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Trezzo d'Adda(MI): la necropoli longobarda

tutte le immagini presenti in questa pagina sono state effettuate dall'autrice della ricerca (Marisa Uberti)

Scavi e scoperte a Trezzo(MI)

            (splendida veduta  dei nuovi ponti sull'Adda e del paesaggio circostante, ripresi dalla sommità della Torre del Castello Visconteo)

La cittadina è adagiata al confine del fiume Adda,che qui descrive un'ansa ed è attestata fin dal IV sec.a.C., abitata dai Celti, che le avrebbero conferito il nome "tracc", cioè 'passaggio' (infatti costituiva una posizione strategica); con la presenza Romana (intorno al III-II secolo a.C. nella Pianura Padana), la denominazione del luogo divine Tritium. Fu capopieve nel VII secolo d.C.; avamposto dei Milanesi tra l'XI e il XVI sec. In epoca medievale aveva quattro porte (di cui ne resta solo una, quella di Santa Maria) e molti ponti,poi tutti distrutti per questioni strategiche, e fino alla fine del 1800 il collegamento con la sponda bergamasca dell'Adda si svolgeva attraverso i traghetti. Oggi è un industrioso borgo. Nell'immagine si vede uno dei ponti moderni in primo piano e, sullo sfondo,quello poderoso dell'autostrada Milano-Bergamo,che cavalca audacemente l'Adda non lontano da Trezzo, in località Crespi d'Adda. L'opera è una delle più notevoli di questa autostrada, che misura chilometri cinquanta e si stacca dal tronco che conduce a Varese e ai laghi,poco dopo Musocco. 

Venendo dalla sponda bergamasca(1), si transita sopra il ponte di ferro, dal quale si vedono bene i resti della Torre del Castello e i ruderi a strapiombo sul fiume. Il ponte è un' ardita opera delle Officine Savigliano(che eseguirono anche il grandioso ponte di Paderno d'Adda) e serve alla ordinaria strada carrozzabile che allaccia Bergamo a Milano.

Dell'epoca romana, a Trezzo rimangono poche tracce, ma del periodo successivo, quello Longobardo, Trezzo ha rivelato dei tesori straordinari e forse ancora troppo poco conosciuti. Per questo ho voluto recarmi a visitare il Castello Visconteo, che leggenda vuole essere stato eretto sui resti della precedente Rocca della Regina Longobarda Teodolinda. In una costruzione all'interno del parco del castello, visitabile con biglietto a parte oppure cumulativo (cioè visita alla sola tomba longobarda o anche itinerario guidato nel Castello,compresi i sotterranei e la Torre, percorso consigliato),  è allestito da poco un esiguo museo che, ad opera di volenterosi e della Proloco(2), si propone di divulgare gli importantissimi ritrovamenti che-a partire dagli anni '70 -  sono stati fatti a Trezzo. Le campagne di scavo fino ad oggi effettuate si sono svolte dal settembre 1976 al marzo 1978, la prima(che ha portato al recupero di cinque tombe di alti funzionari) e nei primi anni '90 la seconda( in cui sono state scoperte una ventina di altre tombe,più 'povere').

trezzo3.jpg (8939 byte)Pannello illustrante le fasi di scavo e la struttura delle tombe n.1 e n.2 e-nel pannello seguente-delle tombe n.3-4-5

I primi ritrovamenti furono accidentali, durante i lavori di edilizia per la costruzione di un condominio (c'è da dire che una volta espletati i rilevamenti di rito da parte della Sopintendenza ai Beni Archeologici, che fermò i lavori ovviamente, e portati i reperti al sicuro, i lavori poi continuarono e venne ricoperto il tutto), vennero alla luce cinque tombe tutte maschili, con bara lignea databili al VII secolo d.C., disposte in due file parallele e tutte indistintamente orientate in direzione est-ovest. Sono costituite da pesanti lastre di serizzo come fianchi e come coperchio, tutte -ad esclusione della prima che è  in mattoni-costituite da lastroni di pietra irregolari ricavate da più antichi sarcofagi romani e in alcuni casi (tombe n.2 e 5)rivestite da pietre e frammenti di tegole. Uno dei coperchi delle cinque tombe,visibile all'interno del parco del Castello Visconteo.

trezzo8.jpg (7716 byte) Ricostruzione di una delle tombe longobarde ritrovate.

