www.duepassinelmistero.com

 

 

TEMATICHE:

Aggiornamenti

Alchimia

Antiche Civiltà

Archeoastronomia

Architetture

Colonne e Nodi

Due passi nell'Italia nascosta

Due passi nei misteri esteri

Fenomeni Insoliti

Interviste

L'Uomo e Dio

Maestri Comacini

Medioevo e...

Mistero o Mito?

Personaggi

Simbolismo

Simbologia e Cultura Orientale

Storia e dintorni...

Templari "magazine

Ultimi Reports

UTILITY:

Archivio reports

Bacheca

Collaboratori

Extra sito

Libri del mese

Links amici

Ricerca veloce titoli per argomento

SERVIZI:

FORUM

Newsletter

Avvertenze/ disclaimer

 

Contatore Sito
Bpath Contatore

 

 

 

 

 

            La Medersa Ben Youssef e la Koubba Almoravide di Marrakech

                                                        (I parte)

                                                                        (preludio all' Analisi geobiologica)

                                                                                       di Rudi Toffetti

 

Il profeta Mohammad disse:

"La conoscenza è la proprietà perduta del credente."

"Cercate la conoscenza ovunque essa sia."

       

                      Medersa Ben Youssef – Lato Ovest - Cortile interno e vasca per le abluzioni

La medersa o madrassa di Ben Youssef (Ibn Yūsuf) si trova in Marocco ed è uno dei monumenti sacri più importanti della città di Marrakech. E’ ubicata all’interno della medina, cioè l’antico perimetro difeso da mura fortificate a cui è possibile accedere soltanto attraverso alcune porte. Nelle immediate vicinanze si trovano anche la moschea di Ben Youssef e la Koubba Almoravide, questi tre luoghi consacrati, collegati tra loro energeticamente, costituiscono il punto di massima vibrazionalità e ritualità della città nordafricana. Questa preziosa opera di architettura è stata utilizzata sino al 1956, poi chiusa e riaperta per un periodo come scuola femminile fino al 1960. L'edificio è stato quindi ristrutturato e riaperto al pubblico come un luogo storico nel 1982. Questa scuola di teologia coranica deve il suo nome al sultano almoravide Ali Ibn Youssef che regnò dal 1106-1142, e che ampliò la città marocchina rendendola politicamente più influente. La scuola fu fondata dal sultano merinide Abou al Hassan, nella metà del XIV° secolo, e in seguito tra il 1564 e il 1565 completamente ricostruita dal sultano saadita Abdallah al-Saadi Ghalib , come attestano le iscrizioni incise sui capitelli della sala delle preghiere e nei decori sull’architrave della porta d’ingresso:

" Sono stato edificato per le scienze e la preghiera per il Principe dei credenti, il discendente del sigillo dei Profeti Abdallah, più gloriosi dei califfi, pregate per lui. Oh, tu che superi la mia porta, affinché le sue speranze più alte siano realizzate" .

Questa decorazione epigrafica, è la più antica iscrizione in corsivo del Nord Africa. Abdallah volle che questa medersa diventasse una delle più importanti di tutto il Maghreb, uno dei suoi migliori maestri noto è stato Mohammed al-Ifrani (1670-1745).

 

                    

Divenne appunto la più grande università coranica del nord Africa, per molti secoli formò e preparò sia la classe dirigente che la casta sacerdotale. In questo luogo, carico di energia, gli studenti non imparavano solo il corano a memoria e le leggi islamiche, ma entravano in relazione con le “Potenze Divine”. Le caratteristiche strutturali, architettoniche e simboliche, (oltre a fornire magnifici elementi di pregio visibili, in cui lo studente poteva immergersi e da cui poteva trarre ispirazione) sono correlate, mediante i riti, ad energie e percorsi spirituali tali da porre il novizio nella condizione di evolvere non solo la sua parte psicologica e mentale, ma anche quella spirituale.

Particolare del patio centrale - Arabeschi

 

                                          

Il Minareto della Moschea* di Ben Youssef

La Koubba Almoravide

 

L’Architettura:

L'architettura islamica nasce dall'incontro di elementi provenienti dalla tradizione araba, siriaca, romana, bizantina, paleocristiana, persiana-sasanide, e in seguito, anche turca e mongola-cinese. Le sue forme tipiche sono le cupole sorrette da pilastri. Gli edifici più frequenti sono: la moschea, la scuola coranica, la tomba (maqbara), le case dei nobili (mahal), oltre ai palazzi (qusur) e ai giardini.

