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  • Sabato 30 ottobre 2004 mi sono recata a Cremona, per visitare la mostra sull'Antico Egitto, "Dalle Piramidi ad Alessandro Magno", organizzata dall' APIC (ASSOCIAZIONE PROMOZIONE INIZIATIVE CULTURALI DI CREMONA) in coproduzione con il Museo Civico Ala Ponzone di Cremona  e con il patrocinio della Regione Lombardia (Culture, Identità ed Autonomie della Lombardia). 

La  mostra è  allestita in due sedi: l'ingresso/biglietteria è presso il Museo Civico Ala Ponzone, dove sono allestiti pochi reperti; poi si deve uscire e recarsi presso Palazzo Stanga, dove è raccolto il maggior numero di pezzi presenti in Mostra e dove la scenografia è stata ideata e realizzata in modo gradevole, che crea un senso di ordine e di armonia.

La mostra è importante poichè raccoglie reperti che fanno parte di collezioni pubbliche e private della nostra Penisola (90 collezioni) che sono poco note al pubblico.

I tre nuclei principali di reperti provengono dalle collezioni museali di Napoli, Firenze e Mantova, che rappresentano le principali tappe dello sviluppo del collezionismo e degli studi egittologici in Italia. Infatti, ci furono molti ricercatori italiani che si recarono in Egitto, richiamati dai primi resoconti che ne facevano di quella Terra i visitatori che ne avevano visto i tesori, che giacevano in gran parte dimenticati e lasciati alla mercè di qualsiasi tipo di usura. I pezzi provenienti dalla collezione di Napoli confluirono in quella città dalla raccolta dei Farnese, di quella del cardinale Stefano Borgia e di quella dell'avventuriero Giuseppe Picchianti. La collezione Fiorentina si deve in gran parte alla spedizione scientifica di Jean F.Champollion e di Ippolito Rosellini e in parte all'impegno dell'egittologo Ernesto Schiaparelli. La collezione Mantovana fu principalmente costituita da Giuseppe Acerbi, Console per il Governo Austriaco in Egitto.

Oltre a questi tre nuclei principali, in mostra vi sono alcuni pezzi provenienti da altre città,lombarde soprattutto:

  • Milano, città che nel 1999 ha acquistato due fondi eccezionali, che vanno a costituitre il Fondo Egittologico dell'Università degli Studi,Dipartimento di Scienze dell'Antichità; alcuni dei documenti in mostra sono in genere interdetti al pubblico, altri si trovano nella Biblioteca di Egittologia dell'Università. I due fondi sono quelli appartenuti a due grandi egittologi europei del secolo XIX-XX, Elman Edel,professore di Egittologia all'Università di Bonn dal 1955,filologo ed esperto di scrittura semitica ed egiziana antica (che aveva raccolto circa 9000 volumi e 6000 estratti facenti parte della sua biblioteca personale) e Alexandre Varille, allievo di Victor Lloret, grande egittologo di fine Ottocento; Varille ne aveva 'ereditato' la biblioteca(in totale, il fondo Varille  è costituito da 400 libri).
  •  mummie animali provenienti dal Museo di Scienze Naturali di Brescia, oltre quelli provenienti dal Museo di Villa Giulia, pervenuti al Comune bresciano dal 1882 al 1902, in seguito a donazioni di illustri cittadini.Nella foto,mummie di gatti In occasione della mostra sono state eseguite delle radiografie che hanno portato alla scoperta che l'animale era morto per un colpo infertogli al capo, cosa che è stata ritrovata anche su altre mummie di gatti,il che farebbe pensare anche a sacrifici rituali e stimola sicuramente ad ulteriori ricerche in merito.
  •  Bergamo (che ha una piccola ma significativa raccolta,acquisita all'inizio del '900); nella foto il sarcofago ligneo di Ankhekonsu, conservato nel Civico museo Archeologico di Bergamo
  • Pavia (città che possiede una bella raccolta egizia nel Castello Visconteo); 
  • Como e provincia (Como  ha una notevole collezione egizia di circa mille oggetti che erano parte della raccolta di Alfonso Garovaglio, appassionato studioso di archeologia, che acquisì il materiale durante un suo viaggio in Egitto nel 1869); 
  • Varese (che ha una collezione nel Museo Privato "Lodovico Pogliaghi" a S.Maria del Sacro Monte)
  • Cremona, la città ospitante la mostra, il cui nucleo originario delle sue raccolte civiche lo deve al Marchese Giuseppe Sigismondo Ala Ponzone (1761-1842).

Questo porta a capire come i nobili lombardi fossero attratti dall'archeologia Egiziana (con differenti modalità) e sotto vari aspetti (valore economico dei pezzi, magico-religioso, pregio estetico, interesse etnografico...); all'oggetto classico, unirono anche oggetti minori, di cui non sapevano probabilmente l'importanza storica, per i quali manca quindi un corredo di dati, che invece sarebbero necessari per uno studio scientifico e comparativo.

Il percorso di visita della mostra

Essenzialmente la mostra conduce il visitatore attraverso un percorso cronologico, che parte con la preistoria egizia, ancora avvolta in parte nella nebbia del tempo, e di cui è mostrata la riproduzione della pittura parietale della tomba 100 di Hierakompolis (che faceva parte dell'archivio Varille, oggi- come abbiamo detto- acquisito dall'Università degli Studi di Milano), pittura parietale datata al 3300 a.C. circa. 

