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Questa
ricerca è stata oggetto, in forma più sintetica, di una conferenza
tenutasi dall'autrice a Crema, presso il Museo Civico, il 31 marzo 2012
nell'ambito del ciclo "Aperti per voi i sabato del Museo".
La chiesa di Santa Maria della Stella occupa, dal
1834, una stanza al piano terreno dell'ex- Palazzo Benzoni, oggi sede
della Biblioteca. Attualmente è aperta al culto ortodosso; infatti il
vescovo Oscar Cantoni, alcuni anni fa ha concesso l'uso della chiesa di
via Civerchi (n. 9) ai fedeli ortodossi russi e rumeni, che sono in numero
di circa 500 in città. E' stato stipulato un accordo di comodato d'uso
tra la parrocchia di San Benedetto (firmato da don Carlo Mussi), il
sacerdote russo padre Nicolay Makar e il metropolita rumeno Dom Fuciu. Nel
comodato è specificato che la proprietà rimane della parrocchia di San
Benedetto ma i due gruppi possono farne pieno uso, contribuendo alla
gestione delle spese, e la domenica mattina vi si tiene ma Messa con rito
ortodosso.
Di nostro interesse è la presenza,
in questa chiesa, di una Madonna un
po' particolare (fig.1):
Fig.
1
Essa è particolare per diverse ragioni:
- E'
nera, per prima cosa. Sono state ad oggi censite dal Centro
di Documentazione dei Sacri Monti,
Calvari e Complessi devozionali europei (e l'Università
Cattolica del Sacro Cuore di Milano, in collaborazione con la
Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte di Oropa) circa 800 rappresentazioni di Vergini Nere in Europa, ma il
numero è probabilmente sottostimato (fig. 2).
Fig. 2
Miracolose nei loro poteri, le Madonne Nere
hanno a lungo ispirato e continuano ad ispirare fervente devozione
(abbiamo parlato del loro profondo significato in altre parti di questo
sito).
Eppure, nonostante il loro numero e l'intensità del loro seguito, molto
-circa le loro origini -giace avvolta nel mistero. Molto tempo fa,
erano molte di più queste effigi misteriose, ma diversi saccheggi
successivi hanno portato ad un decremento del loro numero. Guerre di
religione, roghi, furti … Risultato è che in alcuni casi le Vergini
Nere sono state rinchiuse nelle loro chiese e cappelle, non più
disponibili per la visualizzazione da parte del pubblico. Spesso si è
detto che sono stati i fumi dei ceri e delle candele a farle annerire ma
ciò è a dir poco improponibile, e non vogliamo discuterne qui
(ricordiamo il nostro ampio report sul Convegno svoltosi ad Oropa (BI) nel
maggio 2010, intitolato "Nigra Sum. Culti, Santuari e immagini delle
Madonne Nere d'Europa"( http://www.duepassinelmistero.com/Nigrasum.htm).
Sono Madonne le cui origini si perdono nella notte
dei tempi, collegate a storie miracolose (come nel caso di Loreto) o a
culti della fertilità (come ad Oropa). Le Madonne Nere incarnano
esotericamente la Madre Terra, che –fecondata dal raggio igneo
(Fuoco-Sole)- darà i suoi frutti. Ogni cultura ha sincretizzato il
concetto conferendo alla Madre Terra un aspetto dapprima prosperoso, come
le Grandi dee Madri preistoriche (fig.3), passando per le
dee dei culti misterici come la dea egizia Iside (fig. 4),
trasposta poi nel cristianesimo con l'immagine della Madonna con Gesù in braccio (fig.
5)
Fig. 3
Fig. 4
Fig. 5
Nei primi secoli del cristianesimo pare che le
Vergini Nere si conservassero nelle cripte, per indicare il loro
collegamento alla Natura, alla Terra, al grembo. Da quelle Madri scure –
la materia prima alchemica- deriva il Figlio- la materia spiritualizzata o
divina: il Bambino- re che, nell’alchimia cristiana, corrisponde al
Cristo-pietra (dei Filosofi).
