Si
è svolta sabato 31 marzo alle ore 16.30, nell’elegante sala
dell’ex-biblioteca monastica del monastero agostiniano di Crema (oggi
Museo Civico), la conferenza intitolata “Crema arcana ed esoterica”,
che ha avuto come relatori
Bernardo Zanini e Marisa Uberti.
L’evento
rientra nel ciclo “Aperti per voi i sabati del Museo”, una serie di
incontri culturali organizzati dall’Araldo Cremasco, dal Touring Club
Cremasco e dal Museo Civico di Crema e del Cremasco, con il patrocinio del
Comune e di Regione Lombardia.
Introdotta
da Mario Cassi (Presidente dell’ “Araldo Cremasco” ), con il saluto
dell’assessore Antonio Agazzi e dal benvenuto della signora Anna Maria
Messaggi (referente del Touring Club Cemasco), la conferenza ha preso il
via alla presenza di un pubblico attento e interessato.
Presentazione
della conferenza; da destra a sinistra: Anna Maria Messaggi, l'ass.
Antonio Agazzi, il sig. Mario Cassi e Marisa Uberti.
Prima
delle relazioni è stato presentato un breve filmato sui simboli più
caratteristici di Crema, realizzato da Michael Bolognini, a cui vanno i
nostri ringraziamenti.
Bernardo Zanini, in piedi, e Michael Bolognini (Geographical Research
Association)
Il
primo a prendere la parola è stato lo studioso di storia e simbologia
locale Bernardo Zanini, che ha presentato “I Codici
Argotici e i Codici Simbolici”, una ricerca spalmata su quasi
tre secoli di storia (dalla metà del XVIII secolo fino al 1980), ma che
in realtà affonda le radici nelle Gilde Costruttive del Medioevo, con i
loro segreti architettonici trasmessi da bocca ad orecchio. Segreti che
costituivano una Massoneria operativa che a Crema ha lasciato numerosi
segni, soprattutto nel Duomo (ma non solo), in cui è ravvisabile quello
che Zanini definisce “Codice argotico” . Un linguaggio criptato e
trasmesso attraverso alcuni simboli di natura geometrica. Il ricercatore
ha fondato questo studio su alcuni misteriosi diari (composti da testi e
immagini) scoperti nell’archivio privato di una nobile famiglia di origie
italiana residente a Parigi, appartenente ad una Loggia massonica chiamata
“Fratelli di Salomone” (una sorta di paravento per
quello che viene denominato “Priorato di Sion“), che in realtà
non sarebbe riconosciuta. I suoi membri
avrebbero operato quindi in una condizione di clandestinità alla
stregua di una società segreta e avrebbero effettuato viaggi in Italia
alla ricerca dei Codici argotici e simbolici sulle cattedrali e su chiese
costruite tra il XII e il XIX sec. Tra di esse, anche sul duomo di Crema.
Ma quali sono le differenze tra un Codice argotico e uno simbolico?
Zanini
ha spiegato che un Codice Argotico è formato da una crittografia segreta
chiamata “Ieratico/cuneiforme , simile alle tavolette di Ur ,non è un
codice brachigarafo e presenta analogie , anche se non è simile, con la
crittografia Templare. Un esempio di codice argotico si trova nella
finestra a biscotto , che è alla base del campanile del Duomo
cremasco.
Codice Argotico , Duomo di
Crema
Zanini
ha spiegato poi l’etimologia del termine francese “argot”, che
poggia sull’ambiguità della cabala fonetica di Fulcanelliana memoria...
Tra l’altro, nel dialetto cremasco , sussiste ancora oggi nella
tradizione dialettale , la parola “ Argòt “ ch mentre oggi
indica qualcosa di indefinito,
riporta al medioevo dove i muratori e gli architetti tra di loro
usavano il linguaggio Argotico
, ossia “ l’Argoth “, il
gergo dei costruttori di
cattedrali
I
codici simbolici sono formati da più simbologie riunite o sparse attorno
ad un manufatto che può essere una finestra od una porta.
Questo codice è situato in alto a sinistra sulla facciata del
Duomo di Crema ed è
posizionato intorno alla finestra con due rosoni di otto petali.