Alcuni reperti datati all'epoca predinastica presenti in mostra

Si ricordi che ufficialmente la Civiltà Egizia 'nasce' attorno al 3000 a.C.,con l'unificazione del regno da parte di Narmer,signore dell'Alto Egitto che conquistò i paesi del Basso Egitto fondando un unico Regno). L'Antico Regno si data a partire dal 2682-2614 a.C. In mostra vi sono alcuni pezzi interessanti, come la testa maschile conservata a Firenze nel museo Egizio e qui prestata per l'occasione.

C'è una rassegna di pannelli che riguardano le piramidi, così come i pannelli esplicativi sono presenti per ogni sezione presente, aiutando il visitatore nella 'lettura' del reperto,la collocazione cronologica e la provenienza. Nell'immagine,la pianta della piana di Giza con le tre piramidi principali,di J.G.Wilkinson (1797-1875); è estremamente dettagliata ed è datata 1876 (ma è un'immagine AEREA,si noti!). Egli fu un grande appassionato di archeologia egiziana,rimase a lungo a Tebe (l'attuale LUXOR) e fu il primo a a stabilire la numerazione delle tombe nella Valle dei re,ancora in uso oggi. E' considerato il 'padre dell'egittologia inglese'. Questa è invece la mappa stilata da Morgan, archeologo ed ingegnere, che fu direttore del Servizio di Antichità dal 1892 al 1897.Si nota la porzione nord del sito di Saqquara,visibile il complesso della piramide a gradoni di Zoser, considerata la prima costruita in Egitto, accanto alla quale (in rosso)vi sono le tombe dei funzionari della III dinastia e alcune piramidi della V e VI dinastia (questi documenti fanno parte del fondo acquistato -come abbiamo detto - dall'Università di Milano nel 1999).

Vi sono reperti datati al Primo Periodo Intermedio(2145-2002 ca), al Medio Regno, tra cui una meravigliosa testa di sovrano con nemes (proveniente dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli). Nella foto vediamo un Ushabti con sarcofago,proveniente dal Museo Egizio di FirenzePeriodo Medio Regno.

La splendida scenografia con colonne papiriformi, che la mostra ha scelto per presentare una parte dei reperti. Al centro, sono state disposte vetrine illuminate dall'interno, che offrono i pezzi esposti in una suggestiva ambientazione. Qui possiamo vedere i vari documenti redatti dai primi ricercatori, che studiarono accuratamente (in vari casi) ciò che vedevano, ne traevano importantissimi disegni o calchi, e questo oggi appare fondamentale, specialmente nei casi in cui certi monumenti o iscrizioni non ci siano più.Restano questi preziosi documenti cui fare riferimento.

Le vetrine ospitano reperti vari, dalla testa di Faraone, frammentaria, conservata al Museo Civico di Palazzo Te a Mantova,datata al Nuovo Regno(1550-1069)

Modellini lignei ritrovati nel deposito di fondazione del Tempio della Regina Hatshepsut.

Statuetta raffigurante la dea Iside che allatta il piccolo Horus.

. Interessante pagina di copertina del 1924, della 'Domenica del Corriere', che la dedica alla scoperta della tomba del faraone Tuth-ank- Amon da parte di Howard Carter.

Disegno delle 'medaglie' che vennero realizzate in Francia,in seguito alla spedizione militare/scientifica in Egitto realizzata da Napoleone I.

Amuleti,tra cui si riconosce al centro, lo Zed.

  Vaso Canopo, con coperchio di Hapi, a testa di babbuino, che conteneva i polmoni del defunto (provenienza Museo Archeologico Nazionale di Napoli)datato all'Epoca Tarda, che comincia con il faraone Psammetico I,fondatore della XXVI dinastia, detta Saitica dal nome della nuova capitale, Sais, attualmente Sa el-Hagar, nel Delta Occidentale.

    Fossile marino di echinolampos africano de Lor del periodo Cambriano (570 milioni di anni fa),che probabilmente proviene dalla regione mineraria del Sinai.Un oggetto analogo,dice la didascalia,fu rinvenuto da Schiaparelli nel sito di Eliopoli e riporta alcune iscrizioni geroglifiche che indicano il luogo del ritrovamento e il nome dell'antico collezionista.Ciò ci dice che gli antichi Egizi avessero interesse per le Scienze Naturali.

Un'ulteriore riflessione ci porta anche questo reperto...!

La mostra si conclude con la discesa del monumentale scalone settecentesco  di Palazzo Stanga,realizzato da  Faustino Rodi poichè la mostra qui allestita è collocata nelle sale nobili dello stesso.Le sale,tra l'altro,sono mirabilmente affrescate,i soffitti meravigliosamente dipinti; i pavimenti in seminato alla veneziana. Qui è anche possibile visitare la bellissima "Stanza Preziosa" che conserva gli arredi originali.

La mostra è aperta tutti i giorni dal martedì al venerdì (no il lunedì) dall 9 -19.La domenica e i festivi dalle 10 - 19.

Prezzo del biglietto: 6 euro, che dà diritto ad alcuni gadget e riduzioni sul biglietto di ingresso alla Pinacoteca, alla Sezione Archeologica e al Museo Stradivariano in Palazzo Affaitati.

Per ulteriori info: www.cremonamostre.it

(Testo e immagini di Marisa Uberti - In questo sito la sezione dedicata all'Egitto è a questo indirizzo)