-La
Posa è ieratica, gli occhi non hanno pupille e fissano l’infinito
in eterno. Una Madonna che incute rispetto e signorilità. La veste è
dorata e reca diverse stelle a otto punte. Certo, non c'è oro perchè
si tratta di legno dipinto, non ci sono pietre preziose ma solo la
loro rappresentazione fittizia, ma ancor più questa
particolarità di "Madonna povera" all'apparenza ma ricca
simbolicamente la rende interessante
La
corona (fig. 6) che porta è simile ad una tiara papale (o
triregno) [1], che la farebbe ricondurre al rango di sacerdotessa
o papessa, una potente Regina poichè questo copricapo conferisce
simbolicamente a chi lo indossa il dominio sulle cose da parte
dell'Opera divina. Il Triregno è la Tiara papale formata da tre
corone simboliche che indicano il triplice potere del Papa: padre dei
re, rettore del mondo, Vicario di Cristo. Tra l’altro, ogni Papa
aveva una specifica corona per la propria incoronazione, nessuna era
uguale all’altra e, in base proprio al tipo di corona presente sul
capo di questa Madonna, forse si potrebbe risalire al pontefice cui fa
riferimento e, di conseguenza, al periodo del suo pontificato. Tra le
varie interpretazioni questa corona rappresenta la Chiesa militante, la
sofferente, la trionfante. Il "Triregno"
è rimasto in uso fino al 1963.
Dal
punto di vista esoterico, diremo che questo copricapo, la Tiara, si trova
su una figura femminile dei Tarocchi medievali, la Papessa (fig.
7). Il significato e il simbolismo della carta non è chiaro. La donna
con la tiara è stata ora identificata con la Papessa
Giovanna ora con la Madonna, o ancora con Cibele,
Iside o Venere. Le carte rappresentanti una donna che indossa
una tiara papale diffuse durante la Riforma Protestante e le immagini
della Papessa Giovanna con il bambino sono considerate come un tentativo
di ridicolizzare il papato da parte dei protestanti. La tiara, però,
scomparve dai tarocchi dei periodi successivi, in cui la Papessa fu
rappresentata con un copricapo medievale più comune. I tarocchi
comprendevano anche una carta che rappresentava il Papa, a volte con una
tiara sul capo.
Fig. 7
Il
Bambino (fig.8) -che spunta dalla veste, ha una corona meno
pomposa, ma è comunque un Re. Entrambi sono rappresentazione del
medesimo Principio divino e compartecipano del Mistero cristiano.
Madre e Figlio sono identici nei lineamenti del volto (fig. 9)
Fig. 9
Il
volto di angioletto sul petto (fig. 10), appena sotto il viso
della Vergine Nera, è un elemento alquanto inusuale su statue mariane
(fig. 11).
Fig. 11
Ricorda l’attributo che portavano le potenti dee greco-romane,
Atena o Minerva, la cosiddetta “gorgone”, che pietrificava
chiunque osasse guardarla (fig. 12-13-14-15). Questa statua
appare quindi come un ponte di collegamento tra le antiche dee
sapienti e potenti e la familiare Madonna cristiana.
fig.12
fig.13 fig.14
fig.15
Si
osserva la curiosa presenza di almeno 4 collari (fig. 16),
che rappresentano uno dei misteri più intriganti di questo simulacro.
Bisogna dire dire che nella chiesa dov’è conservata non vi sono
didascalie che possano aiutare il visitatore a ricavare informazioni
in merito ma sentendocene incuriositi abbiamo voluto fare una ricerca
per saperne di più, per scavare attorno a questa bellissima
“dimora filosofale”, come direbbe l’alchimista Fulcanelli.
Grazie all'amico Bernardo Zanini, che ne aveva scritto in precedenza,
e per merito anche di un articolo apparso sulla rivista "L'Araldo
Cremasco", si apprende che la statua proviene dalla demolita
chiesa di San Marino (distrutta nel 1868, per fare spazio ad una piazza
dedicata a Vittorio Emanuele II). Da quanto tempo fosse in tale
chiesa, non si sa [2].
(fig. 17). E' curioso notare come la chiesa in cui si trovava
prima la Madonna Nera fosse intitolata a San Marino, un santo
perlopiù assente nelle titolazioni di chiese nel nord Italia. Egli è patrono della
omonima Repubblica posta a cavallo dell'Emilia-Romagna e ritenuto il
fondatore del luogo stesso. Ricorderemo di aver visitato, in un
viaggio di studio a San Marino nel 2008, la chiesa dei
Cavalieri di Malta (già oratorio Valloni) che, guarda caso,
conserva una statua della Madonna Nera di Loreto (fig. 17).
