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                                       (a cura di Marisa Uberti)

La Basilica che andremo a conoscere è antichissima, menzionata già in documenti del 642 d.C., in epoca Longobarda. La dedicazione al Santo Michele è indicativa, ricordando che quest'ultimo era il patrono del popolo Longobardo. Certamente, possiamo dirlo, in quest'area sorgeva in tempi precedenti un edificio più antico, pagano, secondo la prassi per cui su un luogo ritenuto 'sacro'da tempi ancestrali, si proseguiva ad edificare, pur cambiando gli stili,la religione,la politica e il costume sociale.Ma osserviamo ciò che oggi ci è dato di poter godere:una splendida costruzione dalle trasformate forme romaniche, poichè da longobarda subì rimaneggiamenti in epoca carolingia.L' l'aspetto odierno riconduce all'architettura del XII secolo,ed è opera dei Maestri Comacini (o lombardi). Rimangono parecchie lavorazioni di impronta longobarda, a dire il vero:gli intrecci e gli annodamenti sui capitelli, sulle colonne, i motivi fitomorfi e zoomorfi, un tripudio di simboli che abbiamo avuto difficoltà a cernire, poichè meritavano tutti di essere inseriti.Abbiamo scelto le foto seguenti, per dare soltanto un'idea della munificenza di questo edificio sacro, dotato di cripta sotterranea in cui si respira un'atmosfera particolarmente 'antica'. Se potrà sembrare eccessivo lo zelo dedicato agli elementi immortalati,si ricordi che chi li realizzò vi ripose -oltre fatica e impegno-anche la propria anima, il proprio messaggio, in mancanza del proprio nome, che resta in massima parte anonimo, perchè i nostri Comacini erano fatti così.Forse quelle 'faccine'scolpite nei posti più impensati (base delle colonne, spigoli dei capitelli, sui muri esterni apparentemente 'a casaccio'), appartenevano a loro, e potrebbero costituire l'unico loro ritratto che sia pervenuto fino a noi.La sua imponente mole,quasi soffocata oggi dalle costruzioni 'moderne',nel centro storico di Pavia,che ha sfidato i secoli, sta correndo un serio pericolo:l'erosione degli agenti chimici inquinanti che ne deteriorano la pietra e le sculture ad essa correlate.In questa Basilica vennero incoronati molti re italici (Pavia fu capitale del Regno Longobardo): Berengario I (a. 888), Lodovico III (a. 900), Ugo (a. 926), Berengario II col figlio Adalberto (a. 950, Arduino d'Ivrea (a. 1002), Enrico il Santo (a. 1004) e anche Federico di Hohenstaufen,detto il Barbarossa, nel 1155,proseguendo una tradizione secolare.Ma procediamo con la visita, guidati dalle fotografie.Sarà -ci auguriamo- più gradevole.

 

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La Basilica vista da est, con l'abside, la cupola ottagonale e il campanile.

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Facciata ovest(principale),con tre portali.Sopra quello centrale,si trovano tre bifore, sormontate da altrettante monofore, al di sopra delle quali sono due 'occhi' intermezzati da una finestra a forma di croce. Sopra il portale centrale,campeggia il titolare della basilica, San Michele, che calpesta il drago.

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La facciata meridionale presenta un portale cieco, riccamente scolpito e strombato, ma non si è mai capito il motivo per cui sia stato realizzato, non essendo mai stato aperto e non avendo mai avuto funzioni di accesso alla basilica.

 

 

 

 

 

 

 

 

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Dalla parte interna, per far capire meglio al lettore, si può vedere come esista una parete, in corrispondenza del portale precedentemente visto, alla quale è addossato un 'tempietto', su cui è affrescato un motivo particolarmente raro in area occidentale, la Dormitio Virginis. Si narra che in questo curioso 'vano' o 'sacello' sedesse il sovrano sul suo trono.

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La Basilica è orientata sull'asse Ovest-Est;è in pietra arenaria ma ciò che i secoli non hanno fatto, lo ha compiuto l'uomo, con l'inquinamento sempre più massiccio, che sta corrodendo irreparabilmente i fregi esterni che, in vari punti, sono quasi illeggibili...

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Lunetta del "finto portale, detto" Porta Speciosa": sull'architrave si vede il Cristo che porge a Pietro le due chiavi e a Paolo un Rotolo ( la Legge )

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Portale centrale.

