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TEMATICHE: Due passi nell'Italia nascosta Simbologia e Cultura Orientale UTILITY: Ricerca veloce titoli per argomento SERVIZI:
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Dall’Anatolia all’Etruria e da Spina
a Pisa Un
gruppo di studiosi toscani, guidati dal professore Gianfranco Bracci, ha fatto
le dovute ricerche nell’ intento di individuare
il percorso di due antichissimi tragitti,
uno marino (dall’Anatolia all’Etruria) e l’altro
terrestre ( da Spina a Pisa). Grazie ad un qualificato e giusto
riscontro giornalistico, il frutto
delle loro scoperte è stato fatto conoscere anche al grande pubblico. Vediamo
questi tragitti.
Come
si può vedere, si tratta di due tragitti ma, essendo
collegati, formavano una
unica direttrice, che dalla Turchia
arrivava in Romagna. I
temi trattati sono affascinanti ed interessantissimi, infatti sollevano problemi
storici non ancora definitivamente risolti: migrazione dei popoli, compresa la
provenienza degli Etruschi, antiche vie dei commerci, ecc. Considerato
che da tempo mi interesso di questi
temi, al riguardo ho gia dato alle stampe diversi lavori, Circe
Ulisse ed Enea in Adriatico?, Alla
ricerca del tesoro di Spina nel santuario greco di Delfi, Il
tragitto terrestre segnalato nel periplo dello Ps Scilace,
Evoluzione ed aspettative riguardanti l’abitato preistorico di via
Ordiere, intendo portare un mio
modesto contributo. Premetto
anzitutto che le mie ipotesi divergono molto da quelle formulate dagli studiosi
toscani, divergenze scaturite da una diversa questione di fondo: per i toscani i
primi popoli arrivati
in Italia sarebbero arrivati grazie
ad una rotta “ tirrenica”, a mio modesto parere invece sarebbero arrivati
grazie ad una rotta “adriatica”. Conseguentemente . pur accettando
la partenza dall' Anatolia, il
punto terminale sarebbe Pisa e non Spina, cioè: Anatolia,
Spina, Pisa (e non Anatolia, Pisa, Spina). La differenza, in apparenza
formale, è invece sostanziale, le motivazioni si potranno trovare nella
apposita APPENDICE. Da
questa diversa questione di fondo , scaturiscono visioni
storiche che possono mettere in
discussione conoscenze della storia italiana credute inconfutabili. Venendo
al tema: considerando
Spina una tappa intermedia, perciò punto di partenza per la via dei due
mari, il tragitto designato dagli studiosi toscani, almeno per quanto riguarda
il tratto dai piedi degli Appennini a Spina, deve essere a mio parere
rivisto, ed è proprio quello che mi accingo a fare, anzi mi limito a toccare
solo questo punto, tutte le altre
problematiche saranno trattate in un mio prossimo lavoro che ben presto darò
alle stampe dal titolo: Antichissime vicende
ambientate in Alto Adriatico ed in Romagna, estratte dalle più antiche
storie del mondo. Vediamo
cosa è scritto nel periplo: 'Gli etruschi con la città greca di Spina, distante 20 stadi dal mare,
lungo il fiume Eridano e distante 3
giorni di cammino
da una città etrusca sul
Tirreno'. Tutti
gli studiosi concordano, pur
trattandosi di un passo più volte
interpolato e perciò di non facile
interpretazione, che il portolano ha inteso descrivere l’effettiva
esistenza in loco di una importante direttrice che collegava i due mari.
I pareri degli studiosi che si sono interessati
di questo tragitto non concordano al
riguardo della individuazione del possibile antico percorso: per alcuni il
tracciato poteva essere Spina, Ravenna, Faenza, Valle del Lamone, Firenze, Pisa.