Patio centrale- galleria laterale

Uno tra gli esempi più significativi di questo stile è la Cupola della Roccia (Qubbat al-Sakhra') ultimata nel 691 d.C. a Gerusalemme. Compaiono qui le coperture a volta, la cupola circolare e l'uso di fregi decorativi stilizzati e ripetitivi: gli arabeschi.

La medersa Ben Youssef ha una pianta a quadrilatero con una superficie di 1680 m2, i quattro lati sono orientati sui punti cardinali; il lato est quindi corrisponde alla direzione in cui si trova la Mecca e verso cui i fedeli si rivolgono durante la preghiera. Sia la forma geometrica che la disposizione degli spazi riprende quella della tipica “domus romana”, ( in tale edificio vi è un impluvio centrale adibito alla raccolta ed uso delle acque su cui si affacciano dei locali ad uso abitativo). L’ampio cortile centrale (sahn)costituisce un magnifico esempio di architettura arabo-andalusa (molte sono le similitudini architettoniche e stilistiche con il palazzo Alhambra di Granada in Spagna). Al centro è situata la grande vasca in marmo di Carrara, il cui fondo e piastrellato con mattonelle bicolore. Ai lati della corte vi sono due gallerie sormontate da colonne rifinite in cedro, queste venivano utilizzate anche per ombreggiare lo spazio adiacente, al di sopra si aprono le finestre di alcune cellette degli studenti.

Tutta la parte bassa dei muri è adornata da splendidi zelljig (mattonelle di ceramica colorata) mentre la parte alta è rivestita da stucchi in gesso riportanti sure del corano nella tipica ed elaborata calligrafia islamica.

Antica domus romana con impluvium nella casa del Menandro a Pompei 6

 

Decorazioni a stucco con iscrizione coranica in rilievo, il più comune dei quali è l'invocazione Bismillah: "In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso" poggiate su una base di mattonelle zellij

(particolare)

Elementi decorativi, visibili tutto attorno al cortile e sopra le gallerie, li ritroviamo anche sui pannelli di legno di cedro proveniente dall’Atlante. Le rappresentazioni di pigne stilizzate e foglie di palma hanno la funzione di metafore spirituali. Al piano terra e al primo piano si succedono le camere degli studenti. Sono 132 e potevano ospitare nei momenti di massima attività della scuola anche 900 allievi. Tutti i gruppi di abitazioni hanno come base un piccolo patio (sette in tutto) da dove si affacciano le modeste celle. Lo spazio interno è talmente limitato che era sufficiente solo ad aprire un tappeto per poterci dormire sopra. Durante il giorno gli allievi si dedicavano allo studio e mangiavano all’interno delle celle. Sono visibili al primo piano un paio di queste completamente arredate con pezzi originali: poggia libri, piccoli tappeti in montone, calamai e altro. Nell’angolo Nord-Ovest si trova la zona bagni, nel centro è posta una vasca con fontana centrale da cui veniva attinta l’acqua sia per le abluzioni che per l’igiene personale degli studenti.

Patio interno con ingressi alle celle Interno di una cella arredata

 

Una medersa oltre ad essere un luogo di studio è un luogo di preghiera, quindi al suo interno una parte ha al ruolo di moschea, sprovvista però del minareto. La sala delle preghiere (liwan) è situata sul lato Est. Oltrepassata la vasca centrale un’enorme portone in bronzo, anch’esso frutto della maestria di valenti artigiani locali, ne delimita l’entrata. Questa porzione dell’edificio è divisa in tre parti da una doppia fila di colonne in marmo, con i capitelli che celebrano “l’origine e la gloria del fondatore“. Riccamente ornata da stucchi ed intagli cela il mihrab; si tratta di una nicchia inserita nel muro orientato verso la qibla (la direzione della Mecca ). Come generalmente accade è di dimensioni contenute ed è sormontata da una piccola cupola. E’ decorata con versi del Corano ed arabeschi, la successione geometrica dei rilievi e degli stucchi merlettati fa si che vengano a formarsi degli alveoli e delle stalattiti producendo un effetto ottico impressionante. E’ questo il sancta sanctorum della scuola coranica.

      

Patio centrale – Vista Ovest                                                                       Patio centrale – Vista Est

 

                                 

                                                                        Sala della preghiera ed ingresso al Mihrab

Il mihrab risale storicamente alla fine del ‘600. Indica un posto onorifico, quindi riservato ad alti sacerdoti che da li conducono le preghiere giornaliere congregazionali (salat) e i riti importanti, compare come elemento strutturale nella moschea omayyade di Medina, cioè la casa originaria di Maometto. Il Profeta infatti usava alzarsi in piedi per la preghiera in quel punto.