Questi Cavalieri erano
originariamente Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, un
ordine nato nel medioevo al tempo delle Crociate per difendere i
luoghi santi. Erano (e sono tutt’ora) molto devoti alla Madonna
Nera. Ciò fu detto anche per i Templari...
Va ricordato che
sull’isola di Malta, che fu la patria per secoli dei Cavalieri di
San Giovanni (che oggi sono noti come Sovrano Militare Ordine di Malta) si
trovano ben 8
Madonne Nere!
Potrebbero c'entrare qualcosa
i Cavalieri di Malta con Crema? Si, essi avevano delle proprietà e
una Commenda; inoltre uno dei collari che
porta la Madonna della chiesa della Stella,
esattamente il secondo (fig. 18), sembra proprio
appartenere al Sovrano Ordine di Malta:
Fig. 18
Dai documenti risulta che a Crema
i Cavallieri di Malta avevano delle proprietà, forse nella zona di
Borgo San Pietro; nella vicina Castelleone -dove c'è un'altra Madonna
Nera - esisteva una Commenda Templare (nel palazzo che ora ospita la
Biblioteca). Questo potrebbe anche spiegare il culto così vivo
e diffuso delle Madonne Nere in questa area del cremonese (sarà
nostro interesse proseguire il censimento delle Madonne Nere nel
territorio e le loro eventuali correlazioni storico-religiose).
E
gli altri collari presenti sulla Madonna Nera di Crema?
Il
primo è costituito da una sorta di catena formata da anelli
intrecciati, che vagamente ricordano il nodo Savoia. La croce è
trilobata (fig. 19).
L’ultimo collare ha anch’esso una croce trilobata ed è appeso
ad una catena composta da semplici sferette però è sormontato da un
elemento che ricorda vagamente una corona (fig. 20).
Fig. 20
Questa croce ricorda un ordine legato a casa
Savoia; la croce trilobata deporrebbe per l’ordine di San Maurizio, che è un antico ordine
Militare religioso fondato nel 1434 dal duca Amedeo VIII di Savoia,
vedovo ritiratosi a vivere in forma monastica con alcuni gentiluomini,
disposti a condividerne lo stile, presso l’Eremo di Ripaille, presso
Thonon e il lago di Ginevra. L’Ordine di San Maurizio
obbediva alla Regola benedettina della Congregazione
Cistercense prima e poi a quella di Sant’Agostino; l’insegna era
rappresentata da una croce trilobata bianca (fig. 21).
fig. 21
fig. 22
fig. 23
La
presenza di questo collare è molto importante ai fini di
stabilire una datazione perché l’Ordine di San Maurizio fu tale
fino al 1572, quando venne ricongiunto a quello ospitaliero di
San Lazzaro, uno dei più antichi Ordini Crociati (gli altri erano
i Templari, i Giovanniti e i Teutonici), risalente alle prime
Crociate in Terrasanta e per breve tempo con giurisdizione anche
sui Giovanniti; l’insegna dei Cavalieri di San Lazzaro era una
croce ottopuntata di colore verde. L’Ordine unificato venne
chiamato dei Santi Maurizio e Lazzaro ufficialmente con
Bolla Pontificia di Papa Gregorio XIII
“Cristiani Populi” del 16 settembre 1572 e “Pro
Commissa Nobis” del 13 novembre dello stesso anno. Solo
allora venne conferita la nuova insegna, costituita dall’unione
delle due croci, quella bianca trilobata dei Mauriziani e quella
verde di San Lazzaro. L’insegna ha subìto diverse modifiche nel
corso del tempo fino ad arrivare all’attuale, come mostrano le
immagini (fig. 22 e 23). La presenza della sola croce
Mauriziana sul collare della Madonna Nera di Crema potrebbe quindi
significare che sia antecedente al 1572.
Un
altro spunto per definire dei limiti cronologici per questo manufatto è la presenza di un altro collare,
il terzo, che inequivocabilmente appartiene
all’ Ordine del Toson d'Oro (fig. 24),
caratterizzato dalla presenza di una pelle di ariete o montone,
chiamata “vello” o "tosone" e che si rifà al mito degli
Argonauti, un mito di
origine pagana che ha ispirato un sovrano cristiano. La mitologia
narra della pelle dell'ariete sacro a Giove ricercata da Giasone
per preservarsi dalle potenze infernali e ritrovare il regno
perduto. Da qui inizia una ricerca densa di prove iniziatiche che
porteranno Giasone alla conquista dell'ambitissimo trofeo.