I portali sono sei:tre sulla facciata,a  ovest;uno(cieco) su quella sud, altri due su quella nord.

 

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Sopra, galleria esterna praticabile, con colonnine.Lo stile ricorda anche un' influsso cistercense.

 

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La facciata maggiore è letteralmente cosparsa di bassorilievi e sculture, che racchiudono una simbologia che risulta difficile decodificare nell'intento originario.

 

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Nelle lunette di tutti e sei i portali, altrettanti Angeli  in piedi, in tunica e pallio, imponenti, ad ali simmetricamente spiegate,grandi come loro, reggono il globo e il fior di loto.

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Un esempio di colonne riccamente scolpite.

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Soggetto di Visitazione, che si trova sulla facciata sud, che risulta più spoglia di quella centrale.

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Lotta fra due animali.

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Bellissima scultura che ritrae una figura umana a cavallo di un  drago in atto di dominarlo, ma un altro, dietro di lui, spalanca le fauci nell'atto di divorarlo.

 

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Oltre a scene di mestieri, di vita domestica di caccia, di esseri antropomorfi, draghi, cavalli, sirene, sfingi, leoni, pavoni, gru,spirali,diavoli che paiono beffardi, vi sono motivi vegetali e a " intreccio " come mostrato in foto. Questa lavorazione si ritrova spessissimo nell'arte Longobarda, ripresa poi in quella Romanica.

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Sulla facciata vi sono ben sette corsi di pietre scolpite a fregio,alcuni dei quali-come già ribadito-consunti dai secoli,dalle intemperie e dall'inquinamento.

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Osservando le sculture che contornano i portali, potremmo soffermarci ore ed ore, scorgendo motivi sempre sorprendenti e curiosi, come delle teste intercalate ad altri soggetti.

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Il simbolo della sirena è diffusissimo nell'arte romanica, tuttavia sul suo significato c'è da dire che per la chiesa cattolica esso è quello della "tentazione", mentre a livello esoterico essa rappresenta la natura duplice, acquosa e terrestre.

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A sinistra del portale destro della facciata centrale, ad altezza d'occhi si può ravvisare il soggetto biblico di Adamo ed Eva, col serpente tentatore; in alto a sinistra si nota l'angelo armato di spada in atto di scacciarli.Il motivo è presente su un capitello all'interno(vedi foto sotto).

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Splendido capitello in cui sono ritratti sedici volti, di diversa fisionomia. Alcuni sono maschili barbuti, altri paiono femminili. Uno porta una corona circolare, uno forse un elmo...sono tutti diversi:chi impersonano questi visi?

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Ecco una delle tante sirene scolpite dentro e fuori questa basilica. All' interno troveremo pure una sirena 'particolare'! La cura con cui questi simbolismi sono stati lavorati, denota una maestria eccellente da parte degli scultori che -tra le migliaia di innocui 'decori'- volevano celare la millenaria Scienza Alchemica?

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E' anche divertente scoprire, dettaglio dopo dettaglio, di cosa siano stati capaci di tramandarci gli antichi scalpellini medievali. Si osservi la curiosa figura umana che porta quella che sembra una gerla sul dorso. Che sta facendo? Sulla destra, due uccelli bevono da un'unica coppa ( simbolo diffuso nell'arte longobarda). 

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Di fronte a cotanta munificenza artistica, spesso mancano le parole giuste a rendervi merito. Lasciamo parlare le immagini...

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Ed eccoci all'interno della basilica. Questa inquadratura parla da sè: il divino sembra incarnarsi nella luce e penetrare l'oscurità, sia del passato che del mistero, per giungere tra noi.

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Vivace affresco nel tiburio ottagonale, che sembra sancire il trionfo della luce sulle tenebre.

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Dettaglio catturato alla base di una delle colonne interne. Noi di  "Due passi "siamo sempre sulla rotta della sfida che i lapicidi sembrano aver voluto lanciare,con queste 'finezze' scultoree degne di un intrigante 'rebus'...

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La penombra crea giochi fascinosi...

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La basilica è provvista di matronei, dei quali sfugge la funzione precisa: un'ipotesi è che bilanciassero le pressioni interne. Si pensa che dai matronei, nel giorno di Pentecoste, i canonici gettassero sui fedeli dei volatili e fiammelle allegoriche,a simboleggiare la discesa dello Spirito Santo sui Discepoli.