Per altri invece Spina, Bologna, Valle del Reno, Pisa. Già detto ciò che
propongono gli studiosi toscani, purtroppo non viene specificato
dove sarebbe stata esattamente ubicata
la strada che da Spina conduceva a Bologna, hanno
lasciato intendere che poteva trattarsi anche
di un non ben specificato tragitto
fluviale. A mio
parere invece, per una serie di
motivi che illustrerò, il tragitto da Spina fino ai
piedi degli Appennini doveva corrispondere
all’attuale tracciato della via
Lunga, una
strada ben visibile e
per molti tratti ancora percorribile, che
dai pressi di Spina, attraversando
il territorio di alcuni comuni, Lugo, Bagnara Solarolo e Castel Bolognese,
arriva alla via
Emilia in
corrispondenza della valle del Senio. Vediamo la ragione per cui mi sembrano poco credibili i tragitti proposti dagli altri studiosi:
Vediamo
invece il tragitto Spina –via Emilia, cioè
l’attuale tracciato
della via Lunga; ove attualmente è tracciata tale via vi è da tempi
antichissimi una lingua di terra molto alta (non a caso il Santerno
fu costretto a deviare a destra
verso il Senio, ed il Sillaro non
riuscì mai a superare), ebbene tale
alta fascia di terreno, esente da
alluvioni e sopraelevata rispetto alle paludi, un vero unicum per queste
zone, ben presto si prestò ad essere abitata da popolazioni preistoriche, come
gli scavi di via Ordiere stanno autorevolmente dimostrando, e ben presto si
prestò ad essere usata anche come
via di comunicazione terrestre. A
quei tempi, questa era
l’unica possibilità per arrivare via terra, fino ai piedi delle
colline, poi per attraversare gli Appennini
si poteva fare scelte diverse; se si voleva andare nel Lazio,
la più comoda era sicuramente la valle del Savio, se invece -come nel
nostro caso -si voleva andare verso Pisa,
vi era solo l’imbarazzo della scelta, valle Senio, valle Santerno, valle
Sillaro. Le
ragioni che ho portato per ipotizzare la via Lunga come unica possibile
direttrice per quei lontani tempi, e le ragioni che ho portato e che porterò
per escludere altri possibili tragitti
terrestri, mi sembrano validi, ma
trovano una probante conferma da una determinante
constatazione: i sassi di Spina provengono dalle colline romagnole, se vi
fosse stata una direttrice ben praticabile Spina-Bologna,
i sassi sarebbero derivati
dalle colline bolognesi. Riassumendo:
da antiche fonti greche, (Dionigi di Alicarnasso ed Ellanico di Lesbo),
si apprende in maniera
inequivocabile che Spina da tempi
antichissimi, almeno dal 1500 a.C. , era un
importantissimo scalo usato da genti Medio
Orientali intenzionate ad andare
in Toscana o nel Lazio. Queste, dopo aver risalito
l’Adriatico ed arrivate, grazie a questo
comodo e breve tragitto terrestre, ai piedi degli Appennini, potevano a loro
piacimento usare una delle numerose
vallate romagnole che, come i numerosi reperti archeologici dimostrano, risultano
essere state tutte
da tempi antichissimi continuamente praticate. Naturalmente pure ogni
vallata toscana permetteva l’attraversamento in senso inverso, ma dalla via
Emilia a Spina vi era un solo tragitto terrestre praticabile, il tracciato
attuale della via Lunga. Niente
impedisce di credere che in antico
vi fossero varie direttrici fluviali Bologna- Spina,
ma fra queste non può esserci quella segnalata dallo Ps Scilace. Come
è noto, la descrizione delle coste corrisponde
più o meno ad “avvisi ai naviganti”: possibili approdi, distanze fra gli
stessi, popolazioni rivierasche ed altre notizie non solo utili, ma
a volte indispensabili per chi si appresta alla navigazione di un mare. Questo
è proprio quello che si trova nel Periplo del Mediterraneo
ed in qualsiasi altro Periplo. Scilace
di Carianda o chi per lui, era sicuramente a
conoscenza che alcune generazioni prima della guerra di Troia, popolazioni
orientali, sotto la generica voce “Pelasgi”, orientati ad andare
nei territori centro italici bagnati dal Tirreno, avevano scelto la rotta
“adriatica”, perciò, ritenne
giustamente opportuno descrive il luogo dell’approdo più comodo per
raggiungere la meta. Il
portolano conosceva sicuramente i possibili tragitti fluviali che portavano
verso la terra dei Tirreni, ma non ritenne opportuno segnalarli in quanto sapeva
che tali tragitti non erano sicuri, infatti
potevano variare al seguito di un peggioramento climatico, non solo,
tali tragitti potevano essere facilmente usati dagli abitanti del posto,
ma non da persone provenienti da
altre aree, troppo grande era il rischio di trovarsi
“impantanati” nelle vastissime
paludi, perciò giustamente decise di segnalare l’unico,
sicuro e da tempo battuto tragitto terrestre, quello
appunto che da Spina permetteva
facilmente di raggiungere le città
tirreniche. Gli
studiosi non sono entrati in tale “ottica”e conseguentemente hanno grandi
dubbi sulla effettiva importanza che
il tragitto attualmente segnato
dalla via Lunga, ha avuto
nei tempi antichi. (Autore:Giuseppe
Sgubbi
www.duepassinelmistero.com Avvertenze/Disclaimer Settembre 2011
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