Fig. 24
L’Ordine
cavalleresco di matrice cristiana venne fondato nel 1429 dal
Duca di Borgogna Filippo il Buono, ebbe particolare diffusione in
Europa nel Cinquecento e in Sicilia soprattutto nel Seicento.
Il famoso ordine cavalleresco del "Toson d’oro",
ebbe come protettori la Vergine, San Maurizio e Sant’Andrea. Il
Toson d’oro è uno degli emblemi cavallereschi più ambiti
d’Europa, onorificenza che veniva conferita a sovrani, esponenti di
famiglie nobili e uomini di governo che si erano distinti per il
sostegno dato alla religione cattolica. Il
collare del Toson d’Oro sulla Madonna Nera di Crema non può
quindi spingersi più indietro del 1429. Abbiamo
stabilito un range cronologico: non prima del 1429 e non dopo
il 1572.
E
la croce del primo collare, a quale Ordine può appartenere? Si è ipotizzato che
possa rappresentare l’Ordine d’Alcantara, dipendente dalla corona
di Spagna, nato nel 1156. Ma, osservando la tipologia dell’insegna
di detto Ordine, non sembra di poter ravvisare una
analogia stilistica. Per il momento, questa risposta ancora non può
essere data con certezza.
C’è
poi un collare che non ha appesa una croce (fig. 25), ma
potrebbe trattarsi del collare n. 3 (Toson d’oro) che è stato
avvolto in modo doppio sul corpo della statua (abbiamo visto a
Monaco di Baviera collari di questo genere davvero lunghissimi e
che si usavano solo a scopi cerimoniali e simbolici).
Fig. 25
La Madonna Nera di Crema è una Madonna
Lauretana (rifacentesi, cioè, al culto della
Madonna Nera di Loreto, AN, v. nota 5], anche se non
vi sono didascalie a corredo che permettano di identificarla. Tuttavia,
possiamo farlo con i raffronti di iconografie simili a questa. Nella
vicina località di Castelleone, sempre in provincia di Crema, una
Madonna Nera è conservata nella chiesa della SS. Trinità; ha anche
lei dei collari, ne ha 3 (fig. 28, ma uno solo sembra avere una croce, forse
dell'Inquisizione) ma non porta il triregno (fig. 29). E sopra, c'è un dettaglio inconfondibile
che ci permette di inquadrarla come una Madonna Lauretana: c'è
infatti l'iconografia della traslazione della Santa Casa a Loreto, da
parte degli angeli (fig. 26-27).
fig.26
fig. 27
fig. 28
fig. 29
A
Cremona, nella chiesa di Sant’Abbondio, c’è una ricostruzione
della Santa Casa di Loreto con Madonna Nera lauretana, senza collari.
All’esterno della chiesa, però, proprio sopra la porta
d’ingresso, è situata una statua che riproduce una Madonna
Lauretana con Bambino, provvista di 3 collari sul modello di quella di
Castelleone (fig. 30). Ma più sconcertante e misteriosa è
la Madonna Lauretana sospesa sul Corso Lauretano (fig.31-32), che immette nella
chiesa di Sant’Abbondio, una Madonna in lega metallica (ferro, rame,
ottone) che ha i collari e una magnifica tiara papale (fig. 33)
fig. 30
fig. 31
fig. 32
fig.33
Tutto
ciò ci induce a pensare che in un certo momento storico-culturale,
fosse divenuto normale realizzare statue di Vergini lauretane con collari.
Cremona fu
colpita dal flagello della peste, nel 1630, come molte altre
zone dell'Italia settentrionale e si cercò, oltre all'aiuto medico,
quello spirituale. Quando
Cremona scampò alla morte nera, si conferì
tutto il merito alla Madonna di Loreto (evento ricordato anche con una
scritta nel santuario stesso) che già
esisteva in città, evidentemente, ma si provvide a ringraziarla
incoronandola (fu
incoronata nel 1634 e, cento anni dopo, nel 1734, fu incoronato anche
il Bambino Gesù). La Madonna Nera all’interno del santuario, però,
è priva di collari.
