di questi si fece un vuoto.

V -Si arrestarono i lavori?-

S- Non proprio. Pensando che oltralpe vi potessero essere artisti migliori dei nostri,il Capitolo incaricò tale Giovanni Alcherio, milanese dimorante in Parigi di verificare se là vi fossero artefici in grado di condurre avanti i lavori nel Duomo,dato che Notre Dame era un tempio magnifico.Dopo varie contrattazioni, dovevano giungere  a Milano Jacopo Cova(pittore fiammingo),Giovanni Campanioso di Normandia e Giovanni Mignotto da Parigi. 

V -Ah, il francese Mignot! L'ho sentito nominare e lo si trova scritto nelle guide,anche. Diedero un contributo valido, questi tre, almeno, o...? Il secondo non è menzionato mai negli annali...-

S- Ecco,vedi? Propenderei per o...!

V-Caspita, anche questi fumo negli occhi?-

S- Del Cova, dopo qualche lavoro nel 1399, si può dire che scomparve dopo aver ritirato il salario; il Mignotto doveva terminare il lavoro delle due sacrestie.Ma volle mettere voce in questioni che riguardavano tutta la chiesa:biasimava i piloni,i capitelli,le finestre,i trafori,qualunque specie di ornature;diceva che l'opera era pessima,che c'era un grave difetto di scienza geometrica e d' arte,e correvasi pericolo che volte,piloni e tutto l'edificio potesse cedere.

V-A guardare questi trafori delle volte mi sento incredibilmente piccola,ma così alte dovevate farle queste colonne? Interno-soffitto-1.jpg (20010 byte)Quanto mi hai detto che misurano? 

S-Finto traforo e fu fatto molti secoli dopo che io lasciai questa vita terrena.Comunque le colonne misurano 24 metri di altezza.

V-Non mi ricordo se mi hai detto quant'è larga questa cattedrale...

S-Non l'ho detto:misura 66 metri circa,dentro,mentre all'esterno 93.Poi,se l'hai notato,ovviamente la pianta è a croce latina ed  è divisa in cinque navate nel braccio lungo e in tre nel braccio orizzontale

V -Cioè nel transetto-

S-Precisamente.

V-Dunque,mi stavi raccontando che i lavori,non si arrestarono alla morte dell'ingegnere Jacopo da Campione...e Mignot  che parte ebbe?

S-Si fecero delle Adunanze per capire se i lavori dovessero essere interrotti o si dovesse mutare l'opera in corso.Se ne dissero di 'cotte e di crude', non senza dispendio di ingiurie e insinuazioni.In particolare,è anche per certi versi divertente la relazione dell'adunanza del 15 maggio 1401 in cui ci sono 'botta e risposta' tra i partigiani del francese Mignotto e i suoi oppositori.Le voci dei dissidi si diffusero in tutta la città e ne fu informato anche l'Arcivescovo,il quale ordinò che fosse condotto a termine l'originario progetto "Che si finisca il primo incominciato lavoro,perchè è  migliore,più forte,e meglio corrispondente alla ragione,alla sua naturalezza e al suo nascimento".!Ma il Mignotto non ci pensava neppure a lasciar perdere e si rivolse al Duca, che mandò due suoi ingegneri per le verifiche, Bartolino da Novara e Bernardo da Venezia.Questi scrissero al duca che qualche difetto era impossibile non esservi in una Fabbrica tanto grande e solenne ma rassicuravano circa la sua solidità, raccomandando la prosecuzione dei lavori originari. Gian Galeazzo non voleva intromettersi in tali questioni ed era stanco di continue richieste di verifica sui lavori del Duomo.Rimandava sempre a chi di dovere. A causa di intrighi, querele e ricorsi, il 24 ottobre 1401 i Deputati deliberarono di licenziare Giovanni Mignotto, ingiungendogli di pagare i danni fatti. Per tutta risposta,egli uscì di gran carriera dallo stato di Milano!

V -Anche lui! Non mi pare abbiano fatto una gran figura questi nomi 'eccellenti' d'oltralpe,o sbaglio? Magari erano geni incompresi?!-

S- Può darsi...!