Codice Simbolico, Duomo
di Crema
Tra
l'altro, di sera con la luce dei faretti che illuminano la piazza
circostante, questi magnifici rosoncini riflettono la loro immagine
speculare sulla parete del duomo, l’effetto è incredibile e ci si
domanda se è uno dei tanti segreti lasciati dai costruttori.
Nei
misteriosi diari di cui s‘è detto, si parla di Crema a partire dal
1796, precisamente nei giorni in cui Napoleone venne a Crema, quindi
probabilmente uno dei membri della famiglia che redasse i diari era
al seguito dell’esercito napoleonico.
Il
Duomo
di Crema , è stato costruito tra il 1185 ed il 1341 circa, da
maestranze locali, nei restauri del 1955 fatti da Amos Edallo si cercò
inutilmente una lapide del 1311. posizionata seconda la tradizione storica
in una campata del Duomo, su cui
c’erano i nomi di due architetti : Jacopo de Gabiano e Gracius de Prada.
Il
codice simbolico del Duomo di Crema è formato da nove simboli posizionati
intorno alla finestra con i rosoni da otto petali. Il numero otto è
considerato il numero magico dai costruttori di cattedrali gotiche
e veniva anche usato per la costruzione di chiese e di conventi
fino al 1800. Abbiamo poi una spirale, due simboli
a forma di triskel, una stella a cinque punte ed una croce solare.
Analizzando bene i simboli possiamo notare, partendo dalla sinistra, che
il primo è una croce di tipo patente seminascosta da una decorazione a
foglia, e questo ci porta ad una riflessione, infatti potrebbe essere
anche una croce Templare, anche se nessuno ha mai trovato un documento
sulla effettiva presenza dei cavalieri del Tempio a Crema. Si sa però che
in città arrivarono gli Inquisitori
per controllare lo stato delle indagini nell’italia del nord al
tempo dei processi contro l’Ordine dei Templari e questo potrebbe
significare qualcosa.
Croce, triskel,
spirale
Croce solare
Stella 5 punte , triskel
La
massoneria operativa ha posto nel duomo varie simbologie, come la
scacchiera formata da 8 x 8 = 64 caselle, perché nella cerimonia di
investitura il muratore doveva avere i piedi sul pavimento formato da
piastrelle bianche e nere della loggia di appartenenza.
Sopra
la scacchiera è posizionata una formella con un albero sconosciuto, la
cui codifica potrebbe rinforzare l’ipotesi legata alla massoneria la
quale secondo Zanini ha continuato ininterrottamente ad operare sui vari
monumenti di Crema, tenendo in un certo senso d’occhio la città. E i
numerosi triangoli con “occhi onniveggenti” scolpiti o dipinti in vari
edifici soprattutto religiosi sarebbero in relazione proprio con la parte
di massoneria “illuminata”.
Il
Triangolo trinitario, fiammeggiante, con l'occhio onniveggente al
centro del timpano della chiesa della SS. Trinità
All’interno
della chiesa della SS. Trinità, sopra l’organo, sarebbe raffigurato il
triangolo con il Tau degli Illuminati - lo definisce
Bernardo Zanini -e sulla balaustra dell’organo si trova
raffigurata la processione di Davide che porta l’Arca
dell’alleanza . Interessante sarebbe poi conoscere l’origine e le
finalità di uno strano pozzo situato dietro l’altare, oggi murato, ma
che poteva essere un antico passaggio segreto…
Un
altro occhio onniveggente è visibile nella chiesa di Nostra Signora di
Lourdes (sorta su una precedente delle Cappuccine), con una particolarità:
al
di sotto presenta la famosa
frase biblica QUAM
TERRIBILIS
EST LOCUS ISTE
NON
EST HIC ALIUD NISI
DOMUS DEI ET PORTA COELI (Gen, 28, 17)
"Quanto
è terribile questo luogo! Non è qui altro che la casa di Dio, e la porta
del cielo", una frase che ci riporta alla chiesa di Rennes
-le -Chateau e al mistero del curato Berengere Sauniere (ma non
soltanto, aggiunge chi scrive). Nonostante le ricerche che Zanini ha
condotto nell’archivio diocesano di Crema, non gli è stato possibile
trovare informazioni, sembra che nessuno sappia dell’esistenza di
questo gioiello di intarsio e da dove provenga
Numerosi
sono gli edifici in Crema che presentano questi occhi onniveggenti , che
sono certamente simboli anche cristiani ma è noto che la rappresentazione
della perfezione divina attraverso il Triangolo Equilatero è passata
anche nelle argomentazioni ermetiche, esoteriche e massoniche. Tale
raffigurazione viene usata all'interno della loro simbologia specifica
dando luogo a ulteriori collegamenti con altre figure geometriche od
oggetti peculiari. Per esempio entra nell'elaborazione del significato
della Squadra e del Compasso, oppure in quella del significato della
Piramide, come vediamo dietro il dollaro americano.
