Introduzione:
Per chiunque sia alla ricerca della
conoscenza, anche spirituale, e voglia confrontarsi con un luogo di grande
energia, storia e tradizione come la Medersa di Marrakech, è opportuno che
si liberi da tutti quei preconcetti sull’Islam instillati da secoli di
pregiudizio. Il riferimento non riguarda solo i condizionamenti dovuti agli
odierni contesti socio-politici ma soprattutto a quelle diatribe ideologiche
di primato religioso che hanno, oggi come ieri, diviso l’umanità.
Inoltre è doveroso, un seppur minimo
studio sulla storia della religione Islamica, la sua genesi, il suo
fondatore, nonché i suoi dogmi, i precetti e ordinamenti; ed è anche
fondamentale la conoscenza delle sue figure sacerdotali (questo lavoro si
completa con gli articoli dello stesso Autore sull'argomento, indicati a
fondo pagina, n.d.w.).
Palazzo in stile arabo-normanno “La Cuba”
– Palermo
La radice comune con le altre religioni
monoteiste e abramitiche(1), identifica chiaramente che esiste una
similitudine anche nell’organizzazione e nella gestione delle energie
sottili all’interno dei luoghi considerati sacri e anche in quelli deputati
all’istruzione della sacralità dell’agire.
Alla cultura araba si deve lo sviluppo e
il perfezionamento della medicina e dell’astronomia, discipline attinte dai
greci. Quando i mussulmani invasero il continente indiano acquisirono le
nozioni base della matematica, sviluppando così l’aritmetica, l’algebra da
applicare alla geometria, gettando le basi della geometria analitica
trigonometrica piana e sferica, e molto altro ancora.
Particolare, un arabesco all’interno del
Palazzo “La Cuba” – Palermo
Questo immenso patrimonio scientifico e
umanistico fu una delle basi culturali di un grande personaggio storico come
Federico II di Svevia (Jesi, 26-12-1194 – Fiorentino di
Puglia, 13-12-1250), egli crebbe infatti
a Palermo, dove mussulmani, ebrei, normanni e greci bizantini convivevano
pacificamente, mantenendo proprie leggi ed usanze. Dopo la dominazione
mussulmana (827-1091) i Normanni, nuovi conquistatori, seppero far tesoro di
tutte le migliorie che l’erudizione Araba aveva apportato. L’incontro tra
popoli di diversa estrazione è sempre stato l’elemento fondamentale
dell’evoluzione umana, in tutte le sue espressioni. E la Sicilia, per la sua
posizione geografica strategica, fu uno degli scenari dove questo avvenne.
L’illuminato imperatore del Sacro Romano
Impero amava attorniarsi di studiosi e letterati mussulmani. Tra le diverse
lingue che conosceva sapeva scrivere e parlare fluentemente l’arabo, come di
etnia moresca erano le sue più fidate guardie del corpo.
Federico
II incontra il sultano al-Malik al-Kamil
Questa predisposizione verso il mondo
islamico venne in suo favore quando, giunto in Terra Santa con una crociata
(la sesta), per ordine del papa Gregorio IX, riuscì ad accordarsi, senza
colpo ferire, con il Sultano al-Malik al-Kāmil
venendo incoronato Re di Gerusalemme il
18 marzo 1229, soluzione che gli valse però la scomunica da parte del
Pontefice che lo additò come l’anticristo e gli mosse contro una crociata
(la settima).
Forse il suo più grande lascito è
rappresentato da Castel del Monte. Federico volle racchiudere e condensare
in questo tempio le conoscenze che aveva acquisito in ambito esoterico sulle
tre fedi monoteiste, tentando di unirle in un'unica e potente religione. Da
iniziato di alto livello comprese che le dinamiche energetiche erano per
tutti le medesime, e utilizzò le stesse geometrie (ottagono) assimilate in
Terra Santa, come nella Moschea della Roccia, per edificare il suo tempio e
rimanere in comunicazione continua con tutti i luoghi più sacri delle tre
religioni.
La
Moschea della Roccia – Planimetria
Castel del Monte – Planimetria
Il Rilievo geobiologico:
Apprestandoci ad entrare in un luogo
consacrato per formare anche nuovi ministri del culto, varchiamo una “porta
stretta”, ( come accade in tutti i luoghi di ritualità importante). Come
si verificava per i novizi, veniamo indotti a lasciarci alle spalle la
nostra parte mentale e i nostri pensieri quotidiani. Avviene pertanto una
sorta di riprogrammazione dove la “conoscenza” (gnosis: la comprensione
in senso non scientifico ma trascendente) può permearci.
Pertanto ogni uomo che supera quella
soglia entra in una dimensione sacra, che gli trasmette e trasforma in esso
l’aspetto spirituale. Come conseguenza anche il nostro corpo fisico, ovvero
la nostra struttura molecolare, ne viene sollecitata.