Perchè sono così importanti queste cinque tombe? Perchè attesterebbero la presenza nella zona del clan regale longobardo, cosa che giungerebbe inaspettata, dal momento che le uniche notizie storiche di questo periodo che la riguardano,  sono contenute nella 'Historia Longobardorum'di Paolo Diacono, il quale ci tramanda una battaglia combattuta nell'anno 698 tra Cuniperto ed Alachi in località 'Coronate ', sita a pochi chilometri dall'attuale cittadina di Trezzo d'Adda.  Le tombe, pertanto, pongono più interrogativi che risposte.

 Ad esempio, perchè una piccola necropoli esclusivamente maschile, forse anche legata da vincoli di parentela?

Una delle ipotesi più accreditate fa pensare che una parte delle tombe sia andata completamente distrutta per la presenza in questa zona di cave di argilla anche in un passato lontano. Le indagini effettuate in seguito nella zona, diedero infatti risultati negativi.

La cosa che apparve subito certa fu che i defunti erano sicuramente stati personaggi di altissimo rango, nobili e funzionari reali, quei gastaldi che amministravano le terre e costituivano il perno del regno longobardo in Italia. Lo si è dedotto dai molti elementi a corredo delle loro tombe, che contenevano croci d'oro di particolare bellezza e fattura, le cinture ageminate, il puntale reliquiario (uno dei pochi ritrovati in Italia), brandelli di tessuto con i bordi in broccato d'oro, le spade damasciate, gli scramasax (specie di daga) con le decorazioni del fodero, armi da difesa e da offesa quindi; gli speroni in ferro placcati in argento,riccamente decorati(l'inserzione di 'alamandine' in bronzo negli stessi è infatti un caso rarissimo-se non unico). Dettaglio, che ho ingrandito, della parte terminale del manufatto: si noti chiaramente un Nodo di Salomone e una croce 'distesa'(i medesimi simboli sono presenti nella parte controlaterale del reperto). Esso era molto frequente nell'arte Longobarda.

trezzo2.jpg (7861 byte)Pannello che illustra le Tecniche di lavorazione dei metalli, utilizzate dai Longobardi. Ad esempio, il reperto illustrato nella foto seguente è l'impugnatura di una spatha (tomba n.1),in cui il pomolo e le due fasce sono in argento con ageminature in oro;reca incisi animali intrecciati,la parte centrale era in ferro ricoperto di cuoio per facilitarne la presa;la fascia ad anello in oro, con motivi a sbalzo,intrecciati,era posta all'inizio del fodero della spatha (la decorazione è stata ottenuta con la tecnica a niello[3]).

trezzo5.jpg (5911 byte)trezzo6.jpg (2239 byte) Croci in lamina d'oro con motivi a sbalzo intrecciati ritrovate nelle tombe degli alti dignitari longobardi (nelle immagini le ricostruzioni effettuate dall'Officina A.Migliozzi di Trezzo[4] in tempi recenti. Gli originali sono conservati presso il Museo Archeologico di Milano.

trezzo4.jpg (10552 byte) E' stato ritrovato un anello-sigillo con gemma (corniola di colore rosso) incastonata con inciso un granchio, nel pannello in fondo a destra si intravede, e nella foto seguente una riproduzione dell'Officina Orafa A.Migliozzi. Il simbolo,chiaramente ricollegabile al segno zodiacale del Cancro, era stato inciso in profondità nella pietra corniola, in maniera che restasse impresso come sigillo.Ma perchè? Forse chi lo ha posseduto era nato sotto tale segno? (è anche il mio!). Ricordo che il Cancro(sotto forma di un grosso granchio) è anche simboleggiato in modo vistoso nella Cappella dei Pianeti nel Tempio Malatestiano,a Rimini.

 I reperti però più importanti sono rappresentati da tre anelli in oro massiccio di cui due nominali o anelli-sigillo in oro fuso, rinvenuti nella tomba n.2 e n.4.  Entrambi portano l'effigie di un uomo barbuto con i capelli divisi da una scriminatura centrale ma nel primo sigillo il personaggio è circondato dalla scritta RODC HIS VIL (tradotto come Rodchis vir illustrer), preceduta da una croce, mentre il secondo il personaggio del secondo anello è contornato dalla scritta ANSV ALDO, a rovescio. All'esterno, una perlinatura.ANSV ALDO è da identificarsi probabilmente con il notaio del re ROTARI.