Bernardo Zanini in un momento
della sua conferenza
Secondo
Zanini, tutti questi simboli in odore di esoterismo possono essere
collegati da un filo che rimanda alla massoneria che a Crema contava
numerosi affiliati. Il ricercatore ha detto che in via XX settembre al n.
91 dove c’è la Casa Olmo , nel 1862 c’era una loggia massonica,
affiliata al Grande Oriente di Torino, il cui maestro venerabile era il
conte Enrico Martini: dall’elenco dei massoni Cremaschi, si apprende che
gli iscritti erano 82 suddivisi in 37 maestri, fra cui un sacerdote Don
Paolo Braguti, 12 muratori e 33 apprendisti .
Ma
non era l’unica loggia massonica presente
a Crema. Infatti tra la metà del XIX sec. e e i primi anni del XX secolo,
risulta che c’erano altre logge. Una
di queste la numero 1, chiamata anche la loggia della Rosa,
era situata in via Carrera, in un edificio in stile neogotico, ma
che conserva ancora oggi il classico stile di un tempio massonico e che ha
come simbolo una rosa stilizzata.
Zanini
ha poi mostrato alcuni dei simboli scolpiti sui capitelli delle colonne
del chiostro agostiniano che apparteneva al monastero rinascimentale che,
secondo la sua opinione, farebbero parte del medesimo Codice simbolico
utilizzato dai costruttori di cattedrali. E ha infine
posto l’attenzione su una serie di interessanti iconografie
inserite a Palazzo Pignano, in cui ad elementi geometrici e vegetali si
accostano quelli zoomorfi, precisamente volatili (come la colomba, simbolo
di un’altra loggia massonica operante nella Crema degli anni passati).
(Marisa Uberti in un momento della sua presentazione, foto G.R.A). Al
termine della corposa relazione del ricercatore, che abbiamo dovuto
necessariamente sintetizzare, ci sono state alcune domande da parte del
pubblico, a cui è seguita la relazione della ricercatrice Marisa Uberti,
che ha presentato la sua ricerca sulla misteriosa Madonna Nera conservata
nella chiesa di Santa Maria Stella in via Civerghi, 9 a Crema (cui è
stata dedicata una sezione a parte in
questo sito).
Particolare della
bellissima Madonna Nera di Crema
L'analisi
simbolica ha preso in esame gli elementi che compongono la statua:
-il
colore (nero), che riconduce al culto primigenio della Madre Terra e alle
dee-madri dell'antichità
-la
corona (una tiara papale o triregno), che non lascia dubbi sul rango di
questa figura femminile, che è metafora del dominio dell'Opera divina
sulle Cose terrene
-la
posa ieratica e la geometria triangolare
-il
volto sul petto (attributo insolito se non rarissimo su statue mariane,
che evoca invece l'usanza greco-.romana di contraddistinguere potenti dee
come Atena e Minerva)
-i
collari (almeno 4) riconducibili ad Ordini cavallereschi e nobiliari
-il
Bambino e i suoi attributi
-la
tipologia (Madonna Lauretana)
Questa
analisi ha consentito di
-impostare
un'ipotesi di lavoro restringendo la forbice cronologica in cui il
manufatto potrebbe essere stato realizzato;
-
far emergere raffronti con altre statue simili al di fuori di Crema
-evidenziare
come manchi un modello originario preciso: infatti la Vergine di Loreto
-cui il modello considerato si ispira- non ha mai avuto i collari o la
tiara papale (almeno stando alla documentazione ufficiale)
-dimostrare
che mancano ancora diversi tasselli alla risoluzione di questo
interessante mistero cremasco. Per approfondimenti visitare la pagina
dedicata in questo sito: Il Mistero della
Madonna Nera di Crema
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