La cupola davanti all’ingresso della
Medersa – Vista interna
L’atrio di ingresso o protiro (punto
A sul rilievo) è sormontato da una cupola, che esternamente
mantiene una struttura cubica tipica dei monumenti islamici, nell’intradosso
è mirabilmente decorata con stucchi in gesso, ed elementi fitoformi.
All’esterno, in modo che sia visibile dalla via di accesso, frasi del corano
e altre complesse geometrie segnalano al visitatore l’importanza del luogo.
Anche il colore utilizzato come sfondo,
l’indaco, possiede una vibrazionalità tale da aumentare l’effetto
catalizzante e già da una certa distanza l’emanazione che riceviamo, vedendo
la struttura , è di grande appagamento per i sensi.
Giunti sotto la perpendicolare della
cupola le 9.000 unità biometriche, danno una piacevole sensazione di calma
interiore, che sarà poi necessario riequilibrare all’uscita a causa delle
molteplici radianze assorbite dal nostro corpo.
Sulla soglia di entrata è presente una
pietra del valore di zero, e con una certa sorpresa constatiamo che è
l’inizio di un percorso di guarigione (tale e quale a quello trovato
più volte in chiese romaniche e templari di un certo rilievo), questa pietra
ha la capacità di abbassare notevolmente la nostra bioenergia, che
proseguendo in questo corridoio, passo dopo passo muterà, incontrando valori
tra le 4.000 e le 16.000 u.b.
La cupola all’ingresso
della Medersa Vista esterna
Nella parte superiore il soffitto in
legno di cedro a cassettoni riporta delle decorazioni geometriche. Questo
simbolo, molto utilizzato, viene chiamato “il Paradiso” ed è un
frattale(2)che nasce dall’ottagono, si tratta di un circuito radionico assai
potente ( 18.000 u.b).
Il soffitto a cassettoni nel corridoio della Medersa
Il simbolo “Il Paradiso”
Esso entra in relazione con i vari punti
ritualizzati del percorso, il quale termina quindi con un apice risultante
da una zona consacrata a 18.000 u.b. preceduta e seguita però da due
ulteriori punti rettangolari del valore di zero unità. Come si può notare
nella foto, proprio in corrispondenza di essi e nonostante l’usura del tempo
sia stata la medesima, le mattonelle sono state stranamente cancellate!
Questa porzione quadrata si trova
sull’incrocio di due vene acquifere sotterranee, una delle quali proviene
(senso di scorrimento) dall’entrata, e sulla quale è stato sviluppato tutto
il percorso energetico.
Nel
mosaico si distinguono, tra gli altri, 8 fiori dai petali gialli disposti a
cerchio, a loro volta composti da una stella ottagonale ( vedi disegno a
fianco).
Stazionandovi per alcuni momenti sentiamo
che l’energia prodotta possiede una grande intensità, il percorso appena
eseguito ci ha ben preparato a queste forze. Le sentiamo correre da sotto la
pianta dei piedi fin sopra la punta dei capelli, alziamo lo sguardo verso la
luce che filtra dal tetto e capiamo come la forma del quadrato e le
geometrie radioniche utilizzate nei decori sui muri perimetrali e sulle
balaustre, concorrano alla moltiplicazione delle frequenze e all’aumento
vibratorio di esse.
La massiccia presenza di vene acquifere
sotterranee che attraversano la Medersa (ne sono state rilevate ben sei),
non esclude che alcune possano essere state canalizzate nell’antichità in
modo da ottenere per l’edificio le caratteristiche appropriate. Si ricordi a
tale proposito che nella cattedrale di Chartres in Francia ben 14 corsi
d’acqua sono stati incanalati dalla mano dell’uomo sfruttando il flusso di
un fiume sotterraneo.
Muri perimetrali e balaustre decorate. Punto finale del percorso di
guarigione
Oltrepassato il corridoio lo spazio si
apre e si giunge in un ambiente, sormontato da una grande cupola, il cui
valore totale è di 7.000 unità (punto B nel rilievo), da qui
si può accedere all’ampio patio. Ci troviamo ora sopra ad una sincronica e a
un nuovo incrocio di due vene, come da rilievo la prima è quella del
percorso, la seconda delimitata dalla larghezza del portone, taglia in
maniera ortogonale tutto l’edificio, passando sotto la grande vasca
rettangolare e poi sotto il mirhab posto all’estremità Est.
Lo splendido cortile è il fulcro su cui
ruota tutta la scuola coranica, il suo baricentro non solo fisico , ma anche
spirituale. L’essenziale forma quadrangolare, sotto l’aspetto energetico, fa
convergere nel centro, la molteplicità delle gamma vibratoria presente.
Questa forma, non a caso, venne utilizzata anche dall’Ordine Templare anche
per segnalare ai propri affiliati luoghi importanti (vedi figura sotto).