Una
rappresentazione simile a quelle appena viste l'abbiamo trovata nella Basilica di San
Gaudenzio a Novara dove -nella cappella della Madonna di Loreto- c'è
una Madonna Nera, anche lei con i collari, ne ha 4. E sopra il gruppo statuario c'è la
dicitura "VIRGO LAURETANA Ora pro Nobis" (fig. 34-35).
fig. 34
fig. 35
Un
dipinto di Madonna Lauretana del 1615, voluto e
finanziato dalla Comunità di Pedrengo (BG), di autore ignoto si trova nel
santuario di S. Caterina d'Alessandria a Bergamo. In evidenza il
trasporto della Santa Casa ad opera degli angeli (fig. 36-37).
fig. 36
fig. 37
Fig. 38. A Mogliano (MC) esiste una Madonna Nera Lauretana con Bambino,
entrambi con tiara/triregno, in cui la Vergine porta il collare con la
croce dell'Ordine dei Cavalieri di San Giovanni (oggi di Malta) [4].
In Sicilia, a
Vallelunga Pratameno (prov. Caltanissetta), è conservato un dipinto di Madonna Lauretana con triregno
e 4 collari (fig. 39), anno 1630 ca.
Fig. 40. Ci si aspetterebbe quindi
di riscontrare nell’immagine di Loreto le caratteristiche presentate da
queste Madonne Nere ma è questa la cosa più singolare: la statua della
Madonna di Loreto non è così: non ha la tiara, è priva
di collari (fig. 40). Ma questa è una copia, perché quella
originale bruciò in un incendio nel 1921; che poi non era nemmeno quella,
l’originale. Gli studiosi hanno appurato che la prima immagine venerata
nella Santa Casa era un'icona dipinta in legno, di probabile origine
orientale e potrebbe avere riferimenti alla Grande Madre ed alla
divinità egizia Iside. Molto probabilmente le prime comunità cristiane
mediorientali e la Chiesa Copta avevano trasferito aspetti e simbologie
del culto di Iside a quello Mariano. Una curiosità: nel 1797 Napoleone,
tra il bottino che portò a Parigi, fece trasportare al Museo del Louvre
la statua della Madonna di Loreto, classificata come statua di legno
orientale di scuola egizio-giudaica. Venne restituita alla
basilica cinque anni più tardi (1802).
Ma
com’era quell' icona mariana primitiva che si venerava a Loreto,
proveniente da Tersatto
(di cui abbiamo riportato la nostra visita in un ampio report), nei pressi
della cittadina dalmata di Fiume? Sempre dal convengo che ho già citato,
avevo appreso da uno dei frati della Santa casa di Loreto (AN), che aveva
relazionato sulla Madonna di Loreto, che l'unica testimonianza che si ha
dell'antica immagine originaria è una targhetta bivalve (in seguito
andata perduta), fig. 41.
fig. 41
(l'immagine è stata scattata dall'autrice durante il convengo del maggio
2010)
L'antica icona fu sostituita da una statua
nei primi decenni del 1500 (fig. 42); il frate disse anche che da
numerose iconografie sparse per l'Europa (oltre un centinaio) nel periodo compreso tra 1500 e 1600,
che si
rifanno alla Madonna Lauretana,
possiamo capire come fosse quella statua e se osserviamo la fig. 43-44,
notiamo che la Madonna non ha le caratteristiche di quelle di Crema,
Castelleone, Novara, Bergamo, Mogliano e Vallelunga Pratameno che abbiamo
mostrato come esempi in questo articolo.
fig.
42
fig. 43
fig.44
(immagini scattate dall'autrice durante il convengo del maggio 2010)
Ma c'è di più: lo studioso disse che
soltanto dal XVII sec. la Vergine di Loreto venne stabilmente coperta
dalla Dalmatica. E allora come si spiega che quella di Crema, datata al XV
sec., la indossi? E che nei dipinti di Bergamo (1615) e Vallelunga
Pratameno (1630ca), nonchè nella statua cremonese (1630), la Vergine
lauretana sia già stata realizzata completa di veste, corona e collari?
Tutte precocissime diffusioni?