V-Ricordi alcuni nomi di tuoi compagni cui rendere omaggio in questo istante,che accendo un cero per tutti loro a ricordo e infinito rispetto?

Interno-candle.jpg (27847 byte)

S- Li possiamo solo accennare,mia cara visitatrice,in questo proseguo dei lavori: (forastieri)Pietro di Francia, Anex di Marchestein, Giovanni Brusa o di Bruges; (nostrali) Antonio da Paderno sull'Adda sotto Lecco, Guidolo della Croce, lo Scrofato, Galletto de' Belloni, Simone da Cavagnera, Marco da Carona sul lago di Lugano in faccia a Campione; Matteo(ingegnere del duomo di Monza,che probabilmente non prestò mai opera al Duomo di Milano,ma compare in due verbali) e Bonino da Campione.Antonio da Tronzano nel Varesino;Guarnerio da Sirtori in Brianza;Magatti da Angera(dal 1388 compaiono come ingegneri e prendono parte alle adunanze generali e ai lavori);Beltramo e Paolino da Orsenigo(questi erano miei parenti stretti), Leonardo ed Erasmino da Sirtori,Simone da Campione,Gaspare da Carona,Paolo d'Osnago,Enrico da Gravedona,Servadio da Varese,tutti ingegneri operatori nei primi anni del 1400.Capi mastri:Sala da Galiano,Gasparolo da Lurago; Lanfranco da Carona, Antonio Guido da Campione, Paolo da Osteno-de Osten- Adamo e Giovanni da Campione;Benigno da Campione,Giovanni da Lugano, Antonio da Righezzo-de Righetio- presso Osteno, Airoldo de Melide, Mirano da Lanzo, con lunga coda di scalpellini e muratori; Marco d'Albese, Zeno da Campione. Jacopo o Jacopino da Tradate, nell'agro comacino, ricordato negli annali per alcune opere nel duomo e soprattutto per aver partecipato ad alcune Adunanze in cui si discusse del gravissimo problema della copertura da dare alla vasta e complicata fabbrica(di cui parleremo dopo)insieme a Aramolo d'Arogno,Giovanni del fu Marco,i fratelli Zambono e Jacopo da Campione...

V- Grande,maestro! Hai una memoria da fare invidia,nonostante i secoli...Loro te ne sarebbero molto grati.

S-Anche a te.Io avevo lasciato la mia vita terrena ma continuerò a spiegarti ciò che posso,grazie al potere dell'evocazione onirica, ma tu aiutami con i tuoi preziosi libri.Che cosa dice il tuo Merzario a questo punto?

V- Non commuovermi...Ti ringrazio.La situazione per il Duomo si fece seria alla morte del duca Gian Galeazzo Visconti,nel 1402; gli successe il  figlio quattordicenne Giovan Maria, sotto la tutela della madre, che era la figlia di Barnabò Visconti (feroce signore del castello di Trezzo d'Adda).La storia muta,cambiando scene e personaggi e anche l'arte per qualche tempo subisce una sorta di arresto.La sorte parve volgere poco propizia alla sontuosa fabbrica per quasi mezzo secolo,durante il governo di Giovan Maria prima e di Filippo Maria, poi, gli ultimi due Visconti. Restavano da risolvere parecchi problemi:la sistemazione delle navate,la facciata e soprattutto la copertura. L'avresti immaginato,maestro,che l'opera che tu iniziasti nel 1387,non avrebbe conosciuto termine per cinque secoli e più?

S-No,allora no; ma non togliamo ai tuoi lettori il gusto di sentire altre storie,vuoi?

V-Sicuro!Scatto qualche foto e torno subito da te-

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Questa ricerca non sarebbe stata possibile senza l'insostituibile ausilio dell'enciclopedico lavoro del prof. Giuseppe Merzario:"Inizi della Fabbrica del Duomo di Milano,e prevalenza in essa dei Maestri Comacini",e "Continuazione e fine del Duomo di Milano" ne "I Maestri Comacini",vol.I- Edizione del 1893-Casa Tip.Libr.Editr.Ditta Giacomo Agnelli

(Marisa Uberti.Tutto il materiale qui inserito è soggetto alle Avvertenze/Disclaimer)