Triplice cinta o filetto, Chiesa di San Michele. Carpineto Romano (RM) Arcangelo
Non vi è punto su cui l’occhio cada, che
non dia forti sensazioni, le complesse geometrie e le vivaci colorazioni dei
mosaici, veri e propri Mandala, stimolano a tal punto che dopo pochi
istanti si percepisce che non hanno una natura statica, ma anzi il loro
dinamismo trasmette la sensazione che tutto sia in costante evoluzione
come se ci si trovasse all’interno di un complesso orologio dove è
possibile vedere il movimento di tutti gli ingranaggi. Perfettamente
sincronizzati tra loro.
Ai lati i due corridoi coperti (gli
Iwans) sono tarati a 9.000 unità, è il luogo dove i maestri insegnavano
ai gruppi di studenti i dettami dell’Islam. Questo valore , rilevato anche
in biblioteche umanistiche medioevali, stimola un’adeguata predisposizione
all’apprendimento e al ragionamento. Su entrambi i muri e posti centralmente
in corrispondenza della vena acquifera che taglia l’edificio, due elaborati
calligrammi sono consacrati a 18.000 u.B.
Tutta
la sezione del quadrilatero è consacrata a 11.000 u.b. e fa da contorno alla
vasca centrale, un’incredibile “mezzo di comunicazione”.
La splendida vasca centrale in marmo di
Carrara
Sotto di essa tre vene acquifere si
incrociano nel centro donandogli la corretta “spinta tellurica”; la sua
sezione è quella di un rettangolo Aureo(3) formato da due quadrati. Il fondo
è piastrellato con mattonelle bianche e nere, questo motivo ricorda quello
del pavimento di un tempio massonico. In questo punto topico è presente
anche la porta di una linea sincronica che si dirige in direzione Nord,
caratteristica esclusiva solo di grandi luoghi di potere. Non è stata
rilevata la sua destinazione, che potrebbe trovarsi a molti km. di distanza,
quel che è certo è che la ritualità operata nella Medersa poteva essere
istantaneamente fruita anche in altri luoghi lontani. E’ risultato assai
difficile valutare l’intensità vibratoria emessa. L’operatore, che nel
testare visualizza l’acqua contenuta, può venir colto da vertigini che
possono creare anche disturbi alla vista.
La vasca utilizzata dagli studenti
Il valore iniziale percepito è stato
quello di una pulsazione variabile tra le 11.000 e le 18.000 unità
biometriche, ripetendo però l’analisi in teleradioestesia (sotto la
supervisione del mio Maestro Aristide Viero), è risultato che la vasca
possiede ben tre diversi range di energia pulsante: da 11.000 a
14.000, da 11.000 a 16.000 e da 11.000 a 18.000 u.b.. Questa peculiarità
deriva dal fatto che l’acqua contenuta, utilizzata per le abluzioni
purificatrici che precedevano la preghiera, è tarata in funzione dei diversi
stadi di iniziazione. Ciò permetteva quindi all’orante di elevare sia la
parte spirituale che quella fisica. Inoltre viene da considerare, dato il
grande valore energetico, che solo gli individui già formati ed iniziati,
utilizzassero questa vasca, mentre gli studenti si avvalessero della vasca
posta nell’angolo Nord-Ovest consacrata a 11.000 u.b. e posta sotto un
incrocio di vene sotterranee in modo che sussistesse un collegamento
continuo con tutto il congegno energetico della scuola.
Sala della
preghiera. Parete della quibla ed ingresso al mihrab
Sala della preghiera. Parete della quibla ed ingresso al mihrab
La sala della preghiera o Oratorio ha anch’essa un valore di
11.000 u.b., escluso il centro dove vi è un grande circolo rituale a 18.000
u.b. dove probabilmente si sono riuniti , nei secoli passati, gli
appartenenti alle confraternite Sufi, come mostra la stampa d’epoca
riportata (vedi fig. sottostante). Le 8 colonne che con gli archi
delimitano le due ali laterali, hanno cariche differenti, cioè sono
alternativamente positive o negative, anche questa metodica è stata più
volte rilevata in diversi templi appartenenti ad epoche diverse e a
differenti culti.
Il punto che possiede la
massima energia di tutto il complesso lo troviamo nel mihrab; la
bellissima e complessa facciata, in cui è inserito l’arco per accedervi,
annuncia al visitatore che quello è il luogo più sacro. E’ ubicato sotto un
ulteriore incrocio di vene ed è compreso anch’esso nella linea sincronica.
L’energia è pulsante: varia dalle 18.000 alle 32.000 unità biometriche
ogni 7 secondi, un valore simile è stato riscontrato solo in antichi
luoghi di alta ritualità come Stonehenge, o Carnac in Bretagna. E’ questo il
luogo da cui è possibile attivare ed innalzare l’energia di tutto il
complesso, e non solo
All’interno è difficile
mantenere la propria concentrazione e capacità operativa. Il caleidoscopio
costituito dalla miriade di geometrie sulle pareti e sulla cupola a base
ottagonale, provoca anch’esso questa sensazione, pochi istanti sono
sufficienti per comprendere la sua potente natura sacra.
Il dhikr
(concentrazione di ogni pensiero sulla divinità)recitato da appartenenti
alla tarīqa (via esoterica) Rifā'iyya