Osservando la struttura stilistica della
statua cremasca, ci si
avvede che i collari fanno parte integrante della "Dalmatica"
che avvolge il gruppo statuario,, non
sono cioè amovibili. Ciò significa che questa "Manta" o Veste- che non so dire se
si possa togliere, scoprendo eventualmente al di sotto la statua semplice - deve essere
stata realizzata volutamente in questo modo, con tutti quanti i collari.
Ma la Dalmatica è coeva alla statua o è un elemento posteriore, che
spiegherebbe l'usanza a partire dal 1600?
- In ogni caso,
rimane pure un altro mistero: dove parte,
quando e come si sviluppa l’usanza di mettere i collari alle
Madonne?
Non è una materia tanto discussa, tant’è che non si
trovano molte notizie. Nel corso del convegno sopracitato "Nigra
Sum. Culti, santuari e immagini delle Madonne Nere d'Europa"
(maggio 2010) sono stati presentati decine e decine di esemplari, e nessuno mi colpì
in particolare perché
aveva i collari. Ma andandomi a rivedere le foto, ne ho invece trovato
uno, del quale purtroppo non conosco l’origine né dove sia conservato;
il gruppo statuario di Vergine Lauretana con Bambino si presenta orientativamente e stilisticamente affine
a quelle appena viste ed è tra l’altro interessante perché anche
lei porta una corona molto importante, Tiara papale o triregno (anche il Bambino ne porta una uguale),
e ha pure i collari (fig. 44).
Fig.
44
- A
che epoca risale il culto della Madonna Nera nel territorio di
Crema?
Per
Crema non lo sappiamo con precisione. Per Castelleone, si sa chiesa
della SS. Trinità è derivata dalla precedente intitolata a San
Pietro Martire, un santo molto venerato specialmente a Milano e Como,
ma anche a Cremona e a Castelleone. Egli morì nel 1252 e già 10 anni
dopo la sua morte, nel 1263 si fece la Chiesa di S. Pietro Martire in
Castelleone nel quartiere di Mastalengo nella contrada di Caminata,
che era gestita da una Confraternita disciplini che portava il nome del
Santo. Non si conosce quale fosse la
forma di quell'antica chiesa ma dalle annotazioni delle visite
pastorali si evince che possedeva 3 altari: il maggiore (con l' effigie
di S. Pietro Martire), e due laterali (l’uno del SS. Crocifisso,
l’altro della B. Vergine di Loreto), che furono conservati anche nella
chiesa nuova. Ma dato che il culto alla Vergine di Loreto ebbe
inizio solo dopo il 1294, data in cui è attestata la traslazione
della Santa Casa da Tersatto a Loreto, appunto, c'è da pensare che se
a Castelleone c'era una Madonna Nera prima di tale data, non fosse una
Madonna Lauretana. Nel XVI secolo troviamo la chiesa di Castelleone
passare di mano ai confratelli della Scuola della Trinità che nel
1644 la rifabbricarono più ampia e più elegante (e le cambiò anche
il nome). Nella visita
pastorale del 1646 una parte dell'edificio era già stato eseguito e vi erano già
stati collocati provvisoriamente i tre altari che già erano
menzionati nella precedente e vetusta chiesa.
Sul
perchè venissero messi i collari potrebbe spiegarsi come un modo di esternare la propria devozione
alla Madonna Nera o di porsi sotto la sua santa protezione... Ma potrebbe trattarsi di Ordini che
erano posti sotto la protezione della Vergine o che le si sia voluto
conferire simbolicamente un massimo grado di onorificenza.
In molte chiese della diocesi
era
usanza avere affreschi o dipinti con la Madonna Nera dai collari,
esattamente come nei
dintorni di Oropa e in numerose chiese piemontesi, si può trovare la
Madonna Nera di Oropa dipinta su pareti di case ed edifici civili,
oltre che nelle chiese, e in ex voto, etc. Una forma di protezione,
oltre che di grande devozione popolare. Ma il vero motivo per cui a
Crema si trovi questa bellissima statua è ancora un enigma.