 

     L'interno del mihrab è rivestito con motivi di pigne e palme stilizzate, al fine di creare un aspetto tridimensionale

Le Mederse sono i centri di insegnamento islamico, questi collegi segnalano innanzitutto l’importanza intellettuale e spirituale delle città che le ospitano, e come un tempo per i seminari cristiani, i giovinetti che vi entravano ne uscivano solo dopo sette anni di apprendistato. I corsi potevano basarsi semplicemente sulla memorizzazione del Corano, consentendo agli allievi di fregiarsi del titolo di hāfi , letteralmente "difensore, preservatore, custode", oppure potevano comprendere lo studio della lingua araba letteraria, del tafsīr ossia dell'esegesi coranica, della šariʿa , Il diritto musulmano, o degli hadī, cioè dei detti (o silenzi) e delle azioni (o non azioni) del Profeta, consentendo, al termine del corso di studi, di fregiarsi del titolo di ʿālim, cioè, letteralmente, di "persona dotta".

Le prime Mederse appaiono verso la fine del XI° secolo nel Medio Oriente musulmano. La loro vocazione era, all’origine, promuovere l’ortodossia sunnita per contrastare “l’eresia” sciita che si era radicata nella Oumma (comunità di credenti), sotto la forte influenza dei fatimidi d’Egitto e di alcune sette mistiche ismaelite. Vi si insegnava il Diritto, secondo le quattro scuole sunnite: hanafita, chafiita, malékite e hanbalite. 9

Il Diritto musulmano definisce gli obblighi culturali e le relazioni sociali dei membri della comunità. Tutte le leggi, sia civili che penali, partono dall’insegnamento del Corano e dallo studio della Tradizione (Sunna) che raccoglie gli atti e le parole del profeta Maometto. La scuola malékite, la sola riconosciuta in Marocco e nella gran parte dell’Africa, tiene conto dei costumi locali, delle pratiche popolari e delle superstizioni, sconosciute alla maggior parte dell’Islam ufficiale. Le Mederse erano anche dei centri di insegnamento delle scienze, della matematica, dell’astronomia e a volte anche della medicina. Monumenti emblematici delle città arabe adottano un piano architetturale che si ritrova generalizzato in tutto il mondo musulmano, eccetto alcune specificità locali.

Particolare, decoro di una finestra in una cella con vista sul patio centrale

Planimetria della Medersa Ben Youssef

La calligrafia islamica:

L'arte calligrafica si sviluppa nel secondo secolo dell'era islamica. E’ la modalità di scrivere e per estensione, di produrre libri, in essa viene impiegato prevalentemente l'alfabeto arabo, ed è divenuta la forma più importante di collegamento fra le lingue di tutti i paesi islamici. Il calligrafo godeva di una posizione d'onore e di dignità al di sopra del pittore. Quest’arte è particolarmente considerata nell'Islam perché è stata il primo mezzo utilizzato per la preservazione e la diffusione del Corano e persino i re cercavano un merito religioso riscrivendolo.

Data la convinzione (1) che l'arte figurativa fosse una forma di idolatria, la calligrafia e le rappresentazioni astratte divennero i principali mezzi di espressione artistica. Essa è strettamente collegata con l'arte geometrica (l'arabesco), i disegni sulle mura e sulle pareti delle moschee trovano corrispondenza con quelli sulle pagine. La scrittura, per i musulmani, non riflette qualcosa della realtà della parola, ma è al contrario un'espressione visibile dell'arte più alta di tutte, quella che manifesta il mondo spirituale.

Calligramma arabo dalla forma di uccello, composto con la basmala

 

La calligrafia ha anche i suoi aspetti figurativi: intrecciando le parole scritte, come Allah, Muhammad, Bismillah , i calligrafi realizzavano figure antropomorfe (un uomo orante, un volto), zoomorfe (creature simboliche come il leone, Duldul, il mulo di Muhammad, pesci, la cicogna o altri uccelli), fitoforme (legate cioè al mondo vegetale) e oggetti inanimati (come una spada , ecc.)

Essendo parte di dell’arte sacra, la composizione calligrafica richiede all'amanuense di esprimerla sotto una diretta ispirazione divina. Sviluppata soprattutto nell'ambito del Sufismo(2), dove il calligrafo, oltre agli insegnamenti tecnici, formali e artistici, segue anche una disciplina interiore sotto la guida di un maestro Sufi.