[Riproduzione dell'anello di Ansualdo)dell'Officina Orafa A.Migliozzi

Le cose che mi colpiscono in questo anello (di Rodchis) sono svariate: anzitutto, sarà una cosa di scarsa importanza, ma ho notato che l'immagine presente sul pannello esposto mostra un anello con la scritta RODC HIS VIL in senso orario,mentre quella che ho inserito(tratta dal teso indicato nella bibliografia) la mostra in senso opposto (a rovescio, come è giusto se l'anello deve servire come sigillo: la scritta verrà infatti riprodotta per leggersi correttamente); particolare interessante sono i capelli, che sembrano essere trattenuti, nel mezzo, da un fermaglio cui è appesa una figura geometrica triangolare (e sembra quasi che il personaggio indossi una 'calotta' sul capo,l'insieme conferisce l'aspetto di 'posarsi' sul resto del viso); anche il volto è geometrico; le orecchie e i globi oculari molto vistosi. La veste che si può vedere indosso all'uomo è accuratamente lavorata e ha perfino un polsino con un bottoncino ben osservabile alla manica sinistra; le due dita della stessa mano sono in una curiosa posizione ('benedicente' come nell'iconografia cristiana). Questi anelli sono reperti rarissimi per l'epoca:in Italia ne sono stati ritrovati 7 in totale, di cui ben TRE nella sola TREZZO d'Adda! La montatura, dicono gli esperti, è tipica del periodo longobardo:è formata da una verga che è affiancata da due piccoli globi per parte, all'attaccatura del castone, che reca inciso il personaggio, forse un re longobardo, la cui incerta caratterizzazione fisionomica è comune alle raffigurazioni che compaiono sulle monete bizantine del tempo. Le scritte attorno si riferiscono invece ai possessori degli anelli-sigillo, funzionari che siglavano documenti di notevole importanza politica e sociale, con il loro nome e l'effigie del re. Questi 'signori degli anelli',  appartenevano dunque alla classe dirigente del Regno longobardo,legata al sovrano da vincoli particolarmente stretti.

Ma perchè si trovavano a Trezzo? E perchè furono qui sepolti?

La tomba del gigante Rodchis

Si può notare dalla disposizione dello scheletro nella tomba n.2, visibile nel primo pannello, e qui di seguito si mostra una foto dell'ingrandimento(posto in una vetrina delle sale del piccolo museo) come le gambe fossero state  piegate, perchè allungate non era possibile stesse nel sarcofago. Dalle analisi antropometriche, si è dedotto che quest'uomo, Rodchis, vir illustris, dovesse avere un'altezza di oltre due metri.  Il sarcofago infatti sarebbe stato lungo circa due metri e quaranta e se il defunto fu posto all'interno con le gambe piegate...

Si sa poco riguardo a questo fatto. I reperti ritrovati in loco sono custoditi presso il museo Archeologico di Milano ma -a detta della guida che ha accompagnato la nostra visita- i reperti scheletrici/ossei non sono visibili al pubblico.

NOTE:

1-) Come arrivare:Autostrada A4: Mi-VE uscita Trezzo sull'Adda; da Milano (km33) MM2fino a Gessate poi bus navetta ATM (Autobus Società Autostradale);da Bergamo (km 16) strada provinciale o Autobus Soc.Autostradale; da Monza (km26) strada provinciale 2 oppure Autobus ATM; da Treviglio (km.15) strada provinciale 141;strada provinciale 104 oppure Autolinee S.A.I.)

2-)La Proloco collabora con l'Amm.ne Com.le ed è formata dal Consiglio direttivo, dal Gruppo Guide e dal Gruppo Giovani coordinati dal Presidente.Per informazioni http://www.prolocotrezzo.com    e-mail: info@prolocotrezzo.com

3-) Consiste nell'incidere una superficie del metallo (oro,argento o bronzo)applicando nella decorazione così ottenuta una amalgama fusa di argento,rame,piombo,zolfo(nigellum).Si ha così un motivo ornamentale cromaticamente scuro,che si pone in risalto rispetto al fondo della base.

4-)Officina Orafa di A. Migliozzi -Trezzo d'Adda- http://www.traccedistoria.com

 

Bibliografia consultata:

  • "I Longobardi", M.Brozzi, C.Calderini, F.Formignani, Mario Rotili, Marcello Rotili- Ed. Jaka Book (1980)
  • "Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità della Lombardia", di A. Strada, G. Spini, C. Coppini, Newton & Compton Editori (2001)
  • "Lombardia",parte prima -vol. II (Touring Club Italiano,  Attraverso l'Italia -illustrazione delle regioni italiane- Milano 1931-Anno IX - Seconda Edizione, dal 400.000° al 420.000 ° esemplare, impressa coi tipi del Bertieri)
  • "Trezzo sull'Adda- città d'arte dal 2002. Quando natura e storia creano un capolavoro" opuscolo divulgativo della Proloco Trezzo, in collaborazione con l'Amm.ne Comunale e l'Assessorato al Turismo e Cultura del Comune di Trezzo sull'Adda.