Chi
possa averla voluta è ancora da stabilire. In
un primo momento abbiamo pensato alla famiglia Benzoni, proprietaria del palazzo in cui si
trova la chiesa. Alcuni esponenti delle famiglie Benzoni erano
cavalieri titolati e cavalieri del Sacro Romano Impero. I Benzoni
erano patrizi e capi della città di Cremona. Nel 1506 l'illustre
famiglia venne ascritta dall'imperatore Rodolfo II d'Asburgo al ceto
dei cavalieri d'oro. Giovanni Battista Benzoni lasciò l'Italia e
giunse a Fiume nella seconda metà del Seicento, dove iniziò il
commercio dei legnami e la loro esportazione all'estero. Alcuni suoi
discendenti raggiunsero posizioni eccelse, tra cui va ricordato
Giovanni Antonio che nel 1730 fu fatto vescovo della diocesi di Segna
e Modrussa, a cui apparteneva Fiume (non dimentichiamo che sulla
collina di questa città, Tersatto,
arrivarono le pietre della Santa Casa di Maria dalla Palestina nel 1291,
dando luogo ad un enorme culto mariano. Le pietre -come tutti sanno-
vennero traslate a Loreto nel 1294). Altri Benzoni furono valenti
soldati e influenti consiglieri del patriziato fiumano. Ma la cappella
gentilizia venne realizzata solo nel 1834; la
Madonna Nera proviene dalla distrutta chiesa di San Marino, e solo nel
1868 giunse all'oratorio di Santa Maria Stella, probabilmente i
collari li aveva già e i Benzoni non c'entrerebbero.
Restano
quindi aperte altre ipotesi: -Ordini cavallereschi presenti in città,
come quelli di Malta che possedevano varie proprietà, forse ereditate
dai Templari i quali avevano invece una Commenda a Castelleone, nel
palazzo che oggi ospita la biblioteca; -la volontà della popolazione,
o di un nobile di cui ancora si deve scoprire l'identità, oppure che
si trattasse di una donazione. Sta di fatto che chiunque l'abbia
commissionata, non era digiuno di quel raffinato simbolismo che
caratterizza gli elementi che la compongono. A parere di chi scrive,
questa Madonna Nera rappresenta un pezzo della storia, della tradizione, della religiosità e
del genio artistico dell’antica comunità cremasca. Un’opera
emblematica che sprigiona curiosità e interesse, che continua a proporsi
come veicolo del mistero della fede, a fornire uno stimolo per
l'approfondimento.
__________________________
Note:
[1]- TIARA: è’ un
copricapo extraliturgico che il Sommo Pontefice assumeva durante la
cerimonia dell'incoronazione ed usava portare allorché si recava a
qualche solenne funzione e ritornando da essa. Circa l'origine della tiara
vi è tra gli autori una certa discordanza di opinioni, la più comune
delle quali la fa derivare dal berretto
frigio, camelaucum, o phrygium, un alto berretto conico
di stoffa bianca di foggia frigia, che dall'Oriente passò quindi a Roma,
dove veniva considerato come un simbolo di libertà, e con il quale i papi
cominciarono a coprirsi il capo intorno alla fine del IV secolo.
L'applicazione della prima corona alla tiara papale viene attribuita a
papa Innocenzo II (1130) come simbolo del potere temporale.
È indubbio però che sia stato Bonifacio VIII (1294-1303)
ad aggiungervi la seconda corona, come simbolo della supremazia della
autorità spirituale su quella temporale, arricchendo inoltre la tiara di
splendide gemme, mentre a Clemente V (1305-14) viene generalmente
attribuita l'aggiunta della terza, trovandosi infatti in un inventario del
1315 la più antica menzione della tiara a tre corone, detta pertanto
anche triregno, divenuto simbolo dell'autorità papale. Paolo VI,
ultimo papa ad essere incoronato con la tiara (1963), fece dono della
propria ai poveri, rinunciando pertanto al suo uso e sostituendola con la
mitra, quindi soppresse anche la carica e la denominazione di Custode dei
sacri triregni, allorché provvide al riordinamento della Casa Pontificia
in forza del motuproprio Pontificalis Domus del 28 marzo 1968 (da
wikipedia).
[2]-
La chiesa
di San Marino a Crema fu edificata tra 1200 e 1300; era gestita dagli Umiliati e a
parte viveva una comunità laicale mista (uomini e donne). Dal 1603 al
1606 venne gestita dai Gesuiti e poi dal 1653 dagli Agostiniani; in
seguito dai Barnabiti che, nel 1764, ricostruirono l'edifico ormai
vetusto. Quando nel 1868 si decise la demolizione, la Madonna Nera compare
nell'Inventario degli arredi da distribuire ad altre chiese locali.