Iscrizione in cufico geometrico nella madrasa Bou Inania di Meknes, Marocco: "Sia benedetto Muhammad"

Gli Arabeschi:

L'arabesco è uno stile ornamentale composto da elementi calligrafici, vegetali e da motivi geometrici. Il termine è tale in quanto è una metodica utilizzata nella cultura araba-mussulmana all’interno di moschee, scuole coraniche, palazzi, ecc.

Come per i calligrammi l’arabesco è l’unico strumento “incorruttibile” d’espressione artistica, e il mezzo per la diffusione della parola divina.

Questo tipo di decorazione è la “lingua” dell'arte islamica. Le forme geometriche così ottenute dall’intersezione di più elementi, come nei mandala indiani, trasmettono all'osservatore una gradevole sensazione di serenità e bellezza anche dovuta dal fatto che nessun elemento è distaccato dagli altri, e l' occhio può scorrervi in maniera fluida.

Questo tipo di espressività artistica, in spagnolo è chiamata "ataurique", l’impiego cioè di una unità base, come la foglia o il fiore, a cui è stata conferita una linea geometrica ben definita e ripetibile anche specularmente, creando così un’infinità di forme astratte in disposizioni simmetriche.

Arabesco nella dimora nasride di Granada dell'Alhambra. Questo arabesco riporta, replicato con regolare simmetria, il motto della famiglia regnante che dice: wa lā ghālib illā Allāh (E non c'è Vincitore se non Iddio)

Le tassellazioni del piano, praticate dagli artisti arabi, sfruttano la possibilità di ripetere un infinito numero di volte un motivo (pattern), che assume il ruolo di unità elementare, costruendo quindi un reticolo. Dietro questo complesso modello, creato partendo da tasselli a poligoni e stelle chiamati "girih" , si nascondono sofisticate formule matematiche.

Arabesco – Medersa Ben Youssef - Particolare dell’arco di entrata alla sala della preghiera – Lato Est                                                                    

Note:

  (*) La moschea è il luogo di preghiera per i fedeli dell'Islam. La parola italiana deriva direttamente dallo spagnolo "mezquita", a sua volta originata dalla parola araba "masjid" che indica il luogo in cui si compiono le “sujūd”, le prosternazioni che fanno parte dei movimenti obbligatori che deve compiere il fedele orante. Il modello della prima moschea nasce in Arabia, era un edificio semplice, privo di oggetti di culto, con una sala di preghiera e una corte aperta edificata con mattoni d'argilla e con un tetto in foglie di palma. La storia narra che appena il Profeta Mohammed arrivò a Medina , fece iniziare la costruzione della moschea che divenne poi il centro dell'attività sociale, politica e religiosa.

1)-La mancanza di raffigurazioni umane o animali avviene in base all'opinione maggioritaria (ma non unanime), che la divinità è illimitata e senza tempo. L’eternità stessa implica l’assenza di un inizio e di una fine. Se per l’umano, che è finito, è impossibile concepire la mancanza di un principio e di un compimento, allora la mente non è in grado di comprendere l’eterno. L'uomo deve allora guardare al Divino e modellarvisi, non viceversa.

2 -Il Sufismo o Tasawwuf è la forma di ricerca interiore e mistica (da Mysticos, cioè "pertinente l'iniziazione") tipica della cultura islamica. E’ la scienza della conoscenza diretta di Dio. La sua dottrina e i suoi metodi derivano dal Corano, ma il sufismo fa anche libero uso di concetti e paradigmi derivati da fonti greche neoplatoniche, proto cristiane, persiane antiche e indù. I Sufi sono riuniti in confraternite, di matrice clericale, in cui è forte il concetto dell’esoterismo. Il Profeta Maometto, unico maestro, trasmise ai suoi compagni la baraka (benedizione) ricevuta da Dio, questi a loro volta la tramandarono alle generazioni successive, creando così la catena iniziatica, la cosiddetta silsila. Tutti gli autentici ordini Sufi sono legati l'uno all'altro in questa catena.

(Autore:Rudi Toffetti website: www.ruditoffetti.it     mail: ruditoffetti@yahoo.it )

Continua a leggere il seguito:

bullet La Medersa Ben Youssef:l'analisi geobiologica        (II parte)
bullet La Koubba Almoravide:l'analisi geobiologica          (III parte)

Linkgrafia:

www.wikipedia.it

www.islam.it

www.sufi.it

 

Sezioni correlate in questo sito:

Simbologia e Cultura Orientale
L'Uomo e Dio
Fenomeni insoliti

 

 

www.duepassinelmistero.com                                                                                                               Avvertenze/Disclaimer

                                                                                        febbraio 2011