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In questo punto venivano incoronati i re, ricevendo la Corona Ferrea.

 

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Dettaglio che denota la possanza dei pilastri di sostegno, disposti secondo un "sistema alternato" ( pilastri maggiori e pilastri minori ).

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Altro particolare alla base di una delle colonne.

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Particolare del sacello all'interno del " finto portale"; si tratta di una raffigurazione piuttosto rara in occidente, la "Koinesis" o Dormizione della Vergine, affresco del XIII sec.. Molto frequente nella chiesa orientale.

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Questo è il presbiterio, che è rialzato notevolmente rispetto all'assemblea(ma più basso di due gradini rispetto al Coro). Sotto di esso vi è la cripta, di pianta quadrata. L'altare marmoreo rettangolare è datato al 1383. Nel 1580 fu rimosso dalla sua sede originaria e spostato in avanti a coprire il mirabile mosaico e un Labirinto. Tuttavia sarebbe grazie a ciò che se ne sarebbe salvata una parte.

 
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Purtroppo oggi non è più visibile integralmente.  Presso la Biblioteca Vaticana si conserva un disegno originale: i personaggi rappresentati impersonano i dodici mesi, collocati in nicchie sostenute da colonnine con capitelli fogliati;il Re Anno sta seduto maestosamente sul suo trono, tenendo un globo ed uno scettro. Il labirinto prevedeva un'unica via già tracciata ed in esso c'era il mitico elemento della tauromachia al centro con, a lato, una figura alata identificata in Icaro.

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Bellissimo ambone, che sovrasta l'accesso alla cripta. Le balaustre sono ornate da colonne, capitelli, archi riccamente istoriati da motivi simbolici, sia fito che zoomorfi.

 
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Dettaglio di volto umano, alla base di una colonnetta di arcaica fattura, lontana reminiscenza di un sapere che celava attraverso questi piccoli 'particolari' dei velati messaggi o cos'altro? 

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Ancora un particolare degno di essere osservato, sempre sull'ambone.

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Architrave della porta di accesso alla cripta.

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Eccolo qui il 'sireno', non una sirena:è cioè la figura maschile a due code, metà umana e metà pesce.In realtà, l'essere ha la barba ma ha anche i seni, pertanto è molto interessante.Di lato, si noti un soggetto 'diabolico'.

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Prima di scendere nella cripta noteremo, nel transetto sinistro, un tempietto che racchiude un fonte battesimale.

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Copertura del battistero, conformata a conchiglia.Essa si apriva per il Rito e si richiudeva al suo termine, emulando il fluire delle acque primordiali purificatrici.La conchiglia è l'emblema della Conoscenza.

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Eccoci all'interno della cripta, che si trova al piano originario della chiesa, così alta che sottrae ( a una buona parte dei fedeli ) la vista delle cerimonie liturgiche officiate nel presbiterio sopraelevato.

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L'interno della cripta è suddiviso in tre navate di sei campate ciascuna, da colonne di vario fusto e diversa foggia. Presenta anche un 'abside.E' un luogo bellissimo da visitare e studiare nei particolari, in cui l'asimmetricità è sinonimo di armonicità...

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I capitelli sono di una squisita varietà, alcuni visibilmente più arcaici di altri. Consigliamo di ammirarli ed apprezzarne la bellezza nelle foto qui presentate.

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Nella foto precedente si vede la cripta nella sua naturale penombra, che personalmente prediligiamo. Nella seguente, invece, erano state accese le luci artificiali che, se anche permettono una migliore visione dei dettagli, alterano il fascino arcano del luogo. sm69.jpg (32860 byte) sm72.jpg (41581 byte)  

 

 

Basilica di San Michele Maggiore -piazza San Michele
27100 Pavia -  Sito web ufficiale: http://www.sanmichele-pavia.it/
 

Altri siti:Conservazione

Orari apertura:
Feriali: 7,30 - 12,00 14,30 - 19,00
Festivi: 8,00 - 12,00 15,00 - 20,00
Orari apertura per visite turistiche:
Feriali: 7,30 - 12,00 14,30 - 17,00
Festivi: 15,00 - 17,00

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                                                             gennaio 2007

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