[3]- L’Ordine
del Toson d’oro venne creato dal duca di Borgogna Filippo II, detto il
Buono, nella città di Bruges, il 10 gennaio del 1429, in occasione delle
sue nozze con l’infanta Isabella di Portogallo e si componeva di 24
cavalieri. L’Ordine risulta posto sotto la protezione di
Sant’Andrea apostolo (ma anche della Vergine); nel 1516, per volontà di Carlo I, re di Spagna,
((divenuto poi Carlo V imperatore), si ampliò a 50 cavalieri, oltre il
sovrano, capo dell’Ordine. Quest'ultimo venne ripetutamente approvato dal
papa Gregorio XIII nel 1564 e da Clemente VIII, nel 1599. Con il
matrimonio di Massimiliano, arciduca d’Austria, con la figlia di Carlo
il Temerario, il Gran Magistero dell’Ordine passò alla casa
d’Austria. Dopo la morte dell’imperatore Carlo V, i re di Spagna, i suoi
successori furono i Gran Maestri dell’insigne Ordine. Nel novembre del
1700, con la morte di Carlo II, ultimo re spagnolo della casa d’Austria,
l’arciduca Carlo (che si era fatto proclamare re di Spagna con il nome
di Carlo III) essendo salito al trono d’Austria con il nome di Carlo VI,
nel 1713 ripristinò l’Ordine del Toson d’oro, dichiarandosi unico
Gran Maestro. A nulla valsero le proteste del re di Spagna Filippo V e da
tale data i sovrani di Spagna e d’Austria, ciascuno per proprio conto,
conservarono il diritto di conferire tale Ordine. Il collare d’oro della
decorazione si compone di acciarini intervallati da pietre focaie
d’azzurro, sprigionanti fiamme di rosso; dalla collana pende il mitico
tosone o vello d'oro (fonte: Araldica).
[4]-
Nel 1480 questi Cavalieri aprirono un ospizio per
pellegrini adiacente alla chiesa dei Santi Filippo e Giacomo in contrada
Commenda e sembra che proprio loro avrebbero commissionato questa statua, che in seguito fu donata alla confraternita
della Pietà per la nuova chiesa in costruzione.
Quando, il 9 novembre del 2009, si sono svolte le celebrazioni per
il Bicentenario del prodigioso scoprimento nel Santuario del
Crocifisso, erano presenti- insieme alle Autorità civili e religiose- anche i Cavalieri
di Malta i quali, dicono le fonti ufficiali della manifestazione, vantano un legame con
il Santuario in quanto da almeno tre secoli vi si venera una statua
in pietra policroma della Madonna di Loreto.
[5]-
Questa Madonna è particolarmente
cara ai
Cavalieri e alle Dame dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di
Gerusalemme. La loro insegna è una croce di Gerusalemme che nulla a a che
fare con quelle presenti sulla Madonna di Crema. C'è da aggiungere che storicamente è conosciuto
un unico Ordine della Madonna di Loreto, o meglio dei Cavalieri
Lauretani, fondato nel 1586 da Papa Sisto V per concretizzare un'idea
del predecessore Paolo III. L'Ordine nacque al fine di proteggere dai
saraceni la Santa Casa la quale, trovandosi (com'è noto) in terra
marchigiana, ebbe nel sanguigno pontefice francescano originario di
Grottammare un verace fedele ed uno strenuo paladino. I cavalieri
venivano dichiarati familiari di Sua Santità, e nobilitati del titolo
di Conti Lateranensi. In tutto, pare che Sisto V ne abbia nominati 260, ma a
tanto sviluppo non conseguì altrettanta durata nel tempo: all'epoca
di Napoleone l'Ordine risultava estinto da parecchio. Questi Cavalieri portavano una medaglia che
aveva, sulla faccia principale, la Santa Immagine della Vergine
Lauretana col Bambino; sull'altra, l'arma di Sisto V in scudo ovale in
cartiglio, timbrato dalla tiara ed accollato dalle chiavi papali (fonte:
http://www.valdivedro.it/associazioni/pasque/notizie-varie-sulla-madonna-